Corso KR-6, Sensei: Keita Mikawa / Corso Portato a termine

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Akira_Uchiha
view post Posted on 9/2/2008, 21:14






CITAZIONE
Corso KR-6, Studenti:

Nome Utente: Kiss me! I'm contagious
Nome PG: Karin

Nome Utente: Devil Zabusa
Nome PG: Quoll Lucifer

Nome Utente: Gas III
Nome PG: Hidan

CITAZIONE
Salve ragazzi, piacere di fare la conoscenza. Sono Akira_Uchiha e durante questo periodo sarò il vostro sensei nel corso KR-6, riaperto ufficilamente sotto la guida del mio PNG, Keita Mikawa. Bene, adesso andiamo a vedere cosa ci si aspetta da uno studente che frequenta questo corso.
Spiego l'essenza del post per i novizi: in un post voi descrivete le azioni che il vostro personaggio compie, tramite l'utilizzo delle parole saprete descriverne pensieri, parole, gesta ecc.
Il requisito minimo è che qui voi impariate a fare del GDR, a ruolare in maniera almeno decente si intende. Da questo punto di vista sono un tipo abbastanza esigente, pretendo post che si soffermino su questi punti in special maniera: descrittività di emozioni, fisiche, di ambienti, di impressioni e pensieri. Altra caratteristica fondamentale è una buona scrittura in lingua italiana. Non transigo su errori quali scarsa attenzione alla punteggiatura, forma scabra e non consona ad un gdr by forum. Solitamente gli errori più comuni sono le ripetizioni di un soggetto o di un sostantivo in genere, quindi vi invito a compierne il meno possibile, ma di questo non vi dovete preoccupare perchè avrete tempo di migliorare. Assolutamente vietato l'uso di emoticon, se volete descrivere un'espressione fatelo con le parole, il veicolo per eccellenza delle vostre idee. Allo stesso modo evitate tassativamente abbreviazioni da SMS. Fondamentale sarebbe anche che alla fine del corso voi siate in grado di possedere una profonda immedesimazione nel vostro pg e ne creiate una personalità lineare e coerente.
Lo stile narrativo può essere in prima persona o in terza, a vostra discrezione, e prevede l'inserimento, in ogni post di una legenda in quote o in spoiler che scinda e indichi le differenti modalità di espressione del vostro pg:

CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

Questa è solo un esempio, ma sarete liberi di utilizzare colori o qualsiasi altra formattazione che renda ben visibili le differenze tra i vari generi espositivi.
Siate sempre ordinati e precisi nello scrivere, non cadete in inutili divagazione e nè siate eccessivamente concisi, d'altronde è noto che il troppo storpia.
Vi imporrò un limite di tempo che dovrete rispettare: lo stesso potrà essere trasgredito solo previo avviso a me medesimo tramite un messaggio privato nel quale motiverete il motivo e la durata della vostra eventuale assenza, e se la richiesta sarà ragionevole vi sarà concesso un bonus in termini di tempo.
Ricordatevi che siete solo degli studenti energia bianca e dunque non fate azioni da supereroe in nessun caso, anche descrivere un esercizio sbagliato è funzionale ai fini del gdr, vi consentirà di sviluppare un post molto più nel profondo.
Per quanto riguarda l'energia gialla, sarò io a concederla a chi riterrò degno dopo un periodo a mia discrezione.
Detto questo, a causa della scarsa presenza di studenti, il corso partirà a mia discrezione, quando avremo raggiunto un numero di studenti accettabile in tempo altrettanto normale. Se invece l'attesa di altri compagni sarà prolungata, procederò a far proseguire il corso anche con uno o due studenti. Le iscrizioni sono aperte, potete postare direttamente qui la vostra presentazione in ON GDR: scriverete un post di almeno 40 righe che descriva il giorno in cui riceverete una lettera da parte dell'accademia che vi invita a presentarsi dopo 3 giorni nell'aura numero 6 al secondo piano. Poi descriverete la mattinata che vi porterà al primo giorno d'accademia, con emozioni e sensazioni varie, dopodichè vi recherete in aula. Lì troverete il mio personaggio ad aspettarvi, egli è seduto e compila del cartiglio.
Ultima nota: Create del gdr, abbiate fantasia, non vi limitate ad annuire ed essere dei passivi personaggi che contepmlano lo scorrere delle cose.
Precisato questo, divertitevi, non mi aspetto post sublimi al primo giro, ma il miglioramento vi sarà di certo se sarà presente l'impegno da parte vostra, ve lo assicuro.
Enjoy ^^

[font=Arial]<b>

..:: Walkin' Contradiction ::..



CITAZIONE
Narrato
Pensato
Parlato

Ombre. Ottenebranti e lugubri oscurità avviluppavano il corpo e la mente di una figura che si rivoltava frenetica tra le sue calde coperte in una gelida notte del Kirigakure. Quasi una sublime fusione di tenebre esterne e interne, lo stesso animo di quel ragazzo era intriso di nero profondo, un degrado morale e psichico che si faceva più desolante di giorno in giorno, pareva un vortice dalle fosche tinte che con la sua irresistibile violenza tentava di catturarlo e portarlo con sè verso il proprio centro, oblio della vita. Già, dimenticare, bruciare in un rituale macabro e piromane tutte le foto che avevano su di loro impressi dei momenti passati, memorie. Avrebbe goduto nel vederle svanire in un sinuoso e curvilineo tripudio di fumo, una coltre spessa e adombrante. Ne avrebbe anche accompagnato la dissoluzione con un sospiro, quasi la cancellazione dei momenti passati potesse rappresentare una soluzione al precario stato mentale in cui egli versava cronicamente.
La figura si destò con calma, era ancora immersa nel tepore del sonno e intorpidita per essere stata strappata dalle non troppo insistenti braccia di Morfeo con anticipo, probabilmente non era stato cullato in quel clima sereno e lontano da dilemmi quanto avrebbe voluto. Lentamente cominciò ad infilare dei solenni passi che uno dopo l'altro, la condussero presso la piccola finestra dai vetri sporchi. La tenda bianca svolazzava dolce, mossa dalla umida e pungente brezza del Villaggio della nebbia, mentre le prime luci del mattino cominciavano a svelare i dettagli di quel misterioso corpo. Quella tonalità rossastra che sfumava nel tiepido arancione per poi gettarsi in un più freddo azzurrino, riluceva sui capelli dorati, e pareva mettere in evidenza quel paio di occhi verde smeraldo.
Era Keita, il Mikawa si affacciava ancora intontito sul davanzale per godere delle fresche ventate mattutine e rinfrescarsi le idee, ne aveva disperato bisogno. Un attimo di luce, e poi subito il ragazzo si rigettò a capofitto nell'oscurità, nel tentativo di recuperare i suoi vestiti.



Oggi dovrò cominciare ad adempiere ai doveri di cui mi son fatto carico mio malgrado...un nuovo corso d'accademia, il primo per me...Spero che vi sia qualche studente interessante che spezzi la terribile noia delle quattro mura scolastiche...



Con i capelli che gli offuscavano il pallido viso, il Chuunin raccoglievà a destra e a manca le sue robe, il suo equipaggiamento e nello stesso tempo riorganizzava le idee. Era passato ormai tanto tempo da quando aveva inoltrato la richiesta di poter tenere un corso in quel di Kiri, e finalmente l'accademia gl iaveva concesso tale opportunità, che per il giovane più che altro era un'occasione di racimolare qualche soldo in vista delle attanaglianti spese e delle pessime condizioni economiche in cui la sua famiglia versava.
Sgranchiedosi il collo, provocando un osseo frastuono, il Mikawa si recò in bagno, uno spiraglio di luce azzurra giungeva velata dalla finestra posta in alto, filtrando dalla tenda di color bianco. Keita trascorse diverso tempo impalato dinanzi a quello specchio, che rifletteva la sua immagine, ad osservarsi, a guardarsi da ogni angolazione, ma non per trovare i difetti di una bellezza mai apprezzata a pieno, bensì per controllare il proprio vestiario in ogni minimo particolare. Un lungo dolcevita nero che giungeva a lambire il mento, scompariva sotto una tipica giacchetta in color verdastro, imbottita e capace di proteggere dalle intemperie dell'inclemente clima del paese dell'acqua. Poi una cinta in cuoio bianco, sulla quale erano incastonati smeraldi purissimi, ultimo baluardo del ricordo dell'eredità paterna, e dei pantaloni neri, non troppo stretti e nemmeno troppo larghi, che terminavano in dei calzari dallo stesso colore. Alle mani, dei guanti con lamina in ferro sulla quale vi era inciso il caratteristico simbolo di Kiri, stesso emblema che era possibile ritrovre scolpito nel coprifronte che il ragazzo indossava stretto attorno alla fronte.
Si sciacquò la faccia con della gelida acqua, per darsi l'illusione di rinsavire subitamente, recuperare freschezza e ordine mentale con un unico gesto: ma le preoccupazioni che lo turbavano erano lungi dal poter essere risolte da un'azione tanto semplice e con molta probabilità non possedevano soluzione alcuna.
Enigmi che aveva sempre imputato al suo troppo pensare, spesso aveva maledetto la sua stessa capacità di ragionare e giungere a porsi delle domande tanto intricate e terrificanti. Scosse il capo in cenno di disappunto e si allontanò dalla fredda stanza, scendendo per le scricchiolanti scale in parquet che ricorpriva il pavimento della sua umile dimora. Era visibilmente teso, sul volto aveva dipinta una inquietudine profonda. Salutò la madre sforzandosi di prodursi in un sorriso più pronunciato possibile oltre che meno falso che poté, e si chiuse la porta alle spalle.
La brezza arcana e gelida di Kiri penetrava nelle sue narici violette, screpolate dal perpetuo freddo che tartassava con le sue sferzate di neve il paesaggio. Il tragitto per giungere in accademia fu rapido e poco contorto, il ragazzo abitava a pochi passi dalla struttura. Durante il viaggio ebbe l'occasione di meditare sull'incarico che si accingeva a svolgere, scampando miracolosamente ai suoi tormenti più metafisici:



Spero che non si riveli una rottura...Non ho intenzione di lasciare che delle matricole dalle pessime capacità dientino genin e rischino la loro vita senza senso...



Fece il suo ingresso nella struttura e con passi solenni che rimbombavano nei vuoiti corridoi salì un piano e giunse in vista della porta tanto sospirata:



Aula 6...Dovrebbe essere qui...



Lo shinobi aprì la lignea porta e si mise subito a sedere sulla cattedra, dalla monotona cromia e dalla liscia superficie.
Con la testa per le nuvole e gli occhi persi nel vuoto, osservò un inserviente portargli all'attenzione un foglio sul quale erano stampati i nomi dei suoi nuovi studenti. Un'avventura come sensei che stava per cominciare.
E come tutti gli inizi è solo un preludio a qualcosa di diverso, migliore o peggiore non è dato saperlo.





Edited by Akira_Uchiha - 25/2/2008, 09:37
 
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Dev|L_ZaBusA
view post Posted on 14/2/2008, 16:07





SPOILER (click to view)
narrazione
~pensiero~
-parola-


.::Accademia::.



Fase 1

CITAZIONE
...la vita é una farsa dove tutti abbiamo una parte...

Arthur Rimbaud

Quoll stava sistemando le ultime cose, finalmente andava via, lontano da quel paese di esuli reietti, aveva sopportato fin troppo la villania e l’empietà dei suoi concittadini, essi non lodavano il sommo Jashin e quindi nessuno di loro gli poteva essere utile per aquisire le conoscenze giuste per lodare al meglio il Dio. Ormai aveva bisogno di stimoli nuovi, doveva raggiungere l’empireo regno del male che Jashin aveva creato e che lui da umile adepto aveva il dovere di ricercare con la massima alacrità....

~Finalmente è arrivato il momento di evadere....di scappare via, di rinnegare questo status che mi costringe nello stato di ignoranza in cui riverso e che se continuo a vivere in queste condizioni, sono destinato a mantenere per sempre la mia umile vita da inutile invisibile, del resto non posso costringere i miei concittadini ad aderire alla mia fede.....un giorno tutti loro verranno sacrificati al Dio ~

Il ragazzo era molto felice perchè presto sarebbe evaso da li, destinazione Kirikagure, il villaggio segreto della nebbia, Quoll aveva capito che era l’ideale per cominciare ad apprendere l’antica arte ninja, fino ad ora aveva vissuto la sua infanzia sognando questo giorno, adesso la realtà era vicina perchè aveva ricevuto la tanto agoniata lettera dall’accademia, era stato ammesso al corso Kr-6 che si sarebbe svolto nell’aula 6 al secondo piano del fabbricato.

~Devo incamminarmi subito, altrimenti farò ritardo il primo giorno e questo oltre ad essere scortese, è segno di inciviltà e mancanza di rispetto per il Dio che mi vuole forte e pronto ad esaudire i suoi desideri nel minor tempo possibile, in questi tre giorni di cammino, mi ritirerò in preghiera e sicuramente Jashin saprà guidarmi nella nebbia e nelle tenebre~

Fu cosi che Quoll, avvolto in un lungo cappotto nero, prese con se le sue cose piu importanti, cioè i suoi oggetti necessari per il culto, per il sacrificio e per combattere, subito dopo, con l’accendino cominciò a bruciare le tende e il suo giaciglio di paglia, voleva dare un taglio netto alla sua esistenza e per far ciò, doveva prima di tutto cancellare tutto ciò che era stato il suo passato; uscendo si sentivano i gemiti delle varie bestie che egli utilizzava per le sue sperimentazioni e per i suoi sacrifici, finalmente, egli dava uno strappo netto alla sua esistenza passata, si sentiva risollevato e un ghigno malefico si intravide sul suo volto.... Iniziò cosi il lungo esodo verso una nuova oscura luce...


+Tre giorni dopo+

Dopo tre di e tre notti di cammino e di intensa meditazione e preghiera, finalmente dinanzi a Quoll, impetuose, si eriggevano le mura di Kiri, aveva raggiunto la destinazione cosi tanto ricercata, cosi senza intrattenersi a lungo, fece analizzare la lettera di ammissione alle due guardie che vigili sorvegliavano il portale, poi ergo cominciò ad incamminarsi verso il centro del villaggio con passo piu spedito.
Guardandosi intorno, poteva osservare la gente di Kiri che blandamente si svegliava e usciva nella fitta nebbia, la quale faceva da padrone nel villaggio, tutti sembravano abituati, ma Quoll aveva ancora qualche lieve difficoltà, ma sicuramente presto avrebbe temprato il suo corpo e il suo spirito alla nuova situazione climatica.

~Chissà se il sommo Jashin sarà fiero di me, chissa se sarò degno di vivere da suo adepto, chissà se sarò in grado di interpretare il suo insegnamento e avvicinarmi alla sua magnifica infinitezza…chissà….chissà!~

Il ragazzo era pieno di dubbi e perplessità, sarebbe stato sbalzato presto in un mondo nuovo, un mondo senza inibizione e senza alcuna regola, questo nuovo universo avrebbe sicuramente colmato il suo istinto omicida e con le carneficine future avrebbero sanato la sua sete di sapere e la sua voglia di rivincita, avrebbe presto osannato la sua vita al Dio, ma per fare ciò doveva prima superare l’ostacolo dell’accademia dinanzi alla cui struttura intanto era arrivato, senza perdere ulteriore tempo, varcò l’uscio e cominciò a salire la scricchiolante scala di legno, subito di fronte vide la classe numero cinque cosi voltandosi verso destra vide su una porta il numero sei, vi si avvicinò e bussando delicatamente smosse la maniglia ed entrò, dentro vi era un unica persona che leggeva dei documenti attentamente, quello doveva essere il sensei; Quoll si rivolse a lui con voce tetra e monotona:

-Salve io sono Quoll Lucifer, mi è stata inviata una lettera che mi dice di venire qui….quindi eccomi, sono pronto per iniziare-

Dopo essersi presentato, si avviò verso un banco che si trovava nel punto piu oscuro della stanza, dopodichè si sedette in modo composto e in trepidante attesa di iniziare il corso, assunse una posizione seria e un espressione inviperita.

 
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Kiss me!I'm contagious
view post Posted on 24/2/2008, 14:17




A NEw Day..Is Comin'



SPOILER (click to view)
narrato
pensato

parlato



Notte buia a Kiri, come sempre del resto, erano le una di notte, e Karin non aveva proprio voglia di andare a dormire, la notte l aiutava a pensare, era il momento in cui il villaggio era più silenzioso del solito.Era li accanto alla finestra, dalla notte di natale non aveva mai smesso di nevicare, cosi la ragazza se ne stava li.. seduta con le gambe che toccavano il petto.La vestaglia risaltava le formose curve della mora..e i suoi occhi seguivano lentamente quei piccoli fiocchi di neve che scendevano lenti, fuori dalla finestra. Si sfilò piano gli occhiali che rendevano quel viso poco delicato, anzi, peggioravano la sua aria strafottente che trasmetteva alla gente, si toccò piano gli occhi, erano state giornate faticose e il sonno iniziava a farsi sentire. Si alzò mettendosi a posto la vestaglia che le era arrivata sopra le gambe per il brusco movimento, piano si diresse verso la camera lasciando gli occhiali sul tavolino della sala.Passò davanti alla porta e si bloccò.Sotto di essa c era una lettera.. chissà da quanto tempo era infilata li sotto.Sinceramente alla ragazza non importava nulla, chi mai l avrebbe dovuta cercare, fece qualche passo in avanti poi si fermò.Una sua debolezza di certo era la curiosità.Sospirò e si diresse verso la porta. Si chinò fissando quella busta bianca ed iniziò a fantasticare su chi fosse ad aveglierla spedita. Piano la sfilò e si mise in ginocchio per contemplarla meglio.L' aprì accuratamente.Gli occhi scuri scorrevano , leggevano attentamente quella lettera,silenzio per due o tre minuti e poi.. un piccolo sorriso si stampò sulle labbra della ragazza..
'bè..era ora!'
L accademia finalmente era iniziata, doveva recarsi alle otto nel posto indicato dalla lettera.Diede uno sguardo all orologio..le una e mezza,Karin si alzò lasciando la lettera a terra non aveva nemmeno voglia di raccoglierla. Si diresse in camera gettandosi sul letto.Poggiò la testa sul cuscino, non pensò a nulla, solo al fatto che se non avrebbe dormito subito l indomani non si sarebbe di certo svegliata.

6.30 di Mattino, anche se non si distingueva dalla notte, il cielo era sempre cupo, faceva venire l angoscia, di certo non agli abitanti del villaggio che erano abituati..Karin si muoveva piano nel letto, magari cercava qualcuno, le coperte piano le si tolsero di dosso, quel tepore finì subito, la ragazza iniziò a sentire freddo, così aprì gli occhi.. era già mattino, era volata quella notte, gli occhi erano piccoli e i capelli sembravano non essersi mai poggiati al cuscino, erano perfettamente lisci, come sempre..si alzò con fatica..
§che seccatura..§
cercò piano gli occhiali, non erano sul comodino, cosi ne fece a meno tanto più o meno riusceva a vederci qualcosa..Si diresse velocemente in bagno, mentre si spogliava per farsi la doccia iniziò a pensare, non era emozionata, ne agitata, più che altro tutto le sembrava strano, fin da piccola era stata sola, e di certo i corsi dell accademia non erano per singoli, ci sarebbe stata altra gente , magari altri ragazzi della sua stessa età.. come si doveva comportare?bè magari con indifferenza, dopotutto, andava li per allenarsi, per diventare genin, mica per fare amicizie. Il viso era cupo, freddo come quella mattina a Kiri.La ragazza si legò i capelli all indietro, per far in modo che l acqua non glieli bagnasse, piano entrò nella doccia, l acqua calda scorreva piano su quella candinda pelle, un momento di relax, solo per un attimo.Chiuse gli occhi, già era passata mezz ora.Ad un certo punto gli venne in mente Akira, di quanto fosse forte e di quanto lei odiasse essergli inferiore, dopo tutto, era solo un inutile studentessa..per ora.Si convinse che doveva dare il meglio di se, per distinguersi dalle altre ragazze del villaggio e sopratutto da quelle di Konoha. Quanto odiava e ripudiava quel villaggio,forse perchè era venuta a sapere che i suoi genitori erano originari di quel posto. Se ci sarebbe stata una guerra tra i due villaggi, lei sarebbe stata in prima fila per annientarli..Mentre pensava, strinse forte i pugni, non sentiva più nemmeno il piacere di essere toccata da quelle goccioline che le accarezzavano la schiena.Uscì dal bagno coprendosi con l asciugamano, era nervosa.
Si diresse verso la camera e iniziò a vestirsi, prese i calzoncini neri e una maglia bianca...indossò il tutto. la maglia le lasciava scoperta la pancia ben scolpita era abbastanza vanitosa, anzi sipoteva sentire inferiore a tutto ma non alle altre ragazze, infatti pensò per un attimo se ce ne fosse stata una almeno all accademia con lei, sperava vivamente di no..

si guardò allo specchio, erano le 7.30 cosi si mise la mantella e uscì di casa.
Camminava piano, era come sempre in anticipo, odiava arrivare tardi, le scarpe affondavano sulla soffice neve mostrando il cammino che stava percorrendo, il vento piano le scompigliava i capelli non se li aggiustava, lasciava che le andassero davanti al viso..era quasi arrivata all accademia.. la poteva vedere in lontananza, il cuore per un attimo le iniziò a battere forte, aveva bramato questo moemnto.Aumentò il passo ma non di molto. Arrivò dinnanzi alla porta dell edificio, piano si sfilò la mantella e se l appoggiò in mano.Si guardò intorno mentre entrava... ebbe un vuoto di mente, non si ricordava l aula.Sfilò dalla tasca dei calzoncini la lettera e le diede una rapida occhiata..
§allora..vediamo...3 piano aula 46..§
La ragazza alzò lo sguardo, trovò rapidamente le scale.. avanzò piano il corridoio era lunghissimo difronte a se, le aule iniziavano dalla 43.. con il viso basso continuò a camminare piano, si bloccò di colpo, ecco la 46... la porta era chiusa, poggiò la mano sulla maniglia ed aprì..
Fissò dentro la stanza..non c era nessuno ancora, poi guardò verso sinistra, c era un ragazzo poggiato sulla cattedra , con le mani in tasca, fissava l orologio, non si era ancora accorto di lei.. anche la ragazza non potè fare a meno di guardare la direzione dove fissava il ragazzo, c era un orologio sulla parete, faceva le 7.57 la ragazza senza bussare entrò, poteva essere quello il suo sensei?
' buongiorno'
Disse con aria fredda e distaccata, appena il sensei si girò la ragazza fu subito colpita dal suo aspetto, bè.. se proprio quello era il suo sensei, forse non è stato poi tanto male venire in accademia.Karin piano si andò a sedere sul banco difronte alla cattedra, e attese gli altri.
 
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Gas III
view post Posted on 24/2/2008, 19:23




CITAZIONE
CITAZIONE
C
hapter Two
>> Una sola persona ebbe l'onore di ricevere l'appellativo di Sensei da me...fu colui che mi forgiò così come sono ora...e ancora gli sono debitore...mi ha reso da ammasso di pasta lievitata a filante rotolo al formaggio...non so perchè proprio al formaggio, forse perchè mi piace tanto, ma non importa...fatto sta che mi trovo ancora a fare l'Accademia, luogo predestinato a persone la cui dote, o abilità in certi casi, di ruolare è scarsamente producente...e questo fatto mi fa sentire pezzente...quindi, dimostriamo una volta per tutte che io e Accademia siamo come Buio e Luce...ci separa quell'artistica e sottile linea, detta...Interruttore *ç*

Dimostriamo come Certe persone sono meglio di Altre



CITAZIONE
Bertolt BrechtLode dell'Imparare
Impara quel che è più semplice! Per quelli / il cui tempo è venuto / non è mai troppo tardi! / Impara l’abc; non basta, ma / imparalo! E non ti venga a noia! / Comincia! devi sapere tutto, tu! / Tu devi prendere il potere. / Impara, uomo all’ospizio! / Impara, uomo in prigione! / Impara, donna in cucina! / Impara, sessantenne! / Tu devi prendere il potere. / Frequenta la scuola, senzatetto! / Acquista il sapere, tu che hai freddo! / Affamato, afferra il libro: è un’arma. / Tu devi prendere il potere. / Non avere paura di chiedere, compagno! / Non lasciarti influenzare, / verifica tu stesso! / Quel che non sai tu stesso, / non lo saprai. / Controlla il conto, / sei tu che lo devi pagare. / Punta il dito su ogni voce, / chiedi: e questo, perché? / Tu devi prendere il potere.

P
reludio
Porco Kannon, con tutto il rispetto parlando, ancora una volta mi ritrovo nell'Accademia...dovrebbero mettere la regola generale in ForumCommunity che obblighi ogni GdR a darmi direttamente il Diploma Accademico ù.ù insomma, che figura ci faccio...con tutte le Fan che mi seguono da casa [che salutiamo con un Bacio :*], eh, insomma...vabbè...vediamo di sbrigarcela in fretta dimostrando una volta per tutte chi è Gas...poco Preludio, tanto Post


...
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Narrato
Parlato
<< Pensato >>

CITAZIONE

- Padre



Ora della Tigre. Periferia Ovest di Kirigakure, terzo quartiere a Sud dalla Porta Occidentale. Terza casa dopo il secondo svicolo della strada principale; dimora di una delle famiglie della Casta di Jashin. Apparentemente molto vecchia, un monumento, degno di ammirazione. Una piccola strada lastricata divideva in due un giardinetto zen posto di fronte all'edificio, recintato da un'alta ringhiera di fitto bambù, che distanziava di 12 metri le camere dal marciapiede. Oltre il portone rosso tipico dei templi si intravedeva un palazzo di due piani, con il tipico tetto con gli angoli arricciati rossi ascesi da dorati dragoni. Murata colore panna, decorata di legno rosso. Piccolo porticato di sei colonne incorniciava un marciapiede di legno che sporgeva di alcuni metri oltre il muro principale. Sulla facciata, enorme porta in legno rosso laccato e due finestre, una su ogni lato dell'uscio, per il primo piano, solo quattro finestre per il secondo piano. Tutti gli scuri aperti tranne per l'ultima a sinistra del secondo piano. La famiglia aveva un figlio. E con tutta la probabilità esistente quella era la sua camera. Un ragazzino di dodici anni, già dedito al culto della Divinità e adepto promettente del Kuji-Kiri Ryu. A quell'ora di mattina il ragazzo era già sveglio. La camera-tatami, ampia 60 metri quadri, aveva le pareti bianche. Una porta shoji si apriva sulla sinistra del muro opposto alla larga finestra rossa, rilucendo su un pavimento di legno, fatto solo di assi, colla e chiodi di legno, come maggior parte della casa d'altro canto. Di fianco alla porta shoji, un grosso armadio a muro con le ante in legno. Al centro della stanza, un grosso futon, con le lenzuola arruffate su un angolo, ancora calde e pregne di umida vita. Nella camera tutti questi colori erano spenti sotto una cupola di buio. La figura del ragazzo, che doveva avere la padronanza della realtà nella camera, era all'incirca 2 metri diagonali con un angolo di 50° dalla finestra. Era retto in piedi, in posizione di riposo, con le braccia lungo i fianchi. Indossava un yukata nero cinto da un obi bianco, scalzo, con le mani albe che uscivano dalle lunghe e larghe maniche, e le palpebre semichiuse, a celare quasi completamente uno sguardo vitreo e perso nel vuoto.

" ... Era un'atmosfera strana. Si viveva solo di umidità lungimirante, poichè lì tutto si concentrava in un lieve respiro che faceva vorticare le tenebre sotto di esso, come un rapida di un torrente verticale. Non sarebbe servito cibo, non sarebbe servita acqua, non sarebbe servita luce, non sarebbe servita speranza: in quel luogo tutte le illusioni che vengono definite Vita, si spezzavano sotto la forte morsa del Deserto, un silenzio pesante come un'intera isola. Come quando ci svegliamo, quando assaporiamo quei cinque secondi di incoscienza, dove viviamo solo quel momento, solo per quel momento. E la magia, ricreata, si risveglia in quelle condizioni, annullando ogni aspettativa, e allungando l'Eterno, come mani eteree che sfiorano il volto del ragazzo. Quell'eterno che racchiude in se tutto, saggezza e ottenebranza. Ku. Vuoto, contrario di Niente. Era tutto lì, dove non vi era niente. Si era creato il Silenzio, quel silenzio, quello che racchiude e vale come tutte le parole di questo mondo. ... "

La porta si aprì di scatto, sbattendo la presa sull’uscio,facendo vibrare la carta bianca di cui era fatta. Nella stanza buia si sparsero vibrazioni, di un rumore secco e sottile e fragile allo stesso tempo, come di una farfalla colpita a morte da un ventaglio di riso. Dietro la porta, oltre la soglia, si distingueva una figura alta, fiera e dispendiosa di dignità, piena di un maturo orgoglio. Era messa in risalto dalla penombra del corridoio retrostante, che era più chiaro del completo buio della stanza. Hidan si volto di scatto, prima con i solo volto e poi con il corpo, compiendo una sorta di tai-sabaki, gettandosi subito a terra, chinato con la fronte sul nudo legno. Come un vero e proprio sabaki, non era altro che una sequenza di mosse mirata a ridurre il potenziale territorio avversario, spesso ricorrendo al sacrificio di alcune pietre, realizzando una forma leggera, in grado di sfuggire al pericolo di cattura. I gomiti appoggiati sul pavimento, messi in linea retta con la fronte, mentre gli occhi chiusi, avevano le iridi umide che vedevano lampi gialli su uno sfondo nero. La figura mosse un passo, portando avanti prima il piede sinistro, poi il destro, sulla via dell’altro, componendo una ritmica onomatopea che fu visualizzata dal ragazzo. dalla sagoma pochi particolari risaltavano, quali l’hakama, il kataginu, i geta, le braccia conserte, e dei capelli ispidi, che davano alla testa la sembianza di un porcospino. Avanzò passi lenti, facendo tuonare i geta sul legno come lampi a ciel sereno, in quel silenzio nero. Si fermò davanti al letto, mezzo disfatto, e abbassò la testa. Restò in quella posizione alcuni istanti, poi la rialzò, e continuò l’avanzata verso Hidan. Si fermò a due metri da lui, segnando la fine della sua camminata con un colpo di geta.


CITAZIONE

- Alzati, figlio...


La voce tuonava impetuosa nel silenzio come un colpo di scalpello sulla nuca. Faceva parte di una lunga tradizione, che implicava una rigida disciplina nell’insegnamento. Hidan si riscosse un secondo, forse aveva ottenuto ciò che voleva. Aprì gli occhi, e levò solo la testa, per inquadrare quella figura ombrosa che aveva di fronte. I gomiti pian piano si svolsero, aprendo l’articolazione, e sollevarono il petto da terra. Si mise in ginocchio, portando le mani sulle cosce. Atto di estrema riverenza, quando chinò ancora la testa.

O-tou-san...



Il padre restò a guardare proprio figlio, quasi gli fosse dovuto un trattamento del genere. In quelle situazioni si rispecchiava tutta la disciplina inferta ai discendenti di quella nobile casata. Non avrebbero mosso ciglio senza il consenso del proprio superiore, esso sia il padre o il Divino direttamente. Il padre svolse le braccia intrecciate sul petto, portando le mani lungo i fianchi. Si preparava a una conversazione. Non permetteva al figlio di guardarlo dritto negli occhi, grazie all'oscurità della camera, particolare molto rilevante per la situazione.
Sarebbe stata la voce del Buio.


CITAZIONE

- Hai pregato?


Hai...



CITAZIONE

- Ho deciso di farti cominciare corsi formali per divenire un ninja, così potrai affermarti nella Società...


Hai...



CITAZIONE

- Purtroppo la burocrazia non permette a privatisti il diploma Accademico, quindi ti ho iscritto all’Accademia di Kiri...


Detto questo si voltò, dirigendo il volto verso la porta, mentre il figlio restava ancora in ginocchio, ad ascoltarlo assiduamente, con la stessa volontà con cui un kenshi affetta una canna di bambù con il Colpo con il Corpo.

CITAZIONE

- Frequenterai un Corso assieme ad altri ragazzi come te, quindi vedi di essere normale ai loro occhi...rivolgiti all’insegnante con l’appellativo di Dono, probabilmente sarà persino più scarso di te...non dare confidenza a nessuno, che ti si rivolga da amico o con altri intenti...rispondi con fermezza senza esitare...ricorda l’Hejo che tanto ti ho insegnato...e fai il tuo meglio, mi raccomando, ho fiducia in te...credi di essere pronto?


Hidan si rigettò a terra nuovamente, prostandosi ai piedi del padre, poggiando la fronte a terra.

Hai, so desu...non ti deluderò...



Il padre annuì, inspirando profondamente, segno di convinzione.


CITAZIONE

- Bene...fra tre giorni alzati e prendi le indicazioni sul tavolo...ora vai a fare trenta giri attorno alle mura di Kirigakure, e non azzardarti a tornare prima che il Sole sia sopra la tua testa...



Con questo voltò appena il volto di pochi gradi, in modo che il figlio lo vedesse di profilo. Un profilo acuto, perfetto: fronte dritta, naso normale, mento non ben rasato, e le labbra, perfette anche quelle, che accennavano un sorriso impetuoso, a metà tra sdegno e diffamazione.


CITAZIONE

- E mi raccomando, accentua bene il tuo “hai”...sarebbe sgarbato dirlo come una comune affermazione, deve esprimere dignità e rispetto verso chi ti parla...non come hai fatto con me fino ad ora...


Hidan si scosse a sentire ciò, e premette ancora di più la fronte a terra.

Hai!



CITAZIONE
Musashi-Kensei >> " ... A errore non si risponde mai “Sumimasen”...sarebbe un secondo errore...a errore, si risponde con la correzione... "

Ore 5 e trentaquattro minuti. Camera di Hidan. Finestra semiaperta; la luce che fluisce dentro rimbalza sul pavimento di ciliegio e dona alle parete panna una colorazione bordeaux. Il ragazzo era davanti all’armadio a parete, con l’anta sinistra completamente spostata sull’anta destra, in modo da scoprire metà scanzia. Era alta circa due metri, con un mensola nella parte superiore, a mezzometro dal soffitto dell’armadio, e un’asta di legno che l’attraversava a metà, che fungeva da appendi abiti. Per l’appunto, vi erano appesi una moltitudine di attaccapanni in legno, ognuno occupato da un capo diverso. Il ragazzo stava scrutando alcuni capi azzurrini, scostando gli attaccapanni con
image
la mano sinistra, mentre nella destra impugnava un obi grigio che arrivava al pavimento. Indossava solo un’hakama e un haori, entrambi neri. Si era appena lavato, e le vesti erano bagnate, per aver raccolto l'acqua ancora presente sulla pelle. Dall’haori, completamente aperto, si vedeva il petto nudo, mostrando con un certo impeto le sagome dei muscoli. Non erano granché, ma erano già ben sviluppati per la sua età. Voltò il busto, e lanciò l’obi che impugnava sul futon, anche questa volta con l’angolo aperto. Il drappo veleggiò un po’ in aria, andando poi ad accasciarsi dolcemente sulla fodera bianca. Estrasse dei vestiti, tirandoli fuori con la mano sinistra, e distendendoli sull’avambraccio destro. Poi si voltò, battendo i piedi scalzi sul legno, e andò verso il materasso. Si chinò sulle ginocchia, distendendo con cura gli abiti sul lenzuolo bianco. Poi si rialzò in piedi e si tolse ciò che aveva addosso, restando completamente nudo. Chinò in avanti il busto, e afferrò uno a uno gli abiti che aveva disteso, vestendoli. Ovviamente, si cinse per ultimo l’obi grigio che aveva preso con se all’inizio. Indossò una yukata di un incerto azzurro-grigio, un kimono nero, un’hakama, nera anch’essa adornata da righe bianche verticali, l’obi grigio, e sopra a ciò, un haori, nero come tutto il completo, presentante il massimo numero di kamon. Cinque, per la precisione, tutti hinata mon di Taka no Ha, le piume di falco: erano segno di eleganza e dignità, e, rappresentate in quel modo e in quella maniera, simboleggiavano una formalità massima, quasi un distacco vero e proprio dalla realtà circostante vivibile. Indossò poi jika-tabi neri, alti, e dei geta, in larice bianco. Infilò un ventaglio nell'obi. Si sistemò bene gli ultimi particolari e si avviò verso il corridoio. Spalancò lo shoji, e percorse il corridoio, sorpassando un altro paio di shoji su ogni lato. Scese le scale e si diresse alla sala da pranzo. Era una stanza grande e spaziosa, con le pareti decorate di legno laccato rosso fino a un metro da terra, e con pannelli dipinti di piante di ciliegio in fiore. Alcuni mobili agli angoli, e una grossa tavola bassa al centro, con attorno otto zabuton rossi. La stanza era vuota, ma in realtà l’intera casa sembrava deserta. Sulla tavola, oltre a una busta sull’angolo a destra, vi erano serviti, in un largo bento laccato di nero, nigirizusushi, toro no sashimi, di taglio otoro, e alcuni onigiri. Hidan si accomodò su un zabuton, ripiegando puntigliosamente l’hakama dietro le ginocchia, inforcò le bacchette di legno con la mano destra, e cominciò a sgranocchiare fuori tutto, mantenendo sempre una buona dose di distaccatezza e superiorità, anche se non osservato. Ormai era entrato nella sua natura. Ebbe finito, depose le bacchette e prese il fazzoletto di carta a fianco del vassoio, e si pulì la bocca. Fatto ciò, posò lo sguardo sulla busta bianca alla sua destra. Depose anche il fazzoletto e allungò le mani verso di essa. La prese tra pollice e indice con la mano destra, l’aprì, e lesse i kanji con lenta fierezza. Finita la lettera, guardò dentro la busta, ed estrasse un paio di banconote. Spiccioli. Nella lettera il padre diceva dove recarsi per presentarsi all’Accademia. Hidan si alzò, e uscì dalla casa. Attraversò il piccolo giardinetto davanti casa, e uscì in strada. Una nebbiolina semifitta lasciava nel dubbio il paesaggio circostante. Cominciò a camminare lentamente verso l’Accademia. Avrebbe camminato per diverso tempo, quindi decise di passare per la via del mercato. Lì si fermò alla prima bancarella, spendendo tutti gli spiccioli ricevuti per una barchetta di takoyaki. Prese uno stecchino alla volta e, stando attento a usare solo i denti per non sporcarsi le labbra, li mangiò tutti. Non si ingozzò mai, ne caddè in atteggiamenti alteri al galateo. Ovunque aveva sempre quell'aria molto altezzosa. Passeggiò a lungo su e giù per la città, sempre scrutando con curiosa vivacità gli edifici attorno, fermandosi ogni tanto a osservare particolari, come una bancarella, un manifesto o anche una persona. Se la stava prendendo veramente comoda. I geta continuavano a sbattere sul selciato delle vie, formando quel famoso suono, detto karakon. Il ticchettio dell'acqua sulla pietra. Era quasi un'arte, la maniera in cui si sbatteva leggiadramente tali zoccoli sul suolo. Era un segno di grande vanità, perchè più il rumore era alto, più era udibile dall'esecutore. Arrivato all'Accademia, entrò, salendo le scale, svoltando angoli, percorrendo corridoi. Fino a trovarsi davanti alla porta destinata. Lesse i kanji sulla tabella posta in alto sopra la porta.


<< Aula 6... >>



Socchiuse gli occhi e inspirò profondamente, cercando di rimenare le parole dette dal padre.

<< Fermezza...Fermezza e Dignità... >>



Schiuse gli occhi violetti, alzò la mano sinistra, e poggiò le dita sulla porta. L'aprì in maniera vigorosa. Entrò nella stanza, senza guardarsi attorno, si voltò e chiuse la porta. Si voltò nuovamente, inquadrò l'intera stanza, scrutando gli altri allievi, e guardo l'insegnante. Nel voltarsi, battè con assoluto vigore i sandali, facendo risuonare un karankoron alquanto impetuoso, come ad affermare la propria presenza. Chiuse la mano sinistra a pugno, e congiunse le nocche con il palmo della mano destra, aperto come un fiore. Era il saluto più adatto, abbastanza formale, non del tutto rispettoso. Chinò l'intero busto in avanti, nella direzione di quello che si delineava come il maestro. Sebbene occupasse la cattedra, Hidan non diede per scontata la sua identità, e si limitò a salutare così. Poi si voltò verso gli altri due, e fece lo stesso, ruoteando sempre sullo stesso asse.

Hidan desu...



Si riteneva presentato. Nell'inchinarsi, il ventaglio che aveva all'obi formò delle pieghe sul kimono, che andarono a risistemarsi nella loro conformazione iniziale. Fatto questo, andò a sedersi nel primo banco a sinistra della cattedra, facendo risuonare bene i geta. Era il simbolo della sua distaccatezza dal mondo reale, da una Società conformata, e da una confidenza troppo profonda. Una volta seduto, sempre dopo i soliti rituali quali la sistemazione delle pieghe di hakama e haori, estrasse il ventaglio con la mano destra, e lo usò per indicare la persona presente alla cattedra. Vi puntò sguardo e ventaglio; il secondo serviva per non dover puntare direttamente il dito verso la persona, il che sarebbe stato segno evidente di sgarbo e sdegno, nonchè un presa in giro, pregiudicando di rango inferiore un uomo.

Sensee desu-ka?



CITAZIONE
" ... Chi Hannya Haramita ze dai jin shu ze dai myo shu, ze mujoshu, ze mutodo shu no jo issai ku shinjitsu fu ko ko setsu Hannya Haramita shu soku setsu shu watsu yatei gyatei hara gyatei hara so gyatei boji sowaka Hannya ShinGyo... " << Hidan

 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 25/2/2008, 12:25







..:: ۞ Behaviour ۞ ::..



CITAZIONE
۞ Narrato
۞ Pensato
۞ Parlato

Carattere. E' il segno distintivo delle nostre persone, ognuno si erge a Unico, appellativo quasi mai degno d'esser utilizzato come predicato ad un soggetto tanto immeritevole, si attribuisce un predicato, "Speciale", che potrebbe suonare come celebralmente monumentalistico, eccessivamente adepto all'elogio, all'auto esaltazione del proprio ego. Tutte quelle caratteristiche appartenenti al subconscio, sono quelle che costituiscono la Personalità. E quel variegato insieme di sentimenti, sensazioni che compongono con armonia insospettabile il nostro Animo. Già le filosofie del XVI secolo si interrogavano sull'essenza e la reale consistenza del carattere. Alcuni, i più scaltri, riconducevano il tutto all'esperienza, sostenendo che è impossibile incontrare due personalità in tutto e per tutto simili. Ogni avvenimento vissuto, ogni percezione subita, scolpisce il freddo marmo della nostra informe personalità, trasfomandolo da un amorfa sostanza a una materia plasmata con contorni netti ed accentuati.
Solipsismo. Non agitatevi invano umani, vi suggerirei, infatti. Potete impegnarvi quanto vi pare nel distinguervi dalla massa, da chi vi circonda, assumendo comportamenti anti conformisti quanto vi pare...Ma sarete sempre e comunque tutti sullo stesso piano, nient'altro che delle Res Cogitans, cose pensanti, che pensiate è l'unico vero predicato che potete attribuirvi, del resto potete Dubitare, statene certi. Quindi unici, speciali, aggettivi inutili, esplicazioni particolari di quelle definite dai più qualità secondarie, non appartenenti all'essenza e nemmno intrinseche ad essa. Provate a chiudere gli occhi, tapparvi il naso, mettervi dei tappi nelle orecchie e fermare ogni tipo di percezione sensoriale: pensate che il mondo che è al di fuori di voi continui ad esistere?
Chi dirà di si, potrà giustapporre al proprio appellativo auto assegnatosi quello di Stolto. Non potete verificare, sempre se la vostra mente sarà tanto perspicace da sottoporre a dubbio sistematico ogni cosa, che la res extensa continui ad esistere, nè che esista. Per la permanenza dovreste dimostrare che vi sia un essere infinitamente buono che non alteri da un giorno all'altro le leggi che governano il cosmo e che abbia creato tutto il resto. E voi uomini vi siete scannati da immemore tempo per dimostrare l'esistenza di tale "creatore". Rassegantevi. Se chiudete gli occhi, sarete solo con il vostro ego, il vostro corpo e tutto il resto scomparirà. Quelli siete voi.
Vale ancora la pena affannarsi per apparire in un certo modo, anche se esplicitazione della propria reale essenza, agli altri?
Pensate a voi stessi.


۞ Perchè siete Soli in Realtà ۞


..:: ۞ ::..


۞

Era finalmente cominciata. Un supplizio indesiderato, accettato con falso entusiasmo. Unodei tanti incarichi noiosi e sfibranti, caricato sulle spalle a capo chino a causa di una difficoltà economica mai cessata. Eran periodi disperati per il giovane Mikawa, e il bisogno di accumulare qualche danaro lo aveva spinto ad accettare l'onere di tirar sù nuovi studenti, gli shinobi del futuro, il che agli occhi di un patriota esaltato potrebbe sembrare un onore, per per il chuunin non lo era affatto. Un menefreghismo totale verso le sorti del Kirigakure lo aveva accompagnato sin dalla infanzia,e nemmeno il più stupido dei beoni avrebbe mai creduto che una persona tanto disinteressata ritrovi di colpo, in uno slancio d'ardore sentimentale, l'affezione verso la propria terra. Dal principio si intravede la fine, a rigor di logica è così. Senza cominciare il terminar di qualcosa è tanto lontano che continua a costituire un attanagliante tormento interiore.


..:: ۞ ::..


۞ L'ora predefinita per l'inizio della lezione si appropinquava a giungere, il Mikawa era in classe che sfogliava tutto quel cumulo di carte perplesso, attendendo che qualche studente si palesasse.


۞ Che rottura di palle, mi chiedo a cosa serva in realtà tutto questo cartiglio...Le solite formalità...


۞ I ragionamenti critici del ragazzo dai capelli aurei vennero interrotti dal sopraggiungere del primo studente: prima venne all'orecchio di Keita un sibilo timido, simbolo dell'incertezza che accompagnava l'aprire la porta del nuovo arrivato, poi questi aparve alla vista del Mikawa, e dopo essersi presentato educatamente, ma con voce alquanto discordante col contenuto delle sue parole, l'allievo prese posto, accomodandosi nella zona più tetra della classe e asusmendo un'espressione alquanto particolare, che il Sensei non indugiò a contemplare, ma valutò tra sé e sé.


۞ Interessante, abbiamo già qualcuno di particolare in classe. Guardare la sua espressione mi fa ricordare i tempi dell'accademia, quando per farmi notare dal mio sensei cercavo di esser epiù particolare possibile per intrigarlo e spingerlo a notarmi. Non funzionò...


۞ Ancora una volta, i pensieri armonici del biondo ragazzo di Kiri vennero tranciati di netto, da un altro disturbo sonoro, seguito da una percezione visiva successiva, una figura femminile fece il suo ingresso in classe. I suoi occhi scuri parevano essersi incollati sul sensei, bramosi di qualcosa di certo lontano dall'insegnamento. Keita guardò con sguardo annoiato la ragazza che prese posto in prima fila, davanti alla cattedra e cominciò a riflettere anche su di lei.


۞ Lei dovrebbe essere Karin...Spero la prenda sul serio l'accademia, nulla mi obbliga a riservagli un trattamento di favore esclusivamente per il suo appartener al gentil sesso.


۞Non degnò di uno sguardo nessuno dei due allievi finora presenti, mantenendo il capo chino sui fogli, adombrato dai capelli chiari come il sole. Teneva tra il pollice e l'indice il foglietto di carta che indicava i nomi degli alunni a quali era stata inoltrata la missiva che gli invitava a presentarsi in quella dannata aula: ne mancavano due, ma c'era ancora tempo.
Continuava a stropicciare il lembo superiore destro di quel pezzo cartaceo con maniacale fremere. Nella sua mente ripensava alle prove che si era prefisso di far svolgere ai suoi allievi, ma ponderava con seccatura non indifferente l'obbligo di porre ai rgazzi delle domande scontate e che di certo non lo avrebbero aiutato a comprenderli. Il solito rito, la solita processione di convenevoli falsi, una gara a chi diceva amenità in grado di suscitare interesse.
Ad un tratto, Keita alzò il capo, con lo sguardo perso nel vuoto, fissava in basso, senza una precisa destinazione: il suo udito potenziato era riuscito a captare lo sbattere per terra deciso di quelli che parevan essere zoccoli. La porta venne spalancata con forza, una decisa affermazione di personalità e una volta aperta, fece la sua comparsa una piccola figura dagli occhi violetti, vestita con cura maniacale, che dopo essersi richiusa la fonte d'ingresso alle sue spalle si presentò con poche parole e un tono a dir poco sprezzante.
Il Mikawa rispose con un cenno del capo, mente suoi lunghi capelli coprivano un sorriso perverso che si era adato a dipingere sulle sue rosee labbra.


۞ Tsk, personalità forte e spiccato egocentrismo, eh?...Sarà divertente, suppongo. Le antitesi mi hanno semrpe affascinato.


۞ Con superbia seccante, il ragazzo puntò una specie di ventaglio contro il sensei, domandandogli se fosse lui il maestro. Keita si scostò i capelli dal viso, e ora quel sorriso era scomparso, lasciando spazio alla solita espressione priva di alcun senso, vuota, incomunicativa. Le uniche parole che le sue labbra proferioriono furono:


۞ Mio malgrado...


۞ Un tono stufo e stentato, come se quelle parole pesassero quanto un macigno. Leggermente colpito dalla personalità di quello studente, Keita indugiò ad analizzarne i comportamenti a cui aveva potuto assistere:


۞ Mph, l'avranno di certo educato con principi austeri, severi e boiate varie. Un burattino, insomma, non vedo altra spiegazione. In ogni caso mi divertirò a provocarlo, le lezioni ne risulteranno almeno meno noiose per me.


۞ Poi rimembrò quello sguardo penetrante e intriso di schernimento, quasi il nuovo arrivato volesse mettere in dubbio l'autorità del sensei.


۞ Beh, mi ha fatto venire in mente un'idea alquanto particolare...Vedremo se i suoi comportamenti sapranno stare al passo della sua superbia che esprime tramite lo sguardo. Spero solo non mi spinga a risvegliare quella parte di me...Sarebbe una sconfitta per me, dopo anni di lotte per reprimerla, non posso lasciarla riemergere, non a causa di un ragazzino. Anche perchè le conseguenze sarebbero tragiche...



۞ Ormai le ore otto erano più che state sorpassate, e un ostudente mancava all'appello. Keita decise di non atenderlo oltre, si sarebbe unito agli altri in seguito. Il Mikawa si alzò dalla sedia con svogliatezza e sedutosi a cavalcioni sulla cattedra cominciò il discorso di rito: non era minimamente teso, la sua parlata era sciolta e i concetti da esprimere ben chiari nella sua mente, il tutto chiaramente era coadiuvato appropriatamente da un tono sicuro nonostante la voce leggermente femminea.


۞ Bene, ragazzi, cominciamo. Il mio scopo qui sarà di valutare se siete adatti o meno ad anelare al grado di genin ed essere ufficialmente riconosciuti come Genin del Kirigakure. Svolgerete varie prove tramite le quali valuterò la vostra idoneità.


۞ Fece una piccola pausa, e poi assunse un'espressione annoiata, le cose dette erano più che scontate:


۞ La burocrazia mi impone di fare tali discorsi, fosse per me allevierei a voi la noia di ascoltare e mi risparmierei la seccatura di esporre tali informazioni. Ma siccome siamo in un Kirigakure lontano da quello di un tempo, mi limiterò a seguire le norme con voi. Adesso, uno alla volta, vi presenterete e mi esporrete i motivi per i quali desiderate diventare degli shinobi. Poi, dovreste anche dirmi se appartenete a qualche clan o cose del genere.
Sottolineo, che delle vostre parole io non mi curerò affatto, è la regola che impone che voi le pronunziate, ma nessuno mi obbliga ad ascoltarle.


۞ Si sgranchì il collo con un movimento circolare e seguitò:


۞ Se non volete dire la verità o ritenete scontato farlo, invetate, infondo uno shinobi deve essere anche in grado di mentire con convinzione...Ma vi avviso se noto che non sapete farlo, sarete bocciati all'istante.
Dunque fate come meglio ritenete.



۞ Poi si mise definitavamente in piedi e prese tra le mani quattro fogli bianchi, con delle parole in nero scritte sulla cartacea superficie. Con flemma le distribuì a tutti i ragazzi e ne lasciò uno nel banco accanto a quello di Hidan, era destinato all'ultimo allievo.


۞ Mph, così sarà costretto a mostrarmi come si comporta in vicinanza degli altri...


۞ Ridendo dentro di sé, il Mikawa riacquistò la posizione precedente e dopo una rapida occhiata ai muri deprimentemente giallognoli dell'aula, passò all'esplicazione della traccia.


۞ Dopo che vi sarete presentati, svolgerete il vostro primo compito, scritto. Descriverete un colpo di arti marziali: sia esso un pugno, un calcio, una ginocchiata, una posizione difensiva o offensiva. Dovrete soffermarvi sui particolari, descrivere ogni minimo dettaglio del gesto e valutarne l'efficacia in uno scontro con un parigrado decisamente più robusto di voi e possidente forza fisica maggiorata. Dovrete solo indicare come e in che modo sarebbe conveniente utilizzare il colpo da voi scelto e perchè l'avete scelto per affrontare quell'avversario.


۞ Sospirò e poi sbuffò, ritornando ad occupare quella sedia con braccioli che lo aveva ospitato dalla mattina. Lanciò tre sguardi ad ognuno dei suoi allievi e poggiando il mento sul plamo della mano, che sfruttava l'appoggio del gomito posto perpendicolare al tavolo, chinò nuovamente il capo e si immerse nuovamente nei suoi ragionamenti.



۞ Queste le nuove leve del Villaggio...E' proprio vero che Kiri sta decadendo...


..:: ۞ ::..





SPOILER (click to view)
Bene ragazzi, comincio col precisare che tutti quanti siete ad un ottimo livello di partenza. Preciso all'utente kurabica che può ancora entrare nella classe facendo un post di 80 righe minimo complessive, ovvero 40 della presentazione e 40 del secondo post.
Passiamo ora ad analizzare i vostri post:
Quoll: Senza dubbio un buon post di presentazione, sono soddisfatto del tuo lavoro, ma puoi ancora migliorare. Per esempio, soffermati maggiormente sulle descrizioni, mentre sugli stati d'animo sei ok. Ricorda che delineare un pg è cosa difficile, e l'immedesimazione in esso viene semrpe premiata. Anche l'assenza di sentimenti va descritta, anche se è ardua impresa, talvolta è molto più comunicativa di sentimenti palesi, sta tutto a te sviluppare il tuo personaggio in base alle linee guida da te tracciate. Cerca insomma di renderlo "vivo". Mi aspetto molto da te.
Karin: Un buon post anche il tuo, ci sono imprecisioni legate alla logistica, ma sono collegate al fatto che è il psot che avevi destinato al corso chiuso, quindi questa volta non ci sono problemi. Attenta alle ripetizioni e soffermati di più sulle descrizioni, fai interagire la tua pg con l'ambiente che la circonda. Attenta alle abbreviazioni, agli accenti e agli apostrofi, oltre che alla punteggiatura, sono cose che nella valutazione generale del post contano parecchio. Con una attenta rilettura del lavoro scongiurerai tali problemi. Per il resto ti sei calata bene nel pg e scrivi abbastanza, i contenuti inoltre ci sono. Migliora tutti quegli aspetti di contorno che ti ho sottolineato e farai progressi enormi.
Hidan: Davvero un bel post. Non ci sono particolari appunti da farti, poichè al tuo livello entra in campo la soggettività. Dal mio punto di vista mi sentirei di rimproverarti il lessico troppo specifico adoperato, ma non è assolutamente un difetto. Volevo solo farti comprendere che, sebbene denota una ottima cultura nel campo, mette in difficoltà l'eventuale lettore. Ovviamente deciderai in base ai tuoi obiettivi, se scrivi per te stesso continua tranquillamente così che va benone. Le descrizioni sono di ottima fattura e il pg è decisamente ben impersonato. La forma estetica del post è gradevole e i contenuti lo sono altrettanto. L'unica cosa che forse non emerge a dovere sono gl istati d'animo del pg, che pare passivo, rispetto agli eventi e governato più da te in quanto persona che da lui in quanto pg. In realtà è un periodo circostritto ad alcuni tratti del lavoro, ma chiariamoci. Se fossi uno studente qualunque non arriverei a frti questo appunto, ma essendo tu un eccellente player, qualcosa su cui migliorarti devo anche suggerirtelo, poi sta a te seguire o meno i consigli, anche se so che non lo farai XD.

Adesso, ragazzi, miraccomando al prox post, avete una settimana di tempo e un minimo di 40 righe da skrivere. Prestate attenzione alla parte scritta, mi servirà a valutare le vostre capacità descrittive, descrivete il sudore, l'aria tagliata dal colpo, l'impeto, il movimento muscolare, il sollevarsi della sabbia o il muoversi dell'erba in seguito al colpo, la preparazione e gli stati d'animo provati nell'eseguirlo.

Buon lavoro e...
Enjoy ^^









 
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Kiss me!I'm contagious
view post Posted on 27/2/2008, 13:22




fIRST LeSSON


SPOILER (click to view)
narrato
pensato
parlato


Karin era al centro della stanza, tranquilla si toccava piano i capelli,seduta. Il sensei era sulla cattedra, lanciava sguardi a tutti loro, come volerli scrutare, ma aveva un' espressione di profonda noia, come se qualcuno l avesse costretto ad essere li, a insegnare ai nuovi studenti qualcosa.

§dio mio questo, speriamo che valga qualcosa, se non voleva fare il sensei perchè ha accettato l incarico? sicuramente non aveva di meglio da fare!§

Karin sbuffò mentre piano si sfilò gli occhiali, prese il pezzo di stoffa dentro la tasca dei calzoncini e iniziò a pulirli accuratamente mentre ascoltava le spiegazioni del sensei.

CITAZIONE
La burocrazia mi impone di fare tali discorsi, fosse per me allevierei a voi la noia di ascoltare e mi risparmierei la seccatura di esporre tali informazioni. Ma siccome siamo in un Kirigakure lontano da quello di un tempo, mi limiterò a seguire le norme con voi. Adesso, uno alla volta, vi presenterete e mi esporrete i motivi per i quali desiderate diventare degli shinobi. Poi, dovreste anche dirmi se appartenete a qualche clan o cose del genere.
Sottolineo, che delle vostre parole io non mi curerò affatto, è la regola che impone che voi le pronunziate, ma nessuno mi obbliga ad ascoltarle.

§non ho voglia di parlare, mi limiterò a dare informazioni generali.. ho altro per la testa, poi sicuramente farò un piacere a lui e a me stessa§

Karin si guardò intorno mentre si rimetteva gli occhiali, ora le immagini circostanti erano molto più nitide, poteva osservare i volti dei suoi compagni, anche se tali non li considerava. Sbuffò, odiava quel silenzio, e quei occhi del Sensei che li scrutava, come se attendesse una risposta, sembrava avere fretta.
La ragazza accavallò le gambe, automaticamente i calzoncini si alzarono di qualche centimentro, mostrando meglio le gambe più o meno snelle, poggiò i gomiti sul banco, mentre con la mano vicino all' orecchio destro giocava con i capelli intrecciandoseli nelle dita, dava un aria di profonda sicurezza.

§non parla nessuno, bè.. inizio io§

Il silenzio che caratterizzava la stanza venne spezzato da quella vocina tenera, che contraddiceva l'aria strafottente che aveva la nuova matricola.

"Sono Karin , ho 17 anni e come ovvio appartengo al villaggio di Kiri da quando posso ricordarmi, non ho nessun clan, o almeno non lo so , visto che per mia fortuna non ho genitori,vorrei diventare ninja per poi specializzarmi nelle arti mediche ed essere d'aiuto al villaggio"

Poche parole, dette con freddezza e controvoglia, ma non sapeva nemmeno fingere più di tanto , quindi le conveniva dire tutto senza scendere troppo nei dettagli della sua vita privata , dopotutto,non sarebbe importato a nessuno. Si rilassò per un secondo, e si mise in una posizione decente, prese tra le mani il foglio, senza attendere di ascoltare ciò che avevano da dire gli altri, bè sinceramente, non le interessava, era come se in quella stanza ci fosse stata solo lei, aveva un obbiettivo e non poteva assolutamente lasciarsi andare in stupide formalità.

§Descrivere.. oddio non mi viene niente in mente, ma che razza di prova è? futile.. è questo l aggettivo che le si addice§

La ragazza abbassò il foglio per fissare il sensei.

§Questo non avrà nemmeno voglia di farci fare attività pratica,con chi diavolo sono capitata?§

Karin sbuffò mentre cercava con lo sguardo la penna che aveva poggiato prima sul banco. La prese tra le dita . Poggiò il gomito sulla superfice fredda del mobile e posizionò la mano sulla fronte .Iniziò a pensare intensamente, non era da lei, ma voleva essere un ninja conosciuto, la prima ragazza di cui si sarebbe sentito tanto parlare, della sua grande specializzazione nelle arti mediche tale da superare le capacità del suo compagno, Akira, che godeva di molta fama. Fin da piccola si era sentita sempre messa da parte, come se fosse solo un dettaglio della vita. Ora le cose dovevano cambiare, doveva spiccare rispetto agli altri, doveva valere qualcosa, tutti dovevano capire che pure lei esisteva. Mentre con tanta superbia rifletteva poggiò la penna sulle labbra..

§Vediamo, magari semplicemente un pugno.§

Mentre gli altri continuavano le presentazioni la ragazza iniziò a scrivere, veloce, non sentiva nemmeno i rumori che si diffondevano nella stanza..

CITAZIONE
.Sferrare un pugno.
Una mossa azzardata in quanto scegliendola è inevitabile che si vada incontro al corpo a corpo. Si è coscienti del rischio di un possibile e veloce contrattacco da parte dell avversario, nel quale non hai molto tempo di reagire,la distanza tra te e lui è minima, oltre alla reazione fisica non puoi avere nemmeno quella mentale, quindi sceglierei questa mossa solamente dopo essermi garantita se l' avvversario è veramente danneggiato, come se dovesse essere un attacco per atterrarlo definitamente o per una notevole quantità di tempo.
Se i corpi sono già vicini e l avversario abbassa la guardia è il caso di sferrare un pugno, più mirato e potente possibile.Magari nella zona della bocca dello stomaco, in quanto è la parte più debole del torace.
In un primo tempo , il corpo è in posizione verticale rispetto all avversario, il braccio sinistro è proteso in avanti con la mano aperta, quello destro invece è all indietro proprio accanto al fianco se non più lontano, piegato, il pugno destro ben saldo e con la chiusura delle dita rivolta verso l alto.Con uno scatto veloce si tende a mandare indietro di colpo il braccio sinistro, il torace ruota di 90° gradi almeno per raggiungere una posizione orizzontale rispetto all avversario, anche i fianchi seguono il movimento. Tutto il corpo è sostenuto dalle gambe, durante l azione anche la gamba destra passa avanti ma comunque è sempre la sinistra che ha il ruolo di 'muro portante'. Questo spostamento violento da un forte slancio alla parte destra del corpo, quella dove sta situato il pugno da sferrare.La cosa migliore da fare sarebbe che in questa frazione di tempo, il ninja portasse un pò di chackra in punti ben precisi della mano che andrà a danneggiare l avversario, almeno per avere un ottimo risultato nel caso il colpo andrà a segno.Una minima quantità di chackra verrà posizionata nelle nocche mentre una maggiore nelle falangi prossimali,quelle che collegano il dito al metacarpo, sarà proprio quella la zona che andrà a colpire la bocca dello stomaco del nemico ed è quella che merita più importanza.Nel momento in cui stai per avvicinarti all' avversario la tensione è alle stelle, non puoi pensare ad un attacco eventuale nel caso il primo non riesce, devi solo sperare che non devi trovare eventuali soluzioni, che tutto vada al meglio anche perchè se non hai dei buoni riflessi, al 90% dovrai assumere un contrattacco,ti danneggerà abbastanza in quanto non hai la possibilità di stare in guardia.

Finito di scrivere la ragazza fissa ancora il foglio
§speriamo basti cosi..§

Karin poggiò la penna e attese gli altri.

§non posso permette di essere bocciata..§
 
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Gas III
view post Posted on 29/2/2008, 09:58




CITAZIONE
xChiedo Perdono per aver dato confusione al Corso, e affermo il mio Ritiro...senza Riserve



CITAZIONE
xE con questo chiudo la mia permanenza sul Forum

 
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.:[Kurabica]:.
view post Posted on 1/3/2008, 15:52




SPOILER (click to view)
CITAZIONE
Narrato
– Parlato
Pensato


§ L’inizio



Un trepido ma lento rumore era il sottofondo di quell’alba nuova, di quel ciclo che da miliardi di anni si ripeteva sul globo. Il Sole stava per sorgere. Già i tenui raggi dorati si vedevano oltre l’orizzonte. Quella linea perfetta, leggermente curva, sembrava dettare la solita monotonia, perché era questo che scuoteva il Kirigakure no Sato, semplice monotonia. Nebbia e mare, questi i soli due elementi che dominavano in una terra fatta di isole , isolotti ed atolli.
Il vento scosse i suoi lunghi capelli. Sembrava un demone, o forse un angelo, non sapeva dirlo con certezza, fatto sta che egli era diverso. Dentro di sé portava un dolore troppo grande, infinitamente grande, da non poter essere condiviso, da non poter essere rivelato. Avrebbe dovuto soffrire in eterno. Era forte. Ogni giorno lo era di più. Ma ancora non era in grado di tenere a freno quel dolore, quella rabbia che gli cresceva dentro.

-DANNAZIONE!



Un pugno partì contro la parete al suo fianco. Le nocche impattarono contro il duro cemento con una pressione spaventosa. La carne si aprì. Rivoli di sangue sgorgarono lentamente scendendo , in piccole, minute gocce fino al suolo. I capelli che gli nascondevano il viso non celarono la sola goccia che scivolò lungo la guancia destra fino al mento. Lì rimase sospesa qualche secondo, incerta , poi cadde.

-Vi troverò e vi ucciderò tutti!Questa è una promessa per te madre!Ti vendicherò!



Portò il pugno al fianco, poi lo strinse forte, l’avambraccio vibrava leggermente per la rabbia. Poi improvvisamente, si rilassò. La mano ricadde inerte lungo il fianco. Il sangue che scorreva lento e viscoso su di essa, per poi in piccole gocce cadere al suolo.
Il capo del giovane ragazzo era chino, nascosto dalla frangia di capelli. Era tutto silenzioso, troppo.
Poi improvvisamente, il volto si girò verso il semicerchio appena apparso dietro l’immenso oceano. Fu uno spettacolo intenso, degno di nota, ma soprattutto rassicurante. Vedere quell’immenso disco rossastro bruciare tutto ciò che trovava davanti, smuovendo le correnti d’aria a dare illusione che così fosse, dava serenità.

Con l’animo sazio di calma, dopo essersi sfogato, attese per un po’ che il sole si levasse ancora un po’ oltre quella striscia di mare. Egli sapeva che in quella direzione si trovavano le terre continentali: il Paese del Fuoco, Del vento, Della Roccia. Era tutti ad est. Quello della Nebbia e delle Onde erano del tutto isolati sulle isole occidentali. Un giorno avrebbe visitato le terre al di là del mare. Avrebbe fatto conoscere il suo nome negli altri villaggi, ma prima toccava portare a termine la sua missione. Liberare quelle terre dal brigantaggio e dalla perfidia di usurai e criminali di ogni specie. Era la sua missione, la sua unica missione. Solo uccidendoli tutti avrebbe potuto vendicare la morte di coloro che li avevano portati alla rovina. Lui avrebbe riportato in auge il suo Clan. Rifondarlo, ricostruirlo. Dare vita a qualcosa di nuovo ed inaspettato, più forte di prima.

Fu così che scese dal terrazzo andando verso la sua piccola camera, calandosi per le balconate e per i cornicioni. Andò nel piccolo stanzino adibito a bagno. Aprì il rubinetto e passò la mano sotto l’acqua fredda. Un leggero bruciore gli fece formicolare le dita. Le nocche perdevano sensibilità, essendo l’acqua molto fredda. Sciacquò le mani, poi la faccia. Più e più volte. Infine chiuse il rubinetto alzando il volto verso il piccolo specchio sovrastante. L’immagine che si riflesse era ben diversa da quella che egli stesso di sé immaginava. Il suo volto era magro, leggermente scavato dalle molte notti insonne. Gli occhi, di un azzurrino intenso, mostravano una durezza nuova, ma anche una profondità d’animo unica, creata dalla dimensione di dolore che il soggetto viveva eternamente. Prese un asciugamano e si asciugò la faccia. Si avviò verso la stanza centrale. Dalla porta si vedeva al di sotto una busta sigillata. Sorpreso, e quanto mai sospettoso – in fondo non conosceva nessuno, e nessuno gli aveva scritto mai- afferrò la lettera e tirando la parte superiore con un sonoro strappo, iniziò a leggere il foglio di carta al suo interno.

CITAZIONE
La sua iscrizione è stata pienamente accettata, Sephirot Strife. Può prendere parte alle lezioni in Accademia. Secondo le nostre informazioni, lei è stato assegnato nell’aula 6 del secondo piano. È pregata la sua presenza tra tre giorni a partire dalla consegna della lettera.

Amministrazione di Accademia


Un sorriso senza felicità, crudo, gli si disegnò sul volto. La sorte per lui stava creando le condizioni favorevoli alla sua vendetta. Poteva diventare ninja, doveva solo mettersi d’impegno.
Lasciò il foglio su un tavolino nella piccola camera, poi si buttò nel letto mettendosi a pancia in su , le braccia spalancate, lo sguardo rivolto verso il soffitto.

Questo è l’inizio della mia vita, la possibilità di riscattare tutto ciò che ho perso, l’unica chance di liberare il mondo da quel male, lo stesso che mi ha fatto questa.



Si passò una mano sul cuore. Il dolore al suo interno era troppo forte. Le ferite fisiche possono facilmente guarire, ma per quelle dell’animo non c’è cura, tranne l’amore. Ma quello non esisteva nella sua vita. Non più ormai. Tutti gli affetti che lo legavano a quel sentimento erano morti da tempo. Stranamente la mente si placò ed il corpo, ormai stanco, fu libero di prendere sonno.

I giorni successivi furono relativamente parchi, senza eventi di sostanziale importanza. L’unico pensiero che scuoteva il ragazzo era sempre lo stesso: vendetta.
Eppure dentro di lui si affacciava un qualcosa di nuovo. Non riusciva a credere a ciò che aveva che gli era successo. Finalmente la fortuna lo aveva abbracciato e, in modo quasi impercettibile, lo rendeva più felice, più calmo con sé stesso. Il suo Io non era nero come tutti gli altri giorni. Lentamente si incominciava ad intravedere qualche macchia di grigio. L’aura negativa di emozioni e sentimenti si faceva più debole su di lui, lasciandolo anche un po’ più capace di poter liberamente ragionare di per sé, e no per la forza delle sue emozioni.

Infine il sole sorse per la terza volta. Quel giorno fu diverso. La notte precedente aveva dormito profondamente, per la prima volta. Niente incubi, né tantomeno insonni veglie al chiaro di luna. Solo riposo. E ciò gli fece sicuramente bene. Quando si alzò da letto, lo sguardo ancora assonnato, fu felice di vedere il suo volto allo specchio quasi normale. Non smagrito dal dolore.
Con una carica in più, si preparò. Prima di andare via, si avvicinò alla scrivania. Lì, poste su un panno di velluto rosso, vi erano disposte in fila, tutte le armi. La lama dei kunai risplendeva e sembrava essere stata affilata bene, così come le punte degli shuriken. La sera prima aveva passato un po’ di tempo fermo a compiere quel gesto ripetitivo, spolverare con il panno quelle armi, di cui ora avrebbe più spesso fatto uso. Dispose le armi nella borsa, e dopo essersi passato la mano davanti alla frangetta per smuoverla un po’, si avviò, chiudendosi la porta alle spalle.

Raggiunse l’edificio in poco tempo, non era distante dalla sua abitazione. Il cielo era gonfio di pioggia. Nuvole grigie e nere si affollavano nel cielo. Stranamente sorrise. La nebbia non c’era, segno che la pioggia avrebbe lasciato il villaggio un bel panorama da guardare.
Salì le scale fino al secondo piano come indicato nella lettera che aveva ricevuto. Tante erano le persone che si affollavano per i corridoi, ma non vi fece molto caso. Osservò varie facce, di cui alcune era sicuro di averne già visto il proprietario, ma la sua unica preoccupazione era trovare l’aula 6. Poi la vide. Un porta di legno con un misero 6 posto su una targhetta anch’essa di legno. Si avviò con passo lento, il cuore che batteva all’impazzata.

Perché il cuore batte così? Cosa ho da temere? È forse perché è il primo grande passo verso il mio futuro? È per questo?



Si bloccò ad un passo dalla porta. Gli occhi persi dietro la frangetta , che nascondeva il suo volto a tutti.

Devo farlo. Non devo avere paura. Io non ho paura. Fatti forza ed entra, ora! Devo avviarmi verso il mio destino.



Il piede si mosse, il suo corpo varcò quel muro immaginario che sorgeva sulla linea della soglia. Un ragazzo poco più grande di lui era seduto alla cattedra. Già altri studenti avevano preso posto nell’aula. Vide un banco vuoto e vi si sedette.



§ Presentazioni Marziali



Il ragazzo che aveva visto seduto alla cattedra era il suo sensei. Non gli diede particolari emozioni, né tanto meno gli ispirò fiducia. Sembrava una persona nomale, come tante altre in quel villaggio così diverso da tanti anni prima. Ricordava bene gli orrori che furono compiuti a quel tempo. Era solo un bambino, ma non aveva dimenticato quegli orrori. Ricordava perfino quando il Clan Kaguya si era ribellato contro il villaggio. Ora invece viveva in una specie di pace forzata. Sembrava essersi riuscito a controllare. Comunque guardandosi intorno si era reso conto del foglio posto sul banco. Era bianco. Tuttavia non si chiese a cosa servisse, perché il maestro aveva da poco iniziato a parlare.

CITAZIONE

Bene, ragazzi, cominciamo. Il mio scopo qui sarà di valutare se siete adatti o meno ad anelare al grado di genin ed essere ufficialmente riconosciuti come Genin del Kirigakure. Svolgerete varie prove tramite le quali valuterò la vostra idoneità.


Prese una pausa. Sephirot non fece che rimanere impassibile. Era ovvio tutto ciò che aveva detto. Già dalla presentazione comunque si rese conto che il maestro non era così normale come credeva. Un certo grado di preparazione lo possedeva. Rimase attento, impassibile, la lunga frangia lo nascondeva dagli sguardi di chiunque. Il ragazzo continuò.

CITAZIONE

La burocrazia mi impone di fare tali discorsi, fosse per me allevierei a voi la noia di ascoltare e mi risparmierei la seccatura di esporre tali informazioni. Ma siccome siamo in un Kirigakure lontano da quello di un tempo, mi limiterò a seguire le norme con voi. Adesso, uno alla volta, vi presenterete e mi esporrete i motivi per i quali desiderate diventare degli shinobi. Poi, dovreste anche dirmi se appartenete a qualche clan o cose del genere.
Sottolineo, che delle vostre parole io non mi curerò affatto, è la regola che impone che voi le pronunziate, ma nessuno mi obbliga ad ascoltarle.


Un sonoro scricchiolio di ossa seguì la rotazione del suo collo, poi concluse.

CITAZIONE

Se non volete dire la verità o ritenete scontato farlo, inventate, infondo uno shinobi deve essere anche in grado di mentire con convinzione...Ma vi avviso se noto che non sapete farlo, sarete bocciati all'istante.
Dunque fate come meglio ritenete.


Poi attese, poi iniziò a camminare per l’aula, osservandone le particolarità.

CITAZIONE

Dopo che vi sarete presentati, svolgerete il vostro primo compito, scritto. Descriverete un colpo di arti marziali: sia esso un pugno, un calcio, una ginocchiata, una posizione difensiva o offensiva. Dovrete soffermarvi sui particolari, descrivere ogni minimo dettaglio del gesto e valutarne l'efficacia in uno scontro con un parigrado decisamente più robusto di voi e possidente forza fisica maggiorata. Dovrete solo indicare come e in che modo sarebbe conveniente utilizzare il colpo da voi scelto e perché l'avete scelto per affrontare quell'avversario.


Si risedette sulla sedia, osservando le sue carte. Sephirot osservò intorno. La ragazza iniziò a parlare per prima. Sembrava decisa, aveva un tono pacato , ma non fece intuire molto di sé dalle sue parole, tranne la su propensione per la medicina.

Animo gentile, dolce e tranquillo. Questa è la sua natura. Orfana addolorata, ma ben cresciuta, questa la sua storia.



Non riuscì ad evincere di più dalle informazioni proposte dalla ragazza. Essendo arrivato in ritardo, pensò di giustificarsi cominciando a parlare lui. Si alzò senza che la sedia facesse rumore strusciando sul pavimento. I capelli gli nascondevano il volto e questo creava la giusta atmosfera. La sua voce si levò roca, bassa, flebile, quasi un sussurro, ma sapeva che il ninja seduto alla cattedra l’avrebbe udita.


- Il mio nome lo conosce già. È scritto su quell’elenco. Della mia vita posso solo dirle…



Una mano scostò di poco la frangia di capelli. Un lungo taglio sulla guancia fu visibile a tutti, così come l’occhio carico di rancore poco sopra. Le iridi azzurrine erano ferme e decise, spettrali però.

- …che sarà dedicata allo sterminio di tutti coloro che hanno arrecato danno a questo villaggio. Per questo sarò ciò che il Kirigakure ha sempre, nella sua tradizione, creato : un assassino.



Mise un particolare accento sull’ultima parola, pronunciandola quasi come un sibilo, un qualcosa di oscuro e nero, la porta del baratro dell’infermo. L’inizio della fine.
Lasciò andare la frangia, che ricadde sul volto, poi si risedette, concentrandosi sul foglio bianco . Doveva descrivere un colpo e il suo utilizzo. La sua arte non era molto raffinata nelle arti marziali, era semplice e soprattutto potente. Si basava su quella che era definita Kick Boxing, ovvero un incrocio tra Karate e Boxe. Questo perché alcuni maestri trovarono interessante la boxe thailandese, chiamata anche Arte Mortale o Muay Thai. Da questa disciplina tolsero i colpi di gomito e ginocchio e la fusero con la boxe e il full contact karate, creando così la kick boxing o kickboxing.
Prese una penna dalla tasca e, poggiato il gomito sul tavolo iniziò a scrivere, già deciso di descrivere il colpo che preferiva. Poche volte si era cimentato in un duello vero e proprio. Sperava ardentemente un giorno di fare molta esperienza, perché nelle missioni era di vitale importanza saper duellare. Non a caso le arti marziali erano una delle discipline fondamentali oltre al Ninjutsu ed al Genjutsu.

CITAZIONE

Il calcio rotante basso o low kick



Durante un combattimento, soprattutto contro avversari molto veloci, o fisicamente più forti, è necessario sferrare colpi che danneggino la possibilità di movimento dell’avversario, creando così le condizioni favorevoli alla vittoria. Un avversario che non può muoversi, è finito, qualunque sia la sua forza. Nelle arti marziali non è importante la forza fisica, ma bensì la tecnica e la velocità con cui si porta un colpo. Infatti se il colpo, ammesso che sia potente, non sia portato nel giusto modo, esso scaricherebbe la forza in modo sbagliato perdendola e non creando molti danni. Fatta questa premessa, e menzionata l’importanza di ridurre la possibilità all’avversario di muoversi, il punto prescelto per colpire è sicuramente la zone delle caviglie, potenzialmente più debole, perché non protetta da muscoli. Ed è qui che entra in gioco il low kick. Il movimento del calcio basso viene effettuato torcendo tutto il corpo a partire dal piede di appoggio che, nell’esecuzione, ruota di 45° gradi in avanti nella direzione del movimento, mentre con l’altra gamba si colpisce il bersaglio, sfruttando il movimento torcente del corpo, con la tibia o con il collo del piede. Il colpo risulterà più potente e veloce quanto maggiore sarà la capacità di torsione. È appurato che un corpo che ruota su se stesso ha maggiore velocità di rotazione se la superficie estesa del suo corpo, a contatto d’attrito con l’aria, è ridotta. Quindi , anche per un fattore di protezione, durante il colpo, si serrano i pugni davanti al volto e al busto. Il colpo ha una duplice funzione: colpire il punto nevralgico del movimento avversario, ovvero la caviglia, e nel caso di insuccesso, creare le condizioni favorevoli per sferrare un high kick, detto normalmente calcio alto, diretto alla faccia o alla base del collo, compiendo un salto con rotazione rapida in volo. Naturalmente il colpo deve essere portato rapidamente. Se si combattesse contro un avversario con maggiore forza fisica, sarebbe rischioso sferrare un colpo del genere senza sapere quanto veloce è l’avversario. Questa è una tecnica che comporta dinamicità e velocità. È un colpo rapido, un mordi e fuggi, ma che provoca molti danni. Tuttavia mentre si sferra il calcio si è potenzialmente coperti al busto ed al volto con le braccia, e questo è sicuramente un vantaggio.

Finì di scrivere, incurante se la descrizione bastasse o meno. Posò la penna, poggiando la schiena allo schienale della sedia, ed incrociando le braccia al petto. Attese gli altri, ed intanto osservava il sensei, anche se con sguardo vacuo, da dietro quella frangia lunga. Davanti ai suoi occhi passavano immagini contorte, immagini di morte e sangue, urla e stridi e poi il silenzio.



CITAZIONE
Scusate ancora per ritardo, ma è un periodo brutto. Ringrazio il sensei per la gentile e gradita proroga concessa^^



Edited by .:[Kurabica]:. - 3/3/2008, 17:56
 
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Dev|L_ZaBusA
view post Posted on 2/3/2008, 21:49




chiedo scusa per l'attesa...non è mia abitudine far attendere....ma avendo dei problemi vi chiedo la gentilezza di aspettare un altro giorno...se è possibile vorrei postare domani sera
 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 2/3/2008, 22:01




SPOILER (click to view)
Tranquillo Devil. Aspetto anke il secondo post di Kurabica, pertanto vi concedo sino a mercoledì per opostare ma per prudenza vi cosniglio di farlo prima.
 
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<The Jester>
view post Posted on 5/3/2008, 16:37




CITAZIONE
Narrato
§Pensato§
-Parlato-



§ “ora non vali niente,e non porti denaro a casa,e se non porti denaro,non compriamo da mangiare,quindi vattene,torna solo se avrai dei soldi”, vecchio bastardo è proprio la tua voglia di denaro che ti ha fatto crepare quella maledetta notte,meglio non averlo un padre come te, ma ora ho una vita,e dei soldi e me li bevo alla tau salute,mentre tu starai scavando in quell’inferno che ti sei cercato,e io da quassù non ti calcolo neanche, sono passati 6 anni da quando sei morto e da quando mi hai detto quella frase,ben ti sta stupido vecchio §

Sha era assorto nei suoi pensieri,che lo riportavano alla notte di 6 anni prima,quando per un fortunato caso il padre aveva lasciato questo modo per recarsi in un mondo che piu gli si addice,e lo aveva lasciato in un modo più che soddisfacente,ucciso dagli strozzini, e in quel periodo non mancavano proprio.
Il sole era calato da un pezzo,e la tiepida notte faceva la sua entrata timidamente,le stelle sembravano perdute,la luna prendeva il suo posto,splendente,ma circondata lo stesso dalle nubi assassine della notte,era proprio cosi che si sentiva quella notte Sha.
Tre colpi distolsero la sua mente da ogni sorta di pensiero,come tre lance penetrarono quel fertile terreno, la porta di legno restava salda nella sua posizione,il giovane si alzò percorrendo il freddo corridoio con i piedi nudi,non sapeva chi poteva essere a quell’ora di notte,ma gli interessava,accellerò dunque il passo arrivando alla porta ed aprendola in parte.
Vide una strana figura,non si era neanche accorto che aveva cominciato a piovere,lo notò dal rumore che facevano le gocce sulla nera divisa dello straniero,non fece in tempo a proferire parola che questo poggiò una lettera a terra e con un velocità impressionante svani nel fragore della pioggia.
Era una lettera di presentazione,lo si vedeva dal marchio inciso nella cera calda che sigillava la lettera,le 4 onde stilizzate dell’anello del mizukage,si vedeva però che non provenivano dal suo anello,il solco era troppo profondo,provenivano dunque da un ordinario timbro d’ufficio.
Sha aprì delicatamente la lettera sussurrando il contenuto in modo da memorizzarlo più velocemente.

-Con la presente si dichiara che Sha Koga è stato ammesso al corso preparatorio necessario per sostenere l’esame genin.pertanto la preghiamo di raggiungere l’accademia fra tre giorni e di recarsi presso l’aula n 6 che si trova al secondo piano dell’accademia.
Le ricordiamo inoltre che solo se seguirà tutte le lezioni del corso potrà accedere all’esame,e nel caso riuscirà ad accedervi non è detto che lo passerà,tutto sarà a discrezione del sensei che nel suo caso sarà : Keita Mikawa.
Ossequi.
-

§A quanto pare sono stato ammesso all’accademia,la mia preparazione non era poi tanto scarsa come pensavo,ora dovrò seguire il corso con questa Keita,non penso sia un cosa facile,non sono solito socializzare con la gente di questo paese,spero sia un persona decente,speriamo mi insegnerà cose utili,quelle che so fino ad ora non mi soddisfano a pieno.
Ora mi devo preparare,ho tre giorni per presentarmi in una forma decente
§

Ripose la lettera nell’armadio che teneva vicino al letto,prese il suo indumento preferito poggiandolo sul comodino,estrasse i suoi strumenti,kunai a shuriken, sistemandoli perpendicolarmente alla veste all’altezza del bacino,tornò poi a letto,era stanco morto dopo la giornata che aveva passato,si lasciò trasportare da un unico pensiero prima di dormire

§E cosi inizierò a farmi strada in questa vita,proteggendo un villaggio che non mi ha mai protetto e giurando fedeltà ad una persona che neanche conosco,spero solo che i miei compagni di squadra siano interessanti,e che il sensei possa soddisfare la mia sete di sapere,ma basta pensare,le mie domande riceveranno una risposta fra tre giorni,buona notte al mondo.§

Tre giorni dopo
Ore 6 e 30
La luce del sole penetrava furtivamente attraverso la finestra,il puerile volto di Sha veniva illuminato da questa luce che come fosse artificiale non riscaldava assolutamente nulla,lasciando alla fredda stagione il sopravvento,il vento soffiava impedendo alla pioggia di scendere,e le nuvole furibonde mostravano il loro color nero.
Sha apri gli occhi,un brivido percorse la sua schiena,era il giorno che la lettera sanciva come prescelto.Se anche fino al giorno prima non provava niente di speciale,non sapeva perchè ma quella mattina una sorta di euforia e di paura si aggiravano nel suo corpo.
Scese velocemente dal letto sentendo il duro pavimento sotto i suoi piedi,ma la piacevole sensazione del freddo lo riportava alla realtà.
Si vesti velocemente,non gli piaceva far attendere la gente,non era nel suo stile,era solito arrivare in anticipo agli appuntamenti.
Usci.La pioggia aveva ripreso a scorrere sciogliendo la terra sotto i piedi del ragazzo che camminava per le vie deserte di kiri,affondando nel terreno passo dopo passo; cominciò a correre velocemente,sentiva che la pioggia avrebbe cominciato a scendere più velocemente,cosi in pochi minuti.

§Eccomi arrivato devo andare nell'aula sei al secondo piano,dannazione mi si è bagnata la lettera di presentazione che cavolo,cosi certamente mi posso sognare la buona impressione,ma almeno con tutta quest'acqua posso mostrare qualche tecnica per farmi notare,ma ora devo correre,aula sei§

Corse per le scale facendo un cenno al vecchio custode che ormai era una figura e faceva parte dell'accademia,aveva passato diversi anni in quel luogo ed era invecchiato con l'accademia,la sua rugosa pelle lasciava trasparire un sorriso quando riusciva a muovere i muscoli facciali,era come una vecchia quercia che stancamente decise di piegarsi al vento della vecchiaia.
"Aula 6" era arrivato, Sha apri la porta trovando il sensei e altri studenti già in aula,un brivido gli scosse la schiena,no nera mai arrivato tardi in vita sua,forse perchè nella sua vita non vi erano mai stati orari fissi da seguire.

§Dannazione sono arrivato tardi,questo non ci voleva,ma come è possibile,mi sono svegliato presto e aveva già tutto pronto,ho corso per venire qui,non mi sono fermato un attimo,e sono anche riuscito ad arrivare in ritardo? va bene è ora di presentarmi§

-Sha koga, piacere di fare la vostra conoscenza-

Non indugiò oltre mettendosi a sede in un banco poco distante non occupato,guardando i suoi compagni di classe,la classe non era grande come se la immaginava,era macabra più che altro,con una sola finestra,rotta, entrava dunque acqua e vento,figuriamoci se qualcuno badava a riparare l'accademia,il soffitto era nero,per via dell'umidità che occupava le pareti,un sorriso percorse le sue labbra,era ora di cominciare.







Era iniziata,la lezione era iniziata,con un breve ma conciso discorso il sensei aveva cominciato ad esporre il da farsi,da quello che si vedeva non era contento di dover insegnare a quelli che sicuramente riteneva inetti le regole fondamentali per diventare un ninja.
Man mano che parlava a sha passava la voglia di seguire,quel tipo non lo motivava neanche un pò,inoltre la sua aria da superiore lo alterava,era pur sempre una persona,come si permetteva di parlare a loro in quel modo,ma la cosa che più lo fece alterare era la frase che disse a più o meno metà discorso: delle vostre parole io non mi curerò affatto, è la regola che impone che voi le pronunziate, ma nessuno mi obbliga ad ascoltarle. con quale presunzione quella specie di sensei aveva potuto dire tale cose,era pagato per sentirli,e per aiutarmi,sha decise comunque di non dargli molto peso aspettando che qualcuno prima di lui si presentasse,cosi da capire in mezzo a quali persone stava.
La prima a presentarsi fu una certa Karin appartenente al villaggio,disse che non sapeva se apparteneva a qualche clan,ma che in fin dei conti non glie ne importava,era orfana,ma come desiderio voleva diventare esperta nelle arti mediche per aiutare un giorno il villaggio.
Un nobile desiderio,ma se quella ragazza avesse vissuto nella periferia del villaggio,negli angoli più remoti,dove uomo ammazza uomo per rubargli anche pochi spiccioli,non avrebbe parlato cosi,sicuramente non avrebbe avuto tutta questa voglia di aiutare il prossimo.
Si alzò dunque un altro ragazzo,non pronunciò il suo nome,disse che il sensei già ne era a conoscenza,come desidero,vendicativo certo,ma non contro un rivale preciso,voleva diventare un assassino per uccidere tutti coloro che avevano danneggiato il villaggio.
Sicuramente agli occhi di Sha questo sogno sembrava più realizzabile e più decente,la riservatezza di questo ragazzo lo aveva impressionato,sicuramente aveva passato qualche brutto guaio.
Non parò più nessun altro,era il suo turno dunque,decise di fare un discorso conciso,non breve,se anche il sensei non avrebbe ascoltato lui aveva qualcosa da dire

-Ho gia detto il mio nome,ma non mi dispiace ripeterlo,cosi se non lo ha ascoltato la prima volta,avrà l'occasione di risentirlo,io sono Sha Koga.Il mio obbiettivo non è cosi puro come quello della ragazza che poco fa si è presentata,non voglio curare gente che il giorno dopo con la stessa mano che ho curato loro potrebbe infilarmi una lama di 20 centimetri nel bel mezzo del petto,senza offesa,ma questo non è posto per buoni di spirito.
L'idea del ragazzo che si è presentato prima di me non è sbagliata,è vero questo villaggio ha sempre creato assassini, e per questo non reputo sbagliato diventarlo,come vuole fare lui,ma io aspiro ad un grado superiore a quello di semplice assassino,io voglio,e lo diventerò, membro dell'equipe più temuta di kiri,di coloro che non hanno bisogno di presentazioni,diventerò uno dei sette spadaccini di Kiri,il possesso di una lama che è leggenda mi ha sempre affascinato,e dunque sarò mia.
Non posso dire che la userei strettamente per proteggere il villaggio,direi il falso,la userò per ciò che più mi aggrada,e se questo servirà anche a questo villaggio ben venga.
Per quanto riguarda il mio clan di appartenenza,io appartengo ad un ramo della famiglia koga che si è staccato dalla principale,il mio clan non è conosciuto da tutti,ed è giusto che sia cosi,non parlerò oltre riguardo l'argomento
-

Sorrise e smise di parlare,aveva detto ciò che pensava e cio che voleva dire,lo aveva detto con il giusto tono,la giusta determinazione,e non gli importava se il sensei lo avesse sentito o meno,sarebbe arrivato un giorno i cui le situazioni si sarebbero invertite,bisognava solo aspettarlo.
Prese la penna,era ora di fare il compito,pensava dunque.

§Se il nemico fosse più grande di me, e più forte,un attacco fisico offensivo sarebbe sicuramente rischioso e svantaggioso, inutile dunque provare ad eludere la sua difesa.Mi conviene allora una posizione difensiva,si la prenderò dallo stile Chen,non c'è stile più appropriato userò la forza nemica a mio vantaggio,per poi metterlo in difficolta.

Aveva deciso cosa fare,cominciò dunque a scrivere
CITAZIONE

Stile Chen posizione difensiva


Durante un combattimento con una persona fisicamente più preparata di voi,con una massa muscolare maggiore,la cosa più opportuna da fare è sfruttare la forza avversaria contro l'avversario stesso.
Questa è una cosa più che fattibile,basterà infatti mettersi nella classica posizione difensiva,con le braccia leggermente staccate dai fianchi,ma parallele ad essi,la gambe divaricate,e la colonna vertebrale dritta, questo consentirà di scaricare parte dell'eventuale colpo subito a terra tramite le gambe,e tramite un movimento che richiama la spirale,che dovrà partire dalle braccia,la possibilità di riflettere il resto della forza contro il nemico stesso che succube di una propria azione,senza difesa sarà costretto a subire gli effetti di un qualcosa generato da lui stesso.
Cosi si potrà senza troppa fatica superare la difficoltà data dalla differenza di massa muscolare,e salvare la pelle.

Fini di scrivere.Ora bisognava solo attendere che il sensei ritirasse i compiti e probabilmente lo avrebbe fatto con quell'aria da persona superiore e con quell'atteggiamento stanco di chi si trovava li solo per dovere.


 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 11/3/2008, 16:22





..:: ۞ Enthusiasm ۞ ::..


CITAZIONE
۞ Narrato
۞ Pensato
۞ Parlato

~ ..:: ۞ ::.. ~



۞ Le sorti di quel toruoso corso continuavano a soprendere i pallidi occhi verdi di Keita: ad un tratto due dei precedenti studenti abbandonarono l'accademia e due nuovi arrivati fecero la loro comparsa in scena. Entrambi ragazzi, ambedue particolari nell'aspetto fisico e nella personalità, essi potevano vantare alcuni tratti distintivi degni di nota, che a partire dalle loro presentazioni, ben differenti nella forma ma simili nel contenuto, emersero con spiccata vivacità. Sephirot Strife e Sha Koga, questi i loro nomi. Scosse il capo, polemizzando idealmente contro l'accademia, quel lavoro infondo l'aveva accettato solo per procurarsi dei soldi, ma la disorganizzazione di quell'organismo che dovrebbe essere il portante della società shinobi del Kirigakure gettò il Mikawa nello sconforto più totale.

۞ Che disorganizzazione...Allibisco dinanzi ad uno spettacolo tanto disarmante...Ora capisco cosa intendono i sensei dell'accademia quando tra un sorso e l'altro nelle osteria si lamentano dell'assoluta inefficienza del loro datore di lavoro...Mi toccherà sopportare anche questo.

۞ Nel mentre, passò tra i banchi a ritirare i fogli scritti dai suoi alunni: sperava vivamente di scorgere del talento in qualcuno di loro, in modo da adempiere veramente al ruolo di sensei che gli era stato affidato con un pizzico di entusiasmo che non guasta mai.

۞ Detesto coloro che giocano a fare i ninja, e nonostante le loro presentazioni senza dubbio d'impatto, hanno parecchio da dimostrarmi questi novellini. Ma spero di intravedere qualche elemento davvero promettente tra di loro, in modo da avere almeno un minimo di motivazione a mandare avanti questa noiosissima routine.

۞ Keita strinse tra le mani candide e violacee n conseguenza die segni del freddo quei fogli e si mise a sedere dietro la cattedra sulla sedia con braccioli, assorto nella lettura.

~ ..:: ۞ ::.. ~



۞ Trascorsero alcuni minuti prima che il Mikawa rialzasse il capo, rimkasto a fissare i fogli bianchi per un bel pò di tempo e comunicasse il suo verdetto ai ragazzi. Si alzò, e con voce sicura e tonante cominciò a commentare i loro elaborati:

۞ Bene, premetto che tutti quanti avete svolto un lavoro di valore nettamente superiore a ciò che mi aspettavo. Brava Karin, hai del potenziale: nonostante tu sia una donna e le tue ambizioni siano quelle di diventare uno shinobi medico, hai dimostrato di aver un notevole intuito e se avessi agito come nel tuo scritto probabilmente te la saresti cavata d'impaccio anche da sola. Ottima l'analisi dei pro e contro della tecnica, soprattutto nella considerazione di ogni fattore negativo che l'esecuzione del taijutsu potrebbe comportare. Ti illusto però l'errore che hai fatto.

۞ Con solennità si avvicinò al muro che stava di fronte ai ragazzi e srotolò una immagine avvolta su sè stessa, mostrandola poi alla classe.

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۞ Questo è il sistema circolatorio del chakra: esso presenta 361 punti di fuga, piccoli fori più piccoli della punta di uno spillo dai quali la nostra energi psico-fisica fuoriesce. E' possibile impastare del chakra in particolari muscoli per rinforzarli o aumentarne l'efficienza istantaneamente, ma non è nemmeno teoricamente ipotizzabile di farlo il zone come le nocche, non attraversate dal sistema circolatorio. Tienilo presente.

۞ Fece una piccola pausa e poi le sorrise, era un sorrisetto convinto, la ragazza prometteva bene e la sua ambizione era qualcosa di raro da trovarsi in quel di Kiri, dunque era un'allieva da preservare e tirar su al meglio. Procedette nel commento alle prove:

۞ Sephirot, anche il tuo lavoro è di eccellente livello e mette in mostra una profonda conoscenza di alcuni rami delle arti marziali, elemento senza dubbio positivo in uno scontro e in generale. Ottima descrizione, minuziosa e dettagliata, non hai lasciato nulla al caso e sefossi in grado di replicare quanto da te esposto nella pratica otterresti un buon attacco.

۞ Poi sogghignò leggermente, con tono provocatorio continuò:

۞ Ma non hai considerato la traccia. Non hai tenuto conto del fatto che l'avversario è decisamente più potente di te e non hai evidenziato i pericoli che corri nell'avvicinartici. Stai attento, perchè un errore di imprudenza del genere potrebbe costarti caro in battaglia.

۞ Proseguì non pago di giudicare i suoi allievi, era stato stimolato dalle loro eccelse doti e si era proposto di migliorarle anche se ciò avesse comportato l'essere più severi e andare a cercare il difetto anche in cose decisamente ottime.

۞ Buona anche la tua prova, Sha. Ma mi permetto di farti presente che non sai quanto è più forte di te l'avversario:se provassi a fare una cosa del genere contro di me, per esempio, verresti sbalzato all'aria e io non subirei il minimo danno. Buona comunque l'idea di sfruttare il bonus del nemico contro lui stesso.

۞ Sospirò, finalmente aveva concluso quel commento tanto prolisso. Ma non c'era molto tempo, e gli alunni vennero sottoposti subito ad una nuova prova. Keita si mise a sedere sul bordo della cattedra squadrandoli ad uno ad uno con guardo ora decisamente più partecipe fece loro presente quale sarebbe stato il loro prossimo compito.

۞ Adesso ognuno di voi tre si alzerà in piedi e presenterà una dettagliata e precisa descrizione di una di queste arti: Taijutsu, Ninjutsu, Genjutsu. Con questo avrete terminato la parte introduttiva all'esame, avendo eseguito sia una prova scritta che una orale. Miraccomando a non fare presentazioni scarne, dimostrare buone capacità oratorie è sicuramente necessario ad uno shinobi.

۞ Deglutì, approfittandone per prendere fiato e subito dopo riprese co ntono spigliato:

۞ Poi finalmente si passerà alla parte pratica. Ciascuno di vuoi si collocherà davanti a me, ed eseguirà un Ninjutsu: sceglietene uno a pieacere, magari provate a non sceglierne uno che danneggi il già precario ambiente nel quale ci troviamo. Attenti a non commettere errori nell'esecuzione e procedere con passaggi chiari e distinti.

۞ Incrociò le braccia all'altezza del busto e si mise ad attendere che i ragazzi mantenessero le buone impressioni che avevano in lui suscitato.


CITAZIONE
Bene ragazzi, molto bravi tutti quanti nei vostri precedenti post. Commento singolarmente:

Karin: Sei migliorata nei punti che ti avevo detto, raggiungendo un ottimo livello. Ti invito a rileggere i tuoi post per evitare gli ancora presenti errori di battitura. Se vuoi eccellere cerca dar maggior corpo ai post, aumentando le descrizioni esterne, poichè in quelle interiori vai già benone.

Sephirot: Un ottimo post, buono stile di scrittura e agevole padronanza della lingua italiana. Che dire, complimenti, sappi che mi aspetto molto da te. Per esempio che cominci a scirvere periodi più lungi e non sempre brevi, perchè ricorda: periodi brevi=ritmo concitato e spezzattato, enfasi alle parole e ai singoli momenti. periodi lunghi=ritmo rilassato ma continuo, con enfasi ai gesti eseguiti con cura e ragionamento. Dai più carattere al pg. Continua così.

Sha: Ottima presentazione e caratterizzazione del pg. Hai detto che piove quando io ho detto che ci sono le nuvole ma non piove, questo è un errore da non ripetere: in post fuori dall'accademia la cattiva interpretazioen del post del tuo avversario potrebbe condurti addirittura a situazioni dalle quali non vi sono possibilità di scampo, dunque presta più attenzione. Aumenta anke le descrizioni sia dei sentimenti del pg che degli ambienti esterni. Anke per te un buon lavoro e un augurio di proseguire su questa strada.

xPer la prossima prova avrete a disposizione fino al giorno 20 di Marzo. Descrivete al meglio le tecniche miraccomando, non tralasciate sigilli, agitazione pre-esecuzione, soddisfazione post-eseuzione, concentrazione durante l'esecuzione. La descrizione darà fondamentale, non siate approssimativi. Minimo di 50 righe per questo post, ma se riuscite a farne di più di certo non vi fa del male.




 
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.:[Kurabica]:.
view post Posted on 20/3/2008, 21:10




CITAZIONE
Devo scusarmi con tutti voi, e con il maestro Akira in particolare, ma sono costretto ad abbandonare il corso per problemi personali. Purtroppo non sarò più presente al Pc per molto tempo. Sono dispiaciuto del fastidio causato. Affermo il mio Ritiro e ringrazio tutti voi della gentilezza con cui mi avete accolto. Grazie ed Addio...o forse Arriverderci, chi lo sa xD xD Bye!

 
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Kiss me!I'm contagious
view post Posted on 26/3/2008, 22:42




§ ..:: I'll CaRRY On ::.. §



CITAZIONE
parlato Karin
narrato
pensato

Le penne degli compagni scorrevano veloci, silenzio nell' aula, Karin poteva sentire il rumore delle biro che si scontravano sul foglio, aveva finito abbastanza presto, e aspettava le consegne degli altri.
Aveva le gambe accavallate, i calzoncini le stringevano abbastanza le coscie, i gomiti erano poggiati sul banco, i lunghi capelli neri scendevano lsul viso, coprendolo, teneva la testa bassa .Si stava annoiando da morire,le dita giocavano con l'angolo sinistro del foglio, accartocciandolo. Non sapendo cosa fare , la kiriana si guardò intorno, lanciò un' occhiata verso i suoi compagni d' accademia, nessuno di loro la colpiva particolarmente anzi, era totalmente indifferente, quasi come se fosse sola in quell' aula fredda. Gli occhi neri squadravano qualsiasi cosa gli capitassero a tiro.Si fermarono sul sensei, aveva lo sguardo un pò perso, la ragazza provò una certa curiosità, chissà a cosa stava pensando. La mora portò le mani sul viso, poggiandolo delicatamente su di esse
§ha l' aria strana.. chissà se appartiene a qualche clan..§
In quel preciso istante Keita si alzò, passò tra i banchi per ritirare i fogli arrivato accanto alla mora, la ragazza glielo porse, non alzò lo sguardo, non lo incrociò con il suo, era come impaziente di sapere il risultato della prova, odiava l' attesa. Come odiava essere debole, inferiore, non se lo poteva permettere.Il sensei tornò alla cattedra e iniziò a leggere i test, Karin portò il pollice sinistro vicino alle labbra, se lo morse, un gesto di puro nervosismo
§quanto ci metti?§
battè un piede per poi stendersi con tutta la schiena sulla sedia
Keita iniziò a parlare, e Karin alzò la testa di scatto.

CITAZIONE
Bene, premetto che tutti quanti avete svolto un lavoro di valore nettamente superiore a ciò che mi aspettavo. Brava Karin, hai del potenziale: nonostante tu sia una donna e le tue ambizioni siano quelle di diventare uno shinobi medico, hai dimostrato di aver un notevole intuito e se avessi agito come nel tuo scritto probabilmente te la saresti cavata d'impaccio anche da sola. Ottima l'analisi dei pro e contro della tecnica, soprattutto nella considerazione di ogni fattore negativo che l'esecuzione del taijutsu potrebbe comportare. Ti illusto però l'errore che hai fatto.

La mora sbuffò senza dare troppo nell' occhio
§ti pareva...§
Incrociò le braccia e ascoltò a stento il sensei guardando l'immagine sul muro, piano si passò una mano tra i capelli, come per calmarsi, infondo, non valeva nulla..per ora.
Alla fine della spiegazione Keita le sorrise. Karin si fermò di colpo lasciando che la ciocca cadesse delicatamente sul viso, non se lo aspettava.Non aveva mai ricevuto un gesto cosi sincero, forse il sensei l' aveva notata, magari poteva valere qualcosa. La ragazza non rispose spostò solo la testa verso la finestra.
La kunoichi mentre il maestro continuava a commentare gli altri test, iniziò a guardare il paesaggio, nevicava, era abitudine a Kiri non vedere mai il sole.. non le dispiaceva affatto,era come se il tempo rispecchiasse l'animo della ragazza, c'era un senso di complicità.. ed ecco l' immagine di Akira nella mente, lo sguardo della kunoichi si spense, scosse piano la testa, come per scacciare quei pensieri.
Ancora una volta la voce di Keita disturbò ,il meditare ossessivo di Karin

CITAZIONE
Adesso ognuno di voi tre si alzerà in piedi e presenterà una dettagliata e precisa descrizione di una di queste arti: Taijutsu, Ninjutsu, Genjutsu. Con questo avrete terminato la parte introduttiva all'esame, avendo eseguito sia una prova scritta che una orale. Miraccomando a non fare presentazioni scarne, dimostrare buone capacità oratorie è sicuramente necessario ad uno shinobi.

§è quasi finita, meglio così..§
Karin si guardò intorno, nessuno di loro si muoveva, cosi alzò lo sguardo, come stufa, poggiò le mani sul banco e poggiando il peso del corpo su esse si aiutò ad alzarsi, una volta in piedi si aggiustò gli occhiali che le scendevano verso la punta del naso, le davano alquanto fastidio, o forse voleva guardare meglio il sensei in viso, odiava parlare senza guardare negli occhi qualcuno, faceva parte della sua strafottenza. Portò una mano sul fianco e iniziò a parlare, sicura.

"bè inizio io. Le arti magiche o meglio Ninjutsu,è una forma vaga che si riferisce praticamente ad ogni tecnica che usa il chakra e che permette all'utilizzatore di fare qualcosa che altrimenti non sarebbe capace di fare. Diversamente dai genjutsu, che provocano delle allucinazioni all'avversario, l'effetto dei ninjutsu è reale. Il Ninjutsu si basa sul chakra e la maggior parte delle volte sui sigilli delle mani , per essere efficace ,ogni sigillo mostra un differente animale dello zodiaco cinese. Le mani vengono messe in posizioni sequenziali che modellano il chakra nel modo necessario per eseguire il jutsu. Tuttavia questo non è sempre necessario e alcuni dei jutsu più semplici sembrano diventare una seconda natura per i ninja esperti, e sono in grado di eseguirli con la volontà. Inoltre alcuni ninjutsu possono essere classificati come jutsu elementali in quei casi dove sono utilizzati specifici elementi i quali sono:acqua, fuoco, vento, fulmine, terra."

Si fermò un attimo, forse non era stata abbastanza chiara o aveva tralasciato qualcosa, non le importava. In silenzio si avvicinò al sensei che stava poggiato alla cattedra con le mani incrociate, a passo lento arrivò dinnanzi a lui.

§
che tecnica posso fare..ha detto esplicitamente di non danneggiare lo spazio circostante, bè forse una semplice moltiplicazione del corpo. Almeno concludo in bellezza la prova, senza avere paura di sbagliare qualcosa..
§

La ragazza iniziò ad impastare il chackra Muovendo velocemente le mani che formavano le posizioni necessarie per lo svolgimento della tecnica
Tigre
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Cinghiale
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Bue
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Cane
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Karin rimase immobile, dopo la composizione si creò una leggera nube di fumo, ed ecco apparire accanto a lei un' altra figura, identica , i capelli lunghi e neri, gli occhiali poggiavano sul naso, la maglia con lo spacco sul ventre color corda, i calzoncini neri stretti, gli atteggiamenti, una copia perfetta.
La kunoichi dopo aver completato la tecnica si avvicinò piano a quest' ultima, allungò il braccio verso di essa e posizionò la mano con le dita verso l' alto all' altezza della spalla della copia, sfregò solo l'indice sul pollice che andò a colpire leggermente la zona puntata in precedenza.Di colpo si formò un alone di nebbia, identico a quello visto prima mentre la mora creava la copia, solo che stavolta, quest'ultima svanì al semplice contatto con il dito di Karin .
La mora si voltò verso Keita spostando con un delicato movimento di viso i capelli che le andarono a finire dietro la spalla sinistra. La ragazza restò immobile attendendo il giudizio del sensei.

CITAZIONE
Tecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin no Jutsu
Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane
Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni di se, composti unicamente di chakra. I cloni si presentano come una copia esatta del ninja che le ha create. Le copie possono essere create ad una distanza massima di 3 metri dall’utilizzatore. Le copie possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 10 metri, superata questa distanza si dissolvono. La resistenza agli urti è minima, infatti ciascuna copia è distrutta appena subisce un qualsiasi contatto. Il numero di cloni creati non deve mai superare il massimo espresso sotto. Un clone che non fa nulla di particolare dura 6 turni mentre un clone costretto a correre o altro dura solamente 3 turni. I cloni creati con questa tecnica non possono attaccare ne simulare un attacco. Possiedono però la controparte illusoria di qualsiasi arma base in possesso del loro creatore. Possono muoversi camminando o correndo, abbassarsi e muovere gli arti con media velocità, e saltare. Non possono fare tecniche e non hanno forza. Se toccati svaniscono.
[massimo copie: Studenti 3, Genin 5, Chunin 7, Jonin 12, Sp Jonin 15]
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo per Copia)



Edited by Kiss me!I'm contagious - 27/3/2008, 14:24
 
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Akira_Uchiha
view post Posted on 5/4/2008, 12:43





..:: ۞ Whishes ۞ ::..


CITAZIONE
۞ Narrato
۞ Pensato
۞ Parlato

~ ..:: ۞ ::.. ~



۞ Keita rimase basito di quanto potè constatare con isuoi stessi occhi: gli altri due studenti non avevano saputo rispondere ai quesiti posti dal sensei e con questo avevano praticamente ufficiailizzato la loro bocciatura. Non eseguirono nemmeno la tecnica richiesta, si alzarono e andarono via, tra lo stupore di Karin e del Mikawa. La ragazza però, dal canto suo, era riuscita ad impressionare il maestro, dimostrandosi diversa da tutte le kunoichi che aspiravano a diventare delle shinobi professioniste senza conoscere i rischi che si corrono in tale professione o senza avere un minimo di preparazione in materia. Il biondo le sorrise, un sorrisetto che era quasi un ghigno, erano rimasti solo loro due. Ma nonostante ciò gli stimoli per allenare quella allieva promettente c'erano tutti e permanevano. Si sarebbe dedicato solo a lei, dimenticando la noia e lo scopo della sua presenza in quel luogo, ovvero accumulare profitto pecuniario. La ragazza prometteva, e il Mikawa sentì dentro di sè nascere una voglia abbastanza accentuata di aiutarla nel percorso che la avrebbe resa forte. La singolarità dell'allievo gli avrebbe anche eprmesso di fornirle una preparazione mirata. Ma aveva pensato sin troppo.

۞ Bene, Karin...Ottima la descrizione dei ninjutsu e buona quella della tecnica. Ora però viene il nocciolo d'esame.

۞ Fece una pausa, e riflettè per poco, deglutendo:

۞ Spero di non spaventarla, le prove che la attendono non sono affatto facili, sia fisicamente che psicologicamente. Ma mi auguro che ce la faccia, sono sicuro di non aver visto male.

۞ Si sgranchì il collo e seguitò:

۞ Quelle che ti attendono sono tre prove pratiche, le ultime del tuo esame. Se le supererai brillantemente ti riterrò meritevole di essere un Genin del Kirigakure. Allora: nella prima dovrai concentrarti al massimo e far fuoriuscire dal tuo corpo un'aura. Essa sarà l'esplicitarsi del chakra che scorre per il tuo corpo. I procedimenti sono semplici: ti concentri, ti sforzi di percepire il flusso d'energia nel sistema circolatorio, e lo rilasci pian piano, senza sbalzi, dal massimo numero di punti di fuga che possiedi disseminati sul tuo corpo. Non esagerare, non accumulare troppo chakra o ne perderai il controllo, ma non risparmiarti nemmeno, perchè in quel caso l'aura si affievolirà, decrementando sino a scomparire.

۞ Sghignazzò, era una prova ostica, avrebbe fallito parecchie volte prima di riuscirci, o almeno così Keita supponeva. Non pago però, il sensei seguitò:

۞ Ma non è finita qui. Nella seconda prova dovrai usare il principio del controllo del chakra che avrai appena appreso per camminare sulle pareti di questa stanza. Ti ci arrampicherai e farai un giro completo del soffitto, a testa in giù. Non sarà facile, che tu fallisca ai primi tentativi è anche abbastanza normale, dunque non demoralizzarti, con la costanza vi riuscirai.

۞ Cercava di trasmetterla interesse, quello che lui aveva nei confronti dei suoi miglioramenti. Avevo preso la sua preparazione come una sfida personale e avendo riconosciuto del talento in lei si era prefissato di aiutarla a svilupparlo. Con voice decisa continuò ancora:

۞ Per ultima cosa poi dovrai attaccarmi. Ti darò un paio di minuti per studiare una senjuutsu, ovvero una strategia d'azione. Dovrai emettermi nelle condizioni di trovarmi in difficoltà. Devi sfruttare l'ambiente, la distanza che ci separa, che sarà di 4 metri e architettare un susseguirsi di attacchi non prevedibili e che sfruttino l'effetto sorpresa. Sono fiducioso.

۞ Attestato di stima, il primo. Sincero, come il sorriso che lo accompagnò, all'indirizzo della kunoichi. Era venuto per lei il momento di dimostrare quanto davvero valesse. Un' opportunità d'oro, di quelle che capitano una volta nella vita e che pertanto non va sprecata.

۞ Ce la farà, ne sono certo...Io non perdo mai le scommesse che faccio. E lei senza dubbio è un'ottima puntata.

۞ Keita si mise a sedere sulla cattedra, avrebbe osservato minuziosamente la sua allieva durante tutte e tre le prove con i suoi occhi verdi e limpidi come il mare.



CITAZIONE
Allora, lo scorso post è stato migliore degli altri, hai eliminato gli errori di battitura e quelli ortografici, oltre ke svolto i compiti in maniera inopinabile. Adesso affronterai tre prove in una, dunque saranno come 3 post in uno: mi aspetto come minimo 120 righe, ma so che puoi fare di più, la materia da trattare c'è eccome. Nel frattempo puoi metterti in scheda l'energia gialla.
Chiaramente più scriverai più ryo ed exp avrai, quindi buon lavoro.
Bocciati The Jester e Kurabica.







 
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16 replies since 9/2/2008, 21:14   578 views
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