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..:: ۞ Sparkin' Angel ۞ ::..
~ Narrato †Pensato† • Parlato
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۞ Arena Kurosaki. ~ Un lampo. Blu. Il vento soffiava, spirava pungente. Il sole risplendeva opaco. L’erba veniva dolcemente accarezzata dai pargoli di Eolo. Le nuvole si rincorrevano senza foga. La battaglia viveva di fragori, scintillii, tintinnii metallici, passi affannosi, accelerata. Il pubblico modestamente eccitato, intento a scambiarsi vicendevolmente opinioni e azzardando scommesse non troppo convinte. Poi quel bagliore. Il blu. Erano i suoi capelli. Tutto si arrestò improvvisamente, in muta contemplazione: i combattenti sospesero per un secondo le ostilità, il vento si arrese all’evento smettendo di soffiare, l’erba si fermò, il sole si affacciò curioso. Tra il pubblico silenzio. Un silenzio assoluto, turbante. Serpeggiava un indecifrabile smarrimento tra i presenti. Il manico della katana risplendeva nella luce, i capelli lunghi e lisci arrestarono il loro dimenarsi sospinti dalla brezza. A braccia conserte, sulla cime dell’albero più alto dell’arena c’era lui: il più atteso, il più temuto. Il silenzio mutò in pochi attimi. Un fragore esplose nel pubblico: i signori feudali si alzarono in piedi meravigliati ed eccitati, stupiti per quell’apparizione. Delle ragazzine dalla tribuna sgranarono gli occhi, divenendo pallide in viso. Alcuni Shinobi di medio rango e di giovane età balzarono sull’attenti, intenti nello scrutare quella figura meglio di quanto non riuscissero a fare. Alcuni componenti dei più importanti clan della foglia si produssero in espressioni a metà tra il sorpreso e l’allibito. Era lì scultoreo, imponente, bianco come la luna, scintillante come il sole: Akira Uchiha. Si era fatto attendere, ma senza che nessuno se lo aspettasse ormai più, era lì, in cima a quell’albero intento a fissare dall’alto e maestoso quello spettacolo interrotto dal suo arrivo. Gli occhi si socchiusero piano e le labbra si chiusero dolcemente. Tutt’intorno un marasma colossale, un vociare senza fine né limite.
~ Ma quello è…
~ Akira Uchiha
~ I signori feudali parevano esaltati:
~ L’erede del Clan più prestigioso di Konoha!
~ Ho sentito parlare di lui anche nel mio paese, la sua fama non ha confini.
~ Dicono possegga già il terribile doujutsu della foglia, lo Sharingan.
~ Lo Sharingan?!
~ Per fortuna che è arrivato, avevo scommesso sul suo team.
~ Quel ragazzo rappresenta il futuro di Konoha.
~ Degli sguardi diffidenti serpeggiavano tra i potenti riccastri. Poco più in là, le ragazzi saltare in piedi e arrossite terribilmente, si davano degli schiaffetti sulle faccine puerili, facendo il gesto di tirarsi del vento con le loro esili manine. I loro occhi brillavano di ammirazione, basite contemplavano la scultorea perfezione dell’Uchiha.
~ Che entrata!
~ Akira sei il migliore!
~ Akiraaaaaa!!!
~ Ragazze guardate quanto è diventato bello!
~ E’ mio!
~ Non dire cavolate, è il mio!
~ Terribilmente infantile, ma slanciate in una quanto mai sincera idolatria verso lo shinobi della foglia. E poi v’erano gli altri ninja, quelli professionisti che con occhi vispi scrutavano quella figura tanto altera e superba.
~ Ma chi è quello? Chi si crede di essere?
~ E’ Akira Uchiha, del Villaggio della Foglia, la recluta che si vocifera sia la più promettente tra tutte.
~ Non sarà mica il figlio di….Quei capelli…
~ Esatto…E’ suo figlio.
~ Sono curioso di vedere fino a che punto è diventato forte, eh Shoji?
~ Mi aspetto ogni cosa da lui, ai tempi dell’accademia era mio allievo. Superava i suoi coetanei di un abisso. Chissà a che livello è adesso, è talmente cresciuto.
~ Anche i membri dei grandi clan della Foglia parvero attratti dall’apparizione, tanto da voltarsi impietriti rivolgendosi domande a raffiche sull’identità e sulle potenzialità di quell’esponente della casata Uchiha. Tra loro v’erano anche alcuni membri degli Uchiha mezzosangue, che ispezionavano la situazione con attenzione decisamente maggiore rispetto agli altri e con uno sguardo molto più smaliziato e disincantato.
† Che disgusto. Il fiato è prezioso non andrebbe sprecato.†
~ Era incredibile come però colui a cui quell’esultanza era rivolta detestasse quello spettacolo. Il baccano lo turbava, pareva abbastanza pensieroso. Si scompose dalla sua posa marmorea e strinse un pugno con vigore, prima di scomparire per un secondo. Riapparve al suolo, al fianco di Sasame, suo compagno di squadra. Lo sguardo basso, turbato. Un’aura mistica lo circondava, pareva essere fatato quel ragazzo. L’esaminatore interruppe la trance in cui era caduta la platea e anche i combattenti, progendo una domanda secca all’uchiha, nonostante ne conoscesse benissimo l’identità. Lo fece deglutendo, un po’ spaventato un po’ eccitato dall’arrivo del fenomeno.
~ Nome?
~ Akira alzò pian piano il capo con la solita flemma che lo contraddistingueva e schiuse altrettanto lentamente gli occhi. Ora non fissavano il suolo ma il vuoto. Poi delle parole, che tuonarono nel silenzio attonito dell’arena. La sua voce cupa, tenebrosa, profonda riecheggiò maestosa.
• Uchiha Akira. •
~ Non guardò nemmeno l’esaminatore e di colpo alzò lo sguardo. Le sue iridi azzurre come il ghiaccio più puro si fissarono prima sugli occhi del primo avversario, poi del secondo: un’occhiata maligna, di sfida, ma anche dei disprezza, colma di superiorità nei confronti dei contendenti. Avrebbe pietrificato chiunque con quei due occhi dai lineamenti delicati ma profondi come l’oceano. Il vento riprese a spirare. Akira era entrato nel vivo dei giochi. Ma i quegli occhi si rifletteva il passato, le motivazioni, le ambizioni. Quell’azzurro. Bellissimo. Incredibilmente profondo e colorato, come il cielo di quel giorno. Due mesi prima.
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~ I tre che componevano il team omonimo erano riusciti a superare agevolmente tutte le prove che l’esame chuunin gli aveva prospettato: Akira si era dimostrato il leader carismatico del gruppo, aveva saputo sfruttare le capacità dei compagni e le sue, non sbagliando mai una mossa, né mai un calcolo, tutto era andato secondo i suoi piani. Quasi pareva assurdo agli occhi esterni contemplare tanta perfezione, l’uchiha sembrava essere impossibilitato a sbagliare. Ma nonostante ciò tutti quanti erano riusciti a dare il loro apporto, Sasame eseguendo gli ordini alla perfezione e Shin utilizzando la sua ombra. Quest’ultimo però, non appena ricevuta la notizia di aver passato la fase, abbandonò inspiegabilmente l’esame, lasciando allibiti tutti e dubbioso Akira, il quale però aveva un carattere fin troppo introverso e colmo di riserbo per andare a indagare nelle cause che avevano spinto il piccolo Konohano ad abbandonare quella manifestazione. Akira, due giorni dopo aver ricevuto quella notizia era già pronto per partire, destinazione il Paese delle nuvole, per dedicarsi ad un allenamento intensivo e speciale nelle settimane che lo separavano dalla fase finale, alla quale non era nemmeno certo di voler prendere parte. Le motivazioni non scarseggiavano, infatti era quella un’occasione ghiotta e impedibile per misurarsi contro suoi parigrado provenienti da tutte le terre ninja. Un altro stimolo era gli sbocchi che l’essere chuunin avrebbe concesso al ragazzo dai capelli blu: avrebbe potuto capitanare team autonomi, in modo da poter andare finalmente alla ricerca di informazioni su suo padre. Ma d’altro canto anche quella prova sarebbe stata inutile: tutti, lui in prima persona, erano coscienti del fatto che l’Uchiha fosse largamente in grado di ricoprire la carica di Chuunin, aveva capitanato alcune missioni di livello anche elevato, portandolo a termine con incredibile freddezza e la solita perfezione tipica della sua vita. Fatto sta che quel giorno il ragazzo si stava allontanando dalla sua abitazione, nel quartiere Uchiha deserto, quello dei purosangue. Ad u tratto intravide con la punta dei suoi occhi cristallini una figura familiare: pian piano si sforzò di delinearne i contorni e le peculiarità per riconoscerlo, ma questi procedeva in direzione opposta a quella seguita dal ninja di Konoha.
† Che diavolo ci fa quello nel quartiere Uchiha?†
~ Pensò fulmineamente di inseguirlo e così fece, scomparendo all’istante. Poi però, mentre saltava da un tetto all’altro nell’intento di seguirlo lo vide fermarsi a parlare con un ragazzo dai capelli blu, che poteva essere a lui simile. Sfruttando l’occasione di quella quiete Akira scrutò meglio quel figuro e individuò in lui la corrispondenza con Sasame Hatake, compagno di squadra nel team 3. Sembrava avere qualcosa di importantissimo da dire, così Akira si mise all’ascolto. Evidentemente il ninja dia capelli argentei non s’era accorto che il suo interlocutore non era l’uchiha ma uno rassomigliante a lui. Akira ascoltò con attenzione quanto detto dall’Hatake e sogghignò, a metà tra il divertito e il disgustato. Poi con tono imperioso grisò, dal cornicione del palazzo sul quale aveva seguito il discorso di Sasame qualcosa a suo indirizzo, con la sua solita voce cupa:
• Idiota sono quassù. •
~ Scosse un po’ il capo, i capelli blu si sparsero nell’aria per poi ritornare alla loro forma scultorea.
• Ho ascoltato…Accetto di fare team con te, ci vediamo all’esame. •
~ Si voltò con risoluzione, pronto a ripartire per la sua meta come se nulla fosse successo. Prima di schizzare in avanti disse però le ultime parole al suo compagno, dandogli le spalle:
• Cerca di allenarti e non risultare un peso. •
~ Poi scomparve nel nulla, destinazione il Villaggio delle Nuvole. Le notizie ricevute da Sasame non lo avevano lasciato però così indifferente come poteva apparire o come la sua risposta istantanea e decisa di fare team con l’Hatake avrebbe potuto suggerire:
† Il fatto che il primo incontro sarà a coppie è una particolarità disgustosa. Non potrò fare tutto per conto mio nemmeno stavolta, che seccatura. Poi…Sasame era l’unico che si sarebbe mai proposto di far coppia con uno con la mia personalità…e io a cercare gente non mi ci vedo per nulla…Non era una scelta…†
~ E partì. Per mesi. Non lo si rivide più a Konoha. Fino a quell’apparizione. Nei suoi occhi ora riluceva una luce particolare. Un ghigno si affacciò sulle sue labbra rosee e delicate: a metà tra il maligno e il provocatorio, quel cenno era tipico del suo comportamento. Poi il tintinnio delle catene, che illuminate dal timido sole di quella giornata abbagliarono chiunque vi avesse posato lo sguardo. Le catene erano strette attorno ai manicotti blu, mentre la sua maglia in stile anbu bianca, cingeva il suo corpo, sovrapposta ad una maglia a collo alto e smanicata di colore nero. Poi una fascia che faceva da cinta di colore grigio scuro, intenta a tenere su dei pantaloni color della pece, larghi in vita, che scendevano a stringersi alle caviglie, legate anch’esse da delle fasce di colore quasi nero. Legata alla spalla, inclinata di 30°, la katana di ottima fattura e di altissima qualità, dal manico intrecciato di nero e blu. Infine, al dito medio della mano destra quasi una unghia nera, una Nekote. Aveva un’aria particolare, l’allenamento al quale si era sottoposto pareva averlo rafforzato profondamente, permaneva quell’impressione che rispetto ai suoi parigrado l’Uchiha fosse di un altro pianeti, con obiettivi ben più alti e fuori dall’immaginazione di comuni ninja. Un talento innato che possedeva nel suo DNA, gli permetteva di migliorare incredibilmente in tempi brevissimi. Tutti coloro che tra la folla conoscevano l’uchiha, anche solo per la sua reputazione, parevano smaniosi di conoscere quali progressi avesse compiuto quel ragazzo in quei mesi, chissà quale diavoleria si sarebbe inventato. Ma Akira aveva già gli occhi pronti a scandagliare ogni dettaglio dell’arena, degli avversari:
† Tsk, Kiriani. L’acqua è il loro elemento principale…e qui c’è un corso d’acqua abbastanza ampio…Dovrò star attento all’eventualità di Suiton…Ma nemmeno dei Suiton potranno tenere testa alla mia arte del fuoco…e poi…questi tipi…Non sono nemmeno degni di vedere lo Sharingan…Come questa folla idiota…Il doujutsu del mio clan è un contenuto di valore troppo elevato per essere apprezzato da dei Nebbiosi o da del pubblico invasato…†
~ Akira era come al solito sicuro di sé, trasmetteva superbia e trasudava arroganza da ogni poro della sua candida pelle. Altero fissava il vuoto, attendendo che l’esaminatore ridesse inizio ai giochi. Era arrivato in ritardo, e lui sapeva per quale ragione. Poi, il silenzio. Un gesto di mano che si levava in aria dell’esaminatore diede inizio alla nuova partita. Due contro due. Con l’uchiha a recitare la parte del protagonista. Il pubblico in visibilio si produsse in un applauso di incoraggiamento per i partecipanti dello scontro che pareva profilarsi spettacolare. Akira lasciò svanire il ghigno, tramutando la sua espressione in una totalmente apatica. Non gettò neppure uno sguardo al compagno, si limitò semplicemente a prepararsi. Aveva già tenuto dalla sua entrata in scena un kunai attaccato alla suola del calzare nero con l’ausilio del chakra adesivo, la cui fioca luce era coperta dall’erba alta nel quale lo shinobi affondava le gambe. E l’inizio. I capelli si smossero leggermente, le mani composero diversi sigilli con velocità impressionante, da fermo, precisamente cinque:
† Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio.†
~ Poi partì, veloce come il vento. Per prima cosa compose l’ultimo sigillo in corsa: distava 6 metri dall’avversario. L’ultimo segno fu quello della tigre; un Katon, dunque. Il ragazzo decise di dare subito prova della massima arte del clan Uchiha, quella che li aveva resi noti a Konoha e non solo, il fuoco.
۞ Pioggia di Fuoco - Katon: Housenka no Jutsu ۞ Tipo: Ninjutsu Villaggio: Konoha Posizioni Magiche: Topo, Tigre, Cane, Bue, Coniglio, Tigre. Descrizione: Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere parecchie sfere di fuoco (12) dalle dimensioni di due pugni uniti, che arrivano anche a venti metri dall'utilizzatore. Chi è colpito da questi proiettili riporta ustioni medio-leggere su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che la singola sfera non è in grado di danneggiare molto un avversario, e lanciarle tutte in un unico punto potrebbe vanificare completamente il jutsu. Dal grado di chunin però, il ninja è in grado di lanciare all'interno delle sfere fino a sei shuriken, che verranno quindi occultati completamente dalle fiamme: in questo modo il potere offensivo del singolo proiettile è almeno raddoppiato. Inoltre, dal grado jonin in su, l'utilizzatore può eseguire questo jutsu di counter, ad esempio appena dopo un salto atto a schivare una carica nemica. (Livello: 4 / Consumo: Medio-Alto) [solo da energia verde in su]
~ Delle incandescenti sfere vennero espulse dalla sua bocca, a velocità impressionante. Una sarebbe andata alla destra dello shinobi della nebbia col nome Cloud, una alla sua sinistra, una all’altezza della vita, due in alto e altre due con traiettoria parabolica sempre verso l’alto. Queste sfere lo avrebbero praticamente immobilizzato, non potendo egli retrocedere, avanzare, scartare a destra o a sinistra. Avrebbe solo potuto abbassarsi, ma Akira aveva pensato anche a questo: nello stesso momento in cui lanciava quelle sfere infuocate, sganciò il kunai che aveva attaccato alla suola del calzare, che si diresse a velocità incredibile verso il basso, e se Cloud si fosse abbassato lo avrebbe colpito esattamente sulla gola.
۞ Alzata della Foglia - Konoha Tounyuu ۞ Posizioni Magiche: Nessuna Villaggio: Foglia Descrizione: Servendosi di questa tecnica il ninja, usando tutta la velocità di cui dispone, sparisce letteralmente, ricomparendogli sotto. Nell'istante successivo sferra un calcio ascendente che cercherà come bersagli il corpo o la testa avversaria. Se il colpo raggiunge il nemico, egli verrà scagliato in aria, raggiungendo un'altezza di almeno quattro o cinque metri. In questo caso l'avversario dovrà affrontare un leggero stordimento, mentre il danno subito non sarà poi così ingente (pari in realtà ad una ferita lieve). Tipo: Taijutsu (Livello: 5 / Consumo: Medio-Basso)
† Non può accorgersi di entrambi gli attacchi, si dovrà focalizzare su di uno, non badando all’altro.†
~ Ma ecco che qui entrava in campo la notizia più sorprendente: tutto quell’attacco era solo un diversivo. Infatti, in un istante Akira svanì nel nulla e si ritrovò subito ai piedi del Kiriano: così poté provare a sferrargli un calcio ascendente, che quasi sicuramente l avrebbe visto subire, dato che era un offensiva troppo veloce per essere prevista, considerata anche la cortissima distanza che separava i due. I chuunin della foglia presenti sugli spalti si alzarono dalla loro posizione sconcertati:
~ Ma…Ha concepito un piano così complicato e…l’ha anche messo in pratica…praticamente ha portato tre attacchi in contemporanea, quel ragazzo di Kiri è spacciato…
~ Ma come fa ad essere così forte?! Eseguire un Senjutsu del genere e mettere praticamente alle strette il nemico dovrebbe essere impossibile per un Genin…
~ Lui non è un Genin come tutti, Izumo…
~ Ha sfruttato la tempistica in modo da non lasciare alcuna mossa al nemico…e se dovesse colpirlo…il Kiriano si ritroverebbe coinvolto nell’esplosione delle palle di fuoco.
~ Kotetsu, dimentichi una cosa…Non l’hai notata?...aveva una cartabomba appiccicata sulla suola dell’altra scarpa…e con quel calcio l’avrà attaccata al nemico…
~ In effetti era così. Nel caso in cui Akira avesse colpito Cloud, questi si sarebbe trovato con una cartabomba appiccicata addosso. L’Uchiha avrebbe poi subito fatto detonare l’ordigno tramite un semplice rilascio di chakra. Ciò che Akira però non sapeva era che il suo attacco sarebbe andato a buon fine quasi sicuramente, poichè l'avversario aveva le braccia totalmente immobilizzate e in virtù di ciò non avrebbe potuto nè comporre sigilli nè staccarsi la cartabomba di dosso. L’unico intoppo del piano era la posizione di Reed. Questi però sarebbe dovuto essere tenuto occupato da Sasame. Ma Akira non aveva lasciato nemmeno questo al caso: aveva infatti lanciato tre sfere di fuoco in direzione di Reed, per impedire che questi potesse comporre i sigilli, e lo aveva fatto in contemporanea all’attacco a Cloud. Aveva mirato al busto, alla gola e alle gambe. Questo avrebbe fatto perdere tempo al Kiriano, che non avrebbe mai potuto eseguire il muro d’acqua in quella porzione di secondo per proteggere il compagno.
† Sono spacciati…†
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