Team 3 vs Team 1

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Akira_Uchiha
view post Posted on 21/8/2008, 17:05





..:: ۞ The End ۞ ::..



~ Narrato
Pensato
Parlato



~ ..:: ۞ ::.. ~



۞ Arena Kurosaki.

~ La fine. Tutto giunge ad una conclusione, per necessità. Ogni cosa che nasce deperisce e poi si decompone sino a scomparire, lasciando dietro di sé solo una impronta delebile: nei ricordi impressi a fuoco nella mente degli uomini. L’incorruttibilità non è di questo mondo, la fine fa parte del nostro esistere, della nostra vita, a causa del tempo, tiranno mietitore di memorie.
E dunque ogni cosa giunge ad un termine, finendo per restare nel passato: si perché il presente, esiste solo come definizione. Ma nulla potremo noi mai assaporare davvero, poiché l’essenza del presente è fatta per svanire, non lo si può pensare che già diviene passato. E il passato, è ciò che lascia scolpita nella mentre l’immagine degli uomini e delle loro gesta: unico custode di una corruttibilità inevitabilmente scontata.




~ ..:: ۞ ::.. ~




~ La nebbia. Il grigio e denso alone di mistero che aveva ricoperto l’arena pareva essere sul punto di diradarsi. Una tensione senza pari imperversava nella folla e nei partecipanti allo scontro, i protagonisti di un sanguinoso romanzo. Serpeggiavano le ipotesi più svariate, c’era chi giurava che quella fosse la maledizione degli shinobi della Nebbia Insanguinata, soprannome che ormai troppo tempo addietro era stato accostato al villaggio del Kirigakure. C’era anche chi accennava ad uno stratagemma perfetto per un assassinio silenzioso e celato e chi invece sosteneva convinto che per il ragazzo di Kiri quella mossa sarebbe stata quella dell’inesorabile capolinea.
Il sole splendeva timido, nascondendosi di tanto in tanto con pudore quasi femminile dietro delle protettive nuvole che in ogni caso non riuscivano mai a coprire l’intera maestosità della sfera di fuoco, feconda dispensatrice di calore e luminosità che rischiarava le tenebre della notte e del peccato.
Gli uomini hanno da sempre associato il buio al male e la luce che squarcia l’oscurità ad una redentrice della umana stirpe, emblema della purezza e della nitidezza d’animo.
In quella cappa dalle fosche tinte, tutto sarebbe potuto accadere e finchè essa non si fosse diradata i dubbi avrebbero subito lo stesso destino.
Lo splendente Uchiha dai capelli blu aveva compiuto un’azione a dir poco peretta: sfruttando la sua abilità di combattere anche senza far affidamento sulla vista ed essendosi prevenuto intuendo le intenzioni del suo avversario, si era riuscito a portare alle sue spalle con rapidità disarmante, e una volta a qualche centimetro da lui, intravedendone ormai ad occhi aperti la sagome attraverso il pallore della nebbia, aveva sferrato un attacco micidiale.
La katana dalla fattura pregiatissima e dal manico nero con intarsi in rosso fuoco, che risplendeva anche nella nebbia, era pronta a piombare sull’immacolato collo del Kiriano, con una freddezza e una spietatezza degna del più crudele degli assassini.
La nebbia cominciò a lasciare posto alla luce, a quanto pare il nemico aveva sciolto la tecnica del Velo di Nebbia. Il pubblico trattenne il fiato e anche l’esaminatore presente sul campo si scompose in una espressione convulsa, teso come se aspettasse u verdetto molto più importante della vittoria o della sconfitta. Una goccia di sudore percorse tutto il suo volto dai lineamenti levigati come dal vento.
Poi la rivelazione, quasi un impulso diretto al cervello di tutti gli spettatori, come una luce che rischiara con tenacia e violenza le tenebre del dubbio.
Due katane, tre uomini: una catena, l’uomo che misura la sua potenza.
Sasame, lo Hyuga di Konoha, con una spada opaca, ricoperta dal veleno, puntata al collo; Reed, il freddo Kiriano del clan Kaguya, che impugnava la katana ma a sua volta veniva minacciato da un’altra spada che riluceva più che mai a pochi centimetri dalla sua gola.
E Akira: unico attaccante non attaccato, la parte forte di quella catena, l’unico che minacciava senza essere minacciato. Il coltello dalla parte del manico lo aveva lui. L’avversario preferì non arrischiarsi a colpire lo Hyuga, poiché soprattutto avendo a che fare con un ninja spietato e apatico come l’Uchiha, avrebbe seriamente rischiato di finire ucciso. Akira disattivò lo Sharingan, nessuno lo avrebbe dovuto vedere.
Tutto si fermò in posa plastica, monumentale stasi quasi statuaria dei protagonisti.
Il pubblico si scompose, ci fu addirittura chi balzò in piedi per scorgere meglio l’eccitante scena.
I numerosi shinobi veterani furono i primi a commentare:

~ La foglia ha vinto…

~ E l’Uchiha ancora una volta ha la situazione in mano…

~ E’ assurdo gli sono bastati circa due minuti per mettere fine all’incontro da solo.

~ E’ terrificante…

~ Mi domando come abbia fatto a muoversi nella nebbia…

~ Aveva forse previsto tutto prima che la nebbia calasse sull’arena?

~ I lord feudali espressero i loro pareri in relazioni alle scommesse che avevano azzardato:

~ Ho perso tutto, maledizione!

~ Sapevo che puntare sul team di quel ragazzo sarebbe stato un affare.

~ Era scontato finisse così…Ogni genio, diventa una persona comune confrontato con la grandezza di quella stirpe…

~ Subito fu il turno delle ragazzine che prima terribilmente estasiate dall’aspetto dell’Uchiha, si erano viste terrorizzate spettatrici del cruento spettacolo al quale il Genin aveva dato vita, spegnendo la vita di Cloud Kaguya.

~ C’e l’ha fatta, ragazze!

~ Non l’ha ucciso…Ha avuto pietà…

~ Forse non voleva solo sporcarsi le mani…

~ No…l’ha fatto di proposito, lo so…

~ E chi te lo dice che sia come dici tu?

~ Guarda i suoi occhi, Yuki…Ha voluto salvare la vita al proprio compagno.

~ Per ultimi furono i componenti del clan degli Uchiha mezzosangue a commentare, con un tono di smarrimento, la potenza e la perfezione delle azioni di quel ragazzo:

~ Maledizione, avremmo dovuto eliminarlo finchè eravamo in tempo…

~ Adesso non è più al nostro livello…

~ Sarà una impresa sbarazzarcene…

~ Il capo del clan, invece, con un ghigno malefico dipinto sul volto ammirava estasiato lo spettacolo creato dall’Uchiha:

~ Cinico e risoluto, proprio come te Koji. Lui però ha più odio. E’ riuscito persino a prevedere tutto in anticipo e non sbagliare alcuna cosa, nemmeno una. Voi uchiha puri siete così perfetti…Un giorno…il vostro potere sarà mio…

~ Akira, in posa statuaria, non accennava a deporre la Katana. Solo poche parole fuoriuscirono a stento dalla sua bocca, con tono disgustato e con la solita voce imperiosa e profonda:

Posa la Katana…Non voglio macchiarmi del tuo sangue impuro…

~ Era una forma di velato razzismo: Akira era inebriato dalla magnificenza della sua stirpe e per questo motivo, era portato a disprezzare e giudicare nettamente inferiori coloro che non vi appartenessero.
Il Kaguya obbedì a quanto intimatogli dall’uchiha, che gli staccò la cartabomba dalla schiena. Che avesse preferito reprimere l’istinto omicida che lo pervadeva per salvare il compagno? Le ragioni per le quali fermò il colpo non erano chiare nemmeno a lui stesso.
Nel boato del pubblico, l’esaminatore si avvicinò ai tre e alzando un braccio, il destro, verso l’alto, emise il giudizio reso ormai palese dai gesti del Kaguya:

~ L’incontro termina qui. Il team 1 perde per abbandono. Vincono Sasame Hyuga e…Akira Uchiha.

~ Sembrò quasi spaventato dal pronunciare quel nome. Ma non appena lo fece, la folla saltò letteralmente dai posti a sedere, in un’ esplosione di fragorosi applausi e incitamenti per i Konohani che erano usciti vincenti dallo scontro. Tutti gli occhi erano puntati sul Genin dai capelli blu, che aveva impressionato tutti.
Ma questo non lo rendeva pago:

† Questi esami Chuunin sono una seccatura…Tutta questa gente con la sua rumorosa idiozia…E soprattutto…Sono sicuro che non troverò mai nessuno che mi spinga al mio limite…Mi è bastato ricorrere al 30% della mia forza per uscirne illeso e vincitore, potendo eliminarli entrambi.

~ Contrariato si allontanò dal nemico e fece qualche passo in avanti, superandolo. I suoi passi lenti e solenni si avvicinarono a Sasame. Con voce severe, quasi di rimprovero, l’Uchiha gli rivolse poche e concise parole:

Al prossimo incontro io non ci sarò. Vedi di badare a te stesso.

~ Non lo guardava, fissava il suolo con gli occhi ottenebrati dai capelli che gli piovevano sul viso, mentre nel frattempo rimetteva nel suo fodero l’amata katana. Lo Hyuga aveva avuto bisogno della sua protezione, ma questa non era la prima volta che succedeva, era già successo in missione con Hinato e Kisuke, dove l’allora caposquadra Akira si era persino dovuto sacrificare per salvare i suoi compagni.

† Sasame ha potenzialità…Ma…Fin quando non imparerà a essere spietato e capire che la sua vita è in gioco ogni momento…Rimarrà un Genin.

~ Non v’era la minima nota di entusiasmo per la prova superata nel suo animo: non aveva mai affrontato quell’esame per diventare Chuunin, i gradi ninja lo contrariavano, e si sentiva ben superiore a quasi tutti i Jonin del Villaggio. Era lì per scontrarsi contro qualcuno che lo spingesse al limite, gli facesse verificare davvero i suoi progressi. Ma ancora non era arrivato il momento, e forse non sarebbe mai arrivato.
Akira continuò a girare per l’arena, in cerca di qualcosa. Poi si fermò, in prossimità di una pozza di sangue: riverse a terra vi erano la sacca porta kunai e quella porta shuriken di Cloud, il Kaguya da lui ferocemente eliminato.
L’Uchiha si inchinò con flemma, raccogliendoli.

† Non gli serviranno più.

~ Fece sue quelle armi, senza badare al loro contenuto.
Poi si allontanò, con la sua camminata monumentale. Era uscito vincitore da quell’arena e il pubblico era tutto in piedi a profondere una standing ovation tutta dedicata al suo potere combattivo.
Aveva lasciato una presenza, un ricordo, indelebile nella mente di chiunque avesse assistito a quel match. E come ogni uomo degno di gloria sarebbe stato ricordato. Ma lui non era interessato a quello. La sua testa era occupata da pensieri ben più preoccupanti, dai quali preferiva distogliersi con tutte le sue forze.
Non salutò nessuno, né il suo avversario, né il suo compagno.
Camminava, dando le spalle a tutto e a tutti. Lasciandosi dietro ogni cosa e ogni persona. Perché la felicità non è presente. E se è passata diventa rimpianto. Ma se è futura diviene speranza.






~ ..:: ۞ ::.. ~





 
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~DaTTe~
view post Posted on 22/8/2008, 18:12




CITAZIONE

Narrato
Ω Parlato Ω
# Pensato #


.:Fine:.


A
vere dei compagni su cui contare in ogni istante e in ogni circostanza era sempre stato di fondamentale importanza per me. Un compagno in certe occasioni era come un'assicurazione sulla vita, pronto ad intervenire in caso di pericolo. Ma a quell'esame ero stato fin troppo spalleggiato da colui che veniva ormai definito il fenomeno. Un intervento di meno di 5 minuti gli era bastato largamente per incidere sui corpi avversari la parola fine a quello scontro iniziato un po' in modo impacciato dal sottoscritto. Sentirsi d'impiccio per me era un'esperienza nuova, troppi errori, troppa distrazione nel compiere le mie azioni. Ero ben lontano dalla perfezione a cui ambivo da quando avevo intrapreso la carriera del ninja, e quella prova ne era la prova tangibile. Quel freddo che sentivo sul mio capo continuava costantemente a minacciare la mia vita. Non ero affatto spaventato, non avevo mai avuto paura della morte poichè la mia filosofia si basava sul fatto che la morte sarebbe sopraggiunta quando fosse stato il momento, allarmarsi non sarebbe servito a nulla. Ero però frustrato per essermi fatto cogliere di sorpresa, tanto più ora che nelle mie braccia avevo conficcati due armi da taglio cosparse di quel veleno che ora stava iniziando ad avere effetto. Un po' per lo stordimento che mi stava derivando da quel liquido infetto, un po' per la rapidità dell'azione che si era appena svolta, ero confuso. Non riuscivo a capire con esattezza cosa stesse succedendo. Perchè il mio avversario si era fermato? Cosa gli impediva di uccidermi?

# Ma che diavolo sta succedendo? Aahh.. maledetto kiroso e maledetto il tuo schifoso veleno... dovevo stare più attento, mi sono lasciato prendere alla sprovvista come un idiota... Ahh... nn ci capisco niente! #


M
a non ero l'unico a non capire cosa stesse succedendo. Potevo sentire bene il vociare del pubblico, il continuo domandarsi di cosa stesse accadendo, l'incrociarsi di parole che enunciavano varie ipotesi o opinioni di cosa stesse accadendo dentro quella nube. Ma lentamente quella tenebrosa e umida foschia che aveva caratterizzato tutto quel casino iniziò a diradarsi, ai miei occhi confusi e a quelli degli spettatori le cose iniziavano a essere più chiare. Quelle che prima per me erano solamente sagome indecifrabili cominciavano ad avere un senso ed iniziai a comprendere cosa era accaduto. La prima cosa che vidi fu una chioma, inconfondibile nel suo genere, ma soprattutto per il suo colore: un blu acceso. Ebbene si, ancora una volta si era fatto riconoscere: Akira. In una posa plastica e con la sua solita maestosità teneva puntata la sua preziosa katana alla collo del nostro avversario che in quel momento mi teneva in scacco. Lo scalpore nel pubblico si fece sentire immediatamente alla vista di quella scena che sembrava tratta da un film, una doppia minaccia che vedeva però in vantaggio colui che non era minacciato. Senza dubbio io ero quello messo peggio in quella situazione, le mie braccia trafitte da quelle lame avvelenate e il mio orgoglio sotto le scarpe. Era stato necessario l'intervento di Akira per salvarmi la pelle, troppa distrazione e troppa boria mi avevano portato a commettere un sacco di errori. Quando però tutto fu chiaro sentii le parole di Akira.

CITAZIONE
Posa la Katana...Non voglio macchiarmi del tuo sangue impuro...

# Akira... Mi meraviglia il fatto che tu abbia voluto salvarmi... Stai forse cambiando? #


I
l ninja di kiri obbedì senza tante remore ed abbassò la katana staccando anche la cartabomba che mi aveva appiccicato al braccio di cui io non mi ero minimamente accorto a causa dello stordimento provocato dal veleno che ormai era completamente in circolo e non mi permetteva di essere completamente lucido. Ma quando vidi che il kaguya ritirava la lama capii che ormai era tutto finito. A conferma di quello che avevo intuito intervenne l'esaminatore che alzando solenne il braccio decretò vincitori i membri del team 3: io e Akira. Ce l'avevamo fatta, o meglio ce l'aveva fatta Akira che grazie al suo intervento aveva messo fine all'incontro eliminando uno degli avversari e costringendo il secondo alla resa salvandomi la pelle. Avevo vinto l'incontro, questo è vero, ma non riuscivo a essere felice, mi sentivo inutile. Avevo preso quell'incontro sottogamba e non avevo combattuto al meglio delle mie capacità, sapevo di poter fare molto meglio. L'unica consolazione era che avevo ancora una possibilità per dimostrare quanto valessi: la terza fase. Guardavo Akira che sembrava anch'egli deluso dalla mia performance mentre la folla lo acclamava ed era estasiata dallo spettacolo appena visto il ragazzo Uchiha si incamminò verso di me con passo lento e pacato poi con voce di rimprovero mi disse:
CITAZIONE
Al prossimo incontro io non ci sarò. Vedi di badare a te stesso.


P
arole dure ma vere. Non avrei più potuto contare sul suo aiuto nella fase successiva, e forse sarebbe anche stato una cosa che mi avrebbe giovato. Forse l'essere consapevole di avere a fianco un compagno imbattibile mi aveva rammollito, si può dire che Akira mi avesse viziato. Ogni volta era stato lui ad elaborare la strategia per muoversi e il lavoro più impegnativo l'aveva sempre svolto lui mentre io ero stato sempre in secondo piano svolgendo compiti più semplici e a volte non agendo al meglio. Avevo bisogno di rafforzare il mio carattere e per quello mi serviva un'esperienza solitaria. L'Uchiha parlò senza fermarsi e senza guardarmi negli occhi. Mi sorpassò fino a che non ci ritrovammo di schiena. Io avevo la testa bassa per la delusione, ma le sue parole mi scossero, sapevo di poter fare meglio, sapevo di avere le carte per diventare chunin. Alzai la testa più motivato e senza girarmi gli dissi.

Ω Vieni a vedermi... ti stupirò... Ω





 
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.:Namikaze Minato:.
view post Posted on 26/8/2008, 22:20




CITAZIONE
Narrato
« Parlato »
~ Pensato ~

CITAZIONE

» Epilogue ~ The End


A
lla fine l’ultimo atto era giunto. Come un requiem di morte, le lancette dell’orologio segnavano solo pochi secondi. Sì, pochi secondi. Pochissimi da quando la nebbia era sparita, lasciando che tutto fosse svelato agli occhi del pubblico. Una catena. Una catena di morte era apparsa al centro dell’arena. Lui puntava la katana alla gola dell’Hatake e l’Uchiha lo faceva alla sua gola. Come prima, non avvertiva la freddezza del metallo, ma un lieve calore. La morte spariva dalle sue spalle, mentre egli tornava a respirare. Quando lasciò andare il foglioso all’ordine del compagno, Reed, per quanto la situazione non lo richiedesse, sghignazzò. Non era come si mostrava. No, nemmeno per sogno. La sua apparenza era un velo di arroganza che serviva a nascondere il dolore. Il suo era un animo complesso da quel che si poteva vedere, ma semplice da comprendere una volta intuita la sua natura.

« Non sei come credi, Uchiha. »


Disse questo prima che il ragazzo dai capelli si avvicinasse al suo compagno, che ferito, capiva di essere stato salvato per miracolo. Le loro parole furono scarne, quasi glaciali, ma si intuiva che il gesto dell’Uchiha non era stato istintivo, bensì congeniato. L’unica deduzione possibile era… .
La folla acclamava i combattenti, mentre il giudice dichiarava la resa. Aveva perso. Aveva detto addio alla sua promozione. Aveva rinunciato alla lotta. Cosa? Cosa mai poteva essere stato? Un lampo, una follia.

~ Sarà meglio tornare nel Kirigakure. Ho ancora molto da fare, devo migliorare. La sconfitta di oggi è un altro mattone di esperienza. Servirà in futuro quando capiterò nella stessa situazione. ~



Voltò le spalle al pubblico e agli latri contendenti, alzando appena la mano per salutare.


« È stato un piacere combattere con voi. Ci vedremo in futuro… »



Con la stessa stranezza ed indifferenza con cui era arrivato, così aveva deciso di andarsene. Era questo che lo caratterizzava: la capacità di essere imprevedibile. Un attimo prima distrutto dal dolore, l’attimo dopo in preda all’euforia, quello successivo sorridente, quello finale imprevedibile.

[…]



Aveva recuperato tutte le sue armi e le aveva riposte nelle tasche. La katana era stata rinfoderata con cura, mentre i kunai erano stati presi e riposti l’uno di fianco all’altro. Il filo era stato riavvolto. Lasciò la sede dell’esame meno di un’ora dopo. Era tempo di dare inizio ad una nuova fase della sua vita. Avrebbe cercato l’avventura per migliorarsi, per trovare le sue pecche ed eliminarle del tutto. Non c’era via più difficile da intraprendere, ma un sacrificio per lui era cosa già nota. Ne aveva fatti tanti: uno in più non avrebbe fatto differenza. Era quell’unica cosa che aveva permesso la sua sconfitta a dargli fastidio, a tenerlo sveglio, a dargli tormento. Aveva bisogno di affinare i suoi sensi, di plagiarli a suo volere affinché rispondessero sempre e comunque alle sue aspettative. E poi vi era il quadro finale: la strategia. Non gli mancava ama doveva perfezionarla. Purtroppo i molti coinvolgimenti in quell’incontro gli avevano reso difficile elaborare una strategia continua che desse i suoi frutti. Ad incontro finito non c’era nulla dire: la morte di Cloud era una cosa che doveva accadere, anche se aveva provato in tutti i modi a fermarla. Ognuno si costruisce il suo destino con le proprie azioni. Se solo fosse stato più attento, meno impulsivo e testardo, forse l’incontro da spettacolare, sarebbe diventato unico. Era l’unica cosa che lo aveva deluso. Non aver potuto mostrare la vera forza della sua squadra, che si era sfaldata pezzo dopo pezzo. Forse anche colpa sua? Non sapeva che pensare. L’unica cosa è che forse non aveva messo il 100% in quell’avventura.

~ Riprenderò da dove ho lasciato. Devo far visita al sensei Itachi. ~



Ci sarebbero voluti tre giorni. Tre giorni di cammino per tornare a casa. Un viaggio lungo, riposante e soprattutto necessario per riflettere.


Reed Hyrigame KaguyaKirigakure No Genin
image


ChakraTotale: 200
ChakraConsumato: 0/200
ChakraRimanente: 0/200

StatoFisico: Perfetto
StatoMentale: Attento
DanniSubiti: Ferita Lieve

Effetti VeleniPersonale: Non Attivo
MalusPropri: Nessuno
BonusPropri: Nessuno

Slot AzioneUno:
Slot AzioneDue:

ArmiReed's weapons:

OT

 
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Shadow alkemist
view post Posted on 2/10/2008, 13:48




scusate il ritardo,ma coi vari problemi che ho avuto non era proprio il caso che dovessi essere obbligatoriamente io a giudicare questo scontro,fatto sta che è stato richiesto il mio intervento,ora quindi mi pronuncerò brevemente al riguardo di questo combattimeno.

Carino lo scontro e i vincitori sappiamo chi sono. Secondo me tutti potevano dare ancora di più,siete in gamba. (perlerò sempre di nami,datte,akira. pier è morto,quindi è inutile pronunciarmi) La scrittura di tutti e 3 è buona,lineare e ben comprensibile,eppure ci sono degli errori. Esempio Datte a volte si perde con punteggiatura o con troppa semplicità(eccedendo in certi periodi con le ripetizioni)di certe frasi,abbassandosi di livello. Nami invece a volte si ingarbuglia certe volte per essere troppo preciso nel descrivere un movimento/mossa/attacco;errore di Nami è soprattutto la punteggiatura,che a volte non va bene;calo dell'ultimo post,fatto così forse anche per mancanza di voglia... Akira invece qualche volta si lascia a qualche distrazione saltando una vocalo/consonante;più che altro è stato troppo sbrigativo nella breve descrizione del pubblico,affidando forse troppo spazio ai discorsi diretti,che però rendono bene l'idea.
Insomma tutti e 3 avete tenuto un buono,se non ottimo,livello,però ciascuno commette un errore perchè in fondo siamo umani,ma io devo evidenziarli.
Veniamo all'assegnazione di exp e ryo,in cui ci saranno anche bonus/malus per i risultati

Datte: 65 exp e 100 ryo
Nami: 55 exp e 80 ryo
Akira: 95 exp e 175 ryo
 
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18 replies since 5/6/2008, 13:50   750 views
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