Takeshi Fujiwara Vs Shintaro Nara

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» • G i a c o ~
view post Posted on 13/12/2009, 21:31




Quello che avete visto nell'altro Topic non è altro che ciò che accade alla fine della Prima Prova e all'inizio della Seconda, per cui vediamo di ricapitolare, innanzitutto, cosa dovrete scrivere nel vostro prossimo post:
- Conclusione della Prima Prova: in poche parole, dovrete aprire la Pergamena Istantanea per essere teletrasportati altrove. Questo discorso vale per tutti, ma per Dirge e Daniele subirà qualche piccola modifica: in base a quanto scritto nella Premessa, prima di aprire la Pergamena dovreste veder comparire un esaminatore che porta via il vostro compagno morto/svenuto, spiegandovi che viene eliminato dalla gara.
- Pausa: quando aprirete la Pergamena, vi ritroverete nella Hall del castello di Kawa. Cercate di rispettare alla perfezione tutto ciò che viene descritto, seguendo la linea della Premessa, fino a quando vi teletrasportate via con un esaminatore.
- Inizio della Seconda Prova: stavolta vi ritroverete nella stessa arena che vi è stata mostrata nel monitor (descrivetela a sufficienza). Vi posizionerete al centro di tale spazio, dove l'esaminatore vi inviterà a cominciare lo scontro 1 Vs 1 dopo avervi spiegato il meccanismo.




« Prima di cominciare mi sembra doveroso spiegare il Regolamento di questa Seconda Prova. L’accesso alla finalissima è riservato ad un massimo di quattro persone,pertanto ogni incontro servirà ad eliminarne almeno una. Proprio così,potreste essere eliminati entrambi: non è detto che vincendo si venga ammessi alla fase successiva; dipenderà tutto dalle vostre qualità,indi per cui è importante dimostrare di avere la testa. Parlando del combattimento,le condizioni di vittoria sono semplicissime: costringere l’avversario alla resa,oppure sconfiggerlo direttamente,anche uccidendolo. Per farlo,avrete un tempo variabile corrispondente a quanto impiegherò per decretare il mio giudizio,salvo il caso in cui si verificasse una sconfitta sul campo di battaglia. Un’ultima cosa,per tentare di confortarvi un po’: stando a quanto ho detto prima,non sarà di certo una vittoria o una sconfitta a decretare la vostra promozione finale. Detto questo,quando volete,potete cominciare. Buona fortuna ad entrambi. »

Ora: 12:45
Clima: Soleggiato e sereno,privo di vento.
Temperatura: 25°C
Luogo: Arena circolare all’aperto di diametro centocinquanta metri,costituita da una piscina attraversata da una piattaforma che la divide in quattro parti simmetriche. I partecipanti,in questo modo,possono mostrare la loro abilità sia sulla terraferma sia sulla superficie dell’acqua,cercando di sfruttare al meglio tale opportunità. Occorre tenere presente che la piattaforma non è in grado di assorbire totalmente l’acqua,per cui,qualora qualcuno vi spingesse sopra del liquido,chi ci passa sopra potrebbe rischiare di scivolare. Infine,trovandosi in un luogo pubblico,è costante la presenza di urla,grida,espressioni di gioia e divertimento che provengono dalle vicinanze.
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Xyz10
view post Posted on 15/12/2009, 23:21




¬ Legenda ¬ Narrato
Parlato
Pensato


¬ Get Ready! ¬ Durante quell’infimo momento susseguente all’apertura dell’enorme masso, all’interno del quale era nascosto il Rotolo obiettivo della squadra Due, Takeshi si rese conto di stringere tra le mani la suddetta Pergamena. Provò una sensazione strana, oltre al classico vuoto allo stomaco: sentì come se ogni fibra, ogni cellula del suo corpo trattenesse la presa con tutta la propria forza. Sia consciamente che non, dunque, il Kirese non era disposto a farsi sfuggire l’oggetto per il quale avevano tanto faticato nell’ultima mezz’ora. Era incredibile che il tempo trascorso fosse effettivamente trenta minuti: gli pareva di aver compiuto troppe azioni, di aver combattuto troppi nemici, di aver superato troppi pericoli. Sicuramente avevano forato il limite prescelto, ma poco importava. Lo scopo prefissato era stato adempiuto, quindi né la giuria, né nessun altro avrebbe potuto avere da ridire sulla loro prova. Voltò il capo di lato, incrociando i neri occhi del Nara, annoiato come sempre. Il messaggio implicito in quello sguardo era chiaro ad entrambi. La Volpe di Konoha annuì, segno che anche lui era d’accordo nello scoprire cosa era scritto all’interno di quel pezzo di carta avvolto su sé stesso. Potrà sembrare incredibile, ma il solo compiere quell’azione così banale avrebbe potuto nascondere innumerevoli insidie. La prima assurda soluzione che la sua perversa mente elaborò fu che all’interno ci fosse una carta bomba, pronta ad essere detonata non appena i malcapitati esaminandi l’avessero aperto. Si convinse che non era concepibile una trappola del genere, nemmeno in quella sede. Incredibile cosa l’ansia e il timore potevano suscitare. Scacciò qualsiasi pensiero negativo e, con un movimento orizzontale della mano destra, srotolò la Pergamena. L’immagine che gli arrivò al cervello gli rivelò che vi erano scritti segni incomprensibili. Ma non fece quasi nemmeno a tempo ad elaborare una qualsiasi soluzione, che subito ogni cosa si tinse di scuro. Per un istante gli mancò il terreno sotto ai piedi, facendogli perdere l’equilibrio, ma immediatamente più tardi vi tastò qualcosa di solido. In tutto quel lasso di tempo occupato dalla prova, aveva dimenticato che il rotolo da recuperare era Istantaneo. Ciò significava che aveva la proprietà di smaterializzare le persone in un altro luogo. Si rese conto di esser stato un imbecille a preoccuparsi tanto. Il buio scomparve così com’era venuto, in un millisecondo, lasciando il posto ad un’area pavimentata enorme, delimitata da quattro pareti adornate dei colori dello sfarzo. Al centro di questa grande stanza era posizionato un lungo tavolo, a capo del quale stava una poltrona nera, occupata da un ninja dalla giacca verde scuro. Dietro, era stato posto uno schermo gigante, il quale sarebbe servito di certo di lì a poco, per scopi ancora ignoti. A fianco del monitor, una clessidra dalle dimensioni abnormi scandiva il passare dei secondi. Con immenso sollievo, notò che uno strato di piccoli granelli bianchi doveva ancora unirsi al gruppo più grande. Non avevano superato la meta prevista, dunque. Il jonin era intendo a guardare delle cartellette, così come gli altri esaminatori seduti ai lati. Altre nuvolette di fumo bianco seguirono negli istanti successivi: diverse squadre avevano completato il test. Colui che doveva essere l’esaminatore capo accolse i tre team, dicendo che avevano portato egregiamente a termine il lavoro assegnato, accennando vagamente all’oggetto di vetro alle sue spalle. Due ulteriori esaminatori apparvero dal nulla, consegnando allo shinobi di Kawa i fogli che evidentemente contenevano i propri giudizi e prendendo posto su due sedie ancora vuote.

Nella hall regnò il silenzio assoluto, almeno finché non cadde anche l’ultima manciata di sabbia: la fine della prima prova venne decisa da un gong grave e profondo, udibile senz’ombra di dubbio in tutto il circondario. Il tempo era scaduto, ben due squadre erano state eliminate non essendo giunte in orario. Restava da vedere quanto elastica e permissiva poteva essere la giuria. Trascorse ancora qualche giro d’orologio ed infine fecero capolino - in tempi e con rotoli differenti - altri due genin privi, però, dei loro compagni di squadra. Non fece nemmeno in tempo a chiedersi il perché di questo fatto, che il jonin si alzò in piedi, complimentandosi con tutti gli aspiranti Chuunin lì presenti. Abbozzò un orgoglioso sorriso quando egli menzionò il Team 2 ed il 4, distintisi tra gli altri per l’elaborazione di strategie efficaci. Effettivamente, pensandoci, la collaborazione foglio-nebbiosa aveva dato frutto a risultati sorprendenti, riuscendo ad uscire indenni - per esempio - dalla mortale gabbia rocciosa. Lo shinobi dai lunghi capelli ordinò ad un sottoposto di mostrare a schermo la graduatoria dei singoli esaminandi. Si era piazzato soltanto quinto. Ciò stava a significare che era l’ultima ruota del carro principale, quello dei migliori. Fu sorpreso nel constatare che il suo capogruppo occupava la prima posizione, non pensava affatto di essersi comportato peggio di lui. I valori utilizzati per stilare suddetta classifica, però, non vennero resi noti e, come disse lo stesso giudice, nulla impediva il fatto che vi fosse un misero ed insignificante punto a separarli; chiaramente, ciò poteva valere anche viceversa: potevano difatti esserci veri e propri abissi incolmabili tra un gradino e l’altro della scala. Notò infine che i nomi proiettati erano soltanto otto: ciò stava a significare che due ragazzi erano stati eliminati, poiché ritenuti indegni di rappresentare una così alta carica ninja. Pregò che ugual sorte non toccasse anche a lui, oppure - se proprio non era ancora abbastanza abile da divenire Chuunin a tutti gli effetti - sperò che almeno potesse essere sconfitto a seguito di un’intensa ed emozionante battaglia. Solo così avrebbe potuto mantenere quel pizzico di dignità, soltanto in questo modo avrebbe potuto attraversare le mura del Villaggio a testa alta.

Lo shinobi del Fiume cambiò discorso, passando ad illustrare le regole per la seconda prova. Si era dunque già giunti agli scontri diretti: quattro combattimenti singoli svolti contemporaneamente in quattro arene differenti. Incaricò infine l’addetto ad avviare la selezione random che avrebbe determinato gli abbinamenti.
Mentre la macchina estraeva le varie coppie, Takeshi iniziò a concentrarsi sulla prossima, imminente verifica delle loro abilità. Non si sentiva affatto stanco, questo è vero. La notizia del suo scarso piazzamento nella top doveva averlo rinvigorito, seppur mentalmente. Infatti, le ferite non potevano essere rimarginate solamente da un input psichico. Il taglio all’avambraccio destro non aveva ancora smesso di bruciare: colpa del sale marino che si era infiltrato nello squarcio durante la lotta contro lo squalo. Da quel momento erano passati si e no una decina di primi, eppure il dolore non si era placato. Altre parti del suo corpo erano lese, ma in punti non strategici e soprattutto, in maniera non abbastanza grave. Istintivamente, si guardò intorno, scrutando gli altri contendenti, anche loro in attesa dell’esito ormai prossimo. Constatò, con evidente amarezza, che i due più provati erano appunto il kirese ed il suo ex compagno, insieme ad un foglioso la cui mantella era colma di chiazze rosse in ogni dove. Gli altri genin, apparentemente, erano rimasti illesi. Essendo il Nara stato il migliore, il nebbioso dovette concludere che i pericoli che la squadra Due aveva affrontato erano peggiori di quelli superati dagli altri team.
Quattro “Stop” scandirono il formarsi delle altrettanti coppie, mostrate subito dopo a video. Il suo occhio ignorò le tre che non lo interessavano e giunse alla terza riga, la quale riportava il suo nome e quello del suo avversario: Shintaro Nara. Fece appello alla sua memoria fotografica per cercare di capire almeno chi, tra gli otto presenti, fosse il secondo ombroso. Siccome ogni sforzo fu vano, diede un’occhiata ai restanti tre abbinamenti: seppe così che Kisuke si sarebbe dovuto scontrare con un certo Senju - il quale però non era lo stesso noto a Takeshi -, mentre la seconda sfida era di gran lunga la più interessante, almeno a sentire i commenti degli esaminatori. A quanto pareva, due Uchiha si sarebbero di lì a poco confrontati, misurando la propria, temutissima abilità innata. Immediatamente dopo, anche quella seconda tabella sparì, lasciando spazio a immagini raffiguranti la sede dove si sarebbero svolti gli incontri. Come poco prima, non si curò delle altre arene ma fece attenzione soltanto alla propria: una piscina circolare, all’aperto, molto grande per quanto si poteva capire dalla fotografia, divisa da una piattaforma a croce di un materiale apparentemente sconosciuto. Almeno questa volta la Fortuna aveva guardato dalla sua parte, per una volta. Avrebbe dovuto disputare la sfida nel suo habitat naturale, l’acqua, cosa che lo favoriva non poco rispetto al Konohano, la cui esperienza e le cui tecniche basate su quell’elemento non potevano di certo essere eguali alle sue.
Esplicitati anche i luoghi ove si sarebbero tenuti gli scontri, il capo della giuria congedò gli aspiranti Chuunin i quali vennero raggiunti dall’esaminatore abbinato al match. Di nuovo tutto sembrò venire risucchiato da un buco nero. Ancora una volta era stato trasportato alla base di un’invalicabile montagna, sulla cima della quale stava il grado successivo. Gli era stato nuovamente dato l’input per iniziare a scalare, ma ora toccava a lui rimboccarsi le maniche. Nessuno lo avrebbe aiutato a salire, nessuno gli avrebbe permesso di usare il chakra per camminare sul suo versante. No, questa volta le cose sarebbero state complicate, avrebbe dovuto arrangiarsi soltanto con l’ausilio delle proprie forze.


D’un tratto ogni cosa prese forma, e lui venne catapultato sulla piattaforma, che scoprì essere costituita di un materiale strano, precisamente al centro della croce bianca. Intorno a lui si stagliava un area molto ampia, divisa in quattro settori acquei completamente congruenti. Grazie al fatto che la piscina avesse il tetto scoperto, anche il clima era ottimale per la buona riuscita della prova. L’unico impedimento ai due genin poteva essere costituito dalla presenza di persone comuni tra i bagnanti, i quali continuavano noncuranti a godersi la bella giornata. Quanto avrebbe pagato per trovarsi al loro posto, a rilassarsi in acqua oppure a crogiolarsi al caldo sole, invece che lottare rischiando addirittura la vita.

L’esaminatore iniziò il suo discorso distogliendolo da quei pensieri fuorvianti, iniziando ad elencare le varie regole. In sostanza, il nocciolo della questione era che entrambi potevano essere promossi, oppure viceversa nessuno dei due sarebbe passato alla fase successiva che - a quanto capiva - avrebbe dovuto essere la finale. Detto questo, il jonin ordinò ai due ragazzi di cominciare non appena fossero stati pronti.

Ehi, voi, vedete di non intralciarmi se non volete finire male!


Con quelle parole dette ad alta voce ovviamente si stava rivolgendo a tutte le persone lì presenti. Probabilmente non sarebbe mai stato capace di punire qualcuno per ragioni così futili, però aveva pensato che incutere del timore reverenziale nei suoi confronti comunque avrebbe distolto suddetti individui dall’interferire. Pronunciate anche queste parole, il kirese compì una serie di balzi all’indietro, che lo portarono a raggiungere una distanza dal Nara di sette metri esatti. Si mise dunque in posizione di guardia: la gamba sinistra distesa avanti, la destra piegata più indietro, pronto a scattare; il braccio mancino inclinato orizzontalmente, la stessa mano in una posizione molto simile a quella di un sigillo; l’altro arto superiore aveva afferrato l’impugnatura della wakizashi. Trasse poi un lungo, profondo respiro, atto a scaricare la tensione nervosa accumulatasi nel suo corpo, e a darsi la carica necessaria. Era lui il più forte, combatteva nell’ ambiente che più gli si addiceva. Era lui il migliore. Quel Foglioso nemmeno lo avrebbe scalfito. Takeshi Fujiwara avrebbe vinto quella sfida, lui lo sapeva.

¬ Status ¬ Takeshi Fujiwara ¬Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 100/100
Condizione Mentale: Concentrato
Condizione Fisica:
- Ferita Media all'avambraccio destro;
- Ferite Leggeresul braccio sinistro e sul polpaccio destro
;
Consumi: //
Recuperi: 25 (Pausa)

¬ Equipaggiamento Svelato ¬ Bomba Gelo [x1] {Utilizzata}

¬ Note Post ¬ Innanzitutto mi scuso per la qualità eccessivamente bassa di questo post, fatto di fretta per ragioni che non sto ad elencarvi.
Auguro soltanto buona fortuna a Kai, e buona lettura a chi volesse (o dovesse) leggersi questa interessante sfida.

 
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~ K a i
view post Posted on 18/12/2009, 16:58




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


Avversario...



Passarono pochi istanti dopo che Shintaro afferrò la pergamena, per quanto potesse sforzarsi di nascondere il sentimento di gioia il genin non potè fare a meno di lasciarsi scappare un accenno di sorriso.
In mano aveva l'oggetto che gli avrebbe permesso di passare la prima fase delle selezioni e quindi essere un passo più vicino al grado di "ninja di mezzo". Un traguardo essenziale per la sua carriera e vita.

Che ne dici di aprirla e vedere che c'è scritto?



Disse al compagno di squadra, ma la curiosità fu tale da fargli completamente ignorare l'opinione di Kishy e liberò il rotolo dal laccio che la sigillava, per poi srotolarla lentamente, in quel momento si sentiva come un bambino il giorno di natale che non vuole scartare il pacco per rovinarsi la sorpresa, però continua ad accarezzare l'involucro domandandosi che cosa possa esservi contenuto al suo interno.

Puf.



Fu il rumore che precedette di qualche istante la nuvola di fumo che coprì i contendenti alla promozione che si ritrovarono in una stanza completamente in disaccordo con il paesaggio precedente.

Un signore con la coda di cavallo li stava aspettando, forse si trattava del burattinaio che gestiva l'intera baracca oppure una semplice marionetta, la cosa in tutta sincerità non interessava al foglioso, che voleva semplicemente sapere che cosa sarebbe successo di li a poco, che cosa avrebbe dovuto affrontare di li a poco.

Oltre al team quattro, pure il due ed il cinque erano riusciti a concludere la prova prima del termine, segno che solo in sei erano riusciti a farcela e quindi a garantirsi il passaggio, ma pochi minuti dopo giunsero altri due e l'uomo dai capelli castani iniziò a parlare.

Invece di eliminare un team intero solo un paio di partecipanti erano stati scartati per motivi che agli altri non era permesso sapere, ma in compenso la loro squadra si era distinta per il gioco di squadra, quindi il Nara aveva fatto bene ad investire tutto nella collaborazione con l'utilizzatore del mokuton.
Fu esposta la classifica dei singoli partecipanti e Shintaro figurava solamente al quarto posto; la cosa non gli stava affatto bene perchè c'erano ben tre persone potenzialmente più forti di lui o perlomeno che erano riuscite a farsi notare di più dagli organizzatori. Il foglioso non si trovava neppure sul podio, doveva impegnarsi molto di più per recuperare posizioni ed andare perlomeno al secondo posto, meno non era assolutamente consentito. La cosa che lo stupì maggiormente era che il detentore della posizione di testa non era un Uchiha oppure uno Hyuga, discendenti dei più famosi clan di Konoha, ma bensì un Nara. In quel luogo si trovava un appartenente al suo stesso clan ed era talmente bravo da essere considerato il migliore.

Kisuke Nara.... un nome di cui mi dovrò ricordare.



Il giovane impresse nella propria mente ogni nome e rispettiva posizione nella graduatoria di ogni partecipante, era bene sapere bene con chi avesse a che fare in modo da non sottovalutare eccessivamente l'avversario.

L'adulto continuò a parlare spiegando l'importanza di valori come il gioco di squadra, la saggezza e disciplina, tutte cose che Shintaro era sicuro di possedere e che avrebbe di li a poco dimostrato a tutto il mondo.

Successivamente vi furono gli accoppiamenti per la seconda fase e lui ebbe il "piacere" di essere stato abbinato con il quinto in classifica, un certo Takeshi Fujiwara. Non sapeva chi fosse ne da quale villaggio provenisse, l'unica certezza che il rigeneratore aveva, era che non poteva permettersi il lusso di sottovalutare il nemico oppure ne sarebbe uscito sconfitto.

Shin lanciò una seconda occhiata al tabellone e notò che l'ex compagno doveva combattere contro Rayga Hyuga, un avversario che Shintaro aveva già affrontato e sapeva che non era una passeggiata.

Auguroni.....partner.



L'arena del terzo scontro era la piscina, un luogo congeniale al Nara perchè poteva usare facilmente il muro acquatico, ma la cosa si sarebbe rivelata problematica nel caso fosse stato il suo avversario a conoscere il suiton, perchè si trattava di avere contro uno svantaggio ambientale schiacciante.

Quando finalmente il discorso terminò un esaminatore si occupò di fare da spola con il teletrasporto per condurre i vari concorrenti nel rispettivo campo di battaglia; pure Shintaro fu accompagnato nella "piscina".

A quanto pare dovrò scontrarmi poprio qui.
Dovrò tenere la guardia sempre alzata.



Il luogo era composto da un'arena circolare del diametro di circa centocinquanta metri con una piattaforma a forma di croce al centro, tutto il resto del campo era composto da una piscina che conteneva molto probabilmente milioni di litri d'acqua.

L'esaminatore illustrò ai due il regolamento della seconda prova dicendo che il vincitore non aveva la certezza matematica di passare, ciò significava che se nella prima prova lo shinobi aveva dato il 110%, ora doveva rendere al 300%. Doveva assolutamente arrivare alla finale e dimostrare al mondo di essere veramente degno di passare al grado successivo.

Quello spaccone del suo avversario avvertì tutti i presenti di non intralciarlo, altrimenti avrebbero fatto una brutta fine. Ciò significava che Takeshi era molto sicuro delle proprie capacità, ma anche Shintaro non era da meno.

Atteggiati finchè puoi, tanto ti spacco in due.



La sua determinazione aveva superato ogni limite, avrebbe distrutto senza alcuna esitazione ogni ostacolo che avrebbe osato mettersi in mezzo fra lui ed il suo obbiettivo ed in quell'istante Takeshi non era altro che un dannatissimo muro che lo stava bloccando.
L'unica soluzione a quel problema era raccogliere tutte le forze nel pugno e sfondarlo.

Mentre squadrava l'avversario notò che portava il coprifronte di Kiri, un segno tanto chiaro quanto pessimo; il villaggio della nebbia era famoso sia per gli specialisti nelle tecniche di eliminazione che per le tecniche acquatiche. Fujiwara aveva milioni di litri a propria disposizione per eseguire tutti i jutsu di cui aveva bisogno.

L'unico modo per fregarlo è quello di puntare unicamente al corpo a corpo in modo da impedirgli di comporre i sigilli per il ninjutsu.
Dopotutto mi sono allenato nell'uso di quella tecnica proprio per le situazioni in cui sono costretto ad usare uno stile di combattimento ultra-ravvicinato.


Assunse una posa difensiva e con la destra estrasse uno dei due Kama che portava legati alla cintura e lo fece roteare un paio di volte in aria prima di afferrarlo saldamente con la lama parallela al terreno, segno che era pronto a combattere.

CITAZIONE
Ricambio gli auguri del mio avversario.
I dati di combattimento li metto dal prossimo post.
Chiedo scusa per lo schifo di post ma stasera devo uscire e sia ieri che l'altro ieri ho avuto delle verifiche.

 
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Xyz10
view post Posted on 23/12/2009, 13:25




¬ Legenda ¬ Narrato
Parlato
Pensato


¬ Need To Be Strong ¬ Il sole splendeva nel limpido cielo, precisamente all’altezza dello zenit: doveva essere pressappoco mezzogiorno. I suoi caldi raggi irradiavano luce e calore in ogni dove, andandosi ad infrangere contro il terreno. Nel luogo ove lo shinobi si trovava, essi venivano riflessi dalla superficie acquea, creando così una sorta di effetto abbagliante. Nemmeno un soffio di vento spirava, facendo sì che le quattro parti azzurre fossero completamente piatte. I due ninja erano in piedi, separati l’uno dall’altro da ben sette metri esatti, pronti ad iniziare quella sfida valevole per l’ammissione alla prova successiva. Il jonin incaricato di giudicare l’operato dei due combattenti stava anch’egli dirimpetto, le braccia conserte, le palpebre tese, lo sguardo alternato dal primo al secondo genin. Tutt’intorno l’intera marmaglia di persone presenti in quella piscina si era ammutolita all’istante: sembrava quasi che le parole del Kirese avessero sortito l’effetto desiderato. Ciò era la dimostrazione effettiva che anche lui, usando la giusta combinazione di parole, poteva incutere timore e se ne compiacque. Purtroppo, però, il suo avversario non fu così stolto da cadere in quella semplice trappola, anzi parve abbozzare un sorriso sprezzante nei suoi confronti.

Quei momenti iniziali potevano essere determinanti per l’esito finale: sovente solo dal primo sguardo si potevano carpire informazioni decisive sullo stile di combattimento, sull’atteggiamento, sugli eventuali punti deboli, eccetera. Dunque, doveva sfruttare al meglio quella fase di stallo. I caldi occhi nocciola di Takeshi - un altro dei particolari che lo differenziavano dal gelo dei suoi compaesani - analizzarono come uno scanner ogni centimetro quadrato del corpo nemico, cercando di trarne vantaggio. La costituzione fisica del ragazzo dalla pelle scura era pressoché uguale a quella del nebbioso, per cui quell’elemento significava che, almeno sul corpo a corpo, se la sarebbero giocati alla pari. Se solo non avesse odiato il taijutsu con ogni fibra di sé stesso. Ma questo dettaglio il Nara non poteva saperlo. Un altro particolare che attrasse la sua attenzione fu la strana capigliatura del foglioso: egli difatti aveva i capelli raccolti in dreadlock neri che, all’occorrenza, avrebbero potuto ricadergli sul volto, abbassandogli la visibilità. Ecco dunque un’altra cosa da segnare sul suo taccuino personale, sotto la voce “dettagli possibilmente utili”. L’unico equipaggiamento non occultato erano due spade simili a falci legate alla cintola. Altri segni particolari non balzarono agli occhi dello scrutatore, il quale venne interrotto dalla sua azione calcolatrice da un preciso movimento dell’avversario: egli aveva portato la mano destra all’altezza della cintura ed estratto una delle due armi appena menzionate. Proprio come si evinceva dalla forma, i due kama erano costituiti da un bastone ligneo che culminava in un affilatissima lama ricurva. Brandendo la stessa arma della Morte, il Konohano si apprestava ad iniziare lo scontro. Ma il Fujiwara non era da meno, la sua mente stava già elaborando svariati piani di battaglia. La situazione era analoga a quella di mesi e mesi prima, e così lo scopo di quella lotta: non il piacere di misurare le proprie abilità con un altro ninja, non l’assoluzione di una questione personale. Quella battaglia avrebbe determinato se effettivamente era degno di salire di grado. L’esaminatore sopra menzionato aveva assunto la stessa posizione del sensei Akihiro durante lo scontro per la promozione a shinobi novizio. Quella volta si era fatto sorprendere dall’azione del ragazzo del Suono, e ciò aveva comportato svariate ferite anche se poi, alla fin fine, ne era uscito comunque vincitore. Tornando al presente, il kirese capì di essere in notevole svantaggio dato che il suo avversario sembrava illeso, mentre a lui doleva ancora l’avambraccio destro. La situazione, però, veniva ampiamente equiparata dal luogo in cui il Caso aveva determinato che si sarebbe svolto l’incontro. Perciò, si poteva comunque asserire che i due combattessero alla pari. Anche il Nara si era messo in posizione difensiva, ciò stava a significare che non aveva intenzione di compiere la prima mossa. Brutta scelta: a volte, si diceva, compiendo bene la prima mossa, si era già a metà dell’opera. Poco male, avrebbe cominciato lui.

Immagini confuse riguardanti tattiche completamente differenti tra loro baluginavano nella sua mente, e ciò non gli aveva ancora permesso di elaborarne una. Avrebbe dovuto improvvisare, dunque. Di certo non sarebbe rimasto fermo a pensare, sarebbe stato da stupidi concedere all’altro il privilegio che lo stolto si era negato poco prima. La sua mano destra, già posizionata sull’elsa della wakizashi, scattò velocemente alla sacca porta oggetti posta pochi centimetri più in basso, tastando l’unica cosa che avrebbe potuto servirgli in quel momento. Come faceva ad essere sicuro di aver selezionato proprio l’arma giusta? Semplice: essa era la pallina più grande riposta in quella tasca. Qualcosa con un diametro di ben cinque centimetri la si riconosce immediatamente. Non fu difficile, perciò, l’andare sul sicuro. Con l’oggetto ben stretto nel palmo, Takeshi avrebbe corso per una manciata di attimi, data la sua costituzione prestante per la velocità, fermandosi di nuovo dopo tre metri esatti, raggiungendo una distanza di quattro. Contemporaneamente, avrebbe alzato il braccio quel tanto che bastava per prendere la carica necessaria ad un lancio: così facendo, avrebbe certamente permesso all’avversario di scorgere qual’era la sfera che doveva temere: un flash. Perché rivelare le proprie intenzioni, dunque? Ancora una volta la risposta era banale: perché tutto rientrava nel suo piano.

Meno di mezzo secondo più tardi, sicuro che l’avversario avesse compreso l’entità sopra citata, esso sarebbe stato scagliato con forza diagonalmente verso il Foglioso. Pochi infimi istanti dopo, i suoi arti carpali si sarebbero uniti in una posizione magica. Ecco una mossa che poteva donargli un vantaggio enorme, poiché poteva avere un duplice effetto. Ovviamente nessuno, se non l’utilizzatore stesso, avrebbe mai potuto prevedere quando la bomba luminosa sarebbe stata detonata. Presupposto questo, la vittima avrebbe potuto avere due scelte: chiudere gli occhi immediatamente, intimorito dall’avanzata della sfera, oppure attendere sino all’ultimo nanosecondo antecedente l’esplosione. In entrambi i casi, però, l’obiettivo del Fujiwara - ovvero creare un diversivo che lo occultasse alla vista del Konohano - sarebbe stato raggiunto. Tanto meglio per lui se l’ombroso avesse scelto la seconda opzione. La sfera avrebbe liberato la sua luce non appena avesse impattato con il suolo, a dispetto del seal già formato dalle dita del ninja dell’Acqua, che avrebbe avuto il solo scopo di distrarre il nemico, facendogli credere di avere intenzione di attivare il flash. Il genin avrebbe dunque chiuso gli occhi appena prima del momento x. Nel mentre avrebbe composto i rimanenti quattro sigilli necessari all’esecuzione della tecnica nota come Soffio Artico, in qualche modo corrispondente - l’aveva imparato circa un’ora prima - alla Palla di Fuoco Suprema della Foglia. Approfittando di quel momento in cui l’avversario sarebbe stato accecato, oppure avrebbe chiuso gli occhi, l’aspirante chuunin avrebbe dapprima impastato nella bocca il quantitativo di chakra necessario alla Jutsu; fatto questo, avrebbe estratto dalla tasca posizionata sulla coscia sinistra uno shuriken, che avrebbe lanciato verso la porzione acquea nelle vicinanze del Foglioso. Il motivo di quest’azione potrebbe sembrare oscuro, ma in realtà è tanto semplice, quanto efficace. Scagliando la stelletta quasi parallelamente all’acqua, infatti, essa avrebbe impattato con detto liquido in modo pressoché rettilineo, così da rimbalzare sulla sua superficie producendo svariati rumori. Essi avrebbero sicuramente insospettito il ragazzo chiamato Shintaro, facendogli credere che Takeshi si trovasse proprio dinnanzi a lui, quando in realtà non si era mosso di un millimetro, restando quindi sempre a quattro metri da lui. A quel punto probabilmente il Nara avrebbe riaperto gli occhi, trovandosi dinnanzi un getto di vento ghiacciato diretto proprio alla sua persona. Solo un vero chuunin avrebbe potuto evitarlo in un lasso di tempo così infimo: se egli ce l’avesse fatta, dunque, avrebbe dimostrato di non essere inferiore al Fujiwara. Almeno per quella prima fase della battaglia.

Una strategia perfetta, non poteva fallire. Disorientato dal flash, egli sarebbe stato ulteriormente distratto dal rumore prodotto dall’arma roteante sul manto azzurrino. Egli inoltre, semmai fosse stato investito dalla gelida tecnica, sarebbe stato gravemente danneggiato da quest’ultima, dato che la temperatura gli avrebbe provocato, nel migliore dei casi, ustioni da gelo su tutta la superficie colpita; nel peggiore tra i possibili avvenimenti, i suoi arti sarebbero stati paralizzati non poco, facendo acquisire un’ulteriore vantaggio al Nebbioso.

¬ Status ¬ Takeshi Fujiwara ¬Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 80/100
Condizione Mentale: Concentrato
Condizione Fisica:
- Ferita Media all'avambraccio destro;
- Ferite Leggere sul braccio sinistro e sul polpaccio destro
;
Consumi: 20
Recuperi: //
Slot Azione Utilizzati: 2/2
Slot Tecnica Utilizzati: 1/1
Tecniche Utilizzate:
- Soffio Artico

SPOILER (click to view)
Posizioni Magiche: 5 ( medio )
Villaggio: Kiri
Descrizione: Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di vento ghiacciato che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza all'estremità pari a tre metri. Chi viene colpito da questo jutsu riporta ustioni da congelamento leggere su tutte le parti colpite; inoltre se il ninja venisse anche solo in parte investito da tale jutsu sugli arti, risentirà di un peggioramento della velocità del 15 % per 2 turni. A causa del leggero congelamento dei muscoli. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

¬ Equipaggiamento Svelato ¬ - Bomba Gelo [x1] {Utilizzata}
- Sfera Flash [x1] {Utilizzata}

¬ Note Post ¬ Damn it! [cit.]
Avevo elaborato una strategia infallibile, ma poi mi sono accorto che c'era un errore del cavolo, e ho dovuto rifare tutto.
Dovrai accontentarti di questa xD


Ah, ho postato perchè, avendo già chiesto una proroga, non volevo farti aspettare ulteriormente. Comunque io direi, sempre se sei d'accordo, di fare una pausa per le feste. Mandami un Mp o su Msn, ci mettiamo d'accordo là sulla durata della pausa. :smile:

 
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~ K a i
view post Posted on 6/1/2010, 21:24




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


Uragano...



Il desiderio di Shintaro era solamente quello di terminare quel combattimento il prima possibile in modo da potersi finalmente riposare; anche se nella prima prova era riuscito a non riportare la ben che minima ferita grazie alla sua capacità di analisi derivante dai geni del clan Nara, oltre che alle discrete abilità combattive sviluppate durante i vari allenamenti pre accademici e post diploma.

La filosofia del mezzo Inuzuka era semplice, ma il più delle volte si rivelava efficace ovvero quella di schiacciare l'avversario con tutto ciò che si aveva a disposizione, compresa quella tecnica che aveva deciso di tenere nascosta fino all'ultimo, cioè la Tatsumaki no Ken o meglio conosciuta come spada dell'uragano. Una tecnica che gli permetteva di aumentare esponenzialmente la sua pericolosità in corpo a corpo se poi la si univa alla sua abilità nel maneggiare le falci e la capacità di rigenerare le ferite, Takeshi poteva dirsi un genin morto.

Il foglioso non stava in alcun modo sottovalutando l'avversario perchè non era nel suo stile e gli era stato insegnato dal padre che ogni nemico può fingere di essere più debole di quanto non sia in realtà e sotto l'espressione di gattino docile che nascondeva il kiriano poteva celarsi una pericolosa tigre capace di uccidere in un solo unico e fatale colpo la preda che si credeva predatore.

Ad un tratto il Fujiwara estrasse dalla tasca una pallina che l'aspirante chuunin conosceva fin troppo bene, si trattava di un flash, ma perchè mostrarlo in aria invece di gettarlo immediatamente a terra per eseguire un attacco a sorpresa?

Deve trattarsi di un diversivo.



Fu il pensiero che dominò la testa del rigeneratore, quando un'azione di un ninja è troppo plateale, vuol dire che si tratta di un diversivo, come nello shogi, un gioco simile agli scacchi dove solitamente la prima mossa è una finta.

L'unico modo per fronteggiare quel pericolo era quello di tenere gli occhi aperti fino all'ultimo istante utile perchè sarebbe stato proprio in quel momento che l'avversario avrebbe eseguito la propria mossa e l'unico strumento a disposizione di Shin per trovare l'avversario era l'olfatto, infatti i geni del clan Inuzuka, nonostante non fossero stati risvegliati per libera scelta di Shintaro erano comunque parte attiva del suo dna, perciò il giovane aveva un naso in grado di sentire molto meglio gli odori rispetto agli altri.

Infatti era sua abitudine di "annusare" l'avversario in modo da fissarne l'odore in modo da avere sempre una traccia sulla posizione dell'avversario ed il bello di quella faccenda era che grazie al suo cognome l'avversario non poteva saperlo.

Il nebbioso decise di far detonare la sfera luminosa, ma senza riuscire ad accecare il Nara perchè chiuse gli occhi pochi metri prima che il flash toccasse terra in modo da attivare la miscela chimica ed illuminare il territorio circostante.

Ora l'unica cosa rimasta da fare era affidarsi al suo naso per rilevare costantemente la posizione dell'avversario ed assumere una posizione di combattimento più adatta al suo stile, ovvero impugnando il secondo kama con la sinistra e con le gambe piegate* in modo da compiere scatti nel minor tempo possibile.

Ad un tratto il genin sentì dei rumori provenienti dall'acqua, sembravano dei passi veloci; un espediente del genere avrebbe potuto ingannare un comune ninja novizio, ma non uno che voleva diventare a tutti i costi un chunin.

Ottima finta, peccato che sappia per certo che non ti sei mosso!



Passarono alcuni istanti prima di sentire del freddo al petto, era stato compito da qualcosa e cadde a terra, aprì gli occhi e notò delle leggere ustioni da gelo sul petto e parte del braccio sinistro, i danni che aveva subito non erano ingenti e poteva tranquillamente continuare a combattere, ad ogni modo non doveva temere perchè delle ferite del genere la Sousou Saizei era in grado di guarire in pochi secondi.

L'offensiva sembrava finalmente terminata, perciò ora toccava a Shin rispondere propriamente a Takeshi.
Il Nara disponeva sia di flash che di fumogeni, ma preferì ricorrere agli ultimi perchè gli permetteva di tenere gli occhi aperti e coprire un raggio maggiore in grado di occultare con successo ogni sua mossa.
Afferrò la sfera azzurra e la gettò a terra senza esitare, in pochi istanti il fumo aveva già ricoperto un'area di cinque metri e ciò segnò il momento giusto per attuare la mossa che il giovane aveva in mente.

Afferrò una coppia di shuriken, Fuuma Shuriken per la precisione, e basandosi sulla traccia olfattiva lasciata dall'avversario lanciò le enormi stelle ninja sfruttando una tecnica che aveva appreso poco prima dell'inizio della competizione, ovvero lo Shuriken d'Ombra nascondendo così nell'ombra della prima arma, il suo gemello e mirò proprio al centro della fonte sperando di riuscire a provocare danni seri.

Non è ancora finita!



Infatti un'occasione talmente ghiotta non si presentava due volte e bisognava cogliere l'attimo e colpire con tutto ciò che aveva a disposizione e la tecnica migliore da contrapporre al suo jutsu di ghiaccio, era una incandescente palla di fuoco suprema.
Nonostante gli facesse un pò male muovere il braccio, il dolore era facilmente sopportabile e un po' più lentamente il ragazzo compose i cinque seals richiesti ed emise in un'unica espirazione il globo infuocato diretto ovviamente al centro della fonte dell'odore che il genin stava sentendo.

Vediamo come te la cavi te al gioco del buio.



Finalmente il combattimento era iniziato, ma ci sarebbe voluto ancora del tempo prima di entrare nel vivo del duello; Shintaro afferrò i due kama che aveva lasciato cadere a terra ed indietreggiò fino ad uscire dalla nube in modo da poter vedere i prossimi attacchi di Takeshi e non cascare più in un trucco tanto semplice, quanto vecchio.

CITAZIONE
Nome: Shintaro Nara.
Energia: Verde.
Stato Fisico: Illeso
Stato Psicologico: Mortalmente serio
Chakra Rimasto: 160/200
Consumi: Mediox2 [20x2]=40
Armi Svelate: Kamax2, Fuuma Shurikenx2 e un Fumogeno [3/4 rimasti]
Tecniche Usate:

Palla di Fuoco Suprema - Katon:Goukakyuu no Jutsu
Posizioni Magiche: Serpente, Tigre, Cinghiale, Cavallo, Tigre
Villaggio: Foglia
Descrizione: Questa arte magica è la base per quasi tutte le tecniche di fuoco del villaggio della foglia. Impastando una discreta quantità di chakra nella bocca, è possibile emettere un getto di fiamme che arriva anche a sei metri dall'utilizzatore, e raggiunge una larghezza non inferiore ai tre. Chi è colpito da questo jutsu riporta ustioni medio-gravi su tutte le parti interessate. All'inizio il difetto di questa tecnica è che ci vuole molto tempo per impastare il chakra da utilizzare e che il ninja deve rimanere fermo mentre la esegue, ma dal grado di chunin in poi questa carenza viene a cadere, compensata dall'esperienza dello shinobi.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

Shuriken d'Ombra - Kage Shuriken no Jutsu
Tipo: Taijutsu
Villaggio: N/A
Posizioni Magiche: Nessuna
Tecnica utilissima per ingannare l'avversario, il ninja usa due Fuuma Shuriken (un grande shuriken con le lame ricurve molto veloce). Il ninja sembra lanciare un solo shuriken, ma in realtà un'altro shuriken è nascosto nell'ombra del primo, cosicché, anche se il primo dovesse essere bloccato o evitato, il secondo avrebbe altissime probabilità di andare a segno comunque (evitabile solo se la differenza tra i combattenti sia in esperienza che in caratteristiche è molto grande)
(Livello: 5 / Consumo: Medio)
[servono Due Fuuma Shuriken per eseguirla]


Note: l'asterisco affianco alla parola "piegate" riporta ad una scan di una pagina di naruto e nell'ultima riquadro c'è la posizione che all'incirca assume il mio pg.

Perdonate il pessimo post, ma avendo il pc rotto non ho potuto curarlo come avrei voluto.

 
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Xyz10
view post Posted on 9/1/2010, 23:13




¬ Legenda ¬ Narrato
Parlato
Pensato


¬ Through The Fire And The Flames ¬ Il silenzio era stato rotto. Tutto era cominciato, eppure nessuno poteva azzardare un’ipotesi su come sarebbe finito. Nemmeno uno tra quei comuni civili quali erano i presenti avrebbe mai scommesso nulla. Entrambi i contendenti ostentavano sicurezza, in particolar modo Takeshi: messo da parte il nervosismo che gli stringeva lo stomaco in una tenaglia, era tornato lo stesso di sempre. Sicuro di sé, certo che poteva surclassare quel genin dalla capigliatura stramba. La strategia che aveva elaborato - anzi no, non era la parola più adatta, dato che praticamente aveva improvvisato - aveva donato i frutti sperati. La scelta obbligata che il Nara si era trovato a dover compiere, ovvero quella di chiudere gli occhi per evitare di essere accecato dal flash, era stata predetta dal Kirese, il quale desiderava soltanto approfittare di quel momento di confusione dell’avversario. Molte grida di approvazione e di stupore si levarono dal pubblico, radunato ai quattro lati di quel cerchio quasi perfetto che era l’arena, non appena l’inevitabile getto ghiacciato del Fujiwara colpì in pieno il Foglioso, facendolo ruzzolare a terra. Un ghigno soddisfatto prese forma sul suo volto, al solo udire le suddette urla, le quali però andarono a confondersi con schiamazzi di altra natura. Ebbe anche il tempo di distrarsi, mentre l’altro si accorgeva di esser stato colpito, e constatava l’entità delle ustioni da gelo sul suo corpo: pensò che non si era mai trovato a dover combattere di fronte a tanta gente. Credeva che in quella situazione, che sarebbe dovuta ripresentarsi anche alle tanto agognate finali, sarebbe stato confuso da quella presenza, in qualche modo turbato dai molti occhi che lo avrebbero scrutato; invece no, la folla lo galvanizzava, gli forniva una carica in più, un qualcosa che non avrebbe potuto replicare altrimenti. Approfittò dell’ultimo momento di libertà, durante il quale il Konohano si stava rimettendo in piedi, guardandosi intorno. Molti, perlopiù bambini in tenera età, giocavano allegramente in piscina; altri invece, osservavano con attenzione l’andamento delle ostilità, magari scambiando qualche parola col vicino e, come nell’occasione sopra citata, esclamando e sorprendendosi delle azioni a cui assistevano. Probabilmente dopo quegli attimi, i più coraggiosi avrebbero già puntato qualche decina di ryo sul ragazzo che aveva appena abbattuto l’opponente. Ma sapevano di rischiare molto, le sorti dell’incontro potevano essere rivoltate come una frittata ancora svariate volte. Anche il Nebbioso era consapevole di questo fatto: non avrebbe commesso lo stupido errore di sottovalutazione, non avrebbe permesso alla folla di fargli montare la testa.

Shintaro si era ormai sollevato, il sedicenne tornò a focalizzarsi solo su di lui. I loro occhi si incrociarono per un infimo attimo: in quelli del ninja dalla carnagione più scura si scorgeva un desiderio di vendetta su Takeshi; nello sguardo di questo, invece, si capiva che era pronto a tutto, preparato a rispondere all’imminente offensiva e, soprattutto, a portarsi ulteriormente in vantaggio.
Notò che le falci del ragazzo giacevano entrambe a terra. Non le aveva raccolte. Probabilmente non aveva compreso la diceria che accomunava lo stile di lotta di Kiri: il taijutsu solitamente veniva utilizzato come arma ultima, oppure in caso di estrema necessità, in quanto gli abitanti di quella fredda isola erano maestri nell’arte del ninjutsu. Quel genin però, l’unico ad esser stato scelto in rappresentanza del Villaggio in quella sede, non era del tutto sprovvisto sotto quell’aspetto. La sua abilità con la wakizashi era piuttosto nota e temuta da molti, in patria. Sapevano che il rosso si sapeva destreggiare con essa, e ne avrebbe potuto fare il suo asso nella manica, se gliene avessero offerto l’occasione.


Il fatto di aver ignorato i kama, comunque, significava una sola cosa: non aveva intenzione di sfoderare le arti marziali, per il momento. Tutt’altro, anzi. La mossa del Fujiwara poco prima lo aveva impressionato a tal punto che decise di prenderne spunto, o almeno questa era la briciola che poteva intuire dal suo gesto: la mano era scattata verso la sacca porta armi. Ne uscì immediatamente, stringendo nel palmo qualcosa che non riuscì ad individuare. Venne scagliata con violenza contro la piattaforma, andandosi ad infrangere su essa. Chiuse gli occhi, pronto ad un’esplosione di luce. Il bagliore però non venne: dunque, poteva escludere che l’oggetto si trattasse di una di quelle sfere giallognole. Subito rialzò le palpebre, scorgendo una densa sostanza gassosa che si espandeva e stava dando vita ad una coltre nera che praticamente azzerava la visibilità. Il piano del nemico era del tutto simile al suo precedente: voleva crearsi un diversivo, qualcosa che gli permettesse di occultarsi alla sua vista. I fumogeni erano perfetti per adempiere a quel compito.
Non riusciva a crederci, sembrava quasi un segno del destino. Gli dèi avevano davvero guardato dalla sua parte, allora. Quella era la sua tattica, una delle tante che aveva preparato appositamente per l’evento internazionale quale era l’Esame. Forse, se non avesse sprecato ulteriore tempo, sarebbe riuscito a contrattaccare. Oltretutto, l’avversario di sicuro conosceva i rischi di quella mossa: la cecità è duplice. Nemmeno lui avrebbe potuto individuare nulla attraverso quella nuvola di gas, men che meno la figura dell’aspirante chuunin. Eppure, se non si fosse spostato, egli avrebbe comunque potuto attaccare, avendo probabilmente memorizzato la sua posizione iniziale. Non c’era più sabbia nella sua personale clessidra, il tempo era scaduto. Doveva agire, e in fretta. Non sapeva quale oscuro tranello gli avrebbe teso il Nara, ma di certo non lo voleva scoprire a proprie spese.
La nube scura in quel momento aveva già occupato una considerevole porzione attorno a lui. Corse con foga verso sinistra, fino ad uscire totalmente dall’area entro la quale non vedeva nulla. D’un tratto sentì la piattaforma mancare sotto i piedi; un attimo dopo si ritrovò nell’acqua tiepida sino alle ginocchia. Il liquido che aveva spostato cadendoci, di sicuro avrebbe tradito la sua posizione, ma almeno riusciva a distinguere qualcosa, laddove il fumo ancora non era arrivato.
Per la seconda volta in un minuto, la sua mano destra sarebbe scesa per la gamba, andando ad infilarsi nella tasca porta-armi, uscendone immediatamente impugnando la pallina più piccola di cui disponeva. L’unica cosa che avrebbe potuto salvarlo. Il solo oggetto che avrebbe potuto fargli impugnare il coltello dalla parte del manico. Avrebbe tolto la sicura alla bomba scoppiettante e l’avrebbe rapidamente lanciata in mezzo alla coltre nera. In poco tempo, essa avrebbe rilasciato il liquido infiammabile al suo interno, il quale avrebbe reagito con il gas infiammabile e avrebbe incendiato tutta la zona dove esso era presente. Certo, la fiammata non poteva essere potente come quella prodotta da una jutsu, ma a chi non era affine a quell’elemento, quella sferetta poteva rappresentare un ottimo rimpiazzo. Eppure, probabilmente, l’ombroso avrebbe sofferto molto più di quanto previsto. Il motivo è semplice: sulla sua pelle c’erano tante, piccole ustioni provocate dal Soffio Artico. Che cosa avrebbe prodotto il fuoco su di esse? Un male indicibile, o almeno così credeva Takeshi.

Già quando la pelle è fredda e si tocca una fonte di calore si avverte un forte dolore, dato che l’epidermide ghiacciata fa sentire come se la temperatura fosse aumentata improvvisamente. Non sono uno scienziato, non posso dirlo con certezza, però non oso immaginare cosa gli provocherà una fiamma viva, seppur debole.


Non sapeva nemmeno se fosse andato a segno il suo colpo, che dal fuoco vide sbucare una stelletta di dimensioni abnormi: un Fuuma Shuriken. Il suo cervello si mise subito in moto per trovare una scappatoia.

Cazzo, perché mi sono buttato in acqua! Adesso i miei movimenti sono limitati! C’è un’unica possibile soluzione..


L’acqua, fonte insostituibile di ogni suo ninjutsu, non mancava di certo. Era il tempo che forse non sarebbe stato sufficiente, ma non per questo non avrebbe provato a difendersi. Compose perciò i due sigilli necessari per l’attivazione della tecnica difensiva più potente che conoscesse: una solida barriera azzurrina si innalzò a trenta centimetri dal suo naso. Subito seguì un potente colpo, l’arma letale doveva esservisi scontrata. Nemmeno cinque secondi più tardi, quando il muro acqueo ormai si stava disintegrando, venne un nuovo rumore. Capì che una seconda arma doveva essere stata fermata, ma forse aveva fatto male i suoi conti. La resistenza del jutsu ormai era praticamente nulla, perciò lo shuriken lo trapassò, indebolendo però la propria velocità di rotazione e, quindi, anche la propria potenza. Non sapendo più come difendersi, il genin si protesse almeno il volto grazie ad un braccio, il destro per l’appunto, il quale venne lacerato dall’arma che si conficcò nella carne. Si cacciò un pugno tra i denti per evitare di urlare: un ninja dovrebbe essere capace di gestire il dolore, e lo sapeva. Ma se questo era inimmaginabile, come avrebbe fatto a sopportarlo?
L’acqua sotto di lui si colorò di rosso. Vide il sangue sgorgare copiosamente dallo squarcio - perché di squarcio si trattava, visto che era lungo dal gomito al polso. Per un attimo temette di non riuscire a controllarsi, di uscire di senno come aveva fatto altre volte alla vista di quel liquido, ma dovette ricredersi: stava soffrendo talmente tanto da essere immune pure ad esso.
Pochi attimi più tardi, scorse una vampata infiammata che si avvicinava pericolosamente verso la sua faccia. La ferita pulsava frenetica, l’arte Katon gli era ormai addosso. Non aveva nemmeno più chakra per una jutsu dell’elemento ad esso opposto. Non l’avrebbe potuta evitare, dato che essa aveva un’estensione pari a tre metri. Non poteva fare nulla: ancora un secondo e sarebbe stato carbonizzato. Si rifiutò di chiudere gli occhi, voleva vedere la Morte in faccia. Ma essa dovette attendere anche quella volta. La Palla di Fuoco Suprema svanì a quaranta centimetri dal suo corpo: a lui giunse soltanto del calore residuo.


Rimase così, di stucco, con il cuore che sembrava voler uscirgli dal petto. Ancora una volta era stato graziato. Forse avrebbe dovuto davvero convertirsi alla religione. Magari lassù, qualcuno aveva preso in simpatia Fujiwara Takeshi.

¬ Status ¬ Takeshi Fujiwara ¬Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 60/100
Condizione Mentale: Distratto dal Dolore
Condizione Fisica:
- Ferita Media all'avambraccio destro;
- Ferite Leggere sul braccio sinistro e sul polpaccio destro
;
- Ferita Medio-Alta al braccio destro;
Consumi: 20 (Medio)
Recuperi: //
Slot Azione Utilizzati: 1/2
Slot Tecnica Utilizzati: 1/1
Tecniche Utilizzate:
- Suiton: Suijinheki - Muro D'acqua

SPOILER (click to view)
Posizioni Magiche: 5 ( medio )
Villaggio: Kiri (Orig. Cascata)
Posizioni Magiche: ???
Descrizione: Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)

¬ Equipaggiamento Svelato ¬ - Bomba Gelo [x1] {Utilizzata}
- Sfera Flash [x1] {Utilizzata}
- Bomba Scoppiettante [x1] {Utilizzata}

¬ Note Post ¬ Allora, qui ho molte cose da spiegare. Prima fra tutte, ho effettuato un contrattacco nello stesso momento (mi sono basato più o meno sui tempi del tuo post) in cui tu lanci i Fuuma.
Seconda cosa, che non si può capire dal post, è il perchè ho descritto la tua Palla di Fuoco svanire davanti a me. E' tutta una questione matematica.
La nostra distanza era di 4 metri. Ho narrato di correre verso sinistra fino a uscire totalmente dalla nube del fumogeno, che tu hai descritto essere 5 metri in quel preciso momento. Dunque, la nostra distanza diagonale effettiva è di 6 metri e 40 centimetri. (ho finalmente capito a cosa serve il teorema di Pitagora °° xD)
Dalla descrizione della Palla di Fuoco, si legge che arriva a 6 metri. Ecco perchè ho scritto che svaniva precisamente a 40 centimetri da me.
Terza cosa, se hai dubbi sulla mia offensiva e sull'effetto che ti fà (come ho scritto non so no uno scienziato, non ne sono sicuro nemmeno io xD e non sono così scemo da provarci XD) manda un mp.
Spero di essere stao abbastanza chiaro e di aver detto tutto. A te. ^^

Edit: Ti concedo di mia spontanea volontà un giorno in più, visto che probabilmente leggerai domani questo post.

 
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~ K a i
view post Posted on 14/1/2010, 23:00




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


La Spada...



Il vantaggio indiscusso della cortina fumogena era che poteva nascondere facilmente ogni mossa dello shinobi, che riusciva ad orientarsi tramite il naso, ma allo stesso tempo non poteva rilevare gli eventuali contrattacchi che gli sarebbero stati mossi contro.

Il Nara sperava con tutto il cuore che entrambi gli assalti fossero andati a segno, ma al momento non aveva avuto ancora modo di constatare la cosa. L'unica cosa rimastagli da fare era aver fede nelle sue capacità e preparare la mossa successiva.

E' arrivato il momento di usare quella tecnica.



Ci fu un rumore che interruppe quella calma piatta, rotta solamente per qualche secondo, seguito da un rumore di fiamme, forse un tentativo disperato di Takeshi, ma un importante segno delo stato di salute del Kiriano, cioè che il suo nemico era ancora in grado di combattere.

Oramai la cortina aveva raggiunto il limite e si diradò in pochi istanti dopo aver passato il limite dei sessanta secondi; finalmente ebbe il contatto visivo con l'aspirante chunin e notò che si trovava in acqua, segno che voleva combattere nel suo elemento naturale. Shin non era affatto stupido e sapeva che la punta di diamante del villaggio della nebbia risiedeva proprio nei Suiton.

Se mi credi tanto stupido da venire li a prenderti dovrai ricrederti, perchè anche se ora sei immune ai miei Katon, sarà più difficile difenderti dal mio Fuuton.

Disse a bassa voce. Si, il giovane aveva proprio in mente di usare la sua tecnica simbolo, considerando che si trattava di una sua invenzione e che non aveva avuto ancora modo di utilizzarla in combattimento, ma aveva già in mente il modo ideale di sfruttarla senza dover correre incontro ad una trappola certa.

Senza togliere gli occhi di dosso dal Fujiwara estrasse dal portaoggetti il filo nylon e che collegò al kama che aveva raccolto da terra; in questo modo avrebbe potuto usare un'arma da distanza ultra-ravvicinata ad una ragionevole distanza.

Ed ora, la seconda fase!



Lanciò in aria la piccola falce dal manico di legno e compose rapidamente i tre seals necessari per la creazione della tecnica; riprese al volo lo strumento di morte ed il suo chakra si riversò nella lama andandola a prolungare di cinque centimetri per poi passare alla seconda fase, ovvero la manipolazione della natura del chakra trasformando l'energia nell'elemento vento, il più adatto per i combattenti che optano per la medio-lunga distanza.

Ed ora divertiamoci!



Fece roteare in aria l'oggetto tenendolo per il filo e poi compiendo un movimento circolare fece assumere una traiettoria curvilinea in modo da dirigerlo contro lo shinobi della nebbia, diretto alla spalla destra per la precisione, infatti se l'avversario non fosse stato in grado di bloccare, schivare o perlomeno deviare il corso dell'attacco, la lama si sarebbe conficcata in pieno nelle sue carni.

Nonostante il genin sperasse con tutte le sue forze di riuscire nell'impresa di impossibilitare Takeshi dal continuare il duello, ma era abbastanza intelligente da sapere che una semplice offensiva di quel genere non sarebbe mai bastata per mettere seriamente in difficoltà una persona che era stata scelta dal suo villaggio per diventare chunin, perciò era importante, se non essenziale abbinare un diversivo oppure un'altra mossa che metta alle corde il Fujiwara.

Il foglioso trovò la risposta nei pugnali da lancio che usava da quando era ancora uno studente, così con la sinistra afferrò due Kunai e li lanciò sperando di riuscire a colpire l'avversario al petto ed allo stomaco. In questo modo sperava di riuscire a distrarlo per il tempo necessario. Dopotutto avrebbe dovuto affrontare due attacchi incredibilmente veloci in poco tempo, una prova che solamente un vero chuunin sarebbe riuscito a fronteggiare.

Oramai si trattava di una questione di principio, quell'essere aveva osato ferirlo con un'azione infida, ovviamente come shinobi non aveva nulla da dire sulla sua azione, perchè in situazioni analoghe si sarebbe comportato allo stesso modo, ma era nel suo essere odiare l'avversario fino al termine del combattimento, l'odio gli permetteva di ignorare sentimenti come la compassione oppure la pietà, un fattore che gli avrebbe permesso di commettere sciocche imprudenze che gli sarebbero costate la tanto agoniata promozione.

Mi dispiace per te, ma non mi posso permettere il lusso di sottovalutarti, specie se sei immerso nel tuo elmento naturale.
Non mi avvicinerò a te fino a quando non ti avrò tagliato le mani.
Anche se ho questo enorme svantaggio di non poter sfruttare al massimo le mie capacità combattive sono in grado di comprire anche la lunga distanza.



Aveva tacitamente dichiarato guerra al nemico ed ora niente e nessuno lo avrebbero fermato fino al termine dello scontro.
Poi con un violento strattone del filo di nylon cercò di riportare a se l'arma infusa con la spada dell'uragano.

CITAZIONE
Nome: Shintaro Nara.
Energia: Verde.
Stato Fisico: Illeso
Stato Psicologico: Determinato
Chakra Rimasto: 135/200
Consumi: Medio-Alto [25]=25
Armi Svelate: Kamax2, Fuuma Shurikenx2, un Fumogeno [3/4 rimasti] e Due Kunai [3/5]
Tecniche Usate:

Spada dell'Uragano - Tatsumaki no Ken
Livello: Genin
Posizioni magiche: Cane, Serpente e Tigre
Villaggio: Foglia
Tipo: Ninjutsu - Kenjutsu
Descrizione: Tecnica base per lo stile di combattimento usato da shintaro che si struttura sull'utilizzo di armi da taglio ad una distanza ultra-ravvicinata; si tratta di concentrare dopo l'impasto (sigilli) un'elevata quantità di chakra nella lama di un'arma andando a creare un prolungamento della stessa di circa cinque centimetri, per poi passare alla fase successiva, cioè la manipolazione della natura facendo convertire l'energia standard in chakra dell'elemento vento che andrà a coprire l'intera lama, conferendole così una maggiore capacità di taglio e penetrazione, aggirandosi intorno al 50% in più rispetto al normale.
Consumo: Medio-Alto[Attivazione] & Basso [Mantenimento]

Continuando ad avere il pc con dei problemi sono costretto a postare velocemente da il pc di mio padre, chiedo scusa.

 
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Xyz10
view post Posted on 18/1/2010, 19:28




¬ Legenda ¬ Narrato
Parlato
Pensato


¬ Deathly Shuriken ¬ Aveva fallito. La sua senjutsu non gli aveva donato i frutti sperati: la bomba non era esplosa. Non ne capiva il motivo, avrebbe dovuto farlo, avrebbe dovuto ricreare l’inferno in terra. Non aveva mai avuto l’occasione effettiva di testare la strategia, eppure vi aveva riflettuto molto, quel giorno, quando quell’idea gli aveva illuminato la mente. E ora, proprio quando credeva di aver la vittoria in pugno, in quella dannata sede, non aveva funzionato.
La coltre di fumo lo nascondeva ancora, ma era sicuro che il Nara possedesse qualche diavoleria che gli permettesse di scovarlo ugualmente. Tutti e tre i suoi attacchi l’avevano mirato con estrema precisione, quasi la cortina fumogena non fosse effettivamente presente nell’aria. Si era spostato orizzontalmente, in modo da uscire da essa, eppure le sue armi l’avevano raggiunto: una di esse era stata fortunatamente deflessa dal Muro d’Acqua evocato dal kirese, l’altra era riuscita a trapassarlo, andandosi a conficcare nella carne del suo braccio destro. Il dolore che provava era indicibile, non si era mai trovato a dover sopportare una ferita di quell’entità. E meno male che la barriera azzurra aveva limitato la potenza del Fuuma Shiriken; non voleva nemmeno immaginare cosa potesse essere successo altrimenti. Stessa cosa non si poteva dire della Palla di Fuoco, scomparsa improvvisamente, senza alcun apparente motivo, vicinissima a lui.


La ferita pulsava, il sangue continuava a fuoriuscire a frotte, l’arma era penetrata per tre centimetri. Una tortura immensa, e anche un paio di imprecazioni, accompagnarono l’estrazione della stella ninja dalla sua pelle. Ne osservò la punta indignato: un liquido rosso era abbondantemente cosparso su tutta quella superficie metallica. Il suo sangue. Nessuno poteva permettersi di umiliarlo, non esisteva shinobi tanto abile da ferirlo in quel modo, tanto abile da sconfiggerlo. Non si sarebbe arreso di fronte al primo ostacolo, anche se sembrava insormontabile. Avrebbe lottato, l'avrebbe scavalcato e avrebbe trionfato. Perché era sempre questo l’esito delle cose. Ancora una volta, l'uragano noto come Fujiwara Takeshi non sarebbe stato fermato; chiunque si fosse trovato sulla sua strada sarebbe stato spazzato via, annientato. Ecco cosa sarebbe successo.

Non sapeva nemmeno quanto tempo fosse passato, fatto sta che non poteva starsene lì fermo, soprattutto dato che l’avversario poteva, chissà come, individuare la sua posizione. Oltretutto, si trovava ancora immerso nella tiepida piscina fino alle tibie, e questo contribuiva non poco a diminuire i suoi movimenti. Sicuro che il Konohano non fosse in vista, il genin concentrò il chakra nelle piante dei piedi, come aveva fatto altre mille volte. Giusto un secondo più tardi, sentì un flusso di energia scorrergli proprio nel punto desiderato e, scorgendo attraverso la limpida acqua un’aura blu che avvolgeva i suoi sandali, comprese che l’operazione era stata ultimata. Alzò il piede sinistro fino a farlo emergere dalla superficie azzurra e quindi ve lo appoggiò, sentendo che il liquido si era trasformato in solido. Sollevato anche il destro, il Kirese era libero da quell’impedimento, la sua velocità non era più limitata. Sempre con lo shuriken gigante nella mano sinistra, poiché la destra era pressoché inutilizzabile, il Fujiwara si allontanò ulteriormente dalla piattaforma di due metri precisi. Non corse, però, bensì compì dei passi flemmatici, impercettibili all’udito, testimoniati soltanto dal formarsi di miriadi di cerchi che increspavano la massa acquea dell’arena. Si sorprese nello scoprire che il suo sfidante ancora non era in vista: ciò stava a significare che lui ancora non si era mosso; probabilmente attendeva che il fumo svanisse e, a giudicare dalla densità di esso, quel momento era assurdamente prossimo.

Il pubblico aveva assistito a tutta la scena trattenendo il fiato. Qualcuno si era lamentato del fatto che, a causa del fumogeno, non sarebbero più riusciti a vedere nulla; molti avevano tremato assieme al Ninja dell’Acqua nel momento in cui si era visto la Morte in faccia, rimanendo allibiti non comprendendo la sparizione della vampata. Altri, soprattutto gli spettatori più piccini, erano rimasti basiti nel guardare un ragazzino camminare sulla superficie azzurrina come se fosse del terreno qualunque, ed ora tentavano - evidentemente con scarsissimo successo - di imitarlo. Non poté non abbozzare un sorriso nello scorgere quei bambini che ogni volta, inesorabilmente, cadevano in acqua, non riuscendo a starci sopra. Era una situazione assurda: il gladiatore era invischiato in quella battaglia che avrebbe potuto essergli fatale, mentre i civili lì presenti si godevano la lotta ridendo e scherzando. Gli parve quasi di percepirne un insulto alla sua persona: per quella gente, la sua morte avrebbe creato ancora più spettacolo, rendendo quella scena cruenta ancora più emozionante a vedersi. A nessuno sarebbe importato granché se il prossimo attacco l’avesse stroncato, l’importante per loro era assistere ad uno scontro memorabile. D’altronde, quale pazzo sarebbe mai intervenuto in suo aiuto? Lo avrebbero semplicemente lasciato lì, morente, ad affrontare il suo destino, a fronteggiare a testa alta quel colpo che avrebbe posto la parola fine alla sua biografia.

Perfino il vento sembrò volerli incitare: spirò un unico soffio, tale da dissolvere anche l’ultima concentrazione residua di gas. Finalmente il momento fatidico era arrivato, stava per cominciare il secondo round. Vide che il Nara aveva estratto qualcosa dalla tasca, ma da quella distanza sembrava che stesse afferrando l’aria. Raccolse il kama a terra e, compiuto qualche impercettibile movimento, lanciò in aria lo stesso e iniziò ad eseguire seal con le mani. Evidentemente aveva un piano in mente. Takeshi invece era ancora lì, fermo, con lo shuriken avversario retto con la sinistra e l’altro braccio penzolante, ancora in preda all’emorragia. Il dolore gli aveva svuotato la mente da ogni pensiero e, anche se ormai un pochino si era alleviato, era già un successo che il ragazzo fosse ancora concentrato.
Shintaro compose tre posizioni magiche, dopodiché afferrò al volo la falce e, apparentemente senza toccarla, la fece roteare vorticosamente in aria, come si fa con un lazo. Notò che un alone di chakra rivestiva la lama dell’arma, e ciò non poteva essere certamente una buona notizia. Un pensiero balenò per la sua mente.

Vuole lanciarmi un kama? Così sfrutterà la potenza di un arma ravvicinata ad una distanza lunghissima! Ingegnoso! Ma non starò fermo a subire!


Agile, si passò lo shuriken tra le dita dell’altra mano e il suo arto buono corse verso la sacca, estraendone uno di quei pezzi di carta così noti agli shinobi, e, nel contempo un kunai. Avrebbe finto di appiccicarlo al dorso dell'oggetto, mentre in realtà avrebbe nascosto il foglietto con impressi quegli strani segni nella lunga manica della tunica, lanciando quindi il pugnale, diretto verso lo stomaco del Konohano. Secondo i suoi calcoli, l’avversario non avrebbe potuto capire - non subito almeno - che quello era soltanto un’arma qualunque e non portava con sé la carta bomba, la quale invece sarebbe stata appiccicata immediatamente dopo ad uno dei quattro lati inferiori della stelletta gigante. Nello stesso momento in cui Takeshi si passò l’arma letale dalla parte sana, però, l’esaminando dai dreadlock aveva terminato la fase di mira ed era passato all’attacco vero e proprio. La falce, sempre comandata a distanza dal Foglioso, iniziò una traiettoria parabolica. Il suo obiettivo era uno soltanto: la parte destra del suo corpo. Non capiva: il nemico era stato stupido a non attaccargli il braccio illeso oppure tutto rientrava in un piano superiore che non riusciva a cogliere? Non arrivò alla risposta, comunque, doveva muoversi. Otto metri lo separavano dalla figura dell’altro ninja, uno spazio che un’arma da lancio - pur non essendo essa una di queste - poteva compiere in tre secondi, forse meno. Comprese che il tempo era davvero agli sgoccioli. Come se quell’attacco non potesse essergli abbastanza fatale, il Nara aggiunse anche due kunai, rivolti entrambi al torace.
Compì un balzo deciso verso sinistra di quel tanto che bastava per evitare appieno i tre potenziali pericoli, quindi di più o meno un metro, e nel mentre rispedì l’oggetto insanguinato al mittente, mirando al pettorale destro - dal punto di vista del kirese - ovvero al cuore. Aveva calcolato che, probabilmente, effettuando un lancio in movimento la sua precisione sarebbe stata condizionata, facendogli spostare l’obiettivo al lato opposto del corpo, o addirittura ancora più in là. Non era nemmeno sicuro che ciò sarebbe accaduto, ma almeno - si disse- le sue intenzioni non erano di mirare a quel punto vitale. Non sarebbe mai riuscito a trovare l’istinto omicida necessario ad un’azione di tale cattiveria. Soprattutto perché si rendeva conto che poteva essere responsabile della morte di un giovane, la cui famiglia l’avrebbe pianto per giorni. Sapeva cosa si provava a trovarsi di fronte alla perdita di un famigliare, e non l’avrebbe augurato a nessuno.
Atterrato sano e salvo sulla superficie acquea, avrebbe pensato che tutta l’azione era stata troppo facile da schivare, si sarebbe chiesto se non gli fosse sfuggito un qualche particolare fondamentale, che avrebbe potuto costargli caro. Ma anche tentando di entrare nella mente avversaria, difficilmente avrebbe scovato quel dettaglio, sempre che fosse esistito. Ma a quel punto, la falce avrebbe dovuto cadere in acqua, proprio dove alcuni istanti prima stava l’obiettivo. Entrando a contatto con il liquido, il filo di nylon che accompagnava l’arma e che permetteva all’altro genin di controllarla sarebbe stato rivelato dall’increspatura dello stesso.


Il ragazzo della Foglia si sarebbe trovato attaccato dal suo stesso Fuuma Shuriken, ma difficilmente avrebbe realizzato che esso era stato potenziato. La stella, già distruttiva di per sé, avrebbe dovuto avere, attaccata su uno dei quattro lati inferiori e quindi occultata alla vista, una letale carta bomba. Cosa avrebbe fatto il suo rivale? Sarebbe stato ingannato dal semplice, quanto insidioso trucchetto? Se avesse deciso di difendersi, avrebbe dovuto lasciare il filo che comandava la falce, consegnandola quindi nella mani del Nebbioso. Avrebbe compiuto tale scelta? Oppure si sarebbe fatto colpire, magari incurante del pericolo sottostante alla lama?
Takeshi non avrebbe avuto ripensamenti, anche perché un’esplosione nella maggior parte dei casi non era letale, e lui lo sapeva bene, essendo scampato per miracolo ad un inferno in terra. Infatti, egli avrebbe detonato il foglio di carta non appena l’arma acuminata avesse raggiunto la distanza di un metro e mezzo esatto dal suo petto.
Il cacciatore era diventato preda, e la preda cacciatore. Restava da vedere se e come il primo avrebbe ribaltato nuovamente le sorti dell’incontro.


¬ Status ¬ Takeshi Fujiwara ¬Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 60/100
Condizione Mentale: Concentrato
Condizione Fisica:
- Ferita Media all'avambraccio destro;
- Ferite Leggere sul braccio sinistro e sul polpaccio destro
;
- Ferita Medio-Alta al braccio destro;
Consumi: //
Recuperi: //
Slot Azione Utilizzati: 2/2
Slot Tecnica Utilizzati: 0/1
Tecniche Utilizzate: //

¬ Equipaggiamento Svelato ¬ - Bomba Gelo [x1] {Utilizzata} (1^ Prova)
- Sfera Flash [x1] {Utilizzata}
- Bomba Scoppiettante [x1] {Utilizzata}
- Kunai [x1] {Lanciato}
- Bomba Carta [x1] {Su uno dei lati inferiori del Fuuma Shuriken avversario}

¬ Note Post ¬ Non ho molto da dire stavolta. Ho narrato dal punto che avevamo concordato insieme, spero non ci siano incorerenze. °°
La difesa mi sembra chiara, l'offensiva anche xD
Ah, come sempre, l'unica cosa da specificare è la nostra distanza. Ti metto un disegnino in spoiler, spero sia chiaro. xD
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E' uno schemino di tutti i nostri spostamenti e le relative distanze diagonali. LA nostra attuale distanza è circa 8,9 metri.



 
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~ K a i
view post Posted on 30/1/2010, 21:40




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


La mia arma!...



Shintaro iniziava ad essere piuttosto irritato, l'avversario era sveglio ed era riuscito ad evitare la maggiorparte degli assalti senza troppe difficoltà. Che cosa rendeva tanto previdente il fujiwara?

Solo il tempo avrebbe potuto dare delle risposte al ragazzo assillato dai dubbi, ma prima di allora avrebbe dovuto continuamente tentare di ferirlo e renderlo incapace di combattere oppure costringerlo alla resa, cosa assolutamente difficile da ottenere, quanto importante per il suo passaggio di grado.

Era tempo di passare alla fase successiva e stringendo fra i denti il filo di nylon che legava l'arma potenziata dal vento al suo possessore; poi congiunse le mani nel sigillo da cui avrebbe iniziato a comporre la pioggia di fuoco, ma quando Takeshi afferrò il suo fuuma shuriken per poi lanciarglielo, il foglioso dovette operare un veloce cambio di strategia componendo il seal del serpente con l'indice destro fuori e richiamò il muro acquatico tramite l'acqua che aveva vicino a se componendo così a circa un metro dal suo corpo una protezione in grado di bloccare facilmente il corso della stella gigante.

Tuttavia avvenne qualcosa che lo stesso Nara non aveva calcolato, ovvero la possibilità di trovare una cartabomba nascosta dall'avversario che detonò ancora prima che il veicolo raggiungesse il contrutto acquatico.

Gran parte dell'esplosione fu bloccata dal muro, ma l'onda d'urto fece volare di un paio di metri il genin che finì in acqua.

I danni che aveva subito non erano affatto consistenti, infatti aveva sentito più che altro la botta con il liquido che gli provocò qualche dolore trascurabile, ma il vero problema era che si trovava in acqua e doveva rialzarsi velocemente, ricorrendo al controllo del chakra rese solida l'acqua sotto di se ed in pochissimi istanti il rigeneratore si rimise in piedi.

Quel maledettissimo insetto vuole schiacciarmi, ma adesso gli faccio io una bella sopresa.



Ora il kirese aveva fatto l'errore più grave di tutta la sua vita, infatti aveva dato un valido motivo al genin di togliere quell'inibitore che si era posto mentalmente, che gli evitava di fare più del male necessario al nemico, dopotutto non era un omicida.
Shin non aveva perso il controllo in alcun modo, non era uno di quei "ninja passionali" che si facevano prendere dall'ira e trarre in inganno.

E' giusto dire che lo shinobi era determinato a mettere fuori gioco il suo avversario il più velocemente possibile e senza farsi remore di utilizzare qualunque mezzo a sua disposizione pur di riuscire nel suo intento.

Fra i suoi denti stringeva ancora il filo che lo univa alla sua arma e che presto avrebbe utilizzato per chiudere il combattimento, così con la sinistra prese dal portaoggetti un flash, evitando ogni movimento che potesse mostrarlo all'avversario.

Poi tenendolo dietro la schiena scattò verso l'avversario ed a circa 9 metri dalla sua posizione (uso sia olfatto che vista per controllarti) lanciò in aria il flash facendolo detonare dietro di se, divorati altri 125 cm di Terrreno, Shintaro era oramai nel raggio del suo taijutsu più veloce e concentrando chakra negli arti inferiori accelerò fino a raggiungere il doppio della sua consueta rapidità cercando di colpire l'avversario al petto con un calcio in modo da allontanarlo in caso di riuscita.
Poi afferrando il filo ancora tenuto nella morsa dei molari, lo afferrò e tramite un movimento del braccio lo scagliò con un moto circolare in modo che il nylon si arrotolasse attorno al busto nemico e per inerzia il Kama lo seguisse andando così a conficcare la sua lama potenziata dal chakra nella schiena dell'individuo.

Dai, colpiscilo!



Nonostante fosse particolarmente arrabbiato con il suo avversario, Shintaro dovette ammettere a se stesso che si stava divertendo, perchè in quello scontro stava tirando fuori il meglio di se, cosa alquanto insolita.
Non aveva ancora usato appieno il suo repertorio, cercando di risparmiare per il gran finale la sua Kinjutsu e la pioggia di fuoco. In quanto ninja non poteva rimanere completamente scoperto nei confronti dell'avversario, che sarebbe poi stato in grado di reagire prontamente ad ogni offensiva.

I miei complimenti, te la cavi bene.



Fu l'unico commento che sarebbe uscito dalla bocca dello shinobi prima del termine di quel match.
Tramite l'olfatto si assicurò di monitorare costantemente anche il minimo movimento dell'avversario ed iniziò ad analizzare con particolare attenzione il terreno, a causa della foga iniziale non aveva avuto modo di farlo, ma sentiva che sfruttando un elemento che fino a quel momento si era rivelato come di impedimento o particolarmente svantaggioso, poteva essere la chiave della sua riuscita.

Nel frattempo gli spettatori sembravano seguire con attenzione gli avvenimenti nella pseudo-piscina, ma come avrebbe potuto migliorare la sua situazione?
Oltretutto c'era dell'altro che non riusciva a rientrare nel puzzle; fino a quel momento Takeshi non era ancora ricorso a tecniche acquatiche offensive, perchè in tutto quel ben di Dio sotto forma di distesa acquatica. Che cosa gli impediva di ricorrere alle potenti tecniche di manipolazione dei liquidi? Poco chakra, incapacità di trovarne qualcuna adatta? Tutti quesiti a cui il Nara avrebbe dovuto trovare in fretta una risposta valida.

Maledizione, mi piacerebbe aver appreso il controllo dell'ombra, sono stato un cretino a scegliere la tecnica di Vega.



A proposito della sousou saizei, fino a quel momento aveva tenuto nascosto fin dall'inizio delle selezioni la sua potente capacità di guarire le ferite a costo dell accorciamento della sua vita, un grande sacrificio in cambio di un grande potere.
Perfino durante la prima prova era riuscito a bloccare efficacemente la sua enorme voglia di sfoggiare le sue capacità di fronte al compagno di squadra, ma per il timore di non essere in grado di sfruttare la tecnica proibita in un eventuale scontro successivo evitò li liberare il potere insito nel sigillo.

Forse tra poco sarà arrivato il momento di attivare quel jutsu.



CITAZIONE
Nome: Shintaro Nara.
Energia: Verde.
Stato Fisico: Ematomi leggeri sulla schiena derivanti dall'urto con l'acqua.
Stato Psicologico: Determinato
Chakra Rimasto: 85/200
Consumi: Mediox2 [40] + Mantenimento Basso [10]=50
Armi Svelate: Kamax2, Fuuma Shurikenx2, un Fumogeno [3/4 rimasti] e Due Kunai [3/5]
Tecniche Usate:

Muro d'Acqua - Suiton Suijinheki
Tipo: Ninijutsu
Villaggio: Konoha
Posizioni Magiche: Serpente con indice destro fuori.
Tramite questa tecnica il ninja crea davanti a se un resistente muro d'acqua, che gli permette di preteggersi da attacchi di fuoco e dalle armi da lancio. A seconda delle necessità il muro può assumere una forma cilindrica e proteggere il ninja a 360°, in quel caso però la sua robustezza risulterà indebolita. Il consumo varia da Medio in presenza di una consistente quantità d'acqua (almeno 20 litri concentrati entro 3 metri dall'utilizzatore) ad Alto in assenza della suddetta condizione.
(Livello: 4 / Consumo di Chakra: Variabile)

Tifone della Foglia - Konoha Gouriki Senpuu
Tipo: Taijutsu
Villaggio: Konoha
Questa tecnica è la versione potenziata della Raffica della Foglia. Ha un raggio molto elevato (ben 8 metri) che viene raggiunto tramite un'alta concentrazione di chakra e ovviamente un salto adeguato alla distanza che si vuole raggiungere. Servendosene un ninja, che durante l'esecuzione della stessa compirà un giro di 360° sull'asse frontale, tenterà di colpire uno o più bersagli che siano nelle immediate vicinanze del punto in cui la esegue. Nella sua interezza questo taijutsu si compone di un unico calcio girato di spinta. La forza del colpo è leggermente superiore a quella di un calcio normale, ma la velocità è doppia, rendendo una completa difesa davvero difficile. Se colpiti, eventuali avversari verranno scagliati parecchio lontano... da quell'effetto simile ad una raffica di vento che dà il nome alla tecnica.
(Livello: 4 / Consumo: Medio)

 
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Xyz10
view post Posted on 5/2/2010, 20:47




¬ Legenda ¬ Narrato
Parlato
Pensato


¬ Strategy? ¬ Lo scontro non stava per niente procedendo bene. Non erano nemmeno passati due minuti da quando l’esaminatore, che ancora stava nella stessa identica posizione iniziale, aveva decretato l’inizio delle ostilità, eppure parevano infinitamente di più. Soprattutto perché, e questo lo si provava sulla propria pelle la prima volta, durante un incontro il sole sembrava fermarsi. Ogni singola volta, la sabbia smetteva improvvisamente di fluire nella cavità inferiore della clessidra, quasi fosse congelata. Come se anche i miseri secondi non aspettassero altro che una battaglia per ravvivare le monotone giornate. E questa stessa situazione si ripropose, quasi come una costante universale, anche in quella piscina: gli sembrava che stesse lottando da un’eternità, invece probabilmente non erano passati neanche un paio di primi. Eppure, l’avversario era già riuscito a fare breccia, a colpi di kama, tra le mura del Kirese, mai espugnate prima d’ora. Quel Foglioso non era male, doveva riconoscerglielo, anche se poteva scommettere che non si fosse impegnato al massimo delle possibilità. Anche Takeshi era della stessa pasta, non voleva rischiare di estrarre tutti gli assi nascosti nelle sue lunghe maniche, per poi rimanere a carte scoperte; anche a costo di ferirsi. Dopotutto egli era un ninja, e nemmeno un novellino, dunque poteva anche azzardarsi a compiere tali scelte: l’importante è che fosse conscio delle controindicazioni. Certo, potevano essere davvero dolorose, ma chi al suo posto non si sarebbe sacrificato vedendo quale sarebbe stato l’esito finale? Avrebbe mosso un ulteriore passo avanti verso il traguardo che, per quanto vicino potesse essere, ai suoi occhi pareva sempre irraggiungibile. Ma non poteva perdere, non l’avrebbe tollerato, non l’avrebbe permesso. Non era stato scelto per rappresentare il Paese per nulla, lo avevano designato come esaminando per le sue doti, per il suo sangue freddo, per le sue capacità da shinobi. Abilità che, però, per la maggior parte ancora rimanevano sopite nei meandri del suo bagaglio personale, pronte per essere estratte al momento più adatto. Sicuramente ciò avrebbe destato dei sospetti: come ninja dell’Acqua non poteva chiedere ambiente migliore, eppure tra tutti gli attacchi che aveva sin’ora portato, nessuno aveva avuto come fonte la sostanza azzurra, eccezion fatta per il muro difensivo eretto poco prima. Poco gli importava, comunque, se l’opponente si fosse fatto trarre in inganno da questi particolari. Anzi, tutto giovava a suo favore: avrebbe contribuito ad alimentare i timori che il ragazzo nascondesse qualche tattica segreta, che per qualche oscuro motivo non voleva rivelare. Eppure si sentiva come se questi dubbi fossero duplici, e reciproci. Anche quel Nara secondo lui tramava qualcosa. Il motivo era apparentemente semplice: i ninja del Fuoco, oltre che ad essere maestri in quest’elemento, erano tutti molto abili nel corpo a corpo. Una forma di combattimento, quella, che il Fujiwara, nonostante la sua stazza, odiava con ogni fibra di sé stesso.

Le possibilità di vittoria non variavano con il tempo, purtroppo, rimanendo sempre stabili, assumendo un valore tendente a zero. Ma valevano per entrambi i contendenti. Ripensando alle parole del giudice, vi erano tre condizioni per le quali si veniva dichiarati vincitori: la resa avversaria, la sconfitta o l’uccisione del nemico oppure su decisione dello stesso jonin; francamente, non vedeva realizzabile nessuna delle tre, almeno non immediatamente. Per nulla al mondo si sarebbe arreso, considerata la posta in gioco, e ci avrebbe messo la mano sul fuoco che Shintaro avrebbe detto lo stesso. E quindi già una era eliminata. La morte era una di quelle poche cose che temeva sia subire, sia provocare, e dunque solo se si fosse trovato con le spalle al muro avrebbe fermato il pulsare del cuore del Konohano, per quanto potessero stargli antipatici i suoi concittadini. Avrebbe cercato mille modi pur di trovare una valida alternativa, forse perché, effettivamente, non era proprio “l’abitante medio” del Kirigakure, famoso per la sua cerchia di truci assassini. Eppure, quella volta, la sconfitta era più vicina a Takeshi che all’altro genin, se si guardavano soltanto le ferite. Il numero di colpi andati a segno era eguale per entrambi, uno, ma il Nebbioso ancora perdeva sangue dal braccio, invece il ragazzo dai dreadlock era ancora illeso, dato che ormai il leggero congelamento dei muscoli provocato dalla jutsu ghiacciata doveva essere svanito. Ecco quindi un’altra opzione, l’eliminazione dell’avversario, che sfumava. Cosa restava, dunque? L’arbitrio del giudice. Era sicuro, però, che non fosse sufficiente fare una buona impressione su questi per passare: molto probabilmente questa condizione avrebbe necessitato di una tra le suddette. Ecco spiegato il motivo dell’affermazione iniziale: infiniti kilometri lo separavano ancora dal trionfo. Nessuno poteva conoscere a priori quanto tempo ci avrebbe impiegato per percorrerli. Fatto sta che lo scontro sembrava volersi protrarre ancora per molto, se non avesse trovato in fretta una soluzione.

L’ultima perla di saggezza che la sua mente aveva elaborato sarebbe stata micidiale, così si era detto. Non c’era possibilità per l’altro di prevedere l’insidia sottostante una delle quattro lame, avrebbe vinto, pensava. E invece si sbagliava, aveva sottovalutato il genin che aveva di fronte. Chiaramente, non essendo né stupido, né masochista, avrebbe dovuto tentare di difendersi in qualche modo dall’assalto della stella gigante, ma non avrebbe mai immaginato avesse usato quella tecnica. Lo vide compiere un unico sigillo, che al Kirese era fin troppo noto: esso attivava la difesa acquatica più potente che conoscesse. Non appena scorse le mani avversarie unirsi in quella posizione, il sangue gli montò alla testa, infondendo chakra nel seal che aveva il compito di detonare la bomba.

Come fa a conoscere il Muro d’Acqua?! Dovrebbe essere una prerogativa del nostro villaggio! E allora perché un essere indegno come uno di Konoha può utilizzarla come se niente fosse?!


Qualcosa decisamente non quadrava in quella situazione, ma non era certo il momento adatto per perdersi in assurde riflessioni tutt’altro che consone alla battaglia. Il risultato della sua offensiva, mischiata alla difesa nemica, fu davvero anomalo. La barriera liquida si erse ad un metro dal ragazzo, ma non fece in tempo a formarsi completamente, dato che l’esplosione avvenne qualche frazione di secondo prima. La fiammata venne ampiamente assorbita dal suddetto ostacolo, mentre l’onda d’urto provocata fu talmente elevata da sbalzare via sia lo shuriken che l’aspirante chuunin. Takeshi intuì dalla traiettoria della folata che il rivale sarebbe finito rovinosamente in acqua, e comprese che avrebbe dovuto agire in fretta, se voleva avere qualche speranza per ribaltare le sorti di quel dannato incontro. Il suo cervello si mise in moto in automatico, mentre per l’ennesima volta la mano estraeva qualcosa dalla tasca sul retro – ormai divenuta insostituibile, almeno in quel duello. Se solo avesse avuto più chakra, se solo si fosse allenato più intensamente, avrebbe potuto usare altre tattiche, maledizione. Invece no, era costretto a farsi aiutare dall’equipaggiamento ogni volta. Dopo un po’ le mosse diventavano anche prevedibili. La Kirigakure no Jutsu sarebbe stata perfetta per il suo scopo, oscurare nuovamente la vista al nemico, e lui lo sapeva, ma era conscio anche che se l’avesse usata non avrebbe più potuto attuare la seconda parte del piano. Non era nemmeno completo, in effetti, di sicuro necessitava di una terza per infliggere qualche danno; ignorava se ciò che sin’ora si era formulato nella sua testa fosse attuabile, ma non aveva il tempo materiale di pensarci. Lo avrebbe fatto tra poco, al sicuro e con calma.

Il Nara non ci avrebbe messo molto a ritornare in superficie, almeno così credeva, quindi il tempo stringeva inesorabile, come una tenaglia intorno al suo collo. Avrebbe scagliato sulla piattaforma che aveva davanti a sé il fumogeno stretto nel palmo e, immediatamente dopo, seminascosto dall’oscurità, avrebbe compiuto quattro sigilli magici: poteva sembrare incredibile, ma la ninjutsu che più gli veniva incontro in quel momento era una delle prime che aveva appreso, quando ancora era solo uno studente. Paradossalmente, durante nientemeno che un Esame Chuunin, si trovava a dover utilizzare la Moltiplicazione del Corpo.
Una fila composta da tre Fujiwara sarebbe apparsa, ad una distanza di due metri sia dall’originale sia tra di essi, scombinando non poco le cose per Shintaro. Egli, a quanto aveva capito, sfruttava qualche abilità a lui ignota che gli permetteva di individuare con precisione la sua posizione persino attraverso quel fumo nero. Ma anche se ci avesse provato ora, avrebbe distinto quattro nemici, e quello vero non aveva la minima intenzione di stare lì impalato. Infatti, avrebbe interrotto il flusso di Chakra Adesivo che gli permetteva di stare in piedi sull’acqua e, prendendo una lunga boccata d’aria, vi si sarebbe immerso con tutto il corpo. I due contendenti non si sarebbero incrociati, secondo i suoi calcoli: il Nara ormai si doveva essere rimesso in piedi e sicuramente stava monitorando la situazione con quel suo metodo strano, ma forse non sarebbe riuscito a comprendere che l’originale non era nessuno dei tre nemici che avrebbe potuto scorgere oltre quella cappa di fumo.


Si preparò a riflettere sulla terza ed ultima fase di quel suo piano, durante la quale avrebbe soltanto atteso il momento propizio per attaccare, finalmente, sfruttando l’elemento a suo favore. Momento che, però, sembrava ancora lontano, ed il suo limite di sopportazione senza respiro era di un minuto, forse qualcosina in più. La funzione di due delle copie in superficie era molto semplice: avrebbero dovuto attirare il nemico e spingerlo nei pressi della posizione dell’originale, oppure dissolversi nel tentativo. Mentre la terza sarebbe stata esattamente sopra il vero Takeshi, a fare da sentinella: la sua posizione, inoltre, gli sarebbe stata sempre visibile visto che man mano che la nube si fosse espansa, questi avrebbe dovuto retrocedere in modo da esserne sempre all’esterno, e l’umano sott’acqua si sarebbe mosso con lui. Il problema era come avrebbero fatto i due cloni a compiere la sua richiesta non avendo nessuna forza e, quindi, non potendo attaccare in nessun modo. Probabilmente avrebbero corso verso l’obiettivo fingendo di brandire la wakizashi illusoria a mo’ di sciabola, non appena il ragazzo ne avesse individuato uno.

Ora gli restava solo da attendere. La pazienza è la virtù dei forti, così dicevano. Ma questa “forza” sarebbe stata sufficiente a surclassare il valoroso shinobi di Konoha?

¬ Status ¬ Takeshi Fujiwara ¬Grado: Genin
Energia: Gialla
Chakra: 45/100
Condizione Mentale: Concentrato
Condizione Fisica:
- Ferita Media all'avambraccio destro;
- Ferite Leggere sul braccio sinistro e sul polpaccio destro
;
- Ferita Medio-Alta al braccio destro;
Consumi: 15 {Bassissimo x 3}
Recuperi: //
Slot Azione Utilizzati: 1/2
Slot Tecnica Utilizzati: 1/1
Tecniche Utilizzate:
- Tecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin no Jutsu
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Villaggio: Tutti
Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane
Descrizione: Questa tecnica permette di creare dei cloni di se, composti unicamente di chakra. I cloni si presentano come una copia esatta del ninja che le ha create. Le copie possono essere create ad una distanza massima di 3 metri dall’utilizzatore. Le copie possono allontanarsi dal ninja che le ha create di circa 10 metri, superata questa distanza si dissolvono. La resistenza agli urti è minima, infatti ciascuna copia è distrutta appena subisce un qualsiasi contatto. Il numero di cloni creati non deve mai superare il massimo espresso sotto. Un clone che non fa nulla di particolare dura 6 turni mentre un clone costretto a correre o altro dura solamente 3 turni. I cloni creati con questa tecnica non possono attaccare ne simulare un attacco. Possiedono però la controparte illusoria di qualsiasi arma base in possesso del loro creatore. Possono muoversi camminando o correndo, abbassarsi e muovere gli arti con media velocità, e saltare. Non possono fare tecniche e non hanno forza. Se toccati svaniscono.
[massimo copie: Genin 5]
Tipo: Ninjutsu
(Livello: 6 / Consumo di Chakra: Bassissimo per Copia)


¬ Equipaggiamento Svelato ¬ - Bomba Gelo [x1] {Utilizzata} (1^ Prova)
- Sfera Flash [x1] {Utilizzata}
- Bomba Scoppiettante [x1] {Utilizzata}
- Kunai [x1] {Lanciato}
- Bomba Carta [x1] {Utilizzata}
- Fumogeno [x1] {Utilizzata}

¬ Note Post ¬ Odio questo post, non so perchè. Non sono sicuro nemmeno della strategia °°
Ah, non ho tenuto conto nè del flash, nè dei tuoi attacchi semplicemente perchè avvengono dopo che mi immergo in acqua (credo che cominci a muoverti contemporaneamente a quando io faccio le copie, correggetemi se sbaglio :sisi:)
Per quanto riguarda la storia dell'odore, le copie dovrebbero essere inodori, mentre in acqua non dovresti essere in grado di sentirmi (ma anche qui potrei sbagliare xD)
Ah, lo schemino era impossibile da fare, non avendo le misure precise delle nostre distanze, comunque eccone uno approssimativo (le proporzioni tra le distanze e l'arena non sono quelle vere)
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~ K a i
view post Posted on 10/2/2010, 00:20




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato


Waiting...



Merda



La strategia non aveva avuto l'effetto sperato poichè l'avversario ebbe la buona idea di disperdere un fumogeno ed evitare il taijutsu preferito del Nara; in compenso ora si trovava nella peggiore delle situazioni possibili e ne sarebbe dovuto uscire il prima possibile per evitare di essere soggetto di qualche stupida tecnica acquatica.

Come se non bastasse poi aveva consumato una discreta quantità di chakra e quindi non poteva permettersi di buttare via le energie senza avere un bersaglio certo su cui dirigere la pioggia di fuoco. Il foglioso dunque decise che per la sua stessa incolumità avrebbe fatto bene ad allontanarsi il più velocemente dall'acqua e dal fumogeno per poter tornare al sicuro sulla piattaforma.

Senza pensarci neppure un istante il genin si voltò di 180° ed al massimo della velocità consentitagli dalle sue gambe cose fino a quando non raggiunse la piattaforma ed uscì dal raggio del fumogeno cercando di rimanere all'erta su ogni possibile mossa dell'avversario cercando di usare l'olfatto, anche se da quando era esploso il fumogeno Shintaro non era ancora riuscito a trovare una nuova traccia olfattiva.

Tornato finalmente sotto la luce solare Shin mise in moto il suo cervello per trovare in qualche modo per ribaltare la situazione e portarsi definitivamente in vantaggio. C'era di buono che da quella situazione il fatto che con la sua tattica iniziale era riuscito a provocare una bella ferita al braccio dell'avversario mentre lui aveva solamente riportato delle leggere ustioni causate da uno Hyoton.

Non sapeva come, ma il suo nemico era riuscito ad far sparire completamente il suo odore e non sapeva proprio come dato che il suo cognome non lo aveva tradito e cosa più importante era sicuro di non aver fornito prove al suo avversario di possedere un naso più sensibile rispetto a quello dei comuni ninja.

Dato che il fumogeno è una delle armi che uso maggiormente durante gli scontri so per certo che per disperdere il fumo ci vorrebbe un'intensa folata di vento oppure qualcosa di talmente potente da eliminare la nube in pochi secondi. Tuttavia le uniche tecniche potenti che ho a disposizione sono la Tatsumaki no Ken, inutile vista la situazione, oppure la Gokakyuu no Jutsu che comunque è ineffettiva perchè non è in grado di creare un'esplosione sufficientemente forte.

Aspetta..... un'esplosione! Ma certo!
Una cartabomba dovrebbe compiere il suo lavoro e disperdere senza problemi il fumogeno!



Per la prima volta nella sua vita il foglioso potè constatare che i colpi di genio avvengono per caso ed ora aveva trovato un modo risolvere quella difficile situazione, oltre che a ferire l'avversario nel caso si trovasse nei pressi dell'esplosione.

Con la mano sinistra il giovane frugò nel portaoggetti posto sulla schiena e ne estrasse due oggetti, un kunai ed una cartabomba; arrotolò la seconda al primo e con un lancio deciso fece assumere al coltello una traiettoria parabolica in modo che cadesse nel centro della nube e regolò l'esplosivo in modo da esplodere a circa mezzo metro dall'acqua; con ogni probabilità la cortina di fumo si sarebbe diradata all'istante permettendo così al ragazzo di poter scorgere la situazione e capire che cosa stesse realmente accadendo.



Per sicurezza decise di afferrare altri due kunai dalla tasca in modo da essere sempre pronto ad ogni possibile evenienza, dopotutto con quell'avversario che gli era stato assegnato doveva aspettarsi ogni tipo di tattica e bassezza possibile.
Ciò che più lo sconvolgeva era il come fosse riuscito a capire che il mezzo Inuzuka avrebbe attaccato in così poco tempo e sopratutto evitare una tecnica che fino a quel momento aveva praticamente considerato impossibile da evitare, al limite parabile, ma mai aveva immaginato che qualcuno fosse tanto astuto.

Sei in gamba, ma vedrai che saprò farmi perdonare, parola mia.



Il piano elaborato dall'Inuzuka era tanto semplice quanto efficace prevedeva l'individuazione visiva del nemico, considerando che non si sapeva come il suo naso stesse sistematicamente fallendo, cosa a cui avrebbe dovuto trovare velocemente una risposta oppure avrebbe avuto dei grossi problemi.

Ma quando decise di muoversi verso l'ultimo luogo dove aveva avvistato il suo nemico sentì un leggero dolore provenire dall'addome ed il braccio sinistro; in effetti da quando era iniziato quel combattimento per accedere alla fase successiva delle selezioni dei chuunin aveva sfruttato la rabbia ed ogni momento possibile ed immaginabile per trovare delle strategie sufficientemente efficaci da poter mettere al tappeto una volta per tutte il suo avversario ed aveva completamente ignorato il suo corpo, cosa che nessuno shinobi poteva permettersi.
Shintaro non aveva mai imparato ad usare gli iroi ninjutsu o meglio conosciuti come ninjutsu medici, ne disponeva di qualche magica pillolina in grado di bloccare il dolore ed iniziare il processo di guarigione; d'altro canto aveva nella sua manica un asso decisamente più utile ed efficace.... la Sōzō Saisei.

Questa potente tecnica proibita gli era stata insegnata da Vega, la kunoichi che lo aveva aiutato a migliorare sia come ninja, che come uomo facendogli raggiungere quel grado di maturità mentale necessario a poter sperare nella promozione a chuunin.

Era dall'addestramento che gli permise di apprenderla che non rilasciava il sigillo, ma questo genere di cose non si scordano mai; congiungendo le mani nel sigillo della tigre il genin si concentrò rilasciando l'energia che per giorni e giorni aveva immagazzinato nella sua fronte in modo che quel particolare chakra andasse a curare ogni ferita che aveva riportato ed il vantaggio principale era che poteva farlo ad una velocità molto maggiore rispetto a quella della tecnica delle mani curative, ma allo stesso tempo aveva la controindicazione di accorciare la vita dell'utilizzatore poichè le cellule umane sono in grado di rigenerarsi solamente un numero limitato di volte.

Fuuin... Kai
Ninpou Sōzō Saisei.



Disse pochi istanti dopo aver riposto entrambi i coltelli e sussurrò con un filo di voce mentre delle linee scure facevano strada sul suo volto, ma la procedura era ben lungi dall'essere conclusa perchè ora il chakra speciale era in circolo nel suo corpo, ma aveva bisogno di un piccolo tributo energetico per poter assumere tutte le sue benefiche caratteristiche.
Dirigendo una modesta quantità di energia vitale nel rombo posto al centro della fronte che nessuno avrebbe potuto vedere, poichè coperto dal coprifronte, sentì che il suo corpo stava iniziando a curarsi da solo e tutto ciò che doveva fare era solamente continuare fino alla disattivazione della tecnica speciale.

Ora che era virtualmente "invincibile" per un breve periodo di tempo dovette solamente ingerire un tonico blu per poi impugnare il secondo kama che fino a quel momento era rimasto legato alla cintura per collegarlo all'estremità del filo di nylon che univa il foglioso all'arma potenziata dalla Tatsumaki no Ken creando così un improvvisato Kusari-Gama.

Poi mentre percorse lentamente tre metri di piattaforma cercando di prestare attenzione al minimo movimento, odore o suono di qualunque genere, fece roteare le due falci agrarie in modo da essere pronto in ogni momento a ricevere l'offensiva del nemico.

Esistono due tipi di battaglie. Quelle per salvare la vita e quelle per salvare l'onore. Quando combatti devi sempre sapere in che battaglia ti sei cimentato... La mia è sicuramente una battaglia per l'orgoglio!



CITAZIONE
Nome: Shintaro Nara.
Energia: Verde.
Stato Fisico: Illeso [Causa effetti Kinjutsu].
Stato Psicologico: Rinato.
Chakra Rimasto: 90/200
Consumi: Medio-Alto [25] + Mantenimento Bassox2[20]=45 + Tonico azzurro [50]
Armi Svelate: Kamax2, Fuuma Shurikenx2, un Fumogeno [3/4 rimasti] Tonico Azzurro [1/4] e Due Kunai [3/5]
Tecniche Usate:

Sōzō Saisei



Villaggio: Tutti
Clan: ///

Attivazione:
Per attivare questo Kinjutsu è necessario rilasciare un sigillo detto "Infuuin". Ci si concentra sul sigillo stesso, giungendo le mani nella posizione della tigre. Una volta che il fuuinjutsu è sciolto, profonde linee composte di chakra si dirameranno sul corpo dell'utilizzatore, come fossero tatuaggi. L'abilità dura un numero di turni prestabiliti. Quando finisce il tempo prefissato all'attivazione, la tecnica ha fine, e non può essere riutilizzata. Usare questo potere, quindi, costa una quantità di chakra determinata dal Livello utilizzato, ma non viene mantenuto da alcun flusso di energia continuo.
[Rilasciare l'Infuuin conta come Tecnica Base]

Caratteristiche dei portatori: Forza Aumentata

Abilità comune a tutti i livelli:
Il ninja è in grado di sopportare meglio gli attacchi nemici, e di guarire molto più velocemente. Inoltre, una volta che l'Infuuin è rilasciato, si può attivare l'arte della rinascita.

Livello I - Genin



La capacità di rilascio del chakra è ancora bassa, a livello di un "principiante". Le caratteristiche della rinascita sono poco determinanti, allo stesso modo degli svantaggi alla fine delle tecniche.
-I danni da stordimento di entità al massimo Grave vengono riassorbiti automaticamente a fine turno.
-I danni prodotti da armi contundenti vengono ridotti del 25%.
-Quando l'Infuuin si disattiva, il ninja che l'ha rilasciato rimane stordito per un turno.
L'Arte della Rinascita, inoltre, rispetta le seguenti regole, oltre a quelle sopra espresse:
-I danni subiti dal ninja (ma non quelli alle ossa), che abbiano un'entità fino a Media, vengono riassorbiti automaticamente a fine turno.
-I danni subiti dalle ossa del ninja, che abbiano un'entità fino a Media, vengono riparati alla fine del secondo turno (o dimezzati, nel caso dell'ultimo turno rimanente).
-Il ninja non può essere stordito.
-Quando la Rinascita si disattiva o viene disattivata, per ogni turno di utilizzo, il ninja subisce una Ferita Leggera, e la sua Resistenza cala del 10% per la durata del combattimento.
Consumo di Chakra: Basso (2 Turni)

Arte della Rinascita - Sōzō Saisei
Tipo: Kinjutsu
Villaggio: N/A
Posizioni Magiche: Una
Dopo la liberazione dell'Infuuin, ed il successivo impiego della Arte della Rinascita, il ninja diviene capace di rigenerare un certo numero di danni per turno, entro una certa gravità. Ferite più gravi di quelle indicate non verranno in alcun modo riparate. Stesso discorso con il genere di colpi che lo shinobi può subire senza effetti negativi. La tecnica può essere dispersa al termine di qualsiasi turno del ninja, e cessa automaticamente al termine dell'irrorazione di chakra dell'Infuuin. Più l'utilizzatore è potente, più saranno grandi i poteri di guarigione della tecnica. Allo stesso modo, al termine della stessa, il ninja potrebbe addirittura morire per lo shock.
(Livello: 5 / Consumo: Medio-Alto)

 
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Shadow alkemist
view post Posted on 10/2/2010, 15:06




Questo scontro si ferma qui.
Abbiamo abbastanza post ed elementi per dare una valutazione,a breve avrete il responso da parte dei giudici,intanto chiudo la discussione
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 15/2/2010, 15:05




Allora dopo una piccola consultazione,che si è protratta nel tempo a causa di manca di tempo da parte di entrambi noi giudici,inizio a dirvi chi di voi due accede alla prossima fase dell'esame chunin. Il giudizio lo posterò per bene a breve(sempre in questi giorni,oggi ho troppi impegni) con tanto di exp e ryo ;) aspettatevi poi anche le direttive per il post conclusivo.
Anzitutto però voglio fare i complimenti a entrambi,avete ruolato bene tutti e due,lo sconfitto non dovrà sentirsi inadatto o scarso ;p

Il vincitore è...
Kai!
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 8/3/2010, 23:51




Ecco il giudizio finale.
Sarò breve perchè ho già lodato precedentemente le vostre abilità. Un buon livello generale,vi potete migliorare entrambi,ma comunque buoni ruolatori senza dubbio. Combattimento scorrevole tutto sommato da leggere da entrambe le parti.

Kai: Errori i sè senza accento e delle ripetizioni. nettamente superiore strategicamente e in realismo,soprattutto ottimo quest'ultimo. Post ben fatti,mi sono piaciute alcune metafore. Forse ti manca metterci un po' più di riferimenti alla psiche del personaggio e di particolari ambientali.
Exp: 85 Ryo: 150
X: Errori: qual è va senza apostrofo(questa è la forma corretta tu l'hai messa con l'apostrofo);contorto nell'uso dei verbi nei periodi ipotetici,soprattutto all'inizio; simulazione d'attacco dei cloni nell'ultimo post e la tecnica della moltiplicazione non lo permette. Per quel che mi riguarda alcuni attacchi li hai evitati un po' facilmente,tipo il penultimo di Kai portato a una vlocità di circa 4 volte superiore(velocità doppia x la tecnica e differenza di energia)
Exp: 70 Ryo: 110
 
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Shadow alkemist
view post Posted on 24/8/2010, 01:35




Ecco il destino di X,anche questo in ritardo causa dimenticanza. Il player s'è comportato più che bene per l'intera durata degli esami,comportamento piuttosto corretto,ha pagato sì alcuni passaggi poco realistici dei suoi post,soprattutto in quest'ultima prova,ma provando a fidarci concediamo a Takeshi Fujiwara il grado di chunin.
 
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14 replies since 13/12/2009, 21:31   265 views
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