Un coro: giù le mani da Facchetti

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Valerio.
view post Posted on 5/7/2011, 18:08




Un coro: giù le mani da Facchetti Riva: «Giacinto era un angelo» La Russa: «Da Palazzi una vendetta postuma».
Rivera: «Non giudico chi non c’è più»

La Russa: «Da Palazzi una vendetta postuma». Rivera: «Non giudico chi non c'è più»


MILANO - Giù le mani da Giacinto.
E d’altra parte, come si può toccare un «angelo»? È rombo di tuono, Gigi Riva, capocannoniere azzurro di tutti i tempi e compagno di squadra di tanti giorni in Nazionale, a prendere su tutti le difese di Facchetti il giorno dopo la relazione del procuratore federale Palazzi che ha riaperto il capitolo di Calciopoli, gettando ombre sullo scudetto del 2006 assegnato all’Inter e chiamando in causa anche Massimo Moratti. Ma a difendere Facchetti sono in tanti, dai colleghi interisti, agli avversari, per finire al mondo della politica. RIVA - «Ho vissuto con Facchetti cento e più partite in azzurro, io attaccante lui capitano. Giorni belli e meno belli - ricorda al telefono con l’Ansa Gigi Riva - ma comunque con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo». Per questo ora che ha letto le motivazioni di Palazzi che accusano l’Inter e soprattutto il suo presidente di allora di illecito sportivo, Riva ammette: «Mi verrebbe voglia di spaccare tutto, dalla rabbia». «Chiunque abbia conosciuto Facchetti - prosegue l’ex attaccante del Cagliari - sa che era un uomo vero. Non lo vedo nella veste di chi parla con gli arbitri per condizionarli. Tutti quelli che parlano di lui ora farebbero bene e stare zitti, perché Giacinto era un semplice e un onesto e merita rispetto». Non mette in dubbio la relazione del procuratore federale, Riva ma la sua «ratio» e le conclusioni. «Forse un giorno lo capirò, ma ora davvero non riesco: che senso ha tirar fuori una questione se è prescritta, e tirare in ballo una persona morta, che non può dire la sua?«. Non si tratta di una difesa d’ufficio, considerate le storiche battaglie pro Cagliari di Riva. «Il dominio delle grandi squadre c’è sempre stato, è sempre stato così - ricorda - Quando andavamo a giocare in casa della Juve, del Milan, dell’Inter, l’arbitro a noi del Cagliari dava del tu, agli avversari sempre un rispettoso ] MILANO - Giù le mani da Giacinto. E d'altra parte, come si può toccare un «angelo»? È rombo di tuono, Gigi Riva, capocannoniere azzurro di tutti i tempi e compagno di squadra di tanti giorni in Nazionale, a prendere su tutti le difese di Facchetti il giorno dopo la relazione del procuratore federale Palazzi che ha riaperto il capitolo di Calciopoli, gettando ombre sullo scudetto del 2006 assegnato all'Inter e chiamando in causa anche Massimo Moratti. Ma a difendere Facchetti sono in tanti, dai colleghi interisti, agli avversari, per finire al mondo della politica.

RIVA - «Ho vissuto con Facchetti cento e più partite in azzurro, io attaccante lui capitano. Giorni belli e meno belli - ricorda al telefono con l'Ansa Gigi Riva - ma comunque con una costante: Giacinto era una persona straordinaria, pulita, onesta. Per noi tutti era un esempio, un punto di riferimento costante, era il nostro angelo». Per questo ora che ha letto le motivazioni di Palazzi che accusano l'Inter e soprattutto il suo presidente di allora di illecito sportivo, Riva ammette: «Mi verrebbe voglia di spaccare tutto, dalla rabbia». «Chiunque abbia conosciuto Facchetti - prosegue l'ex attaccante del Cagliari - sa che era un uomo vero. Non lo vedo nella veste di chi parla con gli arbitri per condizionarli. Tutti quelli che parlano di lui ora farebbero bene e stare zitti, perché Giacinto era un semplice e un onesto e merita rispetto». Non mette in dubbio la relazione del procuratore federale, Riva ma la sua «ratio» e le conclusioni. «Forse un giorno lo capirò, ma ora davvero non riesco: che senso ha tirar fuori una questione se è prescritta, e tirare in ballo una persona morta, che non può dire la sua?«. Non si tratta di una difesa d'ufficio, considerate le storiche battaglie pro Cagliari di Riva. «Il dominio delle grandi squadre c'è sempre stato, è sempre stato così - ricorda - Quando andavamo a giocare in casa della Juve, del Milan, dell'Inter, l'arbitro a noi del Cagliari dava del tu, agli avversari sempre un rispettoso "lei". Però alla fine vincevamo noi...». Immaginare Facchetti che prova a condizionare gli arbitri è esercizio impossibile, per Riva: «Non dico che non telefonasse, è in quegli atti: ma non è possibile che Giacinto lo facesse per condizionarli. Tanti altri ce li vedo, ma lui davvero no - la conclusione - Ha dedicato una vita allo sport e alla nazionale, e tutti quelli che l'hanno conosciuto sanno chi era Giacinto. Un uomo vero. Sentire certe cose fa davvero rabbia».

LA RUSSA - «Da Palazzi mi sembra ci sia una vendetta postuma» contro Facchetti, «la vendetta di alcuni ambienti che non hanno mai apprezzato il grande apporto dell'Inter in questi anni al calcio italiano: senza il "triplete" l'Italia avrebbe perso tante posizioni nel ranking internazionale». Ignazio La Russa, tifoso dell'Inter, critica il procuratore federale Stefano Palazzi. La Russa parla di «vendetta» di Stefano Palazzi contro Facchetti, all'epoca dei fatti presidente dell'Inter, e osserva: «È un atteggiamento di sottile anti-interismo di tutto il calcio italiano», persino peggiore «dell'antiberlusconismo, perché più sottile e invisibile». A margine di una conferenza stampa alla Camera, il coordinatore del Pdl dice: «Premetto che io per quello scudetto non ho mai festeggiato, ma trovo veramente vergognoso l'attacco a Facchetti, una persona di grande onestà intellettuale e trasparenza. In quei giorni del 2006 - ricorda La Russa - Facchetti era disperato per il disonore di cui si era ricoperto il calcio italiano. Quando gli chiedevo perché l'Inter aveva tante difficoltà a vincere, lui mi diceva che "combattiamo contro qualcosa che non si capisce, qualcosa di invisibile". Se vuole, il Consiglio federale mi chiami pure». Il ministro della Difesa si dice comunque tranquillo per quanto riguarda la posizione giuridica dell'Inter: «Nessuna conseguenza giuridica né morale può derivare da un'inchiesta dove non c'è possibilità di difesa: c'è stata la prescrizione - osserva - e quindi non esiste un contraddittorio né ci sarà alcuna conseguenza». E un procuratore che va avanti su questa strada, insiste La Russa, «esercita in maniera scorretta il proprio ruolo. Tutta la mia solidarietà va a Moratti. Anche se ha votato per Pisapia...».

PANIZ - «Credo che l'Inter dovrebbe stare solo zitta. Dopo che per lungo tempo ha reclamato lo "scudetto degli onesti", ora si trova inchiodata. Le intercettazioni sono di una chiarezza assoluta. Lo scudetto 2006 va revocato senza se e senza ma. Spero che la Juventus metta in moto la procedura per ottenere il risarcimento dei danni». Maurizio Paniz, presidente dello Juventus Club Montecitorio, commenta così all'Adnkronos l'ennesima pagina dello scandalo di «Calciopoli». «È venuta fuori una verità chiara e inequivocabile. Era apparsa tale con l'esame delle intercettazioni nel processo di Napoli e ora tutto è stato formalizzato», dice il deputato del Pdl. «Facchetti ha dato moltissimo al calcio italiano, ma le intercettazioni sono chiare e inequivocabili», dice Paniz. «Sorprende che, a differenza di quanto era stato contestato a Luciano Moggi e alla Juventus, qui siamo di fronte alla conclamata violazione dell'articolo 6 (relativo all'illecito sportivo, ndr). E, inoltre, nella relazione del procuratore si fa riferimento anche ai comportamenti di Moratti».

RIVERA
- «Facchetti? Non ho giudizi da dare su persone che non ci sono più e che non possono più difendersi». Gianni Rivera, presidente del settore giovanile e scolastico glissa così l'argomento. «Oggi non se ne è parlato, è un argomento che sarà trattato nel prossimo consiglio federale», dice Rivera, uscendo dalla sede della Federcalcio, in merito alla possibile revoca del titolo del 2006 che fu assegnato a tavolino all'Inter. «È stata presentata una relazione che ora sarà studiata, poi valuterà chi dovrà votare», prosegue Rivera, che non ha diritto di voto nel consiglio federale. «Facchetti? Era una grande persona e avevamo un ottimo rapporto», conclude.

MAZZOLA - L'esposto della Juventus serve «solo a nascondere che non vincono un tubo da anni». La vede così l'ex centravanti della Grande Inter ed ex dirigente del club nerazzurro Sandro Mazzola, «amareggiato» per le accuse sollevate dalla Procura della Federcalcio contro il compianto Facchetti. «Non eravamo particolarmente amici, ma ho conosciuto bene Facchetti, da giocatore e dirigente: non era una persona che poteva approfittare di queste cose. Quando ero dirigente dell'Inter - racconta Mazzola all'Ansa - Giacinto era vicepresidente e non mi ha mai parlato di telefonate per condizionare alcunchè. Le sue telefonate sono state di forma, come quelle che facevano tutti e non so se si fanno ancora». «Credo che si stia facendo un grande problema su cose semplici: sono amareggiato, non capisco come si possa parlare così di Facchetti», continua Mazzola, che non comprende nemmeno l'invito del presidente dell'Associazione allenatori Renzo Ulivieri, che ha sollecitato «un gesto di nobiltà» dall'Inter. «Con tutto quello che ci hanno portato via...» sbotta Mazzola dopo una sonora risata. «A me - continua parlando da tifoso nerazzurro - manca lo scudetto del '98, quello del gol negato all'Empoli contro la Juve e del mancato rigore su Ronaldo...». Insomma, secondo l'ex attaccante della Nazionale il dibattito sulla revoca del titolo del 2006 ha poco senso. «L'Inter non ha mai chiesto quello scudetto, glielo hanno dato. È una polemica che serve a nascondere che gli altri non vincono un tubo da anni. Basta - conclude -: torniamo a parlar di calcio».


CORRIERE DELLA SERA.it
 
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derek07
view post Posted on 18/7/2011, 18:45




Oramai il processo è "finito" e lo scudetto di cartone rimane all'inter, però ancora devo capire una cosa: ma perché sta gente continua a strumentalizzare la memoria di un deceduto?
Nessuno ha mai denigrato la persona ma semplicemente erano stati sollevati dei dubbi a proposito del contenuto delle sue chiamate, è stupido continuare a sfruttare la demenza popolare invece che guardare i fatti...

Inoltre Mazzola ha ancora confermato che ha la stessa attività cerebrale di un bradipo, quelli che non hanno vinto niente per 30anni sono proprio loro; e per tornare a vincere gli han dovuto abbattere tutti i diretti avversari :nono:
 
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1 replies since 5/7/2011, 18:08   18 views
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