Gruppo: KR-7, Sensei: Itachi Kaguya

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blacklion
view post Posted on 7/6/2008, 13:29




CITAZIONE

~Sensei:



~Itachi Kaguya (blacklion)



~Alunni:



~Nome PG: Ikhimaro Kaguya
~Nome Utente: Kalef666
~Link Scheda: [+]

~Nome PG: Riccardo Kaguya
~Nome Utente: ~ Blade ~
~Link Scheda: [+]

~Nome PG: Kisame Hoshigaki
~Nome Utente: Lord Sadler
~Link Scheda: [+]

~Nome PG: Suigetsu Hozuki
~Nome Utente: ThePumpkinKing
~Link Scheda: [+]

CITAZIONE
Salve ragazzi, da oggi apre ufficialmente il corso numero 7 del villaggio di Kiri, io sarò il vostro sensei (Itachi Kaguya) e in questo corso impareremo le basi fondamentali per ruolare nella maniera migliore in un gdr. Saper ruolare vuol dire conoscere le basi per descrivere al meglio, stati d'animo, situazioni, emozioni, pensieri e luoghi che vi ritroverete ad affrontare nelle varie prove e allenamenti che vi dirò di fare.
Voglio che in questo corso si rispettino alcune cose, il fatto di attenersi sempre ed in ogni caso alle righe da me assegnate per i vari esercizi, è molto importate, naturalmente non dovrete scendere sotto il limite (se scriverete di più, ovviamente sarà meglio...xD) scrivendo sempre bene senza errori grammaticali, con chiarezza e buon senso nei discorsi da voi affrontati, quindi senza passare per esempio da un argomento ad un altro senza rigore logico.
Dovrete usare, sempe all'inizio di ogni post, una leggenda del narrato, parlato e pensato come questa
SPOILER (click to view)
narrato
parlato
pensato

Voi potete usare anche dei colori diversi ma non caratteri differenti, quindi non voglio ne scritte grandi o piccole, stesso discorso vale per le emotion.
Dopo aver detto questo vi auguro un buon divertimento premettendovi che la promozione non è facile da raggiungere, dovrete dimostrare abilità per arrivarci e quindi se sarete bocciati non ne fate un dramma, riproverete dando sempre il meglio che riusciate a fare, migliorando ogni volta.
Nel primo vostro post, della lunghezza minima di 30 righe, dovrete arrivare di mattina in accademia alle ore 8:00 nell'aula 11 del piano terra (una lettera vi avvertirà di tutto ciò il girno prima) ed io sarò già in classe ad aspettarvi seduto sulla cattedra. Vi ricordo sempre la descrizione di emozioni, sensazioni e tutto quello che riguarda il vostro pg.
Io posterò dopo di voi e dopo potremo iniziare ufficialmente il nostro corso. La scadenza per postare è fissata alle ore 16:00 di Mercoledì 11, chi non lo farà sarà automaticamente bocciato, tranne nel caso che non venga avvertito prima, che per determinati motivi non riusciate a postare, in tal caso poi sarò io a dirvi come procedere.

Buon lavoro ^^
PS: Il corso non è chiuso, fino ai post iniziali, nuovi iscritti di kiri sono ben accetti con la possibilità di partecipare immediatamente...Un mp di avvertenza, dopo aver soddisfatto i requisiti (ovvero scheda accettata, post nello smistamento ecc...) è consigliato, quindi non postate direttamente...

 
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[Creso]
view post Posted on 10/6/2008, 14:18




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Narrato
Pensato
Parlato


Can You Blush?



Ore 15.37
Kirigakure no Sato - Zona est



Oggi se non sbaglio è...............................Lunedì.

Dalla cucina mia madre con un tono di rimprovero lanciò un verso che sembrava un misto tra una gallina a cui veniva tirato il collo e un cantante lirico che emetteva il suo acuto migliore, dovevo ammettere che il suono della voce della mia mammina era davvero orribile, ma dopo tutti questi anni oramai mi ero affezionato e non riuscivo a smettere di farle degli scherzetti, come fingere di essere ubriaco dopo una serata passata con gli amici dove spendi 30 ryo e non sai neppure come, oppure comportarti male tutto l'anno per poi diventare un santo nel periodo natalizio perchè vuoi andare a Konoha con i tuoi compagni di "giochi" per passare insieme un bellissimo ed indimenticabile capodanno.

Scesi dalle scale indossando solo delle mutande e i calzini, alquanto ridicolo per uno che aspirava diventare un chunin di Kiri, ma sin da piccolo giurai a me stesso di non cambiare mai carattere e abitudini, a costo di rimanere uno studente per tutta la vita, quindi mi sedetti a tavola e trovai una busta sporca di caffè e formaggio che probabilmente aveva passato giorni decisamente migliori, ma i miei pensieri furono interrotti dalla voce di mia madre che con i suoi lunghi discorsi intendeva dire che la lettera era arrivata circa un mese prima, ma a causa del mio solito disordine non l'avevo notata fino ad oggi, quindi con un fare svogliato e lento aprii la l'involucro e trovai un foglio che portava il sigillo dell'accademia di Kiri in cui c'era scritto che ero stato ammesso all'accademia e che i corsi si sarebbero svolti esattamente il giorno dopo.

Nooooooooooo!!!!!!
Non ho voglia di seguire questo corso, devo andare fuori con i miei amici domani.
Vuol dire che non mi presenterò e ci andrò alla prossima occasione.


Ancora una volta quella gallina di mia madre mi riempì la testa di concetti sulla responsabilità, l'affidabilità e altre scemenze tanto che dovetti giurare sul mio snowboard che il giorno dopo mi sarei alzato presto e mi sarei presentato decentemente in accademia.

Mercoledì - Ore 7.32



Mi ero svegliato da un minuto con la voce di mio padre che si preparava ad una missione e invitava mia madre a svegliarmi, altrimenti non sarei mai arrivato in orario come avevo promesso il giorno precedente, quindi con un colpo di scopa per terra feci capire a quelli di sotto che mi ero svegliato.

Scelsi i vestiti a casaccio optando per qualcosa di comodo per le esercitazioni all'aria aperta e quindi indossai una canotta nera con dei pantaloni in tinta, la solita bandana che tendo legata alla base del collo e i soliti calzari ninja, scesi e salutai entrambi i miei genitori e mi diressi verso l'accademia passando per la strada principale, che mi avrebbe permesso di arrivare al luogo stabilito in tempo per evitare di gettare alle ortiche la mia tavola da neve, ma mi fermai a comprare un piccolo pacchetto di sigarette e un accendino tanto per passare il tempo in compagnia del mio tubetto di tabacco preferito.

Arrivai in accademia precisamente alle 8.03 in accademia ed in meno di un minuto trovai l'aula, pensai che se non lo dicevo a mia madre lei non sarebbe mai venuta a saperlo quindi se il sensei non avesse fatto la spia molto probabilmente entro una settimana mi sarei liberato del problema accademia.
Il posto era illuminato, ma si poteva chiaramente sentire un forte odore di prodotti di pulizia come candeggina e sapone da piatti, anche se non capivo come potevo sentire il profumo del sapone al limone in un'aula dove teoricamente non ci sarebbero dovuti stare dei piatti e la cosa mi dava un pò di fastidio, ma decisi di sorvolare la cosa e fare la persona educata.

Salve, come va?
Sono Koji, ma preferirei che mi chiamasse Mr 9, come fanno i miei amici.


Era il mio modo di chiedere scusa per il ritardo e con un goffo gesto della mano salutai il sensei seduto alla scrivania e mi sedetti su una sedia con la schiena appoggiata al muro; terminai di fumare la sigaretta e gettai il resto del mozzicone fuori dalla finestra senza averlo spento, quindi dal mio zaino a tracolla che avevo precedentemente appoggiato a terra tirai fuori un pacchetto di patatine e cominciai a mangiare emettendo un rumore fastidioso , mi stavo annoiando, ma ero sicuro che questo corso avrebbe riservato a tutti molte sorprese.

Spero che questa cosa non vada troppo per le lunghe, se no mi saltano tutti i programmi che ho fatto per il pomeriggio

Edited by [Creso] - 10/6/2008, 18:40
 
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blacklion
view post Posted on 11/6/2008, 23:37





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Narrato
Parlato
Pensato
~Parlato d'altri


~Un nuovo corso


~Capitolo 1 ~L'incontro



Era una normale mattina al villaggio, regnava la solita atmosfera cupa e silenziona tipica del luogo, l'aria proveniente dalla finestra posta di fronte al letto dove il chunin riposava era fredda e penetrante, le nuvole che ricoprivano tutto il cielo non facevano passare nemmeno un piccolo spiraglio di luce, a Kiri era una cosa abbastanza rara godere dei raggi solari, tuttavia gli abitanti ne avevano fatto un abitudine dando ormai poca attenzione...L'orologio appeso sul muro alla sinistra del ragazzo segnava le 6 in punto, lui era sveglio e come al solito, quando si trovava in questa situazione, rifletteva non poco su qualcosa che lo turbava o su quello che avrebbe fatto tra non molto.
In questo caso l'opzione esatta era la seconda, il giorno prima aveva ricevuto una lettera dall'accademia ed era stata subito interpretata nel modo più giusto; ormai ne aveva ricevute abbastanza da fargli subito capire che era stato scelto come prossimo insegnante ad un nuovo corso per studenti che vogliono intraprendere la carriera ninja. Come immaginava si trattava del settimo corso, gli studenti iscritti erano numerosi, quasi la metà facevano parte del suo stesso clan, ma dubitava che si sarebbero presentati tutti, infatti ogni lezione tenuta da lui non aveva mai avuto "l'onore" di avere tutti gli iscritti, questa volta sicuramente non avrebbe fatto eccezione. Tuttavia non pensava solo al numero di studenti che avrebbe allenato, come ogni sensei che si rispetti pensava già al loro futuro, voleva prepararli al meglio e per questo voleva fare loro un buon allenamento, il titolo di genin non era una sciocchezza e andava meritato; durante questi pensieri lui era rimasto immobile con gli occhi puntati verso il soffitto, mani dietro la nuca, gamba sinistra ripiegata su di se e gamba destra distesa quasi fino a toccare il bordo del materasso. Uno sguardo sull'ora indicata dalle lancette fece alzare Itachi che non era ne annoiato ne felice, certo avrebbe preferito svolgere un compito meno monotono, era da un pò che non si impegnava seriamente e se continuava in quel modo sicuramente il suo corpo ne avrebbe risentito, aveva bisogno di un pò di azione, ma purtroppo quello non era il giorno più adatto...Dopo essersi lavato e vestito con i classici abiti che metteva ogni giorno, inseriva con cura ogni singola arma ninja negli appositi contenitori, probabilmente non sarebbero servite a molto ma come ogni mattina venivano rimesse al loro posto. Sceso in cucina diede un'occhiata negli stipi e nel frigo in cerca di qualcosa da mangiare ma non prese niente, non era sua abitudine mangiare la mattina ma lo era cercare sempre qualcosa; sul tavolo di fronte a se c'era la lettera arrivata 24 ore prima, per non sbagliarsi era melgio dare un breve rilettura...Ore 8:00 pieno terra aula 11...Le indicazioni principali erano queste, adesso poteva uscire di casa, la giornata si prospettava lunga e impegnativa...
Chiusa la porta incominciò a percorrere il lungo viale che precede una delle varie strade che componevano tutti i vari quartieri della zona, non ci avrebbe impiegato molto, continuando di questo passo sarebbe arrivato in anticipo per preparare tutto l'occorrente...Il tempo non accennava a migliorare, tuttavia non vi erano segni di pioggia, a quell'ora non c'era molta gente in giro, giusto i normali lavoratori che già dalle prime ore del mattino aprivano i loro negozi aspettando e servendo i clienti fino a fine giornata. Tra non molto l'edificio da raggiungere si sarebbe presentato di fronte lo sguardo di Itachi, per adesso il Kaguya si godeva la sua prima passegiata della giornata...
Lavoro, lavoro, lavoro, terminato questo faccio una richiesta ufficiale al Mizukage, voglio divertirmi un poco, devo riuscire a farmi assegnare una misisone che mi tenga occupato per un pò e che mi spinga a dare il massimo, non come fare da badante a dei ragazzetti...Ma se penso che loro sono il futuro del villaggio mi devo proprio ricredere...
Passo dopo passo le grandi porte dell'accademia erano a pochi metri dal ragazzo, l'orologio posto sulla torre del palazzo segnava le 7:05, era ancora abbastanza presto, tuttavia non era poi tanto male infatti fino all'ora di apertura Itachi avrebbe anticipato quello che prossimamente avrebbe impiegato del tempo prezioso...Varcata la soglia, come previsto, non vi era molta gente all'interno, ma tra non molto il posto si sarebbe riempito di voci assordanti e di bambini che correvano di qua e di la come ogni giorno, l'unica conoscenza del chunin era il suo amico Gin che stava seduto sulla sedia dietro la scrivania di fronte a lui.
Buon giorno Gin !!!
~Ciao Itachi, come mai oggi cosi presto???
Come al solito mi sono alzato presto, ed ora eccomi qui, oggi devo fare da sensei al nuovo corso di Kiri quindi è meglio che vada in classe a preparare il necessario, a dopo, ciao...
~Ok, ciao Itachi a dopo...
Voltando le spalle al chunin seduto pochi metri dietro e facendo un segno con la mano per salutarlo, il Kaguya si diresse verso il grande corridoio di fronte a lui, a sinistra vi erano le scale che lo avrebbero portato ai piani superiori mentre avanti cominciavano le aule dalla numero 1; dopo pochi secondi entrò nell'aula 11 alla sua destra. Entrato in classe per prima cosi aprì completamente le finestre per far entrare più aria e luce possibile poi allontanò la sedia da dietro la cattedra e aprì il cassetto, dentro c'erano dei fogli con alcune penne, prese uno di ognuno e incominciò a scrivere nella maniera più leggibile possibile un testo non molto lungo, giusto metà foglio; faceva pause e ragionava per descrivere al meglio nella maniera più chiara il contenuto, soddisfatto del lavoro lo copiò su altri 3 fogli e senza nemmeno accorgersene l'ora di arrivo degli studenti era quasi arrivata. Dopo aver posato il tutto nel cassetto precedentemente aperto, si alzò dalla sedia e si mise ad aspettare appogiato alla scrivania...Non aspettò molto, infatti dopo pochi minuti di attesa, la porta dell'aula 11 venne varcata per la seconda volta, dopo Itachi ovviamente...Il ragazzo appena entrato doveva avere più o meno la stessa età del suo nuovo maestro, da una prima impressione però sembrò tutto fuorchè un suo coetaneo
~Salve, come va?
Sono Koji, ma preferirei che mi chiamasse Mr 9, come fanno i miei amici.

Con chi crede stia parlando, rispetto ed educazione sono cose che ovviamente non conosce...Mr 9??? Ma che nome è??? Meglio non esprimermi sull'argomento...
Le azioni che fece pochi istanti dopo non calmarono l'indignazione del chunin, anzi, con altrettanta strafottenza come se stesse facendo un favore alla persona che aveva davanti finì di fumare la sigaretta e mangiò un pacco di patatine uscito dallo zainetto, il rumore che si venne a creare in mezzo al silenzio era chiaro e molto fastidioso...
Se questo ragazzo vuole terminare la sua esistenza adesso, basta solo che mi dia solo un'altra occasione per farlo, lo avrei già preso a calci e buttato fuori dal corso, ma la predica del "capo" e dei genitori mi annoia di più...
Prima di proferir parola, Itachi aspettò altri 10 minuti, vedendo che non si presentava più nessuno cominciò il discroso di "presentazione" al ragazzo mentre ancora era appoggiato alla cattedra:
Come hai detto che ti chiami...Ah giusto, Koji...
Fece qualche passo, giusto per portarsi di fronte al suo banco, successivamente si chinò verso di lui appoggiando le mani sul banco e parlò faccia a faccia in modo schietto e deciso
Abbiamo incominciato male il nostro rapporto, se oltre alle arti ninja devo insegnarti un pò di educazione non ci siamo proprio, non te lo ha detto nessuno che in presenza di un estraneo, che per giunta sta per farti da sensei, non ci si presenta con la sigaretta in bocca e con un pacco di patatine che viene ingurgitato alle 8:10 facendo un rumore odioso...Non mi voglio ripetere più, spero che questo ti sia servito da lezione...Se ti fossi comportato in maniera diversa, adesso avresti visto un'altro Itachi Kaguya non il lato odioso e sgorbutico che difficilmente appare dinanzi agli altri...
Allontanò il viso da quello dello studente e successivamente ritornò nella posizione iniziale. Aspettò 1 minuti prima di parlare, aspettava ovviamente le scuse da parte dello studente.
Come già hai potuto intuire io sono Itachi Kaguya, Chunin e sensei di questo villaggio, ti farò da insegnante per tutta la durata di questo corso, il discorso su come affrontare questo "esame" per diventare Genin ti sarà fatto più tardi, adesso voglio che ti alzi, rimanendo sempre sul posto e mi parli un pò di te e del perchè ti sei iscritto in accademia, voglio conoscerti meglio, vediamo se la prima impressione che mi sono fatto di te è giusta o sbagliata...Puoi incominciare...
Finito il discorso adesso spettava al ragazzo parlare, se si sarebbe compatato nella giusta maniera avrebbe sicuramente apprezzato Itachi, diversamente dalla probabile rabbia e antipatia per chi per la prima volta gli aveva parlato in questo modo, se sarà in grado di capire avrebbe capito realmente lo scopo del Kaguya che ovviamente non voleva creare nessuna polemica o contesa.


CITAZIONE
Per questo post voglio un minimo di 55 righe poichè la descrizione c'e e non è poca, credo sia chiaro da capire, per prima cosa descrivimi il PG, hai a disposizione fino al 15 sera, se hai problemi un mp di avvertenza eventualmente ti darà ulteriore tempo.
Ecco la valutazione sul post precedente:
[Creso]: Le righe vengono superate per poco, se consideriamo quelle assegnate da me va bene, ma in generale non ci siamo proprio, devi scrivere di più e meglio articolando periodi e descrivendo meglio il tuo PG (stati d'animo, sensazioni, emozioni ecc....) Inoltre hai commesso alcuni errori che non possono passare inosservati:
- Il primo è la data di ricevimento della lettera, avevo espressamente detto che arriva il giorno prima, non un mese °° Sinceramente solo ad Harry Potter succedono queste cose xD Quindi fai più attenzione a quello che scrivo, questa volta non è particolarmente rilevante, ma errori del genere in futuro possono essere considerati gravi.
- L'altro errore è quello di aver modificato il post, anche se non l'avevo detto esplicitamente resta ovvio il fatto che non si potesse fare, ma essendo poco pratico (credo) tu non lo sapevi, quindi anche questo passi, solo per questa volta. L'unico caso in cui il post può essere modificato è quando il permesso ti viene dato da me o che a fine post lasci un segno che indica che deve essere ancora finito (la data di scadenza in questa caso resta semrpe la stessa).
Basta cosi, possimo continuare ^^

PS: Ricordo a tutti i possibili partecipanti che ancora il corso è aperto e di conseguenza si accettano nuovi iscritti ^^

 
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[Creso]
view post Posted on 15/6/2008, 09:49




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Narrato
Pensato
Parlato


A New Start



Che dire, l'inizio non era stato uno dei migliori, ma anche se non ero affatto piaciuto al "maestro" io invece lo adoravo, non tanto perchè aveva fatto il vocione imponendo la sua autorità, solo per quello avrebbe perso il mio rispetto già da troppo tempo, ma era stato il primo che aveva avuto il fegato di parlarmi a quattr'occhi, non potevo dire di essere come una di quelle ragazzine che sbavano dietro ai fighetti della classe, quello certamente no, ma anche se non c'era stato un buon inizio fra di noi aveva messo subito le cose in chiaro, senza minaccie del tipo "ti sbatto fuori" oppure "un altro errore e considerati finito", ma questo Kaguya nonostante fosse visibilmente irritato non si era scomposto, quindi decisi di abbandonare il mio atteggiamento strafottente e trattarlo da vero uomo.

Ammetto che è un grande, mi sembra un tizio in gamba, voglio trattarlo con rispetto.

Decisi che il primo passo era certamente scusarsi, anche se non gliene fosse fregato nulla era semplicemente un modo di azzerare il timer, quindi con un tono di voce serio, anche se non potevo evitare di far trasparire un pò di quasi ammirazione nei suoi confronti dissi:

Per ora ho solo cinque parole da dirle, anzi direi quattro.
Mi scusi Itachi Kaguya.


Sembrava una frase detta da un idiota che non sapeva allacciarsi le scarpe da solo, ma era un modo di sdrammatizzare senza dover provocare ancora una volta lo shinobi.

La tensione pareva essere sparita, questa era una buona cosa, dopo le mie scuse l'attenzione tornò sull'ambiente che ci circondava, quell'aula pregnata di odori di prodotti di pulizia e come sottofondo lo snervante ticchettio di quell'orologio che ben volentieri avrei distrutto, la cosa mi facenva andare in bestia, cosi gettai il sacchetto di patatine sempre dalla finestra aperta, tanto mal che vada avrebbe pulito un mal pagato inserviente dell'accademia, ma questi non erano affari miei, l'inquinamento di kiri non era una delle mie priorità, quindi mi alzai con una velocità regolare e cominciai a parlare di me stesso anche se era una cosa che non gradivo, infatti un certo tono seccato a differenza di quello sincero e rispettoso usato durante le scuse fece da contorno a tutto il noioso discorso riguardo alla mia vita inutile e noiosa.

Sinceramente non ho molto da dire riguardo alla mia vita, per cominciare come già detto prima mi chiamo Koji, i miei amici mi chiamano Mr 9 perchè nel nostro gruppo sono il nono "iscritto", quindi per questo motivo invito chiunque mi stia simpatico o che merita il mio rispetto a chiamarmi in questo modo, comunque lascio a lei la scelta di come chiamarmi.
Non sono originario di Kiri, ma di quello schifo del villaggio della roccia, ma non conosco ninjutsu o altre tecniche di quel paese, poichè me ne sono andato via troppo presto con la mia famiglia prima che potessi iniziare ad apprendere i segreti di quel luogo inutile.
I miei genitori sono dei modesti impiegati in una società di trasporti marittimi quindi sono il primo che dovrebbe diventare un ninja in famiglia, sempre destino permettendo, inoltre amo la neve e l'acqua, quindi mi ritrovo con una naturale affinità con questi due elementi.


Feci una piccola pausa per riprendere fiato, ero certo che Itachi, sempre che gli fosse piaciuto essere chiamato in questo modo, se ne fosse accorto, ma in quanto allievo dovevo fare tutto quello che mi era ordinato nei limiti scolastici, ma ci fu un piccolo intermezzo che mi fece ridere, si poteva notare dalla finestra che dava sulla piazza dell'accademia la statua del nostro "amato" Mizukage, un ninja potentissimo che sapeva piegare l'acqua senza usare i seals, in pratica era uno shinobi formidabile, ma quando vidi che il bronzo adibito alla sua commemorazione era stato appena ricoperto di escrementi di piccione non riuscii a trattenere un piccolo inarcamento a lato della bocca che stava ad indicare uno sforzo di trattenere le risate, probabilmente la cosa non avrebbe fatto ridere l'insegnante, ma qualunque altro studente con un pò di spirito sarebbe rotolato a terra dal ridere.

Cercai con difficoltà di riprendere il discorso nel punto esatto da dove lo avevo lasciato, mi ero praticamente dimenticato del pessimo inizio fra maestro ed allievo, bastava una piccola distrazione per farmi tornare il buon umore, mi ero rilassato, cosi continuai a parlare di me stesso, se era questo che il sensei desiderava.

Divertente, spero che i piccioni non incontrino mai l'attuale custode, che è un ammiratore del fondatore del villaggio.

Dove mi ero fermato?
Ah si, stavo parlandoo della mia affinità con il ghiaccio e l'acqua, le tecniche che conosco mi sono state insegnate dal nostro vicino di casa, che è un genin di Kiri, ma ha smesso di fare missioni poichè ha perso un arto durante una missione, e gli ho promesso di diventare shinobi senza dover mai perdere il mio carattere oppure il modo di fare che mi caratterizza, e posso dire che con questo ho detto proprio tutto.


Come avevo già detto in precedenza non c'è mai stato alcun avvenimento che possa aver cambiato la mia vita in meglio oppure in peggio, quindi in poche parole potevo dire che la mia vita era una noia praticamente sotto ogni punto di vista.
Sbirciai nuovamente fuori dalla finestra e vidi il custode armato di acqua e strofinaccio, oltre che al normalissimo sapone, intento a cercare di ripulire la statua accompagnando l'opera con ingiurie di ogni tipo nei confronti dei piccioni, la cosa mi faceva divertire un mondo, poichè mi ricordava mio padre ai tempi della roccia quando era obbligato a fare il contadino che cercava di difendere strenuamente il raccolto quando i corvi e altri volatili cercavano di rubare i semi che avrebbero sfamato la famiglia oltre che una piccola minoranza del villaggio.
Quindi mi venne spontaneo rivolgere una domanda al Kaguya spinto dall'irrefrenabile curiosità che spesso caratterizza l'allievo avido di sapere.

Mi permetta una domanda, lei ha detto di essere un Kaguya, ho già sentito questo cognome, ma come ho già detto in precedenza non sono originario di questo paese, quindi mi potrebbe dire qualcosa di più riguardo questo cognome?

Anche se avevo detto una domanda fu piuttosto naturale farne un altra:

A proposito, posso darle del tu e quindi chiamarla Itachi?

Terminate le due domande mi sedetti con calma e lanciai un rapido sguardo in direzione dell'orologio della classe, erano le 8.44 passate, ciò significava che ero in quell'aula da fin troppo tempo, stavo sudando a causa del microclima surriscaldato dell'aula grazie ai termosifoni ed inoltre necessitavo di una pausa bagno, poichè stamattina non avevo fatto tappa alla toilette perchè non mi ero svegliato presto come avrei dovuto.

Cercai di trattenerla il più possibile, anche se non era affatto facile, quindi decisi di rivolgere un ultima domanda ad Itachi prima di continuare quella sottospecie di intervista.

Io devo andare un attimo in bagno, nessun problema se ci faccio un salto?

Una sola parola dello shinobi e molto probabilmente avrei travolto un paio di banchi per riuscire a raggiungere il bagno in tempo.

CITAZIONE
Ho provato a fare del mio meglio in questo post per cercare di caratterizzare il Pg il più possibile, comunque se ci sono errori o altre dimenticanze avvisami pure tramite mp o su questo topic che non esiterò a correggerle.

 
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_Bardack_
view post Posted on 23/6/2008, 15:16




OT ho fatto come mi hai consigliato, trovando un motivo per ritardare all'appuntamento. Ma oltre a te, io e Creso non partecipa nessun altro? OT
[ Iniziazione ]

CITAZIONE
~ Parlato ~
Descrizione
¥ Pensato ¥
- Altre persone -
- Kushin Parlato

Kiri, ore 6.15

Villaggio della nebbia, Kiri. Era una mattina come le altre e nel villaggio regnava la tranquillità. A sud del villaggio, invece, vicino alle mura che portavano all'ingresso del villaggio, si udivano rumori assordanti e continui. Infatti, quella parte era una zona molto popolata dalla plebe più povera, costretta a lavorare dall'alba per sfamare le proprie famiglie e condurre una vita autosufficiente...

Lì vicino viveva anche uno strano ragazzo, di nome Lloyd, membro del clan Kaguya. Era un ragazzo alto, verso i 16 anni, di una corporatura media. Era già in piedi da qualche minuto, vestitosi con vecchi indumenti del suo guardaroba. Uscì di casa con un pò di denaro, consumando un pasto abbondante da un conoscente, il quale era conducente del negozio.


Kiri, ore 6.45, poco più a sud del centro del villaggio.


~ Era ora che ti facessi vivo, Kushin. ~
- Scusami Lloyd, ho avuto da fare con le pulizie di casa.
~ Oggi è un giorno importante e devo presentarmi puntuale per l'accademia. Per colpa tua ritaderò sicuramente, quindi sbrigati a fare colazione e finiamo questo stramaledetto lavoro. ~
- Va bene..

Kushin mangiò il suo pasto molto in fretta, dirigendosi assieme a Lloyd poco più a sud del centro del villaggio della nebbia.
Kushin era un suo amico d'infanzia che lo aiutava nel lavoro ed era anche colui che riforniva con i suoi risparmi Lloyd durante le sue crisi di denaro.
Era come un fratello per lui, nonostante la differenza caratteriale e fisica.
Kushin era un pò basso, ma di corporatura robusta ed aveva 20 anni. Invece, Lloyd era alto, sedicenne, con una corporatura media. Passarono un pò di minuti...
Infine, incontrarono un uomo alto, avvolto nell'ombra da un manto di colore marrone-scuro, che li condusse dentro un edificio pieno di persone in movimento che svolgevano varie attività. Li porto in una stanza molto grande, probabilmente l'ufficio dell'oscuro.


- Siete arrivati, scansafatiche. Quanto pensavate di farmi aspettare, eh? Per punizione, niente paga. E se non volete svolgerla, pena il licenziamento. Dovete andare a nord, proseguite dritti e vedrete un edificio molto mal ridotto. Portate agli operai questa scatola. E' chiaro? -
- Ma..

Istintivamente, Lloyd diede una gomitata sulla costola destra di Kushin, che tacette, sofferente. Lo sguardo di Lloyd si fece duro, con gli occhi socchiusi e gelidi, con lineamenti marcati da un volto furioso.
Sapeva cosa volesse chiedere. Il loro capo non gli aveva fornito informazioni sul luogo preciso di dove avessero trovato l'edificio, aveva solo accennato che si trovava a nord. Ma Lloyd comprese che era solo una prova da parte dell'uomo incappucciato.
Voleva rendere l'ultima consegna di Lloyd più ardua possibile e sperare che, facendolo arrivare in ritardo all'accademia, sarebbe stato bocciato con un pò di fortuna e servirsi ancora del sedicenne per un pò.


~ Ricevuto. Andiamo, Kushin. ~
¥ Abbiamo perso troppo tempo... ¥

Infuriato, Lloyd uscì dall'edificio con dietro Kushin, che teneva in mano la scatola contenente oggetti sconosciuti a loro... non che gli interessassero, in verità...

Kiri, ore 7:30, Nord.


Fecero molte volte il giro di Kiri a Nord, non riuscendo a trovare però l'edificio, anche se si furono divisi. Alle 7.30, il cuore di Lloyd si riempì di odio, sicuro che il superiore stesse cercando di depistarli. Avrebbe giurato che se mai dovesse tradire il suo villaggio, la sua prima vittima sarebbe stata proprio lui. Ma quale ninja pieno di orgoglio per il suo paese avrebbe mai potuto tradirlo? I suoi istinti omicidi non durarono a lungo, in ogni modo: poco dopo udì alcune voci irritate e tuonanti separato dalle altre persone, provenienti apparentemente da un angolo del villaggio..

- Ma quando arrivano le consegne? Abbiamo bisogno di quegli attrezzi per restaurare tutto..
~ Scusate, il pacco è percaso pieno di attrezzi per restaurare un edificio abbandonato? ~
- Esattamente ragazzo, sei tu il nostro fornitore?
~ Esattamente, attendete un attimo e tornerò assieme al mio compagno, mi dovrebbe aspettare a 3 passi da qui.. ~
¥ M'ha giocato.. ¥

Corse più velocemente che potè, tentando di trovare senza il minimo indizio della posizione di Kushin, quest'ultimo e il pacco di attrezzi da consegnare...

Kiri, Ore 7.55.


Il tempo stringeva, il cuore di Lloyd batteva per la stanchezza, finchè non si trovò davanti al suo amico Kushin, sudato e stanco altrettanto quanto Lloyd. Si fissarono un momento, riprendendo fiato.

~ Dannazione, dobbiamo muoverci, ho trovato il luogo e credo di essere in ritardo per l'accademia.. ~

Senza alcun istante di riposo ulteriore, con il cuore pulsante quasi alla gola, Lloyd corse seguito da Kushin, dirigendosi verso l'angolo a Nord-est.
Consegnato il pacco, Lloyd non si trattenne oltre, ritornando indietro e dando uno strattone a Kushin, costrigendolo a non intrattenersi con i lavoratori. La stanchezza si fece un peso sulle sue spalle e non sapeva come si sarebbe mai presentato davanti al suo sensei. Entro 5 minuti, entrò nell'edificio dove risiedeva il suo superiore, controllando un orologio vicino alla porta dell'ufficio del 'direttore'. Era già in ritardo. Entrò dentro, furioso, e nonostante la stanchezza lo rallentasse, con l'ultimo briciolo di forza, corse vicino alla cattedra dove sedeva tranquillo l'uomo incappucciato.


~ Questa sarà l'ultima volta che mi dai ordini, basta***. ~

Sferrò un pugno dritto alla guancia del suo ex direttore, voltandosi velocemente e dirigendosi a casa, dando una pacca contemporaneamente per congedarsi a Kushin.
Si diede una veloce lavata per togliere il sudore e lo sporco accumulato e si mise dei vestiti decenti, buttando finalmente via quegli sporchi vestiti da lavoro.
Entro poco, si trovò fuori casa, dirigendosi all'accademia.


Kiri, ore 8:25 Nord.


Di tutta fretta, salì le scale dirigendosi nella classe assegnata, dopo essere entrato nell'edificio a rapidità impressionante. Sulla porta c'era scritto Corso per il Gruppo KR-7.
Era molto curioso di conoscere i suoi nuovi compagni, ma non quanto vedere il suo sensei. Con questo corso sperava almeno di imparare qualcosa sulle basi ninja, per poi farsi strada da solo attraverso il mondo ninja.. bussò alla porta con le nocche del pugno destro chiuso con gentilezza, aprendo la porta, stanco ed emettendo forti respiri.


~ Mi scusi per il ritardo, ma la situazione lo richiedeva, a Sud di Kiri il lavoro è arduo e i superiori non sono il massimo.. probabilmente non le interesserà, ma mi scuso nuovamente.. ~

Si sedette al primo banco della fila a destra della classe, sospirando.. di certo non aveva dato una buona impressione arrivare in ritardo e le sue scuse non sarebbero stare prese per buone. Il suo ultimo lavoro, oltrettutto, era stato solo un piacere che fece per aiutare Kushin, che come Lloyd, non era visto sotto buono aspetto dal superiore incappucciato..
 
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blacklion
view post Posted on 30/6/2008, 11:16




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Narrato
Parlato
Pensato
~Parlato d'altri


~Nuovo arrivo


~Capitolo 2 ~Prova pratica



Dopo aver chiarito con l'unico studente presente al suo corso, Itachi aspettava innanzitutto un segno di rispetto per i gradi superiori, quindi delle scuse, anche banali, dovevano essere fatte; certo, non erano sicuramente quattro parole dette dopo una ramanzina che interessavano al sensei, tuttavia servivano a far cambiare atteggiamento al ragazzo.
~Per ora ho solo cinque parole da dirle, anzi direi quattro.
Mi scusi Itachi Kaguya.

Cosi andiamo bene, spero che le mie parole ti siano servite a qualcosa...
Purtroppo il pensiero del Kaguya poco dopo sarebbe risultato completamente errato, pensava di aver fatto capire, in linee molto generali, come si sta in questo mondo, invece compiendo un'altro gesto poco educato confermava la tesi che inizialmente si era creata. Dopo aver lanciato il pacchetto di patatine dalla finestra, finito poco prima, Koji si alzò in piedi e parlò della sua vita come gli era stato richiesto, come prima prova un semplice dialogo sarebbe bastato, ancora non era giunto il momento di sudare e di darsi da fare.
~Sinceramente non ho molto da dire riguardo alla mia vita, per cominciare come già detto prima mi chiamo Koji, i miei amici mi chiamano Mr 9 perchè nel nostro gruppo sono il nono "iscritto", quindi per questo motivo invito chiunque mi stia simpatico o che merita il mio rispetto a chiamarmi in questo modo, comunque lascio a lei la scelta di come chiamarmi.
Non sono originario di Kiri, ma di quello schifo del villaggio della roccia, ma non conosco ninjutsu o altre tecniche di quel paese, poichè me ne sono andato via troppo presto con la mia famiglia prima che potessi iniziare ad apprendere i segreti di quel luogo inutile.
I miei genitori sono dei modesti impiegati in una società di trasporti marittimi quindi sono il primo che dovrebbe diventare un ninja in famiglia, sempre destino permettendo, inoltre amo la neve e l'acqua, quindi mi ritrovo con una naturale affinità con questi due elementi.

Itachi era rimasto fermo e impassibile, immobile come una roccia, non lascaiva trasparire nessun sentimento, stava solo calmo in attesa che il compito assegnato venisse svolto nel miglior modo possibile; una piccola interruzione fermò il dialogo dell'asperante ninja, infatti osservava dalla finestra delle buffe vicende, ma una volta che si rese conto che doveva terminare, riprese il discorso da dove lo aveva lasciato
~Dove mi ero fermato?
Ah si, stavo parlandoo della mia affinità con il ghiaccio e l'acqua, le tecniche che conosco mi sono state insegnate dal nostro vicino di casa, che è un genin di Kiri, ma ha smesso di fare missioni poichè ha perso un arto durante una missione, e gli ho promesso di diventare shinobi senza dover mai perdere il mio carattere oppure il modo di fare che mi caratterizza, e posso dire che con questo ho detto proprio tutto.

Adesso aveva proprio finito, sinceramente si sarebbe aspettato un discorso che avesse come motivo principale i suoi ideali e i suoi sogni, questo andava bene ugualmente, la storia della sua vita poteva aiutare l'insegnante a capire meglio il suo allievo, quindi si poteva continuare...Itachi era rimasto ancora fermo a riflettere sulla prossima prova, era indeciso sul da farsi, però ad un tratto pensò che era meglio non attendere oltre e far affrontare la prima prova pratica del corso, questa era abbastanza semplice, ma per uno studente alle prime armi come lui poteva risultare problematica, specialmente se eseguita per la prima volta. Era deciso, fra poco avrebbe dato istruzioni precise e dettagliate, per aiutarlo ulteriormente gli avrebbe fatto vedere la prova dal vivo, una dimostrazione a volte aiuta più di tante parole che possono anche confondere. Pensava che il corso sarebbe continuato normalmente e per la prima volta avrebbe fatto da sensei ad un singolo alunno, ma ancora non sapeva che dopo le domande di Koji, inaspettatamente un banco sarebbe stato riempito.
~Mi permetta una domanda, lei ha detto di essere un Kaguya, ho già sentito questo cognome, ma come ho già detto in precedenza non sono originario di questo paese, quindi mi potrebbe dire qualcosa di più riguardo questo cognome?
~A proposito, posso darle del tu e quindi chiamarla Itachi?
~Io devo andare un attimo in bagno, nessun problema se ci faccio un salto?
Questa arrivarono veloci e decise, ma ad un tratto, proprio quando stava per parlare rispondendo prima alle domande del ragazzo, da fuori si sentirono dei lievi bussi, la porta si aprì e davanti agli occhi dei presenti comparve un ragazzo stanco ed affannato che a stanto riuscì a spiegare i motivi del ritardo
~Mi scusi per il ritardo, ma la situazione lo richiedeva, a Sud di Kiri il lavoro è arduo e i superiori non sono il massimo...probabilmente non le interesserà, ma mi scuso nuovamente...
Si sedette su un banco e aspettò che qualcuno gli rivolga la parola.
Finalmente sei arrivato, ancora ne mancano parecchi, ma in due si lavora certamente meglio, dai lineamenti si potrebbe dire che fai parte anche tu del mio stesso clan, fra poco vedremo se ho ragione.
Allora, da dove incomincio...Beh, benvenuto al corso numero 7 del villaggio di Kiri, sei scusato per il ritardo. Io sono Itachi Kaguya, tu mi dirai fra poco chi sei...Koji, adesso non è il momento più adatto per parlarti della storia del mio clan, non ne abbimoa il tempo e la situazione non è delle migliori, più tardi magari ti sarà data una spiegazione soddisfacente. Puoi chiamarmi Itachi, come ovviamente può farlo il tuo nuovo compagno; mi dispiace ma anche all'ultima domanda devo risponderti con un no, i motivi sono quelli precedenti, sfrutterai il momento quando andremo fuori per fare un po di pratica all'aperto, trattieniti ancora 10 minuti...Detto questo, adesso pregherei il nuovo arrivato di alzarsi all'impiedi per illustrarci le motivazioni della sua iscrizione in accademia, magari parlami anche della tua vita privata, come ha già fatto Koji, questo mi serve per capire meglio i miei studenti e per cercare di lavoraci al meglio.
Itachi rimase ancora lì immobile, quella posizione lo aveva un po stancato, ma adesso non mancava molto, pochi minuti e si sarebbe messo in azione dimostrando come va emesso il chakra, ma adesso era ancora presto...Era anche curioso di conoscere il ritardatario, era ansioso di sapere, secondo lui, chi potesse avere maggiori possibilità di diventare genin, chi si sarebbe impegnato di più, voleva istruire al meglio i futuri ninja che avrebbero difeso a costo della vita il proprio villaggio, poche parole e il talento dei due si sarebbe mostrato. Dopo che il ragazzo finì, finalmente il chunin si spostò dalla cattedra e si mise poco più avanti in modo che gli studenti lo potessero osservare meglio, fra poco avrebbero dovuto prestare molta attenzione...
Bene ragazzi, è giunto il momento che il corso entri nella sua fase più calda, la prima prova pratica, dove tutte le vostre abilità si mostrano agli occhi degli altri, sta per essere affrontata, adesso vi spiego meglio. dovrete cimentarvi nella prova dell'emissione del chakra, non so se precedentemente avete provato questo esercizio, ma adesso dovete farlo davanti a me; la prova si per se non è difficile, ma per voi potrebbe risultare non tanto banale, quindi metteteci il massimo impegno e la massima serietà. Prima di ogni cosa dovete alzarvi dalla sedia, successivamente la prova ha inizio, il chrakra deve fuoriuscire prima in modo normale, poi la quantità deve essere portata al vostro limite, quindi emettete più chakra che potete. Dopo aver aspettato per circa 5 o 6 secondi la quantità deve essere a mano a mano rilasciata sempre di più, fino a portarla al minimo indispensabile, anche qui dovete trattenervi per 5 o 6 secondi, poi la prova sarà considerata conclusa. La spiegazione credo sia stata abbastanza chiara, ma una dimostrazione vi aiuterà di certo.
Senza fretta il chunin si preparava per la prova, mise le mani nella posizione della pecora e subito da tuto il suo corpo si poteva notare ad occhio nudo una forte quantità di chakra che andava a farmare una specie di barriera intorno a lui, da un colore azzurro chiaro, passava gradatamente ad un blu più acceso e scuro, poi ci fu l'effetto contrario, dopo essere rimasto per alcuni secondi emettendo una buona quantità di chakra, anche se non era il suo massimo, si trattenne emettento la più piccola dose possibile. Finita la banale esercitazione che certamente non lo aveva impegnato ed affaticato per niente, adesso aspettava che i due studenti si dessero da fare. L'esercizio venne svolto a velocità normale, proprio per dare la possibiltà ai due di capire meglio tutte le fasi da svolgere.
Come avete potuto notare ci vuole molta concentrazione, vi raccomando solo questo, la chiave di tutto è proprio questa, più sarete concentrati maggiori saranno le probabilità di riuscita ai primi tentativi; vi premetto che sbagliare non è affatto un errore, anzi vi servirà a capire quello che non va per migliorarvi e riprovare in maniera diversa, anche dopo varie volte non vi sarà data nessuna penalizzazione. Adesso datevi da fare.
Vediamo di che pasta sono fatti.


CITAZIONE
Per questo post voglio un minimo di 80 righe, avete molto da scrivere, contando il fatto che siete studenti alle prime armi e sbagliare non sarà sicuramente un demerito, ma sarà solo a vantaggio vostro. Tenete sempre conto della lunghezza, chiarezza, grammatica e buon senso; la scadenza è alle ore 20:00 di Venerdì 4 Luglio.
Ecco la valutazione sul post precedente:
[Creso]: Ripsetto a prima sei migliorato, errori gravi non c'e ne sono stati, migliora ancora lunghezza e contenuto dei post, i periodi devono essere più complessi e fluidi.
_Bardack_: Per adesso un tantino meglio del tuo compagno, anche tu migliora la lunghezza e stai attento alla grammatica, l'unico errore che c'è, è quello di non aver inserito, come avevo chiesto prima (se non sbaglio nello smistamento) è quello di scrivere già nel tuo post la prova che avevo assegnato precedentemente, se ricordo bene avevo detto di presentarti in classe parlando un pò di te, cmq non fa niente, lo spiegherai adesso e poi inizieremo il corso in maniera regolare.
Buon lavoro e scusate il ritardo ^^

 
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[Creso]
view post Posted on 2/7/2008, 19:15




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Narrato
Pensato
Parlato



Divine Torment



La punizione peggiore che puoi assegnare ad un allievo?
Semplice, impedirgli di poter espletare le proprie funzioni corporee.
Forse era un gesto di vendetta o qualcosa di molto simile, ma quando con un giro di parole mi disse che dovevo aspettarla, anche se nel mio cervello l'unica cosa che poteva elaborare era il bisogno estremo di poter andare in bagno proveniente dalla mia vescica.
Nel frattempo varcò la porta un altro aspirante genin, uno non si presentò scusandosi con Itachi senza neppure degnarmi di uno sguardo, per un secondo mi passò per la mente l'immagine del custode che stava pulendo la statua del mizukage dagli escrementi dei piccioni, era una scena alquanto divertente, riuscii a trattenere le risate serrando la bocca con entrambe le mani, inoltre pure l'impellente bisogno di recarmi alle latrine era diventato oramai urgente.

Il Kaguya invitò anche l'altro a parlare del suo passato, stavo cominciando a chiedermi seriamente se quest uomo non se la fosse presa per qualche azione che avevo compiuto in passato, come quella delle patatine o della presentazione un pò improvvisata eccetera; questo dubbio oramai stava cominciando a rodermi il fegato per il fatto che grazie a quello studente entrato persino più in ritardo di me aveva interrotto una risposta che volevo assolutamente sentire.

Dopodichè ci fu chiesto di compiere una semplicissima prova pratica, ovvero espellere il chakra dal nostro corpo in modo da renderlo visibile anche ad occhio nudo, forse per il mio compagno e la guida di questo corso era qualcosa di facile, ma per uno che impastava il chakra solo per le tecniche e quindi aveva uno scarso, se non pessimo controllo del chakra era una vera impresa.

Evito di fare commenti sulla richiesta perchè non riesco proprio a capire a che cosa possa servire.

La cosa era più complicata del previsto, poichè il chakra espulso non doveva essere diretto in un punto preciso del corpo, oppure nell'acqua per donarle forma e velocità come nel caso dei miei ninjutsu legati al suiton; dovevo semplicemente liberare la mia mente e provare a fare qualcosa di inedito, svuotare il mio cervello da tutti i pensieri futili come l'urina oppure i "sentimenti" che il sensei prova nei miei confronti per quanto negativi fossero, dopo qualche respiro profondo provai ad esternare le mie sensazioni per concentrarmi unicamente sul chakra, quell'energia che rende gli esseri umani in grado di utilizzare i jutsu e quindi ottenere la qualifica di shinobi.

image



Unii le mani a formare il sigillo del ratto, quello a me più congeniale per incanalare l'energia vitale dal mio sistema circolatorio, dovevo riuscire ad espellere la "materia" da tutti i miei tenketsu o punti di fuga, cercai di concentrarmi al massimo per ottenere immediatamente il miglior risultato possibile.

Questo esercizio è molto più difficile di quanto pensassi, credo proprio che dovrò procedere per gradi, è l'unica cosa che mi è rimasta da fare.
Devo assolutamente espellere il chakra uniformemente, per poi aumentare l'intensità fino a raggiungere il massimo.


Mi alzai dalla sedia e mantenendo il seal cercai di far fuoriuscire l'energia da tutti i punti di fuga, inizialmente non vidi nulla, alcuna nuvoletta azzurra e simili, più cercavo di concentrarmi più sembrava che il mio corpo mi prendesse in giro, la gran voglia di mollare si stava facendo sentire, ma pensai che non dovevo darla vinta a coloro che in passato mi avevano semplicemente classificato come un perdente, la rabbia stava cominciando a prendere il posto della calma e sul mio viso si dipinse una smorfia che racchiudeva tutto in rancore che avevo covato dentro di me per le continue offese che avevo subito da piccolo nel villaggio della roccia, improvvisamente mentre scatenavo la mia rabbia intravidi delle strisce azzurre che percorrevano esternamente il mio corpo, mi fermai e smisi di canalizzare il chakra, avevo assolutamente bisogno di una pausa, quindi ripresi fiato e subito dopo riiniziai.

Credo di aver capito il trucco, devo fare in modo che il chakra sia espulso contemporaneamente, quindi non mi devo concentrare su un'unica parte per poi diffonderlo al resto del corpo, ma bensì immaginare che debba rilasciare un impulso di chakra in qualunque direzione.

Forse era stata la rabbia a permettere al chakra di diventare visibile, quindi non c'era modo migliore che ricordare gli eventi passati al villaggio.

CITAZIONE
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Narrato
Parlato Koji
Parlato Hana


L'inverno era terminato da poco nel paese della roccia, e la dura guerra con il villaggio del suono era finalmente giunta al termine con un trattato di pace che garantiva ad oto tutti i ninja in possesso di abilità innate e hijutsu di qualunque genere, mentre a Iwa sarebbe stato dato supporto per i traffici nel paese dei campi di riso, in pratica un accordo che riusciva a soddisfare ambo le parti.

Mancavano pochi giorni al mio settimo compleanno quando entrarono dei ninja di ritorno dal fronte e chiesero a mio padre di offrirgli la cena, ma questi si rifiutò poichè avevamo già fornito al paese la quantità di cibo mensile diretta alle truppe in guerra e anche se questa era terminata da poco il tributo non era stato affatto annullato; inoltre eravamo quasi senza cibo, c'era giusto la quantità che serviva per farci continuare a vivere fino al prossimo raccolto.
Purtroppo ai soldati la risposta di mio padre non era contemplata fra le loro opzioni quindi fu pestato a sangue, lo spettacolo era piuttosto cruento, dato che quegli uomini continuarono a colpire ripetutamente mio padre mentre mi obbligavano a osservare la scena oltre che ad insultarlo per la sua debolezza, non potei trattenere le lacrime, per un ragazzino di sei anni assistere al pestaggio del proprio genitore non era il massimo.
Per fortuna mia madre venne risparmiata sia dalle botte che da un possibile stupro, i soldati se ne andarono portandosi via le nostre riserve.
Ci volle una settimana prima che mio padre potesse cominciare a parlare dal suo letto, sembrava un toreador appena uscito sconfitto da una corrida, fu proprio grazie ad una sua richiesta che incontrai Hana, la mia "vicina" di casa, dato che abitava a circa un chilometro di distanza da casa mia, fui mandato a prendere dell'acqua al torrente che distava all'incirca 500 metri dalla nostra abitazione, trovai a riempire dei secchi d'acqua una teenager che non mostrava più di 17 anni, era bellissima, quindi mi avvicinai e la salutai.

Ciao, sono Koji, tu come ti chiami?

La ragazza mi mostrò il suo viso illuminato dalla luce solare e mi disse:

Sono Hana, sembri molto giovane, eppure ti fanno già compiere questi lavori pensanti?
Dovresti giocare con gli altri bambini, non caricare acqua.


Con un tono triste da cui non poteva non trasparire altro che rancore risposi che mio padre era stato aggredito dai soldati e noi eravamo quasi senza cibo perchè a quei filibustieri non basta mai quello che gli viene passato dal villaggio.
Quindi la ragazza con un tono quasi allegro mi disse:

Perchè non venite a stare da noi, abbiamo cibo in abbondanza e mio padre non avrà alcun problema ad accettarvi.

Non potei fare altro che ringraziare e correre a casa a raccontare una buona notizia, infatti i miei genitori accettarono immediatamente e già il giorno dopo dormivo nella camera degli ospiti dei miei vicini; insieme ad Hana passavo le giornate sentendola raccontare storie di ogni genere sui ninja, raccontava dei valorosi ninja del paese delle onde, lo stesso dalla quale proveniva la sua famiglia, ma a causa di un colpo di stato ad opera di alcuni shinobi senza scrupoli dovettero fuggire, fu proprio in quel periodo che sognai di diventare uno shinobi, non il migliore come in genere molti desiderano, ma semplicemente un guerriero dedito alla protezione del proprio paese.
Sognavo di potermi trasferire a Kiri dove avrei imparato le famose tecniche Suiton con cui i genitori di Hana ci intrattenevano durante le serate dei fine settimana.

Purtroppo questo periodo felice terminò piuttosto brevemente, infatti le ostilità ripresero poco dopo la pace, poichè i ninja di Iwa non riuscirono a tenere fede al patto; questa volta la guerra fu molto più aspra, non avevamo quasi più da mangiare e mio padre e quello di Hana più cercavano di lavorare più il paese succhiava le loro energie, come fanno i vampiri con le loro prede, in poche settimane ci ritrovammo a dover andare per strada a chiedere le elemosina, dimagrii fino ad essere definito quasi un fantasma, inoltre stavamo pure perdendo la guerra, fino a quando le truppe di Oto si accamparono poco fuori dalle mura dello stesso villaggio della roccia.

Per i poveri contadini che vivevano all'esterno la vita diventò un inferno, il cibo tornò, ma la nostra famiglia insieme a quella di Hana dovettero fare da schiavi degli otesi e in quel poco tempo libero Kotetsu, il padre della ragazza cercò senza risultato di introdurmi al ninjutsu, lui continuava a ripetermi che ero troppo giovane e debilitato per risvegliare il chakra e avremmo continuato quando la situazione si fosse ristabilita.
Il villaggio della roccia propose nuovamente un trattato di pace, ma questa volta non si trovò un accordo fra le due parti e cominciò la parte più disonorevole della guerra, ovvero il saccheggio, l'ultimo ricordo che possiedo della mia amica risale a quando gli shinobi del suono cercarono di entrare in casa per rubare i loro averi e stuprare le loro donne, ci rifugiammo in un passaggio segreto dove restammo per due giorni al buio, quando non sentimmo più dei rumori provenienti dalle sale della casa uscimmo e la casa era stata completamente spogliata dai loro averi, i proprietari di casa erano spariti, cercai Hana ovunque senza risultati positivi.
Quello stesso giorno decidemmo di abbandonare il villaggio della roccia e quasi senza consultarci optammo tutti silenziosamente di dirigerci verso Kiri.
Ancora oggi non ho più rivisto Hana e il mio desiderio più grande è quello di ritrovarla.

Tornando alla prova dell'accademia la rabbia ed il risentimento "sbloccarono" i punti di fuga, infatti non riuscivo più a contenere la rabbia, infatti stavo rivivendo l'odio che provavo nei confronti degli shinobi del suono, non potevo tenere in gola l'ira che voleva scaturire sotto forma di urla, ma l'unico suono che uscì dalla mia bocca fu uno solo che fu interpretato dai nostri cervelli come una parola, forse un nome per loro, ma solo per me aveva un significato profondo, quasi tutto il mio sogno gravitava intorno alla voglia di ritrovare quella ragazza, poichè il mestiere dello shinobi permette di girare il mondo a spese del proprio villaggio, e proprio i finanziamenti del mio paese possono essere risolutivi per il ritrovamento dell'unica persona esclusi i miei ed i suoi parenti che mi ha trattato bene durante un periodo dove tutti cercavano di sopravvivere a discapito degli altri.

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Cambiai il seal utilizzando stavolta lo stesso che aveva usato in precedenza, ovvero quello della capra, e vidi che il chakra violentemente ruotò fino a creare una cupola azzurra intorno al mio corpo, era abbastanza contenuta la forma, ma mi bastò ripetere ancora una volta il nome della ragazza e ricomponendo il sigillo e istantaneamente il chakra aumentò di intensità fino a raggiungere il massimo della sua espansione, il suo colore era mutato passando da un chiarissimo azzurro che richiamava l'idea dei ghiacciai rimasti ancora incontaminati dalla traccia dell'uomo fino ad arrivare ad una colorazione tipica del blu scuro, lo stesso delle profondità marine.

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Hana!



Terminai di emettere chakra perchè ritenni di aver ampiamente soddisfatto i requisiti del sensei, la rabbia mi aveva aiutato ad emettere l'energia dal mio corpo, ma ero cosciente che la rabbia portava ad uno stato che molti chiamano Berserk, in pratica una condizione dove si perde il controllo e spesso si tende ad attaccare senza alcuna strategia, in pratica si regala la vittoria all'avversario.
Generalmente non mi lasciavo mai andare all'ira, ma in questo caso non potei farne a meno per poter emettere il chakra fuori dal mio corpo.
Lo sforzo consumò parte delle mie energie e quindi dovetti rifiatare con ampi respiri chiamati comunemente fiatone.

Ma quando diavolo usciamo, mi sta ritornando lo stimolo e non posso tenerla ancora a lungo.

A causa dello sforzo dovetti accasciarmi sulla sedia del mio banco, non ero a corto di chakra, ma lo sforzo era stato abbastanza continuo e faticoso, e il villaggio della roccia mi lasciava sempre una sensazione di vuoto.
 
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Zabaku Koga
view post Posted on 7/7/2008, 13:16




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RICONCILIAZIONE

Vagava indisturbato per le strade di Kiri. Non era un giorno come tanti altri per Zabaku: aveva finalmente dato un senso alla sua vita, aveva un traguardo da raggiungere che non gli era stato imposto ma che aveva scelto di sua libera iniziativa. Percepiva un’emozione nuova, mai provata prima, che gli dava un senso di serenità e pace interiore: era libero, e solo allora se n’era completamente reso conto. Una scarica di adrenalina percorse il suo corpo.
Camminava guardando le nuvole. Da oggi lui era come loro: libero di andare dove il vento ti porta, libero di scoprire nuovi mondi, libero e basta. Gli sembrava di sapere tutto ciò che occorre sapere, non di più e non di meno. Per vivere davvero avrebbe dovuto vagare per il mondo, scoprire nuovi odori, sapori, visitare grandi monumenti e piccoli villaggi di campagna. Era ciò che voleva fare della sua vita, e ne era assolutamente sicuro. Mai prima d’ora era stato più convinto di qualcosa. Solo un piccolo particolare sfuggiva alla sua mente: perché era tornato a Kiri, sua città natale? Decise di non pensarci troppo, nulla avrebbe potuto tormentarlo in quella splendida giornata.

Nessuno potrà impedirmi di viaggiare, ne sono certo.

Ripensò alle montagne, con grande nostalgia. Aveva passato bellissimi momenti in compagnia di quei pastori che avevano vissuto appieno la loro vita, scoprendo meraviglie ed estasiandolo con i loro racconti. Una lacrima percorse il volto del ragazzo.

Perché è dovuta finire così, perché?Devo diventare un ninja, a tutti i costi.

Un pensiero, rapido come un fulmine, trafisse la mente del giovane Koga lasciandolo allibito. Era tornato a Kiri proprio per diventare un ninja.

L’ACCADEMIAAA!

Come ho potuto dimenticarmi di una cosa così importante! Oggi sarei dovuto presentarmi all’accademia! O mio dio, no. Mio padre si era anche curato di avvertirmi che la lettera era arrivata, seppure fossi scappato. Come ho potuto scordarlo?

Zabaku prese a correre in direzione dell’accademia, forse dopotutto il sensei sarebbe stato gentile e avrebbe perdonato il suo ritardo, ma dopo pochi istanti si rese conto di essere sudicio, sudato e affamato. Non avrebbe potuto presentarsi in quelle condizioni, come minimo il maestro lo avrebbe cacciato a calcioni nel didietro. Ora il ragazzo si trovava davanti a un bivio: andare a casa e affrontare i suoi genitori, per poter poi andare all’accademia oppure scappare via, lontano da ogni problema ma con il pensiero costante di essere indifeso? Non era una decisione facile e ogni volta che pensava di aver deciso un dubbio si insinuava nella sua testa: avrò scelto la strada giusta? Improvvisamente gli venne in mente un insegnamento di suo padre, che gli diceva sempre:


Figlio mio, l’impegno paga. Puoi decidere di uscire ad allenarti coi kunai o restare in casa a giocare, ma sappi che un giorno forse si presenterà un ninja che vorrà farti del male e tu non saprai usare i kunai. Rimpiangerai quel giorno dove hai scelto la via più comoda. Tutti i nodi prima o poi vengono al pettine, non scordarlo mai.


Il Koga decise di tornare a casa, quindi scartò sulla destra e accelerò l’andatura. Mille pensieri lo travolsero come un fiume in piena: come avrebbero reagito i suoi genitori vedendolo tornare? Lo avrebbero lasciato andare una seconda volta? Sgombrò la mente deciso, pensando che non era il caso di perdere altro tempo.
Dopo qualche minuto di corsa varcò la soglia di casa e vide sua madre e suo padre intenti a conversare. Quando quest’ultimi si accorsero della presenza del figlio, gli corsero in contro abbracciandolo. Zabaku decise di concedersi qualche istante di affetto, dopotutto, pensò, non sono poi così cattivi. Li abbracciò stretti sentendo dopo tanto tempo il calore e l’affetto che, pur non rendendosene conto, gli erano mancati durante i giorni di libertà. Tutt’un tratto il padre parlò:

Scusa, Zabaku, ma tu non dovresti essere all’accademia adesso?

Il ragazzo rispose che era tornato per lavarsi, cambiarsi e mangiare qualcosa; poi avrebbe supplicato il sensei di ammetterlo nonostante il suo notevole ritardo.

Vediamo se mi lasciano andare, o si sono pentiti di cosa mi hanno fatto. Questo è il vostro test: per me spero che mi lasciate andare, tanto non resterò a casa. Ma voi, se mi volete davvero bene e avete lasciato perdere i vostri sogni su di me, dovreste tenermi qui. A voi la scelta

Qualche secondo dopo si ritrovò scaraventato sotto la doccia, la madre frenetica urlava che non c’era un minuto da perdere e che doveva lavarsi il più rapidamente possibile.

Certo mamma, farò in fretta, ma potresti lasciarmi solo? È da quando avevo 5 anni che non faccio più il bagnetto con te.

Scelta sbagliata, spiacente. Non siete cambiati per niente

Dopo una rilassante ma breve doccia Zabaku andò in camera sua, prese dei vestiti belli ma comodi e li indossò. Scese al piano di sotto, ma quando fece per uscire il padre lo bloccò.

Ti ho preparato due toast. Mangiali mentre corri.

Il giovane li afferrò e si diresse rapidamente verso l’accademia.

Lo sapevo che era proprio una gran bella giornata




IL PASSATO DI ZABAKU

Arrivato davanti alla porta di quella che sarebbe dovuta essere la sua classe, il Koga sentì una voce proveniente dall’interno.

CITAZIONE
Bene ragazzi, è giunto il momento che il corso entri nella sua fase più calda, la prima prova pratica, dove tutte le vostre abilità si mostrano agli occhi degli altri, sta per essere affrontata, adesso vi spiego meglio. dovrete cimentarvi nella prova dell'emissione del chakra, non so se precedentemente avete provato questo esercizio, ma adesso dovete farlo davanti a me; la prova si per se non è difficile, ma per voi potrebbe risultare non tanto banale, quindi metteteci il massimo impegno e la massima serietà. Prima di ogni cosa dovete alzarvi dalla sedia, successivamente la prova ha inizio, il chrakra deve fuoriuscire prima in modo normale, poi la quantità deve essere portata al vostro limite, quindi emettete più chakra che potete. Dopo aver aspettato per circa 5 o 6 secondi la quantità deve essere a mano a mano rilasciata sempre di più, fino a portarla al minimo indispensabile, anche qui dovete trattenervi per 5 o 6 secondi, poi la prova sarà considerata conclusa. La spiegazione credo sia stata abbastanza chiara, ma una dimostrazione vi aiuterà di certo.

Allora il corso è già nel vivo.

Sentendo parlare quello che era sicuramente il sensei, Zabaku si sentì sprofondare e tutti i dubbi che fino ad allora era riuscito a scacciare riaffiorarono. Non sapeva come comportarsi e in che modo scusarsi, per di più aveva provato pochissime volte e con scarsi risultati a emettere il suo chakra. Lo sconforto si impossessò del suo spirito, e il suo volto si rabbuiò. Non avrebbe fatto certamente buona impressione entrando così angosciato, perché avrebbe sicuramente farfugliato, e la prima e forse unica impressione che poteva dare al maestro era quella fondamentale per essere scusato. Decise di provare il suo discorso in anticipo, e, come uno scolaretto prima di un interrogazione o un innamorato timido che deve fare la sua dichiarazione, prese a ripetere a bassa voce quello che voleva dire.
Venne interrotto dopo un attimo da un lieve rumore che non fu difficile da riconoscere, il primo studente stava riuscendo a emettere chakra. Pensò allora di attendere che tutti i futuri ninja finissero la loro prova, per non far perdere loro la concentrazione necessaria. L’ attesa si rivelò corta, ma alquanto snervante perché più il tempo passava e più l’emozione cresceva. Il dubbio ricomparve.

Posso ancora scappare. No, no! Sono venuto fino a qui con un preciso scopo e intendo andare fino in fondo!

I suoi pensieri furono interrotti dalla totale assenza di rumore. Gli studenti avevano finito.

È il momento

Zabaku bussò alla porta lievemente, e sentendogli accordato il permesso di entrare, varcò la soglia. Chinò il capo e recitò tutto d’un fiato, o almeno così gli parve, il discorso che tanto aveva preparato negli attimi precedenti.

Mi scusi per l’imperdonabile ritardo, ma se sta ad ascoltarne la ragione sono sicuro che mi comprenderà. Innanzitutto mi presento: mi chiamo Zabaku Koga.
Per capire è necessario tornare indietro, molto indietro, fino alla mia infanzia. Ho vissuto come un bambino normale, giocavo felice con i miei genitori e non avevo problemi di alcun genere. Un giorno però sono cominciati i discorsi che mi hanno portato a scappare di casa. Papà mi disse: “Sai, tu sei una grande promessa per il nostro clan, tu diventerai un grande ninja”. Inizialmente mi faceva piacere, ma poi i miei genitori sono cominciati a diventare opprimenti. Le conversazioni sulle loro aspettative si moltiplicarono e io mi sentivo come se dovevo raggiungere il traguardo postomi da loro. Sa, un bambino vuole sempre compiacere i propri genitori, e così ero stressato e pieno di doveri fin da piccolo. Non potevo più giocare con i miei amici, dovevo solo allenarmi. Non potevo più mangiare il ramen, perché secondo loro non era un alimento adatto a un futuro ninja. Alla fine la loro speranza raggiunse il massimo possibile: sarei dovuto diventare il ninja più forte della storia.
Tutta quella pressione e quegli obblighi mi avevano stancato, così una notte decisi di scappare di casa. Presi alcuni oggetti e, a malincuore visto che nonostante tutto io voglio bene ai miei genitori, me ne andai.
Mi sentivo libero, mi sentivo bene. Una volta uscito dalla finestra ero completamente in balia dell’adrenalina. Era così bello, non avevo doveri, potevo fare ciò che volevo.
Non sapevo dove andare, né cosa fare, ma era così eccitante. Mi incamminai per un sentiero e attraversai una piccola foresta. Superata quest’ultima mi ritrovai ai piedi di una montagna, che decisi di scalare. Dopo qualche ora di cammino, quando il buio era ormai calato, arrivai nei pressi di un pascolo, ove alcuni contadini stavano ridendo spensierati attorno a un allegro fuoco. Li osservai da lontano, incuriosito. Fino ad allora non avevo mai visto dei pastori, in quanto ero confinato nel cortile di casa ad allenarmi.
- Amico, guarda questa! - Disse il più anziano dei due, porgendo al giovane una pietra dai mille colori.
- È stupenda. - Esclamò l'altro, quasi leggendomi nel pensiero - Dove l'hai trovata?
- Tra le sabbie di Suna. Ma purtroppo non penso che ci tornerò, viaggiare è diventato pericoloso se non hai una scorta, e io non posso permettermela.
Non avevo mai visto una simile bellezza. Rifletteva i bagliori del fuoco distorcendoli e creando mille giochi di luce. Quando i contadini decisero di tornare a casa io li seguii. Abitavano in una cascina interamente in legno, e dal comignolo uscivano odori indescrivibili, dalla comune frutta a un misto di ambra e anice. Mi appoggiai a una finestra e vidi che stavano cucinando. Non mangiavo da un pezzo ed ero sfinito, così presi il coraggio a due mani e bussai. Mi aprì quello che possedeva la pietra, e senza che dovetti proferire parola mi invitò ad entrare.
Con loro passai momenti indimenticabili e assaggiai le più svariate pietanze. Mi dissero che i loro manicaretti erano fatti con ingredienti provenienti da tutto il globo, che avevano acquistato di pascolo in pascolo. Decisi allora che anch’io avrei girato il mondo. Ma le parole che avevo sentito un po’ di tempo prima mi incutevano timore. Girare senza scorta era davvero così pericoloso?
Non ebbi l’occasione di chiederglielo. Dei ninja di passaggio, attratti come me dagli odori e dalle meraviglie che si nascondevano in quella cascina, attaccarono. Diedero fuoco alla casa, e uccisero ad uno ad uno tutti i contadini che tentavano di mettersi in salvo fuggendo dalla porta principale. Io ero terrorizzato, se fossi restato dentro sarei morto bruciato mentre se avrei avuto il coraggio di uscire mi avrebbero quasi sicuramente ucciso. Mi rifugiai nell’angolo più lontano dalle fiamme, e mi resi conto di quanto fosse veritiera l’affermazione del pecoraio. Il fuoco si stava avvicinando rapidamente e non avevo più via di scampo, mi sedetti e portai le ginocchia al petto, chiusi gli occhi e attesi la mia fine. Per fortuna nel frattempo mio padre si era messo alla mia ricerca, e mi trasse in salvo. Io però, invece di essere riconoscente, gli urlai di andarsene e di non cercarmi mai più. Lo so, sono stato uno stupido, ma ero traumatizzato, non sapevo ciò che stavo dicendo. Non ne sono sicuro, ma penso di aver visto una lacrima sul suo volto, per la prima volta da quando ero nato. Lui mi rispose solamente che era arrivata una lettera dall’accademia e che dovevo presentarmi alle otto nell’aula undici del pianoterra e sparì nella notte.


Penso che ometterò il fatto di essermi dimenticato e muterò un pochino il corso degli eventi

Purtroppo per me ero troppo lontano dall’accademia per arrivare in orario, i tratto di strada da percorrere è lungo. Ho camminato tutta la notte, ed ero già in ritardo una volta arrivato a Kiri, ma non sono riuscito a non passare da casa. Dovevo rivedere i miei genitori, chiarire l’accaduto con loro, purtroppo però non ne ho avuto l’occasione. Oramai non cambieranno mai, anche dopo essere tornato la loro priorità è restata la stessa. Tanto per farle un esempio: ho varcato la soglia di casa, mi hanno visto, ci siamo abbracciati, si sono ricordati dell’accademia e cosa fa mia madre? Urla che non c’è tempo da perdere e mi scaraventa sotto la doccia. La sua paura che io non possa seguire questo corso, e di conseguenza perdere molto tempo per diventare ninja ha superato la gioia provata nel rivedermi e la voglia di sapere tutto ciò che mi era accaduto. Che tristezza, mi hanno spedito qui per chiedere scusa e farmi ammettere. Devo confessarle però che questo loro modo di fare mi da alquanto da riflettere: anche loro hanno uno scopo nella vita. Perché se si vive senza uno scopo, e come non essere vivi.
Penso che alla fine delle lezioni tuttavia parleremo.
Ora che sa il motivo per cui sono arrivato così tardi, e per cui ho deciso di iscrivermi in accademia. Spero lei possa perdonarmi e ammettermi tra i suoi allievi.


Zabaku restò in silenzio, in attesa di una risposta del sensei. Forti emozioni si erano risvegliate in lui raccontando ciò che aveva passato, ed era sicuro che il mastro lo avrebbe notato. Tentava però di restare calmo, tratto che lo distingueva dagli altri infatti era che non si arrabbiava mai, o quasi. Un rapido cenno della mano, lesto ma visibile in segno di saluto ai suoi nuovi compagni, e la sua attenzione tornò sul maestro.

Calma Zabaku, calma. Tranquillizzati. lo capirà. Quando sono nervoso o arrabbiato sbaglio tutto, e mi attende già un ardua prova: l’emissione del chakra. Se non mantengo la calma sono spacciato!


L'EMISSIONE DEL CHAKRA

Senta maestro, se non le dispiace vorrei provare l’esercizio che ha proposto agli altri, l’emissione del chakra. Sa, non vorrei restare indietro rispetto ai miei compagni.

Devo riuscirci, devo fare buona impressione. Da questo dipende la sua decisione.

Senza nemmeno aspettare una risposta il giovane chiuse gli occhi, cercando di sgombrare la mente e restare calmo. Unì le mani per formare il sigillo del serpente. Non sapeva perché proprio quello, ma il suo istinto gli diceva che era il migliore per ottenere l’effetto desiderato.

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Ora

Zabaku concentrò tutti i suoi pensieri sui punti di fuga, e cercò di far fuoriuscire il chakra. La sua convinzione era che, per poter ottenere il risultato migliore, doveva tenere la mente sgombra, priva di pensieri di alcun genere. Non era un’impresa facile per un sognatore come lui. In ogni istante immagini di vita vissuta gli riaffioravano nella testa e doveva scacciarle, perdendo la concentrazione.

Non sento niente.

Dopo qualche istante di tentativi andati a vuoto il Koga pensò che la colpa era dei molteplici pensieri che gli frullavano per la testa, ma più il tempo passava e più si accorgeva che qualcosa non stava funzionando. Decise allora di cambiare sigillo, unendo le mani in quello della scimmia.

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Ora ce la farò.

Una convinzione si instaurò nella mente del giovane: ce la poteva fare. Un secondo di meditazione e via. Questa volta sentì il chakra fluire e uscire dai punti di fuga, ma molto debolmente.

Io posso farcela, devo farcela.

Il flusso divenne più forte, ma si accorse che non scorreva in modo regolare. Non creava la cupola che avrebbe dovuto essere attorno al suo corpo, ma formava perlopiù piccoli sbuffi incontrollati.

Ok, sono riuscito almeno a farne fluire un po’. Ma dove sbaglio? Cosa è cambiato in me oltre al sigillo dal primo al secondo tentativo?

Improvvisamente la risposta gli fu chiara: erano cambiati i suoi pensieri. La prima volta tentava di tenere la mente sgombra, mentre la seconda la riempiva di pensieri sul fatto che ce la poteva fare.

Certo, è ovvio. Il meglio di me l’ho sempre dato quando credevo in me stesso. I maggiori progressi negli allenamenti li ho fatti quando sostenevo anch’io lo scopo dei miei genitori, diventare un grande ninja. Quando ho deciso di scappare, e in seguito di inseguire il mio sogno ho fatto cose straordinarie, perché ero sicuro di potercela fare. Penso di aver capito come far fluire il chakra. Devo credere in me stesso.

Decise di cambiare sigillo una terza volta, componendo quello della tigre.

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Caricò la sua mente di convinzioni e partì con la tecnica. Ora lo sentiva, il chakra scorreva in modo uniforme. Aprì gli occhi e un’improvvisa agitazione lo prese quando si accorse che ci stava riuscendo. La cupola c’era, anche se era molto pallida. Appena se ne rese conto i punti di fuga gli si bloccarono.

Ora che succede? Ci stavo riuscendo: il sigillo era quello giusto, ero convinto di farcela fino al midollo osseo, che cosa è capitato? Perché il chakra ha smesso di circondarmi? Un momento, quando ho aperto gli occhi e mi sono accorto che ci stavo riuscendo, mi ha preso uno strano batticuore. Certo, penso di aver capito. La calma mi ha sempre distinto, io non perdo mai la pazienza. Ora mi sono agitato e non riesco ad esprimere la mia vera forza. Riproviamoci.

Un quadro generale si stava delineando nella mente del giovane: per poter diventare ninja avrebbe dovuto essere sempre calmo e sicuro di se. Lui non era uno di quelli che lottavano con la rabbia, la calma era sua alleata.
Attese qualche istante, richiuse gli occhi e sicuro di essere completamente calmo iniziò per la terza volta. Sentiva il chakra percorrergli il corpo e fuoriuscire dai punti di fuga. Non aveva bisogno di controllare con la vista, era sicuro che ci stava riuscendo. Assaporò per un attimo il momento e si preparò per emettere il massimo chakra possibile. Si rese conto che però non aveva idea di come fare, ma non ne fu particolarmente toccato, così riuscì a mantenere la cupola.

Sono una persona riflessiva, sicuramente riuscirò a trovare la soluzione anche a questo dilemma. Vediamo, quando ho combattuto al massimo delle mie possibilità? Beh, effettivamente di combattimenti ne ho fatti ben pochi, per lo più mi divertivo con papà da piccolo. Ma ci dev’essere un modo. Forse non si tratta solo di combattere all’estremo solo fisicamente, in questo caso ho fatto e vinto una grande battaglia contro i miei genitori. La battaglia per i miei diritti, la mia libertà. Bene, sono contento. Ora, quando ho dato il meglio di me, il massimo? Sicuramente quando ho deciso di scappare. Ok, ho deciso di scappare quando non condividevo più il sogno dei miei genitori. Proverò a pensare ai miei sogni allora.
Io posso farcela, devo farcela. Devo riuscire a girovagare per il mondo, e per farlo devo diventare ninja. Nessuno può impedirmi di realizzare i miei sogni. NESSUNO!


Il chakra aumentò, lo sentiva uscire dal suo corpo come un fiume in piena ed addensarsi attorno a lui. La sua mente si perse in un turbine di emozioni incontrollate. Stava riflettendo su come era riuscito a trovare il suo metodo per far fuoriuscire il chakra passo per passo, e più ci pensava più gli saliva l’adrenalina. Era così eccitante riuscire con così poco sforzo fisico, d’altro canto però aveva dovuto ragionare non poco per farcela.
Il giovane Koga stava contando 5 secondi, quando gli si contrassero involontariamente i muscoli del collo. Sentì le vene pulsargli come se volessero esplodere e i tendini allungarsi. Mancavano ancora tre secondi. Lo sforzo era pazzesco e Zabaku era stato colto alla sprovvista, in quanto qualche secondo prima stava pensando di riuscirci senza sforzo fisico. Due secondi. La testa cominciava a rimbombare, il sangue si faceva viscoso e il suo intero corpo rigido. Un secondo.

Com’è che quando c’è bisogno il tempo non passa mai?

Quest’ultimo secondo trascorse più rapidamente, ma il giovane si accorse di sentirsi strano. Gli sembrava di essere un involucro vuoto, come se il suo corpo fosse stato svuotato lasciando solo la pelle. Non era una sensazione piacevole. Boccheggiava, ma il suo compito non era ancora finito: adesso doveva azzerare il chakra. Era convinto di averne già poco in corpo, ma non era sicuro che fosse al minimo, anzi anche questa volta non aveva idea di come portare il chakra a zero.

Allora, portare il chakra al minimo. Non sarà un impresa facile. Già mi viene difficile ragionare dopo questo sforzo. Potrei provare a fare il contrario di quello che devo pensare per emetterne il massimo. Ok proviamo:
Non ce la farò mai, non posso farcela, non riuscirò mai a girare il mondo


Non era la tecnica giusta, e se ne rendeva conto secondo dopo secondo. Nulla mutava, se ne restava lì su due piedi come un allocco che non riesce a completare le richieste del suo maestro.

Com’è possibile? Ero sicuro che fosse la cosa giusta da fare. Ora sono in difficoltà, ho esaurito le idee.

Quel pensiero lo rabbuiò. Fino ad allora aveva sempre trovato una soluzione mediante ragionamento, invece adesso era privo di idee.
Il suo respiro si calmò dalla fatica di prima, fino ad arrivare quasi ad un apnea. Non sentiva più un gran bisogno di respirare, solo qualche inspirazione ogni tanto, il minimo indispensabile. I muscoli si rilassarono, quasi consapevoli che non sarebbe riuscito a portare a termine la prova. Zabaku però non aveva intenzione di mollare.

Mi concentro sui miei punti di fuga, penso che dopo aver emesso tanto chakra debbano essere ancora aperti. Devo riuscire a chiuderli.

Lo sentiva benissimo, il chakra stava diminuendo, e man mano che diminuiva il Koga si sentiva più pesante. Non era una sensazione sgradevole, ma nemmeno piacevole; era una cosa che aveva inconsciamente accettato senza guardare lati positivi o negativi. Quando fu praticamente sicuro di aver portato il chakra a livello minimo si sentiva come una statua, il corpo non rispondeva più ai suoi segnali e i muscoli si erano irrigiditi, la sua mente completamente vuota. Non più un pensiero, un’immagine del suo viaggio, un rumore, un odore, niente riusciva ad arrivargli al cervello.

Ora penso di aver concluso la prova.

Quando decise di terminare la “soppressione” del chakra fu una liberazione, fu come uscire dalle tenebre più profonde e oscure, che un giovane non dovrebbe nemmeno sognare. La vista della luce, per lui la possibilità di lasciare quello stato di concentrazione assoluta sui punti di fuga, diede al Koga un brivido di emozione: ce l’aveva fatta. Certo non era stato facile ma per lui era una gran soddisfazione. Era stanco, molto stanco.
Senza ancora sapere se il sensei lo avesse accettato in classe nonostante il suo ritardo o meno Zabaku prese una sedia e barcollando la appoggiò contro il muro, di fianco a un ninja che non aveva mai visto prima.

Che puzza di fumo.

Ciao, come avrai capito mi chiamo Zabaku Koga, piacere di fare la tua conoscenza. Disse sottovoce.

Scusi maestro, indipendentemente dal fatto che sia stato perdonato o meno per il mio ritardo, avrei alcune domande da porle, spero che me lo conceda. La prima: oggi ho fatto molta fatica per riuscire nel compito che ci ha chiesto ed ho provato sensazioni strane, dal dolore a una sensazione di vuoto interiore. Sarà sempre così? La seconda: come scoprire qual è il sigillo migliore per emettere il chakra?

Il Koga era contento: era riuscito nella prova che il maestro gli aveva assegnato, aveva trovato un metodo che gli avrebbe permesso di imparare molte tecniche, doveva soltanto essere calmo, sicuro di sé e pensare al proprio sogno. Si era anche accorto che le sue riflessioni lo avrebbero potuto portare lontano. Aveva soltanto bisogno di riposare un attimo, ma le sue doti di recupero erano piuttosto buone.

Tutto sommato non è andata così male come credevo prima di entrare in classe. Ora tutto dipende dall’impressione che ho fatto al sensei.

Un abbozzo di pensiero prese forma nella sua mente: dopo le lezioni sarebbe andato a rubare del sakè. Oramai non ne poteva fare a meno, ogni volta che era al settimo cielo sgraffignava al vecchietto del bar una bottiglietta e si faceva una bevutina. Non per ubriacarsi, ma per essere un po’più allegro del solito. Dopotutto, pensava, la sua mente aveva diritto a qualche momento di svago dopo giornate di studio o di riflessioni troppo intense, ed oggi era una di quelle. Quel divino nettare, quasi quanto il fatto di averlo sgraffignato, gli dava un senso di realizzazione e leggerezza. Quando lo beveva gli girava la testa, il crudele mondo appariva roseo e bello, le persone felici e spensierate. Un mondo illusorio certo, ma sognare non costa nulla. Alta filosofia da una piccola sbornia che così male non gli avrebbe fatto, o almeno così credeva.

Chissà se nelle terre che visiterò ci sia un alcolico migliore del sakè. Ne dubito.

Hei, psst. Che ne dici se finite le lezioni andiamo a sgraffignare del sakè? Bere in due è molto meglio che da soli. Disse al suo vicino di sedia, attentissimo a non farsi sentire dal sensei.

Un timido raggio di sole filtrò tra la nebbia, andando a scaldare la schiena del Koga. Un piacevole brivido lo prese d'improvviso: il maestro stava per parlare!
 
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[Creso]
view post Posted on 9/7/2008, 22:25




Non si potrebbe continuare questo corso per favore?
 
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blacklion
view post Posted on 9/7/2008, 22:46




SPOILER (click to view)
Allora, vediamo se lo capisci ancora una volta se te lo dico con le buone, sai non tutti vivono in un mondo dove non ci sono problemi e tutto fila liscio, se purtroppo non posso postare vuol dire che avrò anche i miei problemi, certamente non ne faccio una scusa, ma non mi sembra il caso di sottolineare ogni volta che facico 2 giorni di ritardo (visto che ho detto al tuo nuovo compagno che lunedì avremmo potuto continuare) se non posso purtroppo doveve avere un poco di pazienza...Quando ad insegnare nelle accademia metteranno a disposizione per i forum delle macchine instancabili che possono stare 24 ora su 24 sul pc te lo farò sapere, per il momento compatisci questo povero umano che oltre a problemi personali ha anche problemi di connessione...
PS: Si scrive in spoiler...
 
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blacklion
view post Posted on 29/7/2008, 13:12




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
Pensato
~Parlato d'altri


~Basi ninja


~Capitolo 3 ~Uscita all'aperto



L'ultimo compito assegnato da Itachi fu quello che avrebbe impegnato i ragazzi che per la prima volta stavano per affrontare i suoi esercizi, quello dell'emissione del chakra non era assolutamente una prova da sottovalutare, era l'introduzione al prossimi compiti che si sarebbero svolti all'estero dell'aula; i preparativi stavano per incominciare, le basi necessarie per la continuazione del corso dovevano essere ben salde, quindi alla fine sarebbero dovuti riuscire ad emettere perfettamente il chakra, sapeva che prima o poi ci sarebbero riusciti, altrimenti era meglio finirla qui...Itachi attendeva sempre immobile non lasciando trasparire nessusna emozione, fra poco il suo studente avrebbe provato a far fuoriuscire il suo chakra, dopo avrebbe usato quella emissione per altri scopi che al momento non potrebbero mai essere presenti nella sua mente, la sola cosa di cui aveva bisogno per la prova, era la concentrazione...
Dopo alucni tentavi ci riuscì egregiamente, adesso era ora ti andare fuori, non si poteva attendere oltre, il corso doveva andare avanti...Prima però prese dei fogli dal cassetto della cattedra insieme ad una penna e li mise nelle tasche senza farsi notare da Zabaku, adesso poteva andare...
Seguimi ragazzo, adesso si va a fare qualcosa di più difficile e complicato...Arrivati li ti darò tutte le spiegazioni al riguardo...
Aprì la porta con calma, e con altrettanta tranquillità svoltò subito a destra per dirigersi alla porta per uscire dall'accademia, doveva arrivare al solito boschetto dove portava tutti i suoi allievi, la zona per il prossimo addestramento era l'ideale in quel posto...Arrivato all'uscita salutò il ninja che era dietro il bancone con un gesto della mano e senza proferir parola continuò il suo cammino diretto presso le porte del villaggio. Dopo 10 minuiti di cammino sotto un venticello abbastanza freddo i due arrivarono sul luogo; la nebbia non disturbava affatto, stranamente quel pomeriggio non accennava ad avanzare, motivo in più per allenarsi senza perdere tempo inutile...Da lontano si potevano notare gli alberi che ricoprivano l'intera zona quasi come la racchiudessero tutta, all'interno inoltre vi era un lago abbastanza grande che per il momento venne lasciato stare, i prossimi mezzi di cui Itachi si sarebbe servito per allenare il ragazzo erano i tronchi degli alberi su cui avrebbe fatto sudare molto Zabaku...Arrivato dentro, e allontanatosi pochi mentri da lago, Itachi vide un albero abbastanza grande, non era il massimo come altezza, giusto 4-5 metri, tuttavia godeva di un buon tronco molto ampio; di fianco a questo ve en era uno molto simile...
Ho deciso, la prova verrà svolta qui...Adesso gli mostro come si fa...
Allora, Zabaku vedi l'albero alla tua destra, bene, da adesso in poi dovrai esercitarti salendo su per il tronco utilizzando il chakra che dovrà fuoriuscire dai piedi, non potrai utilizzare le mani, puoi solo salire su con la sola forza delle gambe, adesso ti mostro come si fa...
Itachi prese un kunai dalla tasca apposita e lo laciò con molto veemenza contro il tronco destinato per l'allenamento dell'allievo...L'arma si incastrò a 4 metri di altezza, mandarlo più alto non sarebbe servito, tutto sommato per uno studente alle prime armi era un traguardo soffisfacente...
Itachi adesso stava per mostrare come andava svolto il compito assegnato, prima mise il piede destro, successivamente quello sinistro, passo dopo passo salì nel ramo più robbusto e grande che c'èra, sedutosi sopra guardò il lago e mentre osservava la limpida acqua che aveva di fronte disse:
Raggiungi l'altezza del kunai e avrai superato la prova, non posso darti altre spiegazioni, dovrai cavartela con le tue sole forze...
Detto questo aspettò che il ragazzo completasse il compito...


CITAZIONE
Per questa prova dovrai scrivere almeno 110 righe e hai tempo fino al 4 Agosto. Se hai problemi manda un mp e avrai altro tempo a disposizione...Per il post di prima non ho niente da ridire, solo ti raccomando di controllare sempre la grammatica...
PS: Scusa se è tutto una grande cacata, ma gli impegni sono tanti e molto casinari, scusa ancora per il ritardo...

 
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Zabaku Koga
view post Posted on 30/7/2008, 00:03




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato Zabaku
Parlato altri


SPOILER (click to view)
[OT] Spero tu possa capire le mie scelte per l'andamento del post: questo post è la chiave per il futuro sviluppo emotivo del mio pg, da sognatore diventerà un omicida per ottenere dopamina, quindi ho descritto molto a fondo le sue sensazioni nel momento chiave lasciando un po' "in secondo piano" il resto...[/OT]


Dopamina

Il cielo era coperto, la nebbia densa ma distante. Tipica giornata, in quel paese dal clima implacabile. Un venticello freddo accompagnava Zabaku e il suo sensei nella loro camminata per le strade del Kirigakure, in quel giorno stranamente silenzioso. L'erba era umida, e le goccioline posatesi durante la notte scintillavano creando un'atmosfera mistica, quasi surreale.
Faceva freddo ma oramai il Koga ci aveva fatto l'abitudine ed era felice: non gli andava di essere rinchiuso tra le mura di una scuola. Lo attendeva una prova difficile, ed era concentrato al massimo. Le parole del maestro lo avevano colpito e motivato.

CITAZIONE
Seguimi ragazzo, adesso si va a fare qualcosa di più difficile e complicato...Arrivati li ti darò tutte le spiegazioni al riguardo...

Erano usciti dall’accademia con fare sostenuto, avevano camminato per un po’. Adesso si trovavano quasi alle porte del villaggio, e il giovane Koga colse l’occasione per osservare il maestro. Rimase impressionato da quanto i suoi occhi non avevano colto in precedenza. Itachi era alto, fiero ed aveva un portamento quasi regale; dava l’impressione di essere un ninja estremamente forte e i suoi muscoli possenti sembravano confermarla.

Mi piacerebbe diventare come lui.

Inconsapevolmente in Zabaku si stava instaurando un nuovo modello, una persona da imitare, un traguardo da raggiungere. Probablmente il fascino che esercitava su di lui era dovuto al fatto che, apparentemente, non aveva alcuna aspettativa verso il giovane, cosa alla quale non era mai stato abituato prima d'ora. Agli occhi pieni di ammirazione del giovane appariva come il padre che avrebbe sempre voluto avere: un padre che ti insegna l'arte ninja ma non pretende niente di particolare dal figlio. Un' idolazione si instaurò nel suo cuore per colui che gli stava tramandando il sapere, colui che gli avrebbe dato la possibilità di realizzare il suo sogno.
Arrivati alle porte il sensei alzò un braccio, senza proferire parola, in segno di saluto verso l’uomo che stava seduto dietro il bancone e aumentò leggermente l’andatura. Il giovane Koga lo colse come un indicazione che si stavano avvicinando al luogo della successiva prova, e si impose un distacco mentale dal resto del mondo. Era uno dei modi che aveva sperimentato per ottenere la concentrazione assoluta, esattamente quella che gli sarebbe servita per svolgere egregiamente il successivo compito assegnatogli. Tutto scomparve. Rumori, odori, persino il mondo circostante. Restavano soltanto Zabaku e il suo sensei che camminavano nell’oscurità diretti verso un punto qualunque dell’ombra.
Dopo un periodo imprecisato di tempo il maestro si fermò e il Koga ritornò sulla terra. Si diede un'occhiata in giro e notò con grande stupore che si trovavano a pochi metri da un limpido lago, davanti a un possente albero. Non capiva che cosa avrebbero potuto fare in un luogo simile, e una sottile paura si insinuò nella sua mente: stava forse per scontrarsi col sensei? Quel pensiero lo spaventava, da un lato perchè avrebbe perso sicuramente e dall'altro perchè non voleva battersi con la persona che tanto ammirava.

CITAZIONE
Allora, Zabaku vedi l'albero alla tua destra, bene, da adesso in poi dovrai esercitarti salendo su per il tronco utilizzando il chakra che dovrà fuoriuscire dai piedi, non potrai utilizzare le mani, puoi solo salire su con la sola forza delle gambe, adesso ti mostro come si fa...

Il Koga tirò un sospiro di solievo, e gli parve di essere diventato più leggero.

Ma come mi vengono in mente certe cose?

Il sensei, con uno scatto rapido e improvviso, lanciò un kunai che andò a conficcarsi a circa quattro metri d'altezza nella corteccia di un albero poco sulla destra, poi, un piede dopo l'altro, salì con incredibile facilità e scioltezza sul cedro da lui prescelto e si sedette su un tozzo ramo.

CITAZIONE
Raggiungi l'altezza del kunai e avrai superato la prova, non posso darti altre spiegazioni, dovrai cavartela con le tue sole forze...

La prova stava per iniziare.

Non devo trattare questo cedro come un semplice albero, o finirò per sottovalutare la sfida. Devo crederlo un avversario.

Si trovava davanti all'albero prescelto, che dal canto suo lo sbeffeggiava beffardo dall'alto delle sue fronde. Non sarebbe stata un'impresa facile scalarlo. Zabaku in risposta lo scrutava attentamente, gli occhi ridotti a esili fessure e un gigno sanguinario sulla bocca. Le chiazze di muschio sulla rugosa corteccia e la rugiada si erano alleate con l'albero, con il solo scopo di rendere la scalata il più difficile possibile. Qualche grosso nodo sporgeva quà e là, rompendo la struttura lineare del tronco, e le radici, grosse e intricate, serpeggiavano nel terreno circostante. Un debole soffio di vento mosse i rami del temibile cedro, e andò ad accarezzare dolcemente il viso pallido del giovane Kiriano. Qualche foglia, ormai indebolita dal duro clima del paese della nebbia, cadde a terra dolcemente, e il Koga ne raccolse una. La osservò compiaciuto. Non ne sapeva il preciso motivo ma vedere quella foglia cadere l'aveva tranquillizzato. La sua espressione mutò in un sorrisino compiaciuto, proprio mentre il vento cessò di sbuffare.
Il silenzio era spezzato solamente dal flebile stillare delle goccioline d'acqua che si formavano sul tronco, dovute alla condensazione dell' umidità, e rotolavano fino a terra timide, seguendo i canali formati dalla corteccia e formando piccole pozze tra una radice e l'altra. Era un suono praticamente impercettibile, ma in un silenzio così denso, e così vicini alla fonte era possibile udirlo debolmente. La quasi totale assenza di rumore sembrava voler incitare il giovane a cominciare la sua prova, come se il mondo intero fosse col fiato sospeso ad aspettare soltanto quello. Ma qualcuno, lassù in alto, si lasciò sfuggire un sospiro e un altro alito di vento portò un odore di arrosto da chissà quale comignolo, che danzò leggiadro nell'aria fino ad arrivare alle narici di Zabaku, che inspirò a fondo quella sublime fragranza. Il suo stomaco emise un grugnito, in segno di protesta.

Prima comincio, prima finisco e potrò andare a mangiare.

Il primo tentativo fu un completo disastro: appoggiò un piede sulla corteccia, attese timoroso per lunghi istanti cercando di concentrare più o meno chakra sotto la panta del piede, e quando trovò il coraggio di staccare l'altro piede dal terreno cadde rumorosamente col sedere a terra. L'osso sacro urlò tutto il suo disappunto, provocandogli un dolore insopportabile. Rimase a terra per pochi secondi, perchè sentendosi addosso gli occhi del maestro si impose di rialzarsi subito, e di riprovarci. Ma mentre si riportava in posizione eretta una fiammella si accese nel retro della sua mente, riportando alla luce un ricordo ormai sommerso ma mai completamente dimenticato. Non gli era del tutto chiaro il come nè il perchè stesse visualizzando ciò che vedeva, ma ne fù felice. Dapprima fu solo un'immagine confusa: il piccolo Zabaku che cade da un'altezza vertiginosa e poi il buio. Seguendo una concatenazioe del tutto illogica, riuscì a ricomporre il puzzle di pensieri, frammento per frammento e d'improvviso tutto gli era nuovamente chiaro.
All'età di cinque anni, in una limpida giornata di sole come a Kiri se ne vedono poche, stava giocando con uno shuriken di legno sul balcone di casa quando vide passare una leggiadra farfalla. Era tutta rosa, ma sulla sommità delle ali aveva due chiazze blu che ricordavano occhi scrutatori. Il suo volare, irregolare ma così aggraziato, e la sua rara bellezza catturarono l'attenzone del piccolo Koga che tese una mano per afferrarla. La farfalla riuscì ad allontanarsi con un colpo d'ala, ma il giovane testardo non si diede per vinto e quando provò una seconda volta a catturarla si sporse troppo e cadde nel vuoto. I secondi seguenti, nella mente di Zabaku restarono impressi come un'eternita. Lui cadeva e il terreno si avvicinava sempre più, tutto vorticava e le sue candide manine stringevano l'aria in cerca di un appiglio. Vide il pavimento pericolosamente vicino, e chiuse istintivamente i piccoli occhietti, ormai sicuro di essere spacciato. Ma il corpo umano è meraviglioso, e capace di miracoli apparentemente inspiegabili; quel giorno il piccolo Koga ebbe il suo miracolo personale: senza neanche sapere come concentrò il chakra sotto i piedi, e si attaccò come una minuscola pianta rampicante a una colonna che sosteneva il balcone. Era a meno di mezzo metro da terra. Quando si accorse di aver fermato la caduta i suoi piedini smisero di emettere chakra e franò rovinosamente a terra.

Ora che ci penso credo di ricordare circa quanto charkra avevo usato.

Quella fiammella diventò un falò, e tutti i particolari gli furono improvvisamente fin troppo chiari. Si impose qualche istante di tranquillità, per ritrovare lo stato ideale che aveva sperimentato nella prova precedente. Sentì la calma fluire in lui e si reputò pronto per iniziare. Era il suo istinto a guidarlo e a dirgli quanto chakra emettere, ma non era completamente sicuro che gli stesse dicendo il vero. Quando, dopo qualche attimo di esitazione, si decise a staccare anche il secondo piede da terra, con sua grande sorpresa restò incollato al tronco in posizione orizzontale a circa mezzo metro da terra. Dovette sopprimere dentro di sè la voglia di gioire del fatto che ci era riuscito, poichè aveva imparato che avrebbe perso il controllo se si fosse lasciato a inutili distrazioni. Mancavano ancora 4 metri circa di albero. Restò li in quella posizione per lunghi attimi, a contemplare il mondo visto da quella prospettiva e a godere del sublime profumo di carne, poi, quando decise che era il momento di proseguire, staccò il piede destro e cadde goffamente. Questa volta furono la spina dorsale e la nuca a protestare per lo scontro con le radici, e Zabaku dovette cedere al dolore e restare sdraiato per un po'. Il pensiero che l'impatto contro quel terribile terreno irregolare lo avrebbe accompagnato per tutto lo svolgersi della prova lo sconcertava. Una volta che il male si fu attenuato, riprese la posizione verticale e si bloccò un momento. Un'immagine gli fece raggelare i sangue nelle vene: Zabaku che sale fino a circa quattro metri e poi cade, spaccandosi la spina dorsale. Un fastidio fisico gli percorse il corpo, dalla testa in direzione dei piedi, come se la carne stesse fremendo al pensiero. Gli venne la pelle d'oca. Il Koga si trovava confrontato contro la più tremenda delle sue paure: la rottura delle ossa. Aveva riportato da piccolo la frattura multipla del femore, e da quel momento, al pensiero del tremendo dolore che aveva provato, degli schizzi di sangue e della vista del suo stesso osso, si era sempre paralizzato. Trascorse infiniti istanti intrappolato nel labirinto delle sue fobie, a chiedersi se valeva la pena di continuare, di rischiare così tanto. Il suo respiro si fece lento, irregolare e tremolante.
Quando una persona si trova confrontata con le sue più oscure paure ha soltanto due possibilità: scappare e cercare di non affrontarla mai più, oppure porre fine una volta per tutte a quell'irrazionale elevazione di un'oggetto, situazione o persona a bestia nera. Per quanto risulti facile pensare di confrontarsi faccia a faccia con il proprio uomo nero, bisogna trovarsi realmente nella condizione di farlo per comprendere quanto sia in realtà difficile. Zabaku soltanto in quel preciso istante se ne rendeva completamente conto, ma per sua fortuna non era stato cresciuto come un codardo. Chiuse gli occhi e si appellò al suo cuore:

Ti prego, dammi la forza di proseguire. Io devo farcela, ma per la prima volta dall'inizio del corso non sono sicuro di poterci riuscire.

Per qualche secondo non sentì alcuna risposta, poi, animato da un impeto di nuovo coraggio,si promise di arrivare a recuperare il kunai del maestro e tornare indietro senza cadere, al primo tentativo. Aprì gli occhi e fece un piccolo passo avanti, in direzione dell'albero. Sentì il cuore pulsargli in petto, e il sangue ribollirgli nelle vene.
Appoggiò un piede sulla corteccia, e poi l'altro. Rimase appiccicato. Titubante portò le mani dietro la schiena, con i palmi rivolti verso il terreno: in caso di caduta avrebbero attutito un poco. Il difficile cominciava adesso, dato che doveva riuscire a coordinare i movimenti con l'emissione del chakra dalla pianta del piede. Pensò che finchè si trovava così in basso poteva fare tutti gli esperimenti che voleva, tanto cadere non era poi così terribile. Il difficile sarebbe sopraggiunto soltanto quando avrebbe deciso di avventurarsi in altezze più pericolose. Staccò il piede sinistro, e, in contemporanea, aumentò di un poco l'intensità del chakra emesso dal destro. Funzionò, non cadde e potè compiere il suo primo passo in orizzontale. Provò una seconda volta, eseguendo movimenti molto lenti e riuscì nel suo intento. Arrivato all'altezza di due metri prese sicurezza, e fece tre passi di fila. Ma qualcosa andò storto: un po'di corteccia si sbriciolò sotto il suo piede e cadde nel vuoto. Il sangue gli si gelò nelle vene e un nodo si formò istantaneamente nella sua gola. I peli gli si drizzarono sulla pelle. Quello che avvenne dopo non fu da lui progettato, e neanche minimamente pensato. Fu il suo istinto: riportò i piedi in pari e riprese a emettere la quantità di chakra che espelleva quando stava fermo in posizione orizzontale. Si riattaccò al tronco, senza sfiorare minimamente il terreno. Si accorse che aveva chiuso gli occhi, e quando li riaprì capì di essersi fermato a circa dieci centimetri da terra, e di aver compiuto una trosione del corpo, portandolo a faccia in giù. In quel modo, pensò, avrebbero impattato parti del corpo meno importanti. Non sapeva come aveva fatto, ma sapeva di avere un'alleato contro la sua paura, era lui stesso, il suo istinto. Galvanizzato da quel pensiero posò le mani, che fino a quel momento erano restate dietro la schiena, a terra e si mise accovacciato. Respirava affannosamente, a scatti. Il battito del suo cuore era schizzato a mille, e la sensazione del sangue pulsato troppo velocemente gli annebbiò la vista. Sentì un formicolio alle mani e ai piedi, e un dolore al collo. Fece appena in tempo a sdraiarsi sulla pancia, e perse i sensi.
Qualcosa gli premeva sul petto. Le palpebre erano ancora troppo pesanti per essere sollevate, ma sentiva parlare di fianco a lui. Non gli interessava il significato di quelle parole, se ne stava sospeso nell'etere, a contemplare il buio attorno a sè privo di qualsiasi preoccupazione. Vagava nel nulla ma una sensazione opprimante gli impediva di respirare correttamente. Era come essere a conoscenza del segreto della felicità, ma non poterlo utilizzare; allo stesso modo lui era in un mondo da sogno, privo di responsbilità e doveri, ma non poteva goderne perchè il fatto di non respirare correttamente gli ricordava che sarebbe dovuto tornare alla realtà, prima o poi. La sua faccia era bagnata e fredda, i suoi muscoli fremevano, la sua mente in uno stato idilliaco. Poi, come un lampo a ciel sereno, il suo cervello lo trascinò sulla terra e si accorse che si era sdraiato su una radice particolarmente sporgente che gli premeva il petto. Riaprì gli occhi. La sua faccia, più pallida del solito, era tra l'erba bagnata e la sua bocca sporca di terra fangosa. Si mise a sedere, accorgendosi che il suo corpo tremava. Diede un'occhiata in giro: il sensei non si era apparentemente accorto di niente, stava contemplando il lago. Doveva essere svenuto per un'istante infinitamente breve, tanto da non essere visto dal maestro.

Shock adrenalinico?

Era un'ipotesi assai accattivante: una sostanza prodotta dal nostro stesso corpo è in grado di gettarci in un mondo tanto bello?

È molto probabile. Quando mi sono appoggiato a terra avevo tutti i “sintomi” di una scarica di adrenalina. Questa volta è stata troppo potente per il mio cervello.

Mentre rimuginava sull'accaduto si accorse che il maestro si era girato a guardarlo. In risposta Zabaku, ragazzo di poche parole, gli rivolse un sorrisino privo di espressione e riguadagnò la posizione verticale. Una spirale di pensieri gli vorticava per la testa. Era affascinato da quello che aveva provato, dalle sensazioni che l'adrenalina poteva indurgli se ne avrebbe ottenuto una maggior quantità. Si rese conto che, se avesse voluto averne una maggior dose, avrebbe soltanto dovuto salire più in alto e rischiare di più. Qualcosa stava lentamente ma inesorabilmente cambiando dentro di lui. Si pulì la bocca con la manica della maglietta, e decise che era il momento di riprovare. Aveva completamente dimenticato l'arrosto, ora voleva soltanto ottenere l'emozione, l'adrenalina. Sul suo volto si dipinse per la prima volta uno strano gigno, un gigno che per qualche strana ragione sembrava tremendamente malvagio.
Determinato riprese la scalata dell'albero. Non padroneggiava ancora la tecnica, ed era costretto a procedere a piccoli passi, cosicchè raggiungere il ramo dal quale aveva pensato di lasciarsi cadere, a circa tre metri e mezzo di altezza, stava diventando un'impresa faticosa. Arrivato però all'incirca al punto in cui era caduto precedentemente un altro po'di corteccia si staccò da sotto i suoi piedi. Zabaku aveva inconsciamente pensato a cosa fare in quell'evenienza, e mise in atto il suo piano: aumentò di poco il chakra emesso e si accorse di non essere più ancorato soltanto alla corteccia, capì di esserlo più profondamente, più a fondo, probabilmente al tronco interno ma non ne era sicuro. Ora il le suole scivolose e il muschio non erano più un gran problema. A quanto pareva il suoi istinto stava mentendo la prima volta che tentò l'impresa. Il Koga rise, ma emise un suono più simile a un sibilo intermittente che a una risata. Riprese a salire, questa volta più rapidamente aiutato dalla sua nuova scoperta.

Eccomi arrivato.

Era eccitato al pensiero di cosa avrebbe provato una seconda volta, quel fugace istante di interminabile lunghezza, quella sensazione di pace e leggerezza, quei brividi fisici così intensi. Girò il collo di quasi novanta gradi, e guardò il terreno. Era ad un altezza davvero considerevole, a pochi passi dal kunai che segnava il traguardo, ma non gli importava più di tanto. Era concentrato soltanto su un obbiettivo, e lo avrebbe raggiunto a tutti i costi. Si accorse che il sensei lo stava ancora guardando, probabilmente contava che avesse finito la prova, ma nemmeno di questo gli importava più di tanto. Smise di emettere il chakra e si lasciò nel vuoto. Questa volta però le cose non andarono come auspicato, con uno splendido movimento aggraziato Zabaku roteò il collo, seguito dal busto e dalle gambe e si trovò con il volto rivolto verso il terreno. Si accorse di avere gli occhi aperti, e il pieno controllo della situazione. Non provava le splendide sensazioni dell'ultima volta, non provava niente. Decise allora di riattaccarsi all'albero, e così fece. Era li fermo, a circa un metro dal suolo e si accorse che la rabbia si stava impossessando di lui.

Porca pu**ana! Fanc**o!

Appena ebbe finito di urlare perse il controllo e la rabbia prese il pieno possesso delle sue facoltà, con la diretta conseguenza che perse la “presa” e cadde al suolo. Attutì la caduta con le mani, e si mise in ginocchio. L'aveva sperimentato con la prova precedente: se non stava calmo non riusciva a fare niente, ma non aver raggiunto il suo scopo aveva suscitato in lui una rabbia innaturale che non avrebbe giovato se in futuro si fosse ripresentata. Mentre stava pensando tutte queste cose Zabaku si accorse di avere ancora gli occhi del sensei puntati addosso, e decise che era ora di finire la prova. Respirò a fondo, sentendo la calma fluire in lui e si mise in piedi ormai sicuro di essere padrone della tecnica.
Passo dopo passo arrivò allo kunai, che recuperò, poi girò sui tacchi e con apparente disinvoltura scese dall'albero. Una volta toccato terra sibilò in direzione del maestro:

Ce l'ho fatta. Posso tenerlo?

Chiese, indicando il kunai. l'idea di poter possedere un'oggetto di quel ninja lo rese allegro, come se niente fosse accaduto pochi istanti prima.
Il suo sguardo si perse nel vuoto, alla sinistra del sensei. Improvvisamente un pensiero spuntò dai reconditi meandri della sua mente. Fece un respiro profondo, afferrò il suo dito mignolo della mano destra e, con un movimento rapido e deciso, lo spezzò all'indietro. Crack. Una fitta di dolore gli percorse la mano, ma dopo alcuni attimi di sofferenza si calmò. Era esattamente come pensava: aveva vinto la sua paura. Poi una certezza si impossessò di lui.

Ca**o, dopamina.

Ne era completamente sicuro: le sensazioni che aveva provato non erano state indotte dalla sola adrenalina ma anche dalla più infida dopamina. La dopamina, come ricordava di aver letto in un libro del padre, era una sostanza che il cervello secerne quando si lotta contro le proprie paure e si vince. Ci da un senso di appagatezza e di beatitudine, ma crea un'elevata dipendenza e ne vogliamo sempre di più. Zabaku era riuscito a confrontarsi con la sua peggiore paura, e aveva anche vinto. Il crevello aveva rilasciato in risposta un'elevata quantità di dopamina. Il giovane Koga era sconcertato, non riusciva a credere a tutto ciò. Durante la lettura non aveva adeguatamente ragionato sulle informazioni che stava acquisendo.

Possibile che il nostro cervello ci induca in dipendenza, lui stesso?

Era un pensiero che faceva rabbrividire.
Soffocando le sue emozioni disse:

Voglia scusarmi per il mio comportamento, le prometto che non si ripeteranno episodi simili.
 
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blacklion
view post Posted on 2/8/2008, 21:12




SPOILER (click to view)
Narrato
Parlato
Pensato
~Parlato d'altri


~Acqua


~Capitolo 4 ~Elemento familiare



Itachi continuava a osservare il lago immobile, non lasciava trasparire alcun segno, ogni singola emozione che porvava all'interno nel vedere un allievo cosi determinato non poteva essere percepita all'esterno...Tutto quello che stava passando, addestrare un ragazzo volenteroso che aspira a diventare un ninja di tutto rispetto, mostrargli le basi che un giorno lo avrebberò fatto salire in alto, tutto era già stato vissuto in passato ma ogni volta era sempre un grande sensazione, niente lo aveva mai soddisfatto tanto, quindi ogni volta che prendeva con se una classe dava sempre il massimo per poter insegnare al meglio, fino a quel momento i risultati che aveva ottenuto erano molto ripaganti, gli shinobi che aveva promosso fino ad allora non lo avevano deluso per niente, probabilmente Zabaku avrebbe fatto altrettanto e visto che era la prima volta che portava avanti una classe con solo uno studente doveva assolutamente aiutarlo più che poteva...L'aiuto che poteva arrivare da un compagno, ad esempio osservando ciò che faceva, parlando con lui o semplicemente inquadrarlo come una figura da superare per diventare il migliore, purtroppo il Koga non poteva averla, il che era un male, di conseguenza Itachi doveva fare di tutto per spronare il ragazzo, mentre immagginava cosa avrebbe potuto fare dopo le prove da lui assegnate dava sempre uno sguardo a come stesse procedendo questa. Certamente non poteva essere svolta nel migliore dei modi alla prima volta, di solito questi esercizi recavano molti problemi ai novizi che si cimentavano nella "scalata" sull'albero, infatti a Zabaku servirono più di un paio di tentativi, il trucco come nella prova precedente era quello di rimanere concentrati dopo averne acquisita abbastanza...Dopo la terza volta, al limite delle sue forze mentre la fatica e l'eccitazione prendevano il sopravvento, l'allievo riuscì a cogliere l'arma conficcata precedentemente dal chunin e torno a terra senza alcun problema...Finalmente ci era riuscito, le sensazioni che poteva provare in quei momenti erano quasi sicuramente molto positive, la gioia per aver compiuto la prova doveva essere molto grande, la soddisfazione per esserci riuscito doveva spronarlo a fare sempre meglio, quindi per la prossima prova che tra qualche minuto lo avrebbe visto come protagonista doveva essere svolta con più determinazione, solo cosi i grandi ninja si spingono a fare sempre meglio...
~C'e l'ho fatta. Posso tenerlo?
Con uno scatto rapido il Kaguya scese dall'albero e si rivolse al ragazzo:
Si, puoi tenerlo, ad una condizione, ogni volta che penserai alla mia arma, dai sempre il meglio di te stesso, ricorda che ti è stata data come premio per aver dato il massimo...
Ulteriori parole al momento non sarebbero servite, magari il suo scopo era stato raggiunto con solo un Kunai in meno nell'equipaggiamento; adesso che era riuscito a scalare un albero con il solo ausilio del chakra fatto fuoriuscire dalle piante dei piedi, si poteva passare alla prossima prova, dato che ancora era preso per via dello sforzo fatto da poco, Itachi decise di lasciare un pò di tempo al Koga, intanto gli era venuta in mente una di quelle idee molto interessanti e visto che di tempo ne aveva decise di lasciare da solo lo studente a riposare per pochi minuti, giusto il tempo di fare ritorno a casa...
Zabaku, so che sei stanco, hai sprecato un buon quantitativo di chakra e hai bruciato molte energie, io adesso devo assentarmi un attimo, giusto una manciata di minuti, tu intanto riposati e cerca di recuperare quello che puoi anche se in poco tempo, non preoccuparti, di qui non passa mai nessuno, inoltre 10 minuti saranno più che sufficienti al mio ritorno, tu non muoverti di qui, ci vediamo tra poco....
Detto questo voltò le spalle al ragazzo e si incamminò verso casa procedento nella direzione opposta a quella che li ha fatti entrare nel boschetto, arrivato a circa 5, 6 mentri da Zabaku Itachi si spinse verso l'alto con una buona velocità dando l'impressione di essere sparito nel nulla, sfruttando quella velocità salì sul ramo più vicino, adesso doveva sbrigarsi altrimenti per ritornare qui ci avrebbe messo troppo tempo...




[...]


image

Di ramo in ramo, di tetto in tetto, dopo 4 minuti, mentenendo semrpe una buona velocità, Itachi arrivò di fronte alla sua casa, saltò in modo rapido sul balcone che dava sula sua camera da letto e successivamente aprì la porta. Tutte e tre erano lì, quando era uscito di casa non aveva ritenuto che nel corso le avrebbe dovute usare, ma visto che la situazione lo permetteva Itachi volle prendere le sue amate spade con se...Approfittanto di quel momento di riposo, lo scopo del sensei era proprio questo, ancora non si conoscevano le reali intenzioni di Itachi, di una cosa era certo, era tornato poprio per prenderle...Le raccolse e le mise esattamente dove dovevano stare e da dove non si sarebbero più mosse, erano state sistemate con molta cura sul suo fianco destro una sopra l'altra, l'attenzione che il chunin dava a queste spade era maggiore rispetto a qeulla che aveva per le altre armi, non vedeva le Katane come solo delle spade da utilizzare come semplici armi, ma le vedeva come parte intregante del porprio corpo, da quando aveva imparato ad usarle tutte e tre l'unica volta in cui se ne era separato era questa...Adesso poteva ritornare dall'allievo e proseguire con il corso che inesorabilmente era arrivato agli sgoccioli...





[...]




Dopo altri 4 minuti Itachi arrivò in prossimità del boschetto, prima di entrare però prese il foglio che precedentemente aveva riposto nella sua tasca, gli diede un ultima occhiata e lo gettò via dopo averlo appallottolato...Riteneva che le prove da far affrontare al Koga erano altre. In lontananza si poteva scorgere Zabaku, sicuramente lui si sarebbe accorto che il maestro era di ritorno e la sorpresa nel vedere le tre spade con lui doveva essere non indiffernete, probabilmente si sarebbe fatto molte domande, dal perchè prese quegli oggetti e sul cosa ne vorrà fare; passo dopo passo Itachi arrivò di fronte al ragazzo, non era ancora arrivato il momenot delle domande, adesso servivano i fatti e fra poco la prossima prova avrebbe impegnato l'allievo con un tasso di difficoltà più elevato...
Eccomi qui, adesso possiamo continuare, stai bene attento a cosa sto per fare, poi dovrai provarci e riuscirci tu, tieni duro e dai il meglio di te, la nostra avventura sta per finire, credi in te stesso e vedrai come supererai anche questo ostacolo...
Piano piano, con molta calma Itachi arrivò in prossimità del laghetto, fra pochi istanti avrebbe mostrato al giovane studente come camminare sopra la superficie dell'acqua. Prima un piede e poi l'altro, era inutile sottolineare che la semplicità dell'esercizio, per il chunin, era molto grande, ormai infinite volte si era cimentato a camminare sull'acqua, e adesso per l'ennesiam volta lo stava insegnando ad uno studente alle prime armi...Arrivato dall'altro lato del lago, dopo aver percorso 5 metri, il chunin si rivolse al ragazzo:
Zabaku, adesso provaci tu, ricorda sempre di tenere al massimo la concentrazione, però presta attenzione, la corteccia è molto diversa dall'acqua, il chakra che dovrai mantenere sotto i piedi deve assumere una diversa consistenza...Adesso prova...
Non posso dirti altro, mi raccomando, mettici tutto te stesso...


CITAZIONE
Per questa prova dovrai scrivere almeno 150 righe e hai tempo fino al 7 Agosto. Se hai problemi manda un mp e avrai altro tempo a disposizione...Il post di prima presenta un errore abbastanza significativo
CITAZIONE
...Mentre rimuginava sull'accaduto si accorse che il maestro si era girato a guardarlo...

Qui descrivi un azione che io non faccio, mi raccomando a non ripetere più questo errore.
Errore di distrazione:
CITAZIONE
...Passo dopo passo arrivò allo kunai...

PS: Scusa ancora se anche questo post non è il massismo ma ho postato prima che potessi...

 
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Zabaku Koga
view post Posted on 3/8/2008, 16:33




SPOILER (click to view)
Narrato
Pensato
Parlato Zabaku
Parlato altri


Genjutsu

Se ne stava in piedi, impassibile, ad aspettare una risposta. Mai prima d’ora si sentiva così orgoglioso di aver concluso una prova, infatti colui che lo stava guardando apparentemente fiero del proprio allievo era il ninja che Zabaku più ammirava.

CITAZIONE
Si, puoi tenerlo, ad una condizione, ogni volta che penserai alla mia arma, dai sempre il meglio di te stesso, ricorda che ti è stata data come premio per aver dato il massimo...

Quella risposta, pronunciata con tanta calma e autorità, riempì il Koga di una gioia mai provata prima. Immaginava le future sfide e sapeva che, in un modo o nell’altro, avrebbe sempre avuto al suo fianco il suo maestro, qualcuno su cui contare quando tutto è ormai perduto. Rigirò il kunai tra le mani per qualche istante osservandone ogni minimo dettaglio: apparentemente non differiva da qualsiasi altro ma Zabaku sapeva quanto sarebbe stato importante. Si passò una mano tra i capelli imbarazzato, e poi rispose timidamente:

Grazie mille, sensei. Lei fa la mia felicità, infatti il motivo per cui le ho chiesto se potevo tenerlo era proprio quello: io ho poche motivazioni per lottare e impegnarmi, e non sono sicuro che reggeranno ancora a lungo. Mi spiego meglio, molti altri studenti hanno alle spalle sofferenza, solitudine, ed altri mali ancor peggiori, loro soltanto pensando a cosa hanno passato trovano forza e motivazioni per lottare; io invece sono qui soltanto perché voglio viaggiare, ed ho paura che un giorno mi dirò “ma non ne vale la pena soltanto per girovagare il mondo” e lascerò perdere. In poche parole, lei mi ha dato un ulteriore motivo per andare avanti, e per questo la ringrazio.

Tentò di decifrare l’espressione del maestro, ma non gli lesse niente in volto. Zabaku volle pensare che era bravo a nascondere le emozioni, poi gli passò per la mente che magari era lui che non sapeva cogliere segnali soltanto dalle espressioni facciali e un sincero sorriso comparve sul suo volto.

CITAZIONE
Zabaku, so che sei stanco, hai sprecato un buon quantitativo di chakra e hai bruciato molte energie, io adesso devo assentarmi un attimo, giusto una manciata di minuti, tu intanto riposati e cerca di recuperare quello che puoi anche se in poco tempo, non preoccuparti, di qui non passa mai nessuno, inoltre 10 minuti saranno più che sufficienti al mio ritorno, tu non muoverti di qui, ci vediamo tra poco....

Finito di parlare il sensei si girò e si incamminò verso Kiri, o almeno così parve al giovane Zabaku. Il Koga era stanco e qualche minuto di riposo gli avrebbe giovato sicuramente, fece qualche passo sulla sinistra e si sedette sotto un albero, osservando Itachi che camminava. All’improvviso sparì nel nulla, e Zabaku stupito si ripropose di chiedergli come aveva fatto, una volta che sarebbe tornato.
Contemplando le limpide e cristalline acque del lago, si rese conto dei progressi fatti fino a quel momento e un sorrisino compiaciuto si dipinse sul suo volto. Mai prima d’ora era stato così vicino alla realizzazione del suo sogno, ed era un pensiero bellissimo. Ormai dimenticata la caduta e i fatti accaduti poco prima si stava concentrando per la prova che avrebbe dovuto svolgere. Il vento formava lievi increspature sulla superficie dell’acqua, e qualche timido raggio di sole che filtrava tra la nebbia creava giochi di luce sull’erba. Il ragazzo si concesse un momento per osservare meglio l’ambiente circostante. Si trovava di fronte a un lago circondato da alberi apparentemente molto antichi, nel bel mezzo di una silenziosa foresta. Non vi era nè un animale né un’ anima viva oltre a lui.

Non c’è bisogno di viaggiare molto per trovare posti che meritano di essere visitati.

Quel bosco immobile era un ottimo posto dove ritirarsi quando si sarebbe voluto avere un momento di pace, lontano da tutto e da tutti. Zabaku cercò di fissare bene in mente la strada che aveva percorso poco prima, in modo da poterla ripercorrere in seguito. Decise, senza saperne l’effettivo perché, di incidere la corteccia dell’albero sotto il quale si trovava. Prese il kunai regalatogli qualche minuto prima dal sensei e disegnò una falce di luna, poi osservò le timide goccioline di resina sgorgare. Sentì il canto di un uccellino, interrotto dal ritorno improvviso del maestro. Chiuse gli occhi e assaporò quel momento, che probabilmente sarebbe divenuto sempre più raro: un momento dove stare da soli, in compagnia dei propri pensieri soltanto. Si punzecchiava il palmo della mano con l’unghia del medio, quasi a voler sottolineare quel sottile nervosismo che si era insinuato all’interno della sua mente.
Il tempo era volato, e quelli che erano approssimativamente 10 minuti gli erano parsi pochi secondi. Pensò che era probabile che si fosse appisolato un’ attimo, dato che il Kaguya era già di ritorno e portava portava tre spade.

Perché si è portato tre spade? Per cosa le userà? E poi perché tre spade? Come usa la terza?

Troppe domande per porle tutte in una volta, e Zabaku era convinto che avrebbero trovato risposta da sole con lo scorrere del tempo. Itachi si avvicinò e disse:

CITAZIONE
Eccomi qui, adesso possiamo continuare, stai bene attento a cosa sto per fare, poi dovrai provarci e riuscirci tu, tieni duro e dai il meglio di te, la nostra avventura sta per finire, credi in te stesso e vedrai come supererai anche questo ostacolo...

Vide il maestro incamminarsi verso il lago, poi, senza una minima esitazione, lo attraversò camminando sull’acqua. Zabaku non vedeva l’ora di padroneggiare quell’esercizio.

CITAZIONE
Zabaku, adesso provaci tu, ricorda sempre di tenere al massimo la concentrazione, però presta attenzione, la corteccia è molto diversa dall'acqua, il chakra che dovrai mantenere sotto i piedi deve assumere una diversa consistenza...Adesso prova...

Il Koga decise di togliersi maglietta ed equipaggiamento, e arrotolare i pantaloni lungo la coscia in modo da non bagnare i vestiti durante i probabili fallimenti. Fece qualche passo e li appoggiò su un ramo molto basso, che si curvò per il peso. Era tranquillo, una ritrovata beatitudine interna gli sussurrava che non avrebbe fallito proprio ora, e lui ne era convinto. Nonostante il fatto che il sensei gli avesse concesso qualche minuto di riposo Zabaku si sentiva debole, spossato dai precedenti sforzi. Il bacino e la schiena erano doloranti a causa delle precedenti cadute, e la sua riserva di chakra scarseggiava. Decise di provarci subito, senza esitare. Si avvicinò lentamente alla riva del lago e osservò il riverbero delle timide onde: sarebbero state un’ulteriore complicazione. Portò il piede destro a qualche centimetro dall’acqua, e cominciò ad emettere chakra concentrandolo sotto la pianta del piede.

Ho sentito dire che bisogna formare un “cuscinetto” di chakra. Sarà quella la consistenza di cui mi ha appena accennato il sensei?

Provò ad abbassare ulteriormente la gamba, fino a toccare l’acqua, e dopo qualche tentativo di intensità dell’emissione si accorse che sembrava solida. Decise allora di portare tutto il peso sul piede destro, e, quando lo fece, ondeggiò con il corpo per qualche istante nel tentativo di mantenere l’ equilibrio, poi sprofondò nella bassa acqua.

Cavoli, è difficile mantenere il livello di chakra emesso costante e restare in equilibrio con l’acqua che si muove sotto i piedi. Per di più ora ho le scarpe piene d’acqua, cosa che odio!

Si riportò sulla terra ferma e senza esitare un secondo riprese a tentare. Questa volta voleva provare ad utilizzare entrambi i piedi, in modo da avere più superficie d’appoggio e di conseguenza un migliore equilibrio. Emise la stessa quantità di chakra del precedente tentativo, questa volta da entrambe le piante dei piedi, e con un piccolo balzello si ritrovò in equilibrio sull’acqua. Finché si trattava di stare fermi non era un grosso problema, ma, come aveva sperimentato con la prova precedente, la difficoltà era proprio camminare. Zabaku decise di provare con la tecnica che aveva usato per arrampicarsi sull’albero: aumentare di poco la quantità di chakra emessa da un piede quando l’altro si stacca. Alzò il sinistro, e contemporaneamente intensificò l’espulsione dalla destra. Ancora una volta sprofondò.

Che idiota, come ho fatto a pensare che avrebbe funzionato? È ovvio che bisogna creare il “cuscinetto” e mantenerlo costante, qui non cambia niente se sono sorretto da una sola gamba o da entrambe.

Deciso e risoluto fece qualche passo a ritroso e si ritrovò nuovamente sulla terraferma, e nuovamente decise di cominciare a piedi pari. Si impose, per il seguente tentativo, di mantenere la quantità di chakra costante. Il primo passo fu un successo, eseguito con scioltezza e leggerezza, ma al momento di muovere il secondo qualcosa andò storto e perse il controllo. Questa volta si bagnò fino alle ginocchia, e un brivido freddo gli percorse la spina dorsale facendogli rizzare i peli: l’acqua era davvero fredda. Tornato al punto di partenza si prese qualche istante per pensare.

Ho capito. Per riuscire in questo esercizio devo avere un perfetto controllo del chakra. Prima, al momento del secondo passo, senza nemmeno accorgermene completamente ho abbassato un po’ l’intensità dell’emissione dalla sinistra, e sono caduto. Il cuscinetto che mi regge sull’acqua deve essere composto da una determinata quantità di chakra, ne più ne meno. Devo controllare perfettamente l’espulsione e coordinarla con i miei movimenti, senza sgarrare di una virgola.

Era felice, perché credeva di aver compreso come fare, il problema era metterlo in pratica. Prima il piede destro, questa volta, poi il sinistro. Riuscì a fare tre passi prima di cadere completamente a mollo.

Bene, il segreto è la concentrazione. Più sei concentrato e meglio mantieni il livello di chakra al punto giusto.

Due bracciate a nuoto e poté toccare il fondale con i piedi, qualche passo rallentato dalla resistenza dell’acqua ed era pronto per un nuovo tentativo. Decise però di prendersi qualche istante per concentrarsi come aveva fatto per la prova precedente. Chiuse gli occhi e tutto scomparve, tranne lui stesso e il lago, focalizzò tutto il suo pensiero sulle piante dei piedi e il chakra poi, senza aprire gli occhi, appoggiò il piede sinistro e cominciò la sua camminata. Avanzava impassibile, sempre concentrato al massimo, ma questa vota sembrava molto più sicuro di ciò che stava facendo, come se non fosse uno studente alle prime armi. Improvvisamente un’onda un po’ più alta del normale si infranse contro il suo piede, facendogli perdere l’equilibrio e quello stato di meditazione in cui si era immerso. Pluff. Si ritrovava sott’acqua. Una volta riemerso si accorse di aver fatto molta strada e di essere circa al centro del lago. Era felice perché convinto che al prossimo tentativo ci fosse riuscito, e prese a nuotare verso riva. Purtroppo per lui tutte le fatiche compiute precedentemente gli si riversarono contro proprio in quel momento, e la muscolatura lo abbandonò.
Scendeva sott’acqua, vedendo la luce della superficie sempre più lontana, il corpo inerme. Un braccio proteso, come a volerla afferrare. Tutto parve svolgersi a rallentatore, Zabaku non era li, era distante centinaia di kilometri e stava assistendo alle disgrazie di qualcun altro. L’indice di quella mano che tanto gli pareva famigliare si contrasse, poi tutte le dita si chiusero a pugno coprendo la visuale della luce.
Tutto era immobile, silenzioso e ordinato. Anzi, il niente era ordinato, dato che il Koga se ne stava sospeso nel nulla, a contemplare l’infinito buio. Era felice, la sua pelle candida e i muscoli non più indolenziti. Era asciutto, i vestiti sulla pelle e l’equipaggiamento pronto a essere sfoderato. Osservava il kunai che reggeva fiero nella mano: era quello donatogli da Itachi-sensei. Lucente e affilato, guardato in quel preciso istante pareva un oggetto nuovo, mai visto prima. Sapeva soltanto che aveva un valore, un valore non materiale. Lo lasciò cadere, e si perse nell’oscurità sotto di lui. C’era qualcosa in quell’ambiente, qualcosa che non andava. La stessa sensazione dell’ultima volta: non poteva godere appieno di quelle sensazioni, di quell’istante di paradiso terreno. Era infuriato. L’ultima volta almeno percepiva l’elemento disturbante, ma adesso no. Mancava l’aria, si sentiva soffocare. Quel nulla sconfinato che prima era paradiso si stava trasformando nella sua prigione. Non respirava. L’ossigeno era completamente assente.

Perché non posso gustarmi questo mondo?PERCHÈ?

Infine il nulla sparì, per lasciare spazio a una scena a suo dire “bizzarra”. Un ragazzo, privo di sensi, stava scendendo nelle profondità di un lago a peso morto. Il Koga si chiedeva perché stava assistendo a quella scena, dato che si trovava molto lontano. Inspirò, e fu sorpreso che l’acqua entrava nei suoi polmoni e non in quella di quel poveraccio che stava affogando. Ne fu sorpreso. E improvvisamente si rese conto che era lui il poveraccio. Aprì gli occhi di scatto.

Io ho dei validi motivi per lottare!

Scalciò con le gambe, ma le scarpe gli impedivano di nuotare in modo decente. Portò le mani alle stringhe, e con molta fatica per le dita intorpidite dal freddo le slacciò entrambe e le lasciò cadere sul fondo. Nuotando a rana si diresse nuovamente in superficie. I muscoli gli bruciavano e aveva la nausea. Istintivamente inspirò nuovamente, e altra acqua fece il suo ingresso nei suoi polmoni. La luce era sempre più vicina. Ancora una bracciata. Con un sonoro rumore inspirò più aria che poté, poi si diresse a riva. Arrivato a qualche passo dalla terraferma si lasciò cadere in ginocchio e prese a vomitare acqua. Gli tremavano le gambe e boccheggiava nel tentativo di recuperare ossigeno. Faticosamente e molto lentamente riprese la posizione eretta.

Non cederò proprio adesso, quando sono ad un passo dalla fine!

Lo sa sensei, penso di avere capito. L’importante non è perché vuoi raggiungere uno scopo, l’importante è raggiungerlo! Io non mi arrenderò

Si impose calma, poi riprese la prova. Decise di non chiudere gli occhi, in quanto aveva appena sperimentato gli effetti di una perdita di equilibrio. Il metodo era sempre lo stesso, dalla prima prova.

Io ce la farò, costi quel che costi!

Posò la destra sul pelo del’acqua, che lo resse, poi anche la sinistra. Concentrato e deciso fece un altro passo, poi un altro ancora. La tensione saliva ogni volta che un passo andava a buon fine, era sempre più vicino al traguardo ma era anche più vicino ad un possibile fallimento, in quanto era sfinito e il chakra era davvero agli sgoccioli. Era ancora bagnato, i capelli appiccicati alla fronte che gli coprivano un po’ di visuale, ma si accorse che stava sudando. Un colpo di vento si alzò ed andò ad accarezzare il busto nudo del Koga, che rabbrividì per il freddo. Aveva la pelle d’oca e stava tremando, batteva timidamente i denti. Il sole si era rifugiato oltre la coltre di nebbia e il Koga non aveva idea di che ora fosse, approssimativamente. Era ormai giunto a metà del lago ma il percorso mancante gli sembrava ad ogni passo più distante. Il cuore gli pulsava nel petto, il sangue gli pulsava nelle vene. Destra, sinistra, destra, sinistra. Mancava un piccolo pezzo infinitamente lungo da percorrere.

Diventerò Genin a tutti i costi.

Fece ancora qualche passo, e si ritrovò a meno di dieci centimetri dalla riva. Con un balzo felino uscì dal perimetro del lago, esausto ma felice.

Siiiiii, ce l’ho fatta!!!!!

Si sedette a terra. Boccheggiava e tremava, ma la sensazione che provava era indescrivibile.

Più è difficile il compito assegnatoti più soddisfazione avrai nel portarlo a termine.

Alzò lo sguardo verso il suo sensei, altezzoso e autoritario gli dava un senso di sicurezza, come essere a casa. Si chiedeva se adesso avrebbe avuto una risposta alle sue precedenti domande sulle spade, e quale sarebbe stato il suo prossimo compito.

Speriamo non qualcosa dove si utilizza chakra o ci resterò secco. Sicuramente il maestro si è accorto della mia condizione, se devo utilizzare chakra mi farà recuperare un po’prima di incominciare.

Il solito vento gelido si alzò e andò a sfiorare la pelle del Koga, che era bagnato fradicio, e gli fece scorrere un brivido di freddo lungo la spina dorsale. Si mise in piedi, e cominciò il suo aggiramento del lago. Il suo obbiettivo erano i suoi vestiti, che gli avrebbero offerto calore e conforto. I piedi gli dolevano, ormai privi della protezione amorevole delle scarpe, ogni volta che calpestava sassolini o legnetti. Se attraversare il lago sembrava un’impresa impossibile, aggirarlo in quelle condizioni non era una cosa da meno. Ogni volta che tentava di sollevare una gamba, ormai tremendamente indolenzita, doveva compere uno sforzo immenso e il passo che ne risultava era immancabilmente troppo corto. Aveva l’impressione di non muoversi ma di sforzarsi soltanto. Prese il momento per ragionare un attimo sul chakra e sul suo eccessivo impiego.

Utilizzare eccessivamente il chakra, fino quasi al suo esaurimento, può portare a ciò che sto provando io: stanchezza, crampi eccetera. Mi domando cosa succede esaurendolo. Forse si cade in coma, magari si muore. Chissà perché, prima d’ora, non avevo mai considerato finire la propria riserva come una cosa così tragica: pensavo “aspetti un po’ e ti ricarichi”, si come no. Queste informazioni mi potrebbero risultare utili per futuri combattimenti, vedrò di domandare al sensei più tardi, si quando avrò raggiunto i miei vestiti.

L’unico pensiero che lo portava avanti nella sua lenta camminata era che non avrebbe più sofferto il pungente freddo, che gli penetrava fino nelle ossa. Le articolazioni indolenzite, la pelle contratta, i peli tesi, tutte sensazioni alquanto spiacevoli che una bella maglietta avrebbe placato. Il problema principale erano i suoi pantaloni, ormai fradici e gocciolanti. Era arrivato lentamente e faticosamente a metà del suo percorso, quando si rese conto che stava facendo aspettare il suo maestro. Alcuni velenosi dubbi si insinuarono nella sua mente.

Chissà, adesso mi sta guardando e chissà cosa pensa. Penserà: ma sbrigati che mi stai facendo innervosire con la tua lentezza, pivello? Oppure: guarda com’è volenteroso quello studente, sono orgoglioso di lui? Al diavolo.

Si concesse di girarsi a osservare Kaguya-sensei per provare a decifrare il suo linguaggio corporale. Un’altra volta non vide niente, ma qualcosa in lui, un che di impercettibile, sembrava confermare in parte la seconda ipotesi. Forse era soltanto ciò che voleva vedere il Koga, ma il pensiero gli diede una nuova carica, una nuova forza, e allungò il passo.
Tese il braccio, la tanto sognata maglietta era li, davanti a lui. Per tutto l’interminabile giro del lago aveva sognato questo momento, e adesso era arrivato. La mano ancora tremante per gli sforzi, le dita intorpidite per il freddo. La afferrò e con un movimento molto lento se la infilò. Sentire il cotone sulla pelle, quel piacevole tepore che andava pian piano formandosi, le articolazioni che riprendevano lentamente sensibilità. Assaporò quel momento fino in fondo, prima che uno spiffero d’aria si insinuasse tra i suoi pantaloni e lo riportò alla realtà. Era ancora bagnato, e la maglietta non migliorava più di tanto la situazione. Batteva i denti e tremava, ciò nonostante riprese la sua camminata verso il maestro, questa volta più rapidamente. Una volta giunto a qualche metro dal sensei si sedette a gambe incrociate, emettendo un lieve sbuffo in segno di sollievo. Era arrivato il momento di parlare, un po’di quella teoria che il giovane Koga aveva sempre disprezzato in cuor suo, ma che adesso più di ogni altra cosa desiderava. Voleva risposte, conoscenza, ma anche un momento per riposare.

Sensei, posso porle alcune domande sul chakra? La prima: cos’è il chakra? Me ne sono reso conto prima, sto imparando ad utilizzarlo ma non so ancora veramente cos’è. La seconda: non mi sento affatto bene in questo momento, penso che si a per il fatto che non abbia più molto chakra in corpo; cosa succede se lo finisco? E la terza domanda: come faccio ad aumentarne la mia riserva?

Doveva sapere, tutto ciò che stava domandando gli frullava per la mente già da un po’ di tempo ed era sicuro che sarebbero state risposte molto utili per il futuro, quelle che il maestro gli avrebbe dato.

[. . .]

Si immerse in un religioso silenzio, stava pensando. Con tutto il trambusto della prova appena conclusa aveva archiviato le sensazioni provate precedentemente, ma adesso era il momento giusto per metabolizzare il tutto. Dopamina. Quella misteriosa sostanza della quale aveva provato gli effetti. Si chiedeva fin dove avrebbero potuto arrivare le sensazioni, e con cosa avrebbe potuto sperimentarne sempre maggiori. Non capiva cosa aveva provato nelle profondità del lago, ma era convinto che aveva a che fare con la dopamina. Quel breve istante di paradiso terreno, dove tutto va bene e non ci sono preoccupazioni di alcun genere. Pensava a che emozioni si devono provare in un combattimento contro altri ninja potenti, dove si rischia la vita. Forse era quello di cui aveva bisogno, ma non poteva dirlo con certezza. Immerso completamente nei suoi pensieri si accorgeva che inesorabilmente il suo scopo di vita stava cambiando. Zabaku non voleva più viaggiare, uno stupido monumento non avrebbe mai potuto fargli provare le stesse emozioni di quella caduta, voleva soltanto la sua prossima dose di dopamina senza quegli spiacevoli inconvenienti che non gliela facevano godere. Stava diventando dipendente da una sostanza, e il suo “spacciatore” era il suo stesso cervello. Sarebbe stata la sua condanna o la sua benedizione? Si sarebbe spinto troppo oltre nella sua ricerca di emozioni sempre più forti? Nessuna di queste domande gli girava nelle testa, perché un drogato non ammetterà mai di esserlo.

Il miglior ninja del mondo, eh cari i miei genitori? Se per provare le e emozioni che cerco dovrò diventarlo non esiterò un secondo. Forse non avete completamente fallito. La mia mente è fantastica, i suoi meccanismi sono affascinanti. Chissà che bello sarebbe dominare le menti degli avversari, come ho sentito dire da mio padre. Genjutsu, credo si chiamino così le illusioni create col chakra. Possono stregare una persona, paralizzarla, portarla alla follia. Devo imparare questa arte, a tutti i costi. Manipolare la mente altrui mi affascina, è un potere così distruttivo.

Senza accorgersene il seme della malvagità stava germogliando in lui. Sarebbe stato disposto a calpestare i propri amici, persino la propria famiglia per quelle sensazioni. La sua espressione, i suoi lineamenti stavano cambiando. Ora non era più l’inguaribile sognatore con la testa sempre tra le nuvole, ora era una persona peggiore, quasi cattiva. Aveva trovato la sua via, e anche il suo futuro stile di combattimento: sarebbe diventato un manipolatore di menti, un ninja abilissimo nel creare illusioni. Questo si era ripromesso.

CITAZIONE
Grazie mille, sensei. Lei fa la mia felicità, infatti il motivo per cui le ho chiesto se potevo tenerlo era proprio quello: io ho poche motivazioni per lottare e impegnarmi, e non sono sicuro che reggeranno ancora a lungo. Mi spiego meglio, molti altri studenti hanno alle spalle sofferenza, solitudine, ed altri mali ancor peggiori, loro soltanto pensando a cosa hanno passato trovano forza e motivazioni per lottare; io invece sono qui soltanto perché voglio viaggiare, ed ho paura che un giorno mi dirò “ma non ne vale la pena soltanto per girovagare il mondo” e lascerò perdere. In poche parole, lei mi ha dato un ulteriore motivo per andare avanti, e per questo la ringrazio.

Adesso sono sicuro che le mie motivazioni non cederanno così facilmente, finché non avrò ottenuto ciò che voglio non mi arrenderò mai!

Maestro, saprebbe parlarmi anche dei Genjutsu? Oppure sa dove posso trovare informazioni dettagliate a riguardo?

L’albero, il lago.
Chi avrebbe mai pensato che l’accademia avrebbe potuto cambiare così radicalmente gli ideali di un ragazzo, il suo scopo di vita?


Edited by Zabaku Koga - 7/8/2008, 01:06
 
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blacklion
view post Posted on 14/8/2008, 00:44





CITAZIONE
Narrato
Parlato
Pensato
~P
arlato d'altri

~Sfida


~Capitolo 5 ~Maestro contro allievo



Tutto andava per il verso giusto, il ragazzo non si dava per vinto e ogni prova assegnata dal suo maestro, veniva svolta con la regolare passione e determinazione, la grinta che tirava fuori ogni volta che si trovava in difficoltà gli permetteva di continuare scalando la lunga e tortuosa salita che lo avrebbe portato alla tanto desiderata promozione a Genin...
Zabaku sta andando bene, non dimostra segni di resa, ed è proprio cosi che i miei allievi devono essere, la sua forza di volontà mi piace, se fra poco non usa la stessa insistenza mi sa che il futuro gli riserverà brutte sorprese...
Il koga era li accanto ad Itachi, era molto stanco ed affaticato, il chunin avrebbe dovuto concedere altro tempo prima della prova finale, e cosa c'era di meglio di una chiaccherata che avrebbe anche istruito l'allievo, secondo il Kaguya niente, per non far passare inutilmente il tempo che serviva per far riprendere Zabaku, l'allievo chiese alcune cose all'insegnante e lui rispse a tutte con la dovuta calma e tranquillità
~Sensei, posso porle alcune domande sul chakra? La prima: cos’è il chakra? Me ne sono reso conto prima, sto imparando ad utilizzarlo ma non so ancora veramente cos’è. La seconda: non mi sento affatto bene in questo momento, penso che si a per il fatto che non abbia più molto chakra in corpo; cosa succede se lo finisco? E la terza domanda: come faccio ad aumentarne la mia riserva?
Bè, la prima domanda non è completamente esatta, tu non sai esattamente in cosa consiste ma lo utilizzi già nelle tecniche, e stai imparando ad utilizzarlo al meglio emettendolo per camminare sulle varie superfici, durante questo corso ci sei riuscito dopo vari tentativi, ma con una piccola ed ulteriore esercitazione imparerai in men che non si dica a farlo senza problemi...Il chakra è quella forza che ti viene da dentro e viene prodotta dall'unione tra l’energia corporea e quella spirituale e si espande per tutto il corpo grazie al sistema circolatorio del chakra; non ti parlo dei vari tipi e di tutte le altre cose che sono collegate all'argomento altrimenti non ci bastarebbe una giornata intera, tuttavia quello che ti ho spiegato non è da trascurare...
Infatti hai ragione, ti senti particolarmente stanco perchè hai accumulato un forte dispendio di energie e chakra, questo come puoi percepire sulla tua stessa pelle fa si che la stanchezza aumenti. Se lo finisci potresti nel più roseo dei casi svieni solamente, se il tuo corpo subisce gravi ferite e viene spinto ad uno sforzo tale che ache la più piccola quantità di chakra finisce, beh, potresti anche non farcela...So che qeusta ultima risposta non ti fa per niente gioire, ma devi stare molto attento, meglio che tu sia sempre praparato...
La tua riserva aumenta passo dopo passo, allenamento dopo allenamento, quindi credo che più ti sentirai forte più il tuo chakra aumenta, diventa sembre più abile e più la quantità di chakra si addatterà alle tue potenzialità...

Erano passati vari minuti, il tempo era passato inesorabilmente, tuttavia non potevano perderne altro, quindi alla domanda che il Koga propose, Itachi dovette dare una risposta non molto soddisfacente
~Maestro, saprebbe parlarmi anche dei Genjutsu? Oppure sa dove posso trovare informazioni dettagliate a riguardo?
Purtroppo non posso parlartene in modo molto dettagliato, anzi, ti posso solo accennare qualche piccolissima caratteristica, tu adesso ti sei ripreso, un po di riposo ti avrebbe preparato alla prova finale, ascolta la mia spiegazione e praparati per arrivare al traguardo di questo corso, da vincente o perdente dipende solo da te...
Allora, i Genjutsu servono ai ninja per attaccare l'avversario colpendolo nella parte più fragile, dove anche il migliore shinobi, se non adeguatamente preparato, può trovare difficoltà nel reagire; questi difficili attacchi vengono portati sui sensi avversari, in base alla forza dell'utilizzatore, in base alla forza del colpo, questo può agire anche su tutti e 5 i sensi, da questo puoi intuire quanto sia letale e nello stesso tempo pericolosa quest'arte. Questo è tutto, adesso stai attento e utilizza tutta la tua capacità difensiva per pararti da questo attacco, successivamente cerca di farmi molto male...

Le parole di Itachi potevano sembrare strane e nello stesso tempo da pazzo, lui un chunin della nebbia che voleva attaccare uno studente alle prime armi, per giunta che aveva ripreso da poco le energie spece poco prima; il Kaguya ovviamente non era uscito fuori di se, non avrebbe attaccato con tutte le sue forze il ragazzo, altrimenti non sarebbe rimasto niente di lui, voleva soltanto metterlo alla prova, ma non poteva dirglielo chiaramente, questo non era un gioco e sul ragazzo doveva essere esercitata la giusta pressione, se avesse dimostrato la giusta bravura nel mettere in difficoltà Itachi, dopo essere uscito vivo dalla sua offensiva, il chunin lo avrebbe anche promosso, tutto dipendeva da quello che avrebbe fatto tra pochi minuti, il vento si alzò leggermente, segno che tutto stava per cominciare e finire.


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Poco dopo le parole di Itachi, lui si allontanò di pochi passi, giusto per lasciare 5 metri di distanza con l'allievo, successivamente prese ad una ad una le spade riposte al finaco destro, con la mano destra prima impugnò quella più in basso, che mise immediatamente in bocca con la lama ricolta verso destra, questa era quella bianca di nome Ichimonji, successivamente prese Shuusui, la spada dalla lama nera con il carbone, infine con la mano sinistra prese Kitetsu, adesso era pronto per combattere, tutto era pronto e con le sue spade Itachi si sentiva ogni volta imbattibile, purtroppo in questa circostanza non poteva e non voleva dare il meglio di se, quindi cercò di non strafare...





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Il chunin percorse subito la distanza che c'era tra i due, dopo pochi secondi i metri che li separavano erano 2, la velocità da quel punto in poi diminuì proprio per lasciare un pò di visibilità allo studente, se avesse usato tutta la rincorsa di cui disponeva non si sarebbe accorto nemmeno di un eventuale pugno che sarebbe partito di fronte a lui, l'azione che stava per svolgere non era delle più complicate, anzi, non lo era affatto, certo per uno della sua bravura poteva sembrare banale ma per Zabaku, parare quel colpo non sarebbe stata impresa facile. Un salto accopagnò l'azione di Itachi, infatti le sue due spade impugnate nelle rispettive mani attaccarono il ragazzo in maniera piuttosto impetuosa, com già aveva stabilito prima di attaccare, il colpo non doveva essere eccessivamente potente, giusto per dare qualche difficoltà al ragazzo...In aria le due lame vennero rivolte verso il basso, le braccie vennero leggermente ripiegate verso dietro e le gambe si alzarono completamente ripiegandosi su se stesse, una semplice parate verso dietro non sarebbe bastata, il raggio d'azione dell'offensiva era lungo e ampio, tuttavia non bloccabile.




Appena le gambe di Itachi toccarono terra si abbassarono di poco in modo da scendere leggermente il baricentro del Kaguya, le due lame vennero sempre coninvolte nel prossimo attacco, infatti con buona rapidià vennero tirate per dentro fin sotto le ascelle per poi sferrare due fendenti verso l'esterno all'altezza dello stomaco, uno per lato, in modo che se lo studente avrebbe deviato il colpo lateralmente le due lame lo avrebbero impegnato ulteriormente...Sempre sul posto, in rapida successione ai due fendenti, sempre aiutandosi con le gambe, Itachi acquistò una buona forza di rotazione che gli fece fare una delle tecniche imparate tramite l'allenamento del Santouryouu, ovvero stile a tre spade.
~Tatsumaki
L'attacco non faceva parte di certo di una delle sue migliori combo, tuttavia la difesa era buona, se subito in pieno, il tornado che si venne a creare avrebbe spazzato via Zabaku ferendolo gravemente, da vicino invece lo avrebbe al massimo create qulche taglietto qua e la, ma il vero obbiettivo di Itachi era non far attaccare immediatamente il Koga, l'attacco che avrebbe dovuto sferrare sarebbe dovuto essere più ragionato.
Adesso non rimaneva che aspettare lo studente...




CITAZIONE
~Chakra:500-40=460
~Stato fisico:illeso
~Stato mentale:concentrato
~Equipaggiamento:
-Kunai x 6
-Flash x 5
-Shuriken x 4
-Bomba Carta x 5
-Bomba Gelo x 1
-Tonici blu x 3
-Katane x 3

CITAZIONE
~Consumi:
-40= Tatsumaki
SPOILER (click to view)
image
Tipo: Taijutsu
Villaggio: Kiri
Posizioni magiche: //
Descrizione: Tecnica a tre spade utilizzata maggiormente per scopi difensivi, tuttavia in fase offensiva se affiancata ad un buon senjutsu può rivelarsi molto problematica. Grazie all'utilizzo di tutte e tre le spade l'esecutore utilizzerà tutta la forza scaturita da una rotazione per dar vita ad un vero e proprio tornado alto alcuni metri in grado di spazzare via armi di piccola/media grandezza (grazie anche al forte vento che si viene a creare) e di respingere armi di grande mole. La grandezza di suddetto tornado è pari a 3 metri di diametro per 6 metri di altezza. Può essere usato da molto vicino per ferire in modo efficace l'avversario che subirà, qualora venisse colpito, delle lievi ferite da taglio grazie allo spostamento d'aria molto forte...All'interno del vortice la situazione è un po diversa, le ferite aumentano sia come numero che come potenza e inoltre, sempre se la tecnica andrà a buon fine, l'avversario sarà inoltre sbalzato in alto parecchi metri.
Livello: Chuunin
(Livello: 3 / Consumo di Chakra: Altissimo)

CITAZIONE
Ecco, questa è a prova finale, il tuo post precedente è buono, qui non avrai righe o limite di tempo, dovrai semplicemente pararti e poi attaccarmi...Il chakra che hai è pari a 100, quidni combatti come se avessi l'energia gialla...mi raccomando dai il meglio di te, adesso dipede tutto dalle tue abilità combattive...
PS: Se qualcosa non ti è chiara contattami via mp...

 
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